Passigli: Astrid
Per il governo del paese. Proposte di politiche pubbliche
AMATO
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2013
pagine: 334
In vista delle elezioni politiche del febbraio 2013, a partire dall'inizio di quest'anno, una trentina di gruppi di soci di Astrid si sono messi al lavoro per mettere a punto alcune "proposte di politiche pubbliche per il programma del nuovo governo". Si tratta di schede sintetiche, elaborate collegialmente, sui soli argomenti che erano stati oggetto di ricerche e proposte di Astrid. Dunque senza pretesa di completezza. L'idea originaria era di consegnarle al nuovo Presidente del Consiglio, non appena nominato, sulla base dei risultati elettorali. Il prolungarsi della crisi di governo nelle settimane successive alle elezioni ha un po' modificato il programma originario. Le schede sono state così innanzitutto inviate ai due gruppi di "saggi" nominati dal Presidente Giorgio Napolitano, che ne hanno fatto largo uso. Immediatamente dopo la consegna del rapporto dei dieci saggi, sono state poi inviate ai Presidenti dei Gruppi parlamentari della Camera e del Senato. Sono state infine inviate al Presidente del Consiglio Enrico Letta e ai suoi ministri, una volta costituito il nuovo Governo. Riteniamo ora opportuno renderle pubbliche in questo instant book, come contributo al dibattito sulle scelte da compiere per uscire dalla crisi, riprendere la strada della crescita, affrontare i difficili problemi della disoccupazione, della povertà e del disagio sociale, che la crisi ha esasperato.
La regolazione intelligente. Un bilancio critico delle liberalizzazioni italiane
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2013
pagine: 286
A che punto siamo con le liberalizzazioni, in Italia? Negli ultimi anni non sono mancati i tentativi di liberalizzazione, ma spesso sono stati condotti sbrigativamente, con norme generali e instabili che hanno risolto pochi problemi e creato molta incertezza. La crisi economica ha offerto una finestra di opportunità per attuare politiche di liberalizzazione, delle quali la ricerca di Astrid evidenzia luci e ombre. Le liberalizzazioni vanno prese sul serio: vanno fatte sulla base della conoscenza dell'oggetto da liberalizzare e della sua disciplina, tenendo conto delle peculiarità di ciascuna attività e, soprattutto, evitando di creare incertezze. Bisogna dunque distinguere. Distinguere tra i vincoli regolatori utili e quelli che comprimono indebitamente la libera iniziativa economica, tra le norme che servono all'interesse generale e quelle che fanno comodo alle categorie professionali, tra i casi in cui bisogna alleggerire la regolazione e quelli in cui è bene mantenerla o modificarla. E questo, tra l'altro, l'approccio alla direttiva "servizi" del 2006, che chiede agli Stati membri dell'Unione europea di procedere a un riesame dei regimi amministrativi di molte attività d'impresa: un lavoro che finora è stato fatto quasi ovunque in modo insoddisfacente. Prefazione di Franco Bassanini.
Amministrazione della giustizia, crescita e competitività del Paese
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2013
pagine: 401
L'Italia è da anni agli ultimi posti in Europa quanto a produttività del sistema produttivo e a crescita economica. Accanto all'elevato debito pubblico, è questo il problema principale del Paese. Per riprendere la strada della crescita, avremmo bisogno di attrarre investimenti, soprattutto dall'estero. Ma, nel mercato globale, gli investimenti vanno dove trovano le migliori condizioni, in termini di certezza giuridica e di reddittività. Tra queste condizioni, una delle principali è costituita dalla rapidità e dalla affidabilità (prevedibilità) della giustizia civile. Anche qui, siamo invece agli ultimi posti, come testimonia, anno dopo anno, il noto rapporto Doing Business della Banca Mondiale: tempi e costi per ottenere giustizia nei confronti di un fornitore o di un cliente inadempiente sono in Italia maggiori che in tutti gli altri Paesi più avanzati. Come avere un sistema giudiziario in grado di rappresentare una risorsa, un fattore competitivo positivo, anziché un handicap per l'economia italiana? Le risposte date fino ad ora non sono state decisive, quasi sempre per l'unilateralità dell'approccio, o esclusivamente economicistico, o giuridico formale. La Fondazione Astrid ha invece messo a confronto, in una ricerca collegiale, alcuni dei maggiori esperti tratti dal mondo della ricerca giuridica, della magistratura, dell'industria e della finanza. Il confronto ha dato i suoi frutti. Ne è uscita una serie di analisi e proposte per molti aspetti innovative.
Prove di Europa unita. Le istituzioni europee di fronte alla crisi
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2013
pagine: 369
Negli ultimi anni l'assetto istituzionale dell'Unione europea ha subito profonde trasformazioni. Il trattato di Lisbona ha innescato dinamiche politico-istituzionali nuove e in alcuni casi impreviste. L'esplosione della crisi finanziaria e della crisi dei debiti sovrani ha poi aperto nuovi fronti e nuove dinamiche. Il volume analizza queste trasformazioni pur nella consapevolezza che esse sono in pieno svolgimento. L'equilibrio raggiunto dopo questo primo triennio costituisce certo solo una tappa: ma una comprensione delle trasformazioni sin qui avvenute e delle loro implicazioni rappresenta la condizione necessaria per individuare la direzione di marcia futura e per tracciare i contorni del possibile approdo. La ricerca analizza prima i profili istituzionali e i dilemmi del "governo economico" europeo, quindi le innovazioni che il trattato di Lisbona ha apportato al quadro istituzionale della Politica estera e di sicurezza comune e allo Spazio di libertà, sicurezza e giustizia, e si chiude con una riflessione sul punto al quale siamo arrivati e sul futuro che ci aspetta in termini di forma di governo. Ne esce una materia ampia e variegata di riflessione e di dibattito. Le innovazioni succedutesi negli ultimi anni hanno rafforzato l'identità ermafrodita dell'Europa: si è arrivati oggi ad un autentico patchwork che mette insieme strumenti comunitari e strumenti di diritto internazionale. Anche per questo gli strumenti a disposizione risultano insufficienti...
Pubblica Amministrazione che si trasforma: cloud computing, federalismo, interoperabilità
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2012
pagine: 249
Il sistema informativo italiano è oggi frammentato in isole non comunicanti e non integrate. I tentativi, avviati nel 1999-2000, di offrire migliori servizi a cittadini ed imprese grazie alla integrazione e all'interoperabilità tra i sistemi informativi delle pubbliche amministrazioni, sono completamente falliti: per ragioni istituzionali ed organizzative; per mancanza di governo di progetti a valenza sistemica; e anche perché si stenta a capire che, quanto più un sistema è organizzato in modo federale, tanto più forte deve risultare la funzione centrale di coordinamento delle iniziative dei singoli attori. Le Fondazioni Astrid e THINK!, con il contributo di importanti operatori del settore, hanno affrontato il problema. La ricerca dimostra che le tecnologie IT, accoppiate alla diffusione della banda larga e ultralarga, possono assicurare la ricomposizione del sistema informativo pubblico del Paese per l'erogazione dei servizi essenziali ai cittadini e alle imprese, ed evitare che il trasferimento di funzioni dallo Stato a Regioni ed Enti locali determini gravi disparità nella qualità dei servizi essenziali di chi vive e opera in zone diverse. Il cloud computing, in particolare, favorisce il consolidamento e la concentrazione (che non significa centralizzazione) delle infrastrutture e delle risorse informatiche, con benefici economici rilevanti, soprattutto per le Pmi (per le quali adottare servizi cloud è un importante fattore di crescita). Prefazione di Franco Bassanini e Roberto Masiero.
Esclusione sociale. Politiche pubbliche e garanzie dei diritti
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2012
pagine: 324
In un Paese dove un quarto dei giovani non studia e non lavora, dove aumenta ogni anno il numero dei poveri e dove gli immigrati rischiano lo sfruttamento o le discriminazioni, l'esclusione sociale diventa un problema allarmante non solo per chi la subisce, ma per l'intera collettività. Sono in gioco, nello stesso tempo, l'eguaglianza dei diritti, la buona tenuta della convivenza, la crescita economica. Nello stesso tempo, l'allarme per l'aggravamento dei fenomeni di esclusione è risuonato più volte da parte delle istituzioni imparziali attente alle diverse dimensioni del vivere collettivo (Presidenza della Repubblica, Banca d'Italia). L'anello mancante è stata finora la politica. Non le si chiedono fondi per creare nuove aree di assistenzialismo. Le si chiede al contrario di smantellare quelle esistenti, insieme alle sacche di privilegi che prosperano al di là di quelle denunciate dalla stampa, per stimolare e accompagnare tutte le iniziative utili a contrastare l'esclusione sociale. Il volume raccoglie allo scopo analisi, proposte, interviste e testimonianze. Gli esperti riuniti da Astrid, come le personalità della società civile che hanno voluto rispondere alle nostre domande, sono convinti che per combattere l'esclusione non servono programmi completi, ma che è necessario cambiare il segno degli interventi pubblici, e riunire intorno ad alcuni progetti anche all'apparenza minori le tante energie che già sono all'opera in questo campo.
