Nella seconda metà del Novecento, e in particolare dall'esplosione della Neoavanguardia in poi, la poesia italiana cambia radicalmente fisionomia, eludendo o abolendo tutta una serie di consolidati parametri retorici, si fa sempre più occasionale e parlata, precaria, e diventa perciò spuria, irriconoscibile - e in questa deriva, caratterizzata dal rifiuto del "grande stile", vengono coinvolti anche poeti più "tradizionali", come Pasolini e Montale. Nonostante le difformità, che ovviamente raggiungono il massimo con il dinamitardo del gruppo, Emilio Villa, i poeti qui analizzati sono tutti, più o meno, testimoni diretti o indiretti di questa trasformazione epocale donde poesie come sproloqui, poesie "resistenziali", controvoglia, davvero "postume". E insomma: anti-poesie.	 
			
    
    
    Le strutture dell'anti-poesia. Saggi su Sanguineti, Pasolini, Montale, Arbasino, Villa
| Titolo | Le strutture dell'anti-poesia. Saggi su Sanguineti, Pasolini, Montale, Arbasino, Villa | 
| Autore | Antonio Pietropaoli | 
| Collana | Strumenti e ricerche | 
| Editore | Guida | 
| Formato | 
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| Pagine | 255 | 
| Pubblicazione | 01/2013 | 
| ISBN | 9788866662099 | 

