SEI: Storia
Storia del secondo Tempio. Israele tra VI secolo a. C. e I secolo d. C.
Paolo Sacchi
Libro
editore: SEI
anno edizione: 1994
pagine: XXII-529
E' una storia di Israele che parte dall'esilio babilonese per concludersi con la distruzione del Tempio (70 d.C.). Il saggio privilegia il periodo in cui la Bibbia ha preso la forma attuale e nel quale si sono sviluppate nel mondo ebraico numerose tendenze in polemica fra loro fino alla nascita del cristinesimo. L'autore intreccia la narrazione storica con le dimensioni religioso-culturali di volta in volta caratteristiche di un'epoca e gravide di conseguenze per le generazioni successive.
Il tramonto di Cartagine
Sabatino Moscati
Libro
editore: SEI
anno edizione: 1993
pagine: X-203
Il dominio di Cartagine sull'area mediterranea costituirà per Roma uno dei principali ostacoli al suo disegno egemonico. Ma la distruzione di Cartagine è solo la conclusione militare di un declino iniziato prima del III secolo a. C. La cultura ellenistica è la vera responsabile dello svuotamento della cultura fenicio-punica. Sarà questa perdita d'autonomia culturale il principale fattore del declino di Cartagine e della sua tragica scomparsa.
Storia del Medio Oriente
Peter Mansfield
Libro
editore: SEI
anno edizione: 1993
pagine: VIII-413
Dalle conquiste napoleoniche in Egitto ai drammatici eventi del 1990: questo è l'arco di tempo che l'autore prende in esame. "Medio Oriente" è un termine moderno per una realtà antica. Indica il teatro in cui, per più di quattrocento anni, si sono scontrate civiltà e religioni diverse e che, in questo secolo, è divenuto l'epicentro del conflitto tra le potenze europee e quello che rimaneva dell'Impero Ottomano. A complicare il quadro generale è la costituzione, nel 1948, dello Stato di Israele. Il Medio Oriente diventa un inestricabile intreccio politico, religioso, economico e militare.
Monarchia e popoli del Danubio
Victor-Lucien Tapié
Libro
editore: SEI
anno edizione: 1993
pagine: IV-539
La storiografia delle regioni danubiane ha per un certo tempo elaborato una visione manichