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Ombre Corte: Culture

L'ecologia politica di Dario Paccino. Tra l'imbroglio ecologico e le lotte contro il nucleare

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2024

pagine: 139

Dario Paccino, noto soprattutto per il suo importante saggio dal titolo “L’imbroglio ecologico” (1972), ha contribuito alla nascita e, in parte, ai successivi sviluppi degli studi che in Italia hanno teso a politicizzare la conoscenza sulle condizioni di vita e salute dentro e fuori i luoghi di lavoro, entrando in diretta connessione con i conflitti in fabbrica, nei cantieri e nei territori contro le nocività e contro lo scambio salario-malattie. Il suo contributo è stato particolarmente rilevante anche per il movimento antinucleare che, dalle lotte della fine degli anni Settanta, è riuscito a imporre la chiusura delle centrali nucleari e a premere per una svolta ecologica orientata a cambiare profondamente il modo di produzione e di distribuzione dell’energia. Questo libro propone una serie di contributi che si concentrano su due questioni fondamentali utili per i movimenti sociali ed ecologisti attualmente attivi. La prima riguarda la centralità del concetto di “imbroglio ecologico” per comprendere la gestione tecnocratica dall’alto della crisi climatica e ambientale in corso; la seconda è relativa alla rilevanza dell’ecologia politica per capire quanto sia necessario sostenere l’abbandono dell’energia nucleare in ogni sua forma, civile o militare. Contributi di Giulia Arrighetti, Gennaro Avallone, Angelo Baracca, Lucia Giulia Fassini, Giorgio Ferrari, Vincenzo Miliucci, Alfonso Natella, Sirio Paccino, Roberta Pompili.
13,00 12,35

C'era una volta (uno scrittore) a Hollywood. La scrittura di/e Quentin Tarantino

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2024

pagine: 274

Spaziando dagli American studies alla filologia e alla linguistica, il volume si propone di esplorare l’opera di Quentin Tarantino attraverso una serie di saggi che si concentrano sugli aspetti più specificamente legati alla sua scrittura. L’idea di fondo è che le interazioni tra sceneggiature e film, i numerosi riferimenti intertestuali, le manipolazioni di topoi e stilemi derivanti da generi artistici differenti contribuiscono a creare un ipertesto in cui la narrazione cinematografica si arricchisce e completa attraverso quella letteraria; inoltre, il processo di costruzione di senso si complica quando entrano in azione ulteriori componenti, come, per esempio, la traduzione in altre lingue e la scrittura dei sottotitoli. Il volume cerca così di dimostrare come le molteplici declinazioni della scrittura definiscono un’opera che non può essere considerata come un end-product volto a intrattenere il pubblico, ma come un palinsesto testuale e audiovisivo che richiede interpretazioni molteplici e interrelate. Contributi di Serena Fusco, Serena Demichelis, Beatrice Melodia Festa, Antonio Di Vilio, Valentina Romanzi, Nicola Paladin, Enrico Botta, Silvia Bruti, Elena Di Giovanni, Ilaria Parini, Sara Corrizzato, Maria Freddi, Francesca Bianchi, Dora Renna
23,00 21,85

