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Il «De viribus quantitatis» di Luca Pacioli e il «Libro dicto giuochi mathematici» di Piero di Niccolò da Filicaia. Due opere rinascimentali a confronto nella storia degli enigmi e dei giochi matematici

Il «De viribus quantitatis» di Luca Pacioli e il «Libro dicto giuochi mathematici» di Piero di Niccolò da Filicaia. Due opere rinascimentali a confronto nella storia degli enigmi e dei giochi matematici
Titolo Il «De viribus quantitatis» di Luca Pacioli e il «Libro dicto giuochi mathematici» di Piero di Niccolò da Filicaia. Due opere rinascimentali a confronto nella storia degli enigmi e dei giochi matematici
Autori ,
Argomento Matematica e scienze Matematica
Editore Nuova Prhomos
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 306
Pubblicazione 03/2024
ISBN 9788868537432
 
20,00

 
Questo libro nasce da un'attenta e rigorosa tesi di Laurea Magistrale in Matematica, discussa nel luglio del 2021 presso l'Università degli Studi di Firenze. Il lavoro è incentrato sull'analisi ed il confronto di due testi, fondamentali per la Storia dei Giochi matematici, a noi pervenuti in forma manoscritta. Uno, ben noto, è il "De viribus quantitatis" di Luca Pacioli, intellettuale di Borgo Sansepolcro riconosciuto come uno dei più importanti matematici del Primo Rinascimento; l'altro è il "Libro dicto giuochi mathematici", scritto poco dopo dal fiorentino Piero di Niccolò da Filicaia. Il volume, elaborato con competenza e passione da Elisabetta Ulivi e Martina Bassi, presenta una dettagliata indagine storica sull'argomento che costituisce il bagaglio della cosiddetta matematica ricreativa, vista soprattutto nell'ambito dello svolgimento della matematica del periodo medioevale e rinascimentale. Il libro è rivolto ad un pubblico di studiosi e ricercatori che vi potranno trovare spunti per successive indagini, ma è anche utile per i docenti dei vari livelli della scuola primaria e secondaria, oltre che per gli studenti e i lettori che, non esperti nella materia, saranno incuriositi dal contenuto. Non a caso i trattati di abaco dei secoli XIV-XVI introducevano le questioni di matematica ricreativa definendole casi piacevoli, casi dilettevoli, ragioni di sollazzo, ragioni apostate, proponendole come un intermezzo a problemi di aritmetica e algebra più noiosi e ripetitivi.
 
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