Rubbettino: Che ci faccio qui
Vivere altrove
Marisa Fenoglio
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2019
pagine: 196
"Vivere altrove" racconta l’approdo in Germania, negli anni ’50, di una giovane sposa al seguito del marito funzionario d’azienda, che lì si trasferiva per sviluppare una succursale della casa madre piemontese. “Un’emigrazione facile e privilegiata”, si direbbe. Non paragonabile alle tante storie di miseria e necessità, di ieri e di oggi. “Ma esiste un'emigrazione facile? – si chiede l’autrice. – Nessun emigrato conosce alla partenza la portata del suo passo, il suo sarà un cammino solitario, incontrerà difficoltà che nessuno gli ha predetto, dolori e tristezze che pochi condivideranno. L’emigrazione gli mostrerà sempre la sua vera faccia, il prezzo da pagare in termini di solitudine e di rinunce. E a ogni ritorno in patria scoprirà quanto poco sappiano coloro che restano di ciò che capita a coloro che sono partiti." Quella dei primi anni, descritta dalla giovane Fenoglio, è una Germania minacciosa, una aliena entità geografica, ancora gravida dei tragici eventi della guerra, terra ostile per clima e paesaggi. Col tempo scoprirà che per ogni straniero l'indispensabile strumento di integrazione e di appartenenza al nuovo paese è la lingua: "La patria non è soltanto una casa, una famiglia, un paese, la patria è sopratutto una lingua. Ogni lingua è un confine territoriale che esclude chi non parla, un mondo a se stante che non rimpiange altri mondi perché tutto contiene, un tessuto connettivo che forgia i pensieri e fa di individui un popolo". Le parole che la maestra elementare dei suoi figli le rivolgerà, l'accompagneranno per tutta la vita: "L'estero per diventare normalità ha bisogno di tempi lunghi. Per gestire senza scossoni una doppia identità ci vuole pazienza, a volte una vita. Ma lei, che parla così bene il tedesco, ce la farà... Una lingua può diventare patria." Apparso la prima volta per Sellerio nel 1997, Vivere altrove viene oggi riproposto per la sua inesauribile attualità.
Terraferma. Un'«altra Basilicata» tra stereotipi, identità e [sotto]sviluppo
Enzo Vinicio Alliegro
Libro: Copertina morbida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2019
pagine: 354
Il volume affronta e decostruisce, mediante l'impiego critico e comparativo di un vasto armamentario di fonti documentarie, quelle narrazioni destorificanti che a partire dagli anni postunitari hanno investito la Basilicata a lungo descritta quale "terra ferma", immobile, priva di mutamento, dominata da uomini fatalisti e familisti, e tratteggia invece una Regione ancorata alla "terraferma", ad una terra stabile che non è spazio di destino e di attesa ma di compimento. Così facendo, il volume mostra il significato contingente e inevitabilmente mutevole delle stereotipizzazioni e delle stigmatizzazioni, vale a dire delle rappresentazioni identizzanti che di una specifica popolazione pretendono paradossalmente di poter cogliere finanche gli aspetti più intimi e profondi, sino a giungere al loro "DNA" culturale. "Terraferma", pertanto, si fa occasione per vedere da vicino - servendosi di una approfondita indagine storico-antropologica, cristallizzatasi in topos identizzanti di lunga durata, piuttosto una terra che indica la tenacia dell'esserci, e che lascia cogliere meglio che altrove quei dispositivi culturali con i quali gli uomini costruiscono relazioni empatiche ed intime con i luoghi. Tutto ciò prima che quest'ultimi siano attraversati da processi di re-identizzazione, ovvero da dinamiche di ri-definizione del "noi", generate da stravolgimenti ecologici, politici e sociali.