Disattivare. Un'idea di filosofia

Ubaldo Fadini

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2024

pagine: 147

Filosofia, sociologia, teatro, letteratura: sono questi alcuni degli ambiti d’indagine e di sperimentazione che questo libro attraversa con l’intento di ritrovare in essi la presenza significativa del motivo della disattivazione, dell’interruzione/sospensione di ciò che viene comunemente considerato stabile nelle sue configurazioni e meccaniche di funzionamento. Tale motivo ha una lunga storia, in primo luogo in area antropologico-filosofica (con Paul Alsberg e Günther Anders), laddove l’attenzione si rivolge al rapporto complesso tra le pratiche del disattivare, a livello corporeo e tecnico, e la ricerca di un adattamento più soddisfacente alla realtà, da considerarsi comunque sempre provvisorio, temporaneo. Fadini segue la vicenda intricata del disattivare in spazi teorici che possono risultare anche sorprendenti: ad esempio, quelli propri della ricerca del giovane Deleuze, con la sua riflessione sul tema dell’istituzione e dell’istinto, e che trovano altri sviluppi significativi nelle pagine dedicate dal filosofo francese a Carmelo Bene e a Samuel Beckett. Se la disattivazione è in ogni caso qualcosa che specifica in molteplici modalità il divenire umano, allora si tratta di riuscire a sospenderla a sua volta, sia pure momentaneamente e nei limiti del possibile, al fine di richiamare la stessa provvisorietà/revocabilità delle sue realizzazioni e per riaffermare così il carattere sempre limitato e parziale di qualsiasi – pretesa di – messa in ordine della sensibilità e dell’intelligenza umane.
14,00 13,30

Dall'operaio massa all'operaio sociale. Intervista sull'operaismo

Antonio Negri

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2024

pagine: 171

Questa intervista, pubblicata nel 1979, conobbe una larga diffusione e divenne subito un testo di riferimento: in particolare, per l’area dell’Autonomia e per i suoi oppositori, che presto sarebbero divenuti persecutori. Che cosa si racconta in questo libro? In breve, la storia dell’autonomia operaia così come era stata letta e vissuta da alcuni suoi militanti nel periodo che andava dai “Quaderni rossi” a “Classe operaia”, da Potere operaio all’Autonomia organizzata. L’attenzione era rivolta a quanto era avvenuto dopo le lotte operaie del ’69 alla Fiat e nel resto delle grandi fabbriche, nel momento in cui la ristrutturazione capitalistica (con l’appoggio della politica del “compromesso storico”) iniziò a demolire, con nuovi strumenti, l’autonomia e la forza dell’operaio massa. Il postfordismo era alle porte. L’accumulazione capitalistica spostò il proprio baricentro dalla fabbrica alla società, e l’“operaio sociale” divenne la figura, ambivalente, di una nuova forza produttiva, non più riferibile soltanto e semplicemente al concetto “classico” di operaio. Di questo passaggio epocale, l’intervista di Negri diede una efficace e controversa interpretazione. Dopo i molti anni trascorsi – e le scoperte teoriche del femminismo, le ricerche sul lavoro immateriale, le teorizzazioni sul biopolitico e i “modi di vita” –, quelle forme di pensiero e di azione che lo stesso concetto di operaio sociale indicava appaiono oggi, certamente rideclinate dentro una fase di comando imperiale e di produzione biopolitica, ancora capaci di offrire stimoli metodologici e teorici per leggere il presente e le sue tendenze. Postfazione di Adelino Zanini.
14,00 13,30

Anatomia del populismo economico. La «melonieconomics»: un anno di politiche economiche conservatrici

Mario Pomini

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2024

pagine: 208

Il populismo economico scaturito dalla Grande recessione del 2008 è un populismo di tipo nuovo, con il quale il ceto politico, a destra ma anche a sinistra, ricerca il consenso elettorale attraverso l’uso spregiudicato del debito pubblico non per potenziare le garanzie dello Stato sociale, ma per ridurle secondo una visione propria dell’ideologia liberista che si è convertita alla dottrina della spesa in deficit. Un populismo conservatore, individualista e corporativo, contro lo Stato sociale e a sostegno dell’ideologia del mercato, le cui distruttive conseguenze economiche e sociali si stanno ampiamente manifestando anche nel nostro Paese, dove le scelte in materia economica del governo in carica ne rappresentano in maniera esemplare anche tutte le contraddizioni, i limiti, oltre che i pericoli. Il testo, che raccoglie alcuni degli interventi pubblicati nel corso di un anno e più su un blog di un quotidiano nazionale, offre una dettagliata anatomia della politica economica del governo Meloni, analizzando tutti i temi e le scelte che ne caratterizzano profondamente il profilo conservatore e autoritario – dal superbonus fiscale alla flat tax, dal reddito di cittadinanza al salario minimo, dall’inflazione bellica e ad altri ancora. Il quadro che ne emerge è quello di un completo distacco tra la narrazione populista e la realtà economica, tra le politiche corporative e clientelari e l’ambizione di tutelare gli interessi generali, tra il ceto politico dominante e la società. Nell’articolata e minuziosa analisi proposta dall’autore, non mancano anche, se pure abbozzate, alcune proposte che potrebbero costituire un primo embrione per un programma genuinamente alternativo e popolare.
18,00 17,10