Regioni, Corecom e banda ultralarga
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2012
pagine: 274
Le reti di comunicazioni di nuova generazione (banda ultralarga) rappresentano ormai, come è noto, uno dei fattori fondamentali della crescita e della competitività di ciascun paese. L'Unione europea, al riguardo, ha stabilito obiettivi precisi nell'ambito dell'Agenda 2020 che richiedono scelte impegnative sul terreno degli investimenti, ma anche sul terreno della regolazione. L'avvio delle reti di nuova generazione non comporta soltanto una profonda trasformazione del mondo delle comunicazioni, ma anche un'inevitabile riflessione circa il ruolo delle Regioni (che hanno ormai competenza legislativa concorrente in materia di ordinamento della comunicazione) e circa la natura e le funzioni dei Corecom. La ricerca della Fondazione Astrid, prodotto del lavoro di un qualificato gruppo di esperti, dà un importante e originale contributo a questa riflessione, anche tenendo conto dei percorsi già avviati in alcune realtà locali e in paesi stranieri. Regioni e Corecom possono, infatti, svolgere una funzione essenziale di rilevazione, di consulenza e di promozione delle strategie di sviluppo da adottare sul terreno del digitai divide connesso alle diversità territoriali. Un ampio spazio di azione si apre dunque per i poteri locali nella fase di avvio di un processo che appare sin d'ora decisivo per la crescita sostenibile, la modernizzazione e la competitività del nostro paese.
Una nuova politica industriale in Italia. Investimenti, innovazione, trasferimento tecnologico
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2016
pagine: 142
Anche dopo gli anni della grande crisi l'Italia rimane un grande paese industriale. Il secondo in Europa. Ma questo non è garantito per sempre. Occorre riflettere su politiche pubbliche e strumenti che possano difendere e rafforzare il ruolo del nostro paese come grande produttore manifatturiero. In tutta Europa il dibattito sulle politiche industriali negli ultimi anni è stato intenso e ricco. Questo non accade in Italia. Il dibattito è modesto. L'azione pubblica è stata in genere debole. Certamente, nel panorama italiano degli ultimi anni qualcosa si è mosso. Ma non è emersa una strategia. Molte misure appaiono di rilevanza limitata e discontinue. Il totale degli interventi è contenuto. A confronto con gli altri grandi partner europei, alla politica industriale italiana sembrano mancare una visione del futuro dell'industria, che orienti l'azione delle imprese; e un centro decisionale dotato di potere di intervento e di capacità tecnica di alto livello. Questo libro - prodotto di una ricerca di Astrid avviata ai primi segni di ripresa dopo la crisi - cerca di dare qualche contributo alla definizione di una politica industriale per l'Italia. Nell'economia contemporanea, si sostiene, è difficile fare a meno di un ruolo catalizzatore dell'intervento pubblico. Occorrono politiche e progetti per affrontare le grandi sfide del cambiamento climatico, dell'invecchiamento della popolazione, della rivoluzione tecnologica e digitale.
Beni culturali tra tutela, mercato e territorio
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2012
pagine: 292
L'Italia possiede un patrimonio artistico, paesaggistico e culturale immenso, espressione di un territorio complesso e pertanto molto difficile da amministrare. Negli ultimi anni si sono succedute molte riforme del Ministero per i Beni e le attività culturali. Ma nessuna è stata in grado di fornire risposte concrete alle inefficienze organizzative dell'intero sistema. L'attuale crisi economica e finanziaria può rappresentare una opportunità. La scarsità di risorse è un problema, ma può costituire un'occasione imperdibile per rinnovare una policy, quella riguardante i beni culturali del nostro Paese, che non ha dato i risultati sperati. Lungi dall'addentrarsi ancora in dispute inconcludenti fra tutela e valorizzazione, fra pubblico e privato, fra centralismo e decentramento, la ricerca di Astrid individua e affronta le principali questioni legate oggi al sistema dei beni culturali: dalla tutela, che deve essere attiva e capace di integrarsi con le esigenze di sviluppo del territorio, a prescindere dalla proprietà pubblica o privata del bene, ai restauri, divenuti ormai la principale attività a scapito della prevenzione e della valorizzazione; dalla cura delle cose, invece che dei contesti, alla musealizzazione che ha di fatto cannibalizzato ogni altra forma di fruizione del patrimonio; dall'inadeguatezza della struttura organizzativa di modello ministeriale, al tentativo di individuare possibili forme gestionali differenti e innovative. Prefazione di Marco Cammelli.