Casapercasa
Sandro Abruzzese
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2018
pagine: 306
Scorrendo l'indice di "Casapercasa" si entra in un microcosmo dove ogni cosa – luoghi, legami, discorsi – è in bilico, fuori posto o fuori fuoco, come dopo un'esplosione. Nello spazio allargato della città ideale – una Ferrara che con la sua pianura circostante sembra contenere tutta l'Italia, tutta l'Europa – si accumulano i segni di una crisi radicale. "Casapercasa" è il tentativo di metterli in sequenza, di ricostruire un ordine narrativo, un filo, per interpretarli e farci i conti. Abruzzese costruisce così un reportage involontario, ironico e disarmante, di una ricerca di senso condotta con tenacia e leggerezza. Tra le pagine di taccuino del protagonista, un insegnante in anno sabbatico dopo un matrimonio fallito, ci imbattiamo in personaggi sradicati o sorprendenti, come Gisella e suo padre Athos, Tenora ma soprattutto Giorgio "Aggiustatutto", il compagno di viaggio e amico ucraino con cui il protagonista cartografa città e pianura e impara a leggere la crisi. E, forse, a uscirne.
Il cielo comincia dal basso
Sonia Serazzi
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2018
pagine: 136
Rosa Sirace è una che impara a fiorire nel posto che ha, e fiorendo scrive la sua vita di cose piccole su un'agenda: fogli con sopra il numero del giorno, e la carta che tiene il conto ripete quotidianamente che una storia non ha tutto lo spazio e il tempo che vuole. Così Rosa Sirace disciplina fatti, incontri e volti costringendoli sulle righe, e sceglie di essere sincera su quello che c'è intorno: la verità resiste a ogni poco. Allora la figlia di un Visconte operaio e di una Baronessa casalinga si porta in casa il lettore offrendogli un mondo senza imbrogli. Ma nell'offerta qualcosa brucia e qualcosa profuma, poi c'è il cielo, un azzurro modesto che Rosa Sirace insegue sul messale e impara da sua nonna: Antonia Cristallo. E Rosa tutto il cielo che scava lo appende in alto, a cominciare ogni pagina, e spera che bastino le Scritture a far scintillare la terra rivoltata. "Il cielo comincia dal basso" è un libro che mastica duro cercando il bene, e lo trova.
Terra inquieta. Per un'antropologia dell'erranza meridionale
Vito Teti
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2024
pagine: 562
Un diagramma di linee che disegnano un paesaggio eterogeneo, instabile, irrequieto: tutto l’opposto dell’immobilismo piatto, senza tempo e senza rimedio con cui pensiamo il Sud e la Calabria. Vito Teti con questo suo libro ci porta dentro una narrazione del Mezzogiorno che si fa problematica, critica, si diffrange e trova tutte le sfumature di una vicenda impossibile da ridurre a una trama unica. L’inquietudine di cui parla il titolo è il sentimento dei luoghi complessi, in cui una cosa si dà insieme al suo contrario, in cui tutto è vero e falso a un tempo. Così il tempo ciclico del mondo contadino ritorna sempre uguale nei riti e nelle feste co-esiste e si co-definisce con il tempo lineare dei viaggi, dei commerci, degli scambi intellettuali e artistici. Così la catastrofe del terremoto e dello spopolamento diventano le linee di fuga paradossali verso la modernità e il futuro. La fuga è l’altro volto del radicamento, il restare, una scelta-necessità inseparabile dalle migrazioni: entrambi devono fare i conti con differenti esperienze di “spaesamenti”, che spingono alla ricerca di nuovo senso dei luoghi e a nuove norme di abitare il paese e il Mondo. "Terra Inquieta" è un capitolo fondamentale dell’indagine antropologica di Teti, sul proprio mondo di riferimento, di cui fanno parte il suo San Nicola da Crissa, scelto come metonimia per comprendere le comunità del Mezzogiorno e delle aree interne mediterranee, e il suo paese canadese aldilà dell’Oceano, la Toronto in cui la comunità sannicolese si è trasferita in massa a partire dagli anni ’50. Un libro e un autore che non smettono di viaggiare, di andare e tornare, dal paese al mondo, e tra un paese e l’altro. E ci insegnano la mobilità e l’inquietudine come strategia di comprensione e gestione del presente. Prefazione di Sonia Serazzi.
Di lune e di falò. Cesare Pavese: antropologia del romanzo dell’addio
Piercarlo Grimaldi
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2023
pagine: 166
È possibile fornire un'interpretazione antropologica del romanzo "La luna e i falò" di Cesare Pavese? Se ampia è la critica letteraria dell'opera pavesiana, parziale è lo sguardo antropologico. Lo scopo di questa ricerca è quello di sostenere che l'ultimo romanzo di Pavese è l'autobiografia dell'addio, "La luna e i falò" è lo specchio romanzato della sua storia di vita, metaforico testamento poetico, scientifico ed esistenziale che contiene e spiega le ragioni della maturata morte. Cesare Pavese vive a cavaliere tra le affettive native colline di Langa della tradizione e la strumentale città della complessità sociale. Il romanzo è l'inesausto tentativo di riappaesarsi alle colline delle giovanili radici perdute nel rumore del conoscere e dell'interpretare le spaesate strade del mondo. Una trasparente, approfondita ricerca del paese, della condizione contadina, delle tradizioni che narrano il suo ritorno in collina, volto ad acquisire una coscienza attiva della comunità. Commutatore sociale e culturale dell'esistenza dello scrittore tra la campagna e la città è l'amico Pinolo Scaglione, il falegname del Salto, il Nuto de La luna e i falò, mentore, mediatore, contadino solco diritto che porta Pavese per mano a scoprire e a riscoprire i miti e i riti della Langa del Belbo. Il tentativo dello scrittore di scollinare verso la terra delle origini per recuperarne le radici, per costruirsi una memoria di paese che gli permetta di sopravvivere a qualche "giro di stagione", è un doloroso viaggio verso la drammatica impossibilità di costruire una memoria che lo appaesi, che lo faccia sentire parte sostantiva della comunità.
Panorami contemporanei della mixité. Coppie miste tra vita quotidiana e politiche istituzionali
Rosa Parisi
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2023
pagine: 286
Chi sono le famiglie miste binazionali? La famiglia mista è forse un "laboratorio creativo" per indagare il nostro atteggiamento nei confronti degli stranieri? È una chiave di lettura che permette di studiare i processi di ibridazione sociale nella società contemporanea? È la forma dell'amore nella società globalizzata? È forse un baluardo contro la mixofobia e la xenofobia? Partendo da questi interrogativi, il libro analizza la realtà delle coppie miste italo-marocchine mostrando come essere costituiscano, in una società segnata dalle migrazioni e dal multiculturalismo, un punto di osservazione interessante capace di cogliere le varie declinazioni attraverso cui si dispiegano i processi di familiarizzazione e di imparentamento, gli slittamenti dei significati dell'amore, da sentimento personale a oggetto politico del controllo sociale e, infine, l'intreccio tra comunità famigliare e comunità nazionale che lega assieme la dialettica tra mixité (familiare e sociale=, mixofobia e xenofobia. La mixité delle famiglie si trasforma in valore etico politico capace di arginare la mixofobia e la xenofobia dilagante e di sostanziare visioni di società più aperte, fluide e plurali. Come dice Miriam «la mia è una famiglia speciale, siamo tutti diventati un frutto misto, così come è la società italiana, e tutte le società del mondo. Siamo noi il futuro». Le coppie miste indicano una prospettiva di cambiamento plurale e democratico della società a partire dalla vita dei singoli, delle famiglie che coinvolge la profondità dei sentimenti e gli aspetti di "ordinarietà" del quotidiano, riconosciuti nella loro dimensione profondamente politica. Esse immettono nella nostra società nuove e inedite immagini di famiglia, di genitorialità, di idea del rapporto amoroso, di nuove relazioni pubblico-privato, di pratiche di solidarietà parentali, così come di nuovi regimi di differenze instabili e ibride che richiamano nuove immagini e immaginari di mondi meticci e plurali.
Homeland. Sulle strade di casa del mio paese di là
Vito Teti
Libro: Copertina rigida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2022
pagine: 486
In Homeland Vito Teti aggiunge un nuovo capitolo all'indagine antropologica sul proprio paese, San Nicola da Crissa, scelto come metonimia per comprendere le comunità del Mezzogiorno e delle aree interne meditarranee, accomunate, nel passaggio alla modernità, da una storia di mobilità, di emigrazioni e di radicali trasformazioni dei luoghi, dei riti e dei legami. Le strade del paese, questa volta, sono quelle della Little Italy di Toronto, tra College e Dundas, in cui nel '900 una grande parte di San Nicola si trasferisce, ricreando altrove la comunità. Nella relazione tra il paese la Homeland d'oltreoceano, Teti registra il progressivo esaurimento del proprio mondo, in una vicenda che nei mesi della pandemia sembra segnare le sue battute finali. Il libro ci mostra, così, le immagini dei sannicolesi di Toronto - amici e paesani partiti bambini, negli anni '50 e '60, e diventati quasi doppi dell'autore; Teti, insieme a Salvatore Piermarini, ha continuato a fotografarli e raccontarli in viaggi ricorrenti, alla ricerca dei volti e dei corpi che proiettavano la loro ombra nel paese d'origine, sulle soglie delle case rimaste chiuse. Ne è nato un diario collettivo e insieme intimo: una traccia e essenziale per mantenere la memoria e interrogarci sul senso dei nostri luoghi.
Niente da vedere. Cronaca dal Polesine e altri spazi sconfinati
Sandro Abruzzese
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2022
pagine: 160
Papozze, prima dell’alluvione del ’51, la cosiddetta Rotta, era adagiato sul Po e aveva circa cinquemila abitanti. Polesella è spezzata in due da un ponte che collega il Veneto all’Emilia. Ad Adria un’ennesima tragedia italiana sul lavoro. I Lidi Ferraresi invece, votati al turismo di massa, tra valli palustri e canali, si estendono, tra Rovigo e Ravenna, per venticinque chilometri di costa. Oppure ci sono i paesi di Fratta Polesine e Molinella, patrie dei carbonari ottocenteschi e di Matteotti il primo, del sindacalismo e del socialismo il secondo, dove ora la Lega si incunea fino a imporsi e, a volte, addirittura spopolare. Quelle che seguono sono pagine e scatti nati da viaggi nel “grande vuoto” padano, in uno spazio circoscritto che parte dall’entroterra ferrarese per estendersi ai fiumi Adige e Reno, fin verso il limite estremo della pianura. Si tratta di esplorazioni realizzate entro l’arco di due anni da uno scrittore e un fotografo atipici, sulle orme di scrittori e fotografi del passato, che costruiscono un portolano fatto di geografie dei margini settentrionali. Di queste terre piane e d’acqua, del Polesine come di qualsiasi anonima provincia italiana, da queste parti spesso si sente dire che non c’è niente: niente da vedere. I due protagonisti, nel tentativo di guardare l’Italia attraverso uno degli ultimi spazi sconfinati della pianura più industrializzata d’Europa, con in mente Adorno e Benjamin, sembrano voler dire che ogni luogo è un mondo. Ne emerge un inedito, a tratti sorprendente immaginario della pianura tra i fiumi che lambiscono l’Adriatico, in cui decifrare i segni del paesaggio circostante, raccogliere storie marginali, attraverso strampalate e improbabili ricognizioni, porta a interrogarsi, da Nord a Sud, sul destino dell’Italia più fragile.
