Non è facile ammettere né la vergogna né la gelosia. Entrambe pervadono la vita umana, esercitando un terrore segreto e un controllo dall'interno. La vergogna affiora nella ridda dei rapporti umani, nelle incomprensioni, negli errori di percezione e di giudizio, nell'assenza di empatia, nella solitudine e nella delusione. La gelosia è invece figlia della percezione che esiste un altro (che sia l'altro edipico, o magari un fratello o una sorella) che può riuscire nel rapporto in cui noi abbiamo fallito. Nel setting analitico e psicoterapeutico la situazione è satura di vergogna potenziale. La ragione è duplice. Primo, l'informazione emotiva da comunicare ha carattere squisitamente privato, e quindi potenzialmente vergognoso. Secondo, le possibilità di incomprensione, mancata comunicazione e scarsa empatia sono molteplici. Un'altra ragione per cui evitiamo di menzionare la vergogna è che è particolarmente contagiosa. Sentirne parlare la evoca, seppure solo in forma leggera e sottile. Ma la situazione sta radicalmente cambiando. Psicoanalisti, psicologi evolutivi, studiosi di scienze sociali e delle neuroscienze si dedicano oggi in maniera significativa alla comprensione della vergogna. Un nuovo campo di particolare interesse, con notevoli collegamenti potenziali alla psicoanalisi, è quello della psicologia evoluzionistica, che studia come una prospettiva neodarwinista faccia luce su aspetti del comportamento e delle emozioni che sarebbero altrimenti oscuri.
Vergogna e gelosia. Tumulti segreti
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Titolo | Vergogna e gelosia. Tumulti segreti |
Autore | Phil Mollon |
Traduttore | G. Noferi |
Collana | Psiche e coscienza |
Editore | Astrolabio Ubaldini |
Formato |
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Pagine | 176 |
Pubblicazione | 11/2006 |
ISBN | 9788834014974 |