L'obiezione di coscienza. Studio sull'ammissibilità di un'eccezione dal servizio militare alla bioetica
Davide Paris
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2012
pagine: 328
Con la fine del servizio militare obbligatorio il tema dell'obiezione di coscienza sembrava destinato a scomparire dal dibattito politico e culturale. Si è invece riacceso ed esteso, negli ultimi anni, su un terreno del tutto diverso, quello delle cosiddette materie eticamente sensibili. Dall'interruzione volontaria di gravidanza alla procreazione medicalmente assistita, dalle scelte relative al fine vita al riconoscimento giuridico delle unioni fra persone dello stesso sesso, le richieste di essere esentati dal compimento di atti che toccano profondamente la coscienza personale emergono dovunque si confrontano visioni fortemente contrapposte della persona umana e della sua dignità. La pretesa di non essere costretti ad agire contro la propria coscienza si scontra inevitabilmente con la necessità che le leggi siano effettivamente attuate, quali che siano le convinzioni personali di chi le deve applicare. È possibile trovare un punto di equilibrio fra queste due esigenze? La ricerca riprodotta in questo volume cerca di rispondere a questa domanda. Esaminando un'ampia casistica tratta dalla legislazione e dalla giurisprudenza italiana e di altri ordinamenti, l'autore propone una lettura dell'obiezione di coscienza che coniuga l'apertura al riconoscimento delle ragioni della coscienza con la fermezza nell'individuarne condizioni e limiti, al fine di evitarne un uso distorto.
Istruzione bene comune. Idee per la scuola di domani
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2011
pagine: 287
Nonostante le profonde trasformazioni intervenute nel contesto sociale, economico e culturale, il sistema educativo italiano resta sempre uguale a se stesso: nel modello didattico, nell'impianto disciplinare, nell'autoreferenzialità del suo rapporto con l'esterno. Il tasso di analfabetismo in senso stretto si aggira sul 3.5%; l'incidenza dei laureati sul totale degli occupati è un sesto di quella degli Usa e un terzo di quella della Francia; su mille iscritti al primo anno di scuola, meno di un terzo raggiunge la laurea; più di un quarto degli occupati ha al massimo completato la scuola dell'obbligo. E qui una delle radici della crisi italiana: l'Ocse ha stimato in un punto all'anno il contributo che alla crescita del Pil darebbe l'allineamento del nostro sistema scolastico agli standard dei Paesi più avanzati. Abbastanza per rovesciare i giudizi delle agenzie di rating... Non occorre - secondo gli esperti riuniti da Astrid - l'ennesima riforma organica. Occorrono scelte radicali e coraggiose che affrontino in modo mirato quattro problemi cruciali: la questione giovanile, il modello didattico, la governance del sistema, le risorse. Scelte da costruire con un confronto libero e con logica bipartisan, sottraendole allo scontro aprioristico fra le parti politiche e le rispettive tifoserie. Questo volume ne presenta alcune tra le più importanti e innovative.
La corruzione amministriva. Cause, prevenzione e rimedi
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2011
pagine: 538
La corruzione nelle pubbliche amministrazioni resta un fenomeno molto diffuso in Italia. È una delle cause maggiori dell'inefficienza dei servizi collettivi, del dissesto delle finanze pubbliche, della disaffezione dei cittadini nei confronti delle istituzioni democratiche. Le cronache di questi mesi ne offrono innumerevoli esempi. Le statistiche internazionali ci pongono tra i Paesi europei a più alto tasso di corruzione. La ricerca di Astrid frutto del lavoro collettivo di alcuni dei maggiori esperti italiani - muove da approfondite analisi economiche, sociologiche e giuridiche del fenomeno e delle peculiarità che questo presenta nel nostro Paese, esamina le esperienze e i suggerimenti provenienti dalle migliori fonti internazionali (Onu, Ocse, Greco) e termina con una ricca serie di proposte e di misure di intervento normativo o amministrativo. Le proposte raccolte nel volume cercano di prescindere da ogni ondata emotiva o enfasi comunicativa per mettere a punto una serie di fattori che agiscano nel normale funzionamento delle amministrazioni come anticorpi nei confronti dei fenomeni corruttivi. Non manca la consapevolezza dei limiti che le regole inevitabilmente incontrano, laddove non siano accompagnate e supportate da un solido sostegno sul piano morale e culturale.