Il leitmotiv devastante di cinismo e depressione che percorre la silloge, però, non riesce a sfociare del tutto in pessimismo cosmico e nichilismo, perché nell'animo del poeta non c'è solo rassegnazione o distante anaffettività, c'è ancora un turbinio di sentimenti, un groviglio di emozioni che si agitano, e trovano sbocco esterno in una rabbia ostinata che egli scaglia contro le storture e il disfacimento etico della società contemporanea. Si badi bene però, la società non è vista come una mistica entità astratta, su cui filosofeggiare funzionalisticamente: essa è un insieme di uomini, di monadi dotate di ragione e coscienza che, volontariamente, mossi da logiche arrivistiche di potere o di semplice quieto vivere, hanno ridotto questo mondo a un palcoscenico squallido e senza vita. Gli strali dunque non risparmiano pressoché nessuno: ce n'è per il clero, per i politicanti e anche per le masse, che si lasciano indottrinare inermi, da pastori che le condurranno al precipizio.
Solo per pazzi o affini
Titolo | Solo per pazzi o affini |
Autore | Roberto Conte |
Collana | Nuove voci |
Editore | Gruppo Albatros Il Filo |
Formato |
![]() |
Pagine | 93 |
Pubblicazione | 01/2011 |
ISBN | 9788856742763 |