Violare gli spazi. Militarizzazione in tempo di pace e resistenza locale

Violare gli spazi. Militarizzazione in tempo di pace e resistenza locale

Aide Esu

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2024

pagine: 138

Sole, spiagge, mare e natura selvaggia è l’iconografia turistica della Sardegna, una narrazione che stride con la realtà della militarizzazione del suo territorio. Dalla fine degli anni Cinquanta l’isola è un hub strategico per i test sulle armi e per l’addestramento delle forze armate italiane e della Nato. Il suo destino militare l’accomuna ad altre isole, dal Mediterraneo al Pacifico, anch’esse assoggettate a opacità istituzionali e a forme di estrattivismo, dipendenza ed esclusione, ma anche produttrici di cicliche forme di resistenza e nuove soggettività. Le dinamiche decisionali interstatali, l’uso di dispositivi discorsivi per la costruzione del consenso fondato sulla contrapposizione modernità-arretratezza, le conseguenze delle attività addestrative e sperimentali sull’ambiente e sulla salute, l’emergere del rischio nella sfera pubblica locale contrapposta alla minimizzazione del rischio da parte delle istituzioni, le forme di resistenza locali sono i diversi piani della militarizzazione presi in esame dal testo. Queste letture contribuiscono a svelare le ambiguità, i dinieghi e i mancati riconoscimenti del diritto alla salute e alla tutela ambientale originati dalla militarizzazione in tempo di pace. Mostrano, inoltre, come gli intrecci dei dispositivi giuridici, degli esiti tecnico-politici e delle relazioni interstatali siano riconducibili, in materia militare, a una compromessa sovranità italiana.
13,00

Femminismi queer transnazionali. Critiche post e decoloniali all’omofobia, all’islamofobia e all’omonazionalismo

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2024

pagine: 221

Questo volume propone alcuni importanti contributi di un femminismo transnazionale che dagli anni Novanta cerca di spostare il baricentro delle questioni di genere oltre l’occidente bianco, radicando la propria riflessione e la propria pratica a un contesto postcoloniale. Essi rappresentano un forte e articolato punto di vista critico nei confronti dell’omofobia e dell’islamofobia, nonché del paradigma eteronormativo e nazionalista che si sta diffondendo in varie forme in Europa, negli Stati Uniti e in India. Uno dei tanti elementi che sicuramente li accomuna è il loro approccio analitico, dal quale emerge chiaramente una dimensione di genere della xenofobia e dell’islamofobia, ma anche una argomentata contestazione all’idea che la tolleranza progressista per le minoranze sessuali vada sempre di pari passo con la condanna dell’Islam come alterità puramente maschile e oppressiva del femminile. Questa confusione ideologica, qui definita “islamofobia progressista”, viene fortemente problematizzata da analisi complesse, che si oppongono energicamente al dualismo Occidente progressista/altrove oppressivo e omofobo. Come evitare che i discorsi sulle identità sessuali e di genere finiscano col fornire un sostegno, benché involontario, all’islamofobia, terreno scivoloso in cui il femminismo occidentale egemonico può trovarsi invischiato? I saggi qui proposti offrono alcune risposte e un contributo teorico e metodologico utili anche nel contesto italiano. Contributi di Jacqui M. Alexander, Paola Bacchetta, Inderpal Grewal, Caren Kaplan, Jin Haritaworn, Jasbir K. Puar, Amit Rai, Trinh T. Minh-ha, Ella Shoaht.
19,00 18,05

