La riproposizione di un libretto, redatto nel 1927 da Attilio Lazzari, offre a Toni Basso l'opportunità per rivisitare l'aspetto "gioioso" della Trevisanità, della quale abbiamo significative documentazioni in un arco di tempo che va da Giovanni Boccaccio a Ennio Comin; e proprio a quest'ultimo è stato affidato l'incarico di interpretare con la sua verve grafica le irresistibili burle e gli scherzi del conte Tita Rinaldi, macchietta trevisana di metà '800, conferendo così un carattere di diversità all'introvabile edizione originale.