Le donne di Saturno
Connie Guzzo-McParland
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2021
pagine: 442
"Le donne di Saturno" racconta la storia di tre donne italo-canadesi, tra la Montreal contemporanea e la Calabria degli anni Cinquanta. Cathy, Lucia e Angie sono perseguitate dai ricordi di misteriose vicende accadute in un lontano passato, nel paesino calabrese da cui provengono. Cathy torna in Italia nel 2019, per rivedere i luoghi della sua infanzia e tentare di finire un romanzo, iniziato molti anni prima, sulla tragica storia di Lucia. L'amica era stata trovata in fin di vita, a Montreal, nel 1980, per un brutale atto di violenza domestica. Il racconto dell'evento traumatico origina una spirale di ricordi, che riportano in vita le memorie del borgo, tra piazze, vicoli e passeggiate serali a una fontana di acqua sorgiva, dove i ragazzi si scambiavano bigliettini amorosi. Il mondo gioioso del paese si frantuma strada facendo, per il sopravvenire di disillusioni e di disgrazie, e poi scompare nel 1957, con la traversata da Napoli ad Halifax, cui seguono gli anni del difficile adattamento al Canada. Nel periodo euforico degli ultimi anni Sessanta, quelli dell'Expo 67, e poi degli anni Settanta e Ottanta dell'integrazione, il senso delle radici sembra indebolirsi. Spinta dalla violenza subita da Lucia, Cathy inizia a ricercare i nessi di causa-effetto, i legami e le concatenazioni tra il passato e il presente. E riflette così sull'esperienza migratoria, sugli stereotipi etnici, sul tokenismo culturale, sul multiculturalismo canadese, sulla condizione della donna italo-meridionale. Sarà solo dopo il suo ultimo viaggio di ritorno che i fili, tanto della coscienza quanto del racconto, riusciranno a riannodarsi, trovando un finale capace di dare senso alle lacerazioni della diaspora.
L'ultima transumanza. Dagli Appenini appunti per il domani
Maurizio Sentieri
Libro: Copertina morbida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2021
pagine: 172
Oggi, quasi tutti viviamo dentro orizzonti ed esistenze urbane, una condizione che almeno in Italia è figlia delle profonde trasformazioni degli anni Cinquanta e Sessanta, quelli del boom economico, quando produrre, comprare e consumare, improvvisamente diventa il necessario perimetro in cui vivere. In quegli anni, la montagna, sempre più svuotata di gente, si riversò verso la città e i suoi luccichii, verso una vita apparentemente migliore. Ancora oggi, se c'è un territorio che di quelle trasformazioni porta cicatrici profonde, questo è l'Appennino. Ma questo territorio - suo malgrado protetto da una modernità che correva - ha conservato storie da raccontare, almeno quando il testimone, per sorte e per fortuna, è cresciuto in parte in un paese sull'Alpe. Lì ha potuto annusare, respirare, vivere qualcosa che si perdeva nella profondità dell'epoca preindustriale. Per tutti quelli come lui, per pochi anni, è stato come vivere due volte. Sono testimonianze, racconti e immagini come altrettanti respiri, in cui una cultura ormai quasi perduta si confronta con una modernità, la nostra, oggi in discussione, con ciò che nel frattempo siamo diventati.
La mano bruciata. Scrittori, pittori, elezioni
Jonny Costantino
Libro: Copertina morbida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2021
pagine: 200
«Questo libro è il mio cuore messo a nudo per interposti artisti». Gli artisti protagonisti dei saggi selvaggi che compongono quest'opera spiazzante e sanguigna sono scrittori e pittori: Bachmann Bernhard Bolaño Brancale Ceronetti de Marco Dumas Ferrari Flaubert Kristof Lispector Mattotti Moresco Samorì. Su ognuno di loro l'autore ha scritto denudandosi in un corpo a corpo dove l'azione è affidata all'erotica della parola. «La scrittura non è la scrittura: è uno stile di vita e di morte». Per Jonny Costantino l'arte è un gioco dove la vita è in gioco. Nella sua scrittura la forma saggio si rinnova divenendo un luogo di sconfinamento narrativo e intensificazione lirica non meno della forma romanzo, fatta esplodere nel precedente Mal di fuoco. «Questo è un libro sulla natura del fuoco». Il fuoco qui indagato è il fuoco della vitarte, con una formula dell'autore, cineasta oltre che scrittore. Nella sua visione inconciliata e abissale l'unica mano legittimata a scrivere del fuoco è la mano che dalla vitarte è stata segnata: la mano bruciata.