Famiglie straniere e tutela dei minori. Un'analisi del discorso sulla genitorialità

Chiara Lanini

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2024

pagine: 224

Quale modello di genitorialità orienta lo sguardo e il giudizio sulle condizioni, i comportamenti e le relazioni che sollecitano l’intervento di protezione dei minori stranieri? A quali fattori sono riconosciuti come rilevanti nel processo argomentativo che si articola nel procedimento? L’approccio utilizzato dalla ricerca è quello dell’Analisi critica del discorso, un modo di osservare le dinamiche sociali attraverso le pratiche discorsive, intese come fattore di produzione e riproduzione della struttura della società e dei rapporti di diseguaglianza e potere ad essa connessi. Lo sguardo è dunque puntato sulle strutture cognitive che orientano l’azione della protezione minorile, per comprendere a quali condizioni tale obiettivo sia di fatto perseguibile. L’esito cui il lavoro perviene è che a fronte delle specificità che la letteratura sulle migrazioni indica come peculiari della famiglia migrante e della variabilità storico-materiale del significato attribuito a “infanzia” e “genitorialità”, le categorie di valutazione emergenti nel discorso della tutela sembrano interagire ben poco con gli elementi strutturali che definiscono lo spazio sociale entro il quale i soggetti organizzano e conducono la propria azione.
18,00 17,10

Jacques Lacan. Oltre la scolastica lacaniana

Giovanni Bottiroli

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2023

pagine: 475

Per la narrazione più diffusa, il pensiero di Jacques Lacan sarebbe scandito da tre periodi: l’Immaginario, dominato dalle relazioni intersoggettive; il Simbolico, fondato sulla tesi “l’inconscio è strutturato come un linguaggio” e sul passaggio al determinismo del Grande Altro; infine il Reale, l’approdo definivo di Lacan: questo terzo periodo smentirebbe quelli precedenti, affermando il primato della sostanza godente e dell’Uno-tutto-solo. È necessario ribellarsi a questa versione lineare e mummificante, se si vuole anzitutto ritrovare la vitalità della teoria lacaniana e se s’intende svilupparne le virtualità. Questo saggio propone una nuova visione, in base alla quale il Simbolico non viene più schiacciato sulla Legge e sui codici, ma diventa la lotta tra stili di pensiero. Il soggetto appare diviso dal desiderio di essere, come desiderio di non-coincidenza. La pulsione non viene più ridotta al circuito autistico, e si manifesta nel conflitto tra rigidità e flessibilità: così può agganciarsi al linguaggio, esaltandone il potere creativo. Il soggetto diviso nei suoi modi offre una nuova via alla psicoanalisi.
35,00 33,25

