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La proprietà insostenibile. Rinuncia alla proprietà immobiliare tra interesse privato e ragioni della collettività

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La proprietà insostenibile. Rinuncia alla proprietà immobiliare tra interesse privato e ragioni della collettività
Titolo La proprietà insostenibile. Rinuncia alla proprietà immobiliare tra interesse privato e ragioni della collettività
Autore
Collana Quaderni della Rassegna di diritto civile
Editore Edizioni Scientifiche Italiane
Formato
Formato Libro Libro: Copertina morbida
Pagine 248
Pubblicazione 12/2022
ISBN 9788849550948
 
36,00 34,20

 
risparmi: € 1,80
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Sempre più frequente nella prassi negoziale, l'atto di rinuncia alla proprietà immobiliare non trova esplicito riconoscimento né specifica disciplina nelle norme vigenti. La meritevolezza degli interessi perseguiti dal privato rinunziante nonché gli effetti - diretti o riflessi - derivanti dal negozio unilaterale di dismissione del diritto dominicale richiedono un'attenzione non sollecitata nel passato dal diverso contesto socio-economico. Avendo motivo e causa nella dismissione di una proprietà avvertita dal titolare come «insostenibile» in ragione dei costi, degli obblighi e delle responsabilità da essa derivanti e ad essa collegati, la rinuncia unilaterale del privato sembra porsi in stretta e necessaria correlazione con la regola enunciata nell'art. 827 cod. civ. secondo cui i beni immobili vacanti - che non sono in proprietà di alcuno - spettano al patrimonio dello Stato. Ineludibile, dunque, il delicato problema del contemperamento tra l'interesse del privato alla dismissione del proprio diritto e le ragioni dello Stato di evitare che i costi e le responsabilità connessi ad una proprietà immobiliare svantaggiosa siano «traslati» sulla collettività. In questa prospettiva, l'indagine si propone di offrire ipotesi ricostruttive che rimettano allo Stato la decisione in ordine all'acquisizione al patrimonio pubblico dell'immobile dismesso dal privato, facendo emergere l'«inattualità» della tradizionale interpretazione dell'art. 827 cod. civ. o, comunque, l'esigenza - de iure condendo - di riformulare la previsione codicistica in materia di «immobili vacanti».
 
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