Al di qua del principio di realtà. Scissione originaria e stratificazione del Sé

Milosh Filippo Fascetti

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2023

pagine: 195

Nella nostra contemporaneità sembrerebbe sempre più prendere corpo un’ambiguità che circonda le nostre vite. Una dissonanza cognitiva affonda difatti le sue radici in una scissione originaria, che prende le forme più policrome e disparate. E che il presente volume intende analizzare e mettere a fuoco, in pochi capitoli che hanno la consistenza di densi saggi compiuti, individuando nella psicoanalisi e in alcuni aspetti della teoria sociologica gli strumenti concettuali adatti a mettere in luce, filosoficamente, un simile scenario: saremmo di fronte a una scissione dell’Io, che delinea il profilo di una psicosi obbligata insita nella nostra soggettività. Che si estende cautamente alla teoria dei valori, allo statuto ontologico dell’opera d’arte o, meglio ancora, del processo creativo, e che mina persino le basi della decidibilità dell’azione e della possibilità del dialogo tra gli attori sociali e le nazioni sovrane. L’Io appare in questo modo stratificato, simile al Sé della tradizione psicoanalitica e sociologica, diviso tra un istinto pulsionale e una tendenza alla relazione, in bilico pericolosamente tra l’autocrazia e il pensiero liberale, oltre che in un’opposizione radicale ed eccessiva rispetto a ogni Alterità. In questo testo, modificando il titolo di un capitolo contenuto in una nota opera sia di Herbert Marcuse che di Jacques Lacan – i quali a loro volta ne storpiano una di Freud –, calandosi nei panni di un redivivo Sherlock Holmes, l’autore tenta di stanare, attraverso il riferimento anche ad ambiti eterogenei ma imprescindibili quali l’arte e la letteratura, i modi, gli interstizi e, soprattutto, gli spazi neutri in cui una simile obliquità si nasconde, o al contrario si manifesta in tutta la sua preoccupante eppur reale dinamica.
17,00 16,15

Là fuori. La filosofia e il reale

Là fuori. La filosofia e il reale

Daniela Angelucci

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2023

pagine: 196

La filosofia comincia “là fuori”, aprendo porte e finestre. Sempre più spesso il nostro tempo ci mette di fronte ad eventi collettivi traumatici, come la pandemia o la crisi socio-ambientale. Un reale dai tratti così spaventosi induce a modificare l’idea tradizionale di filosofia come esercizio intellettuale contemplativo, sereno e metodico. Ma forse ciò che accade “là fuori”, che si tratti di una natura violenta o di una corporeità non addomesticabile, può essere l’occasione per un pensiero non soltanto critico, ma anche creativo. Partendo da alcune affermazioni di Deleuze e Guattari, passando attraverso differenti autori e pratiche artistiche, letterarie, cinematografiche, questo libro descrive il compito della filosofia come un’invenzione di concetti che sfidano a volte il senso comune. La pratica filosofica risuona allora con quella estetica, nel suo essere creativa ma anche in quanto teoria della sensibilità. Il pensiero inizia infatti da un incontro con il sensibile, in risposta alle urgenze che arrivano dal presente e dalla dimensione extrafilosofica.
18,00

Le politiche della disabilitazione. Il Modello Sociale della disabilità

Michael Olivier

Libro

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2023

pagine: 175

“Le politiche della disabilitazione” è il libro manifesto del Modello Sociale inglese della disabilità, ne raccoglie i principi e li articola secondo coordinate sociologiche. Il Modello Sociale inglese è la più radicale delle prospettive politiche sulla disabilità, elaborato da autori con disabilità fisiche nei primi anni Settanta come strumento di lotta ed empowerment, trova i suoi fondamenti teorici nel marxismo inglese degli anni Settanta, influenzato dalla scoperta di Gramsci e dalle analisi althusseriane sulla riproduzione del capitale variabile. Dopo avere catalizzato l’attenzione e mobilitato l’autoaffermatività del soggetto collettivo disabile, a partire dagli anni Novanta è stato oggetto di critiche da parte di prospettive alternative, mediche, accademiche, che hanno sviluppato i discorsi in direzioni talvolta più sofisticate, ma trascurando, per lo più intenzionalmente, il potenziale politico ed emancipativo del discorso sulla disabilità. Un rilancio di prospettive autoaffermative delle soggettività collettive disabili non può trascurare di confrontarsi con il Modello Sociale inglese, finora non ancora proposto in modo adeguato nel nostro Paese. “Lo scopo di questo libro è di tentare di sviluppare una teoria sociale della disabilità, una teoria che comunque deve essere collocata all’interno dell’esperienza delle stesse persone disabili e dei loro tentativi, non solo di ridefinire la disabilità, ma anche di costruire un movimento politico collettivo e di sviluppare servizi commisurati ai propri bisogni, definiti da loro stessi” (Michael Olivier).
16,00 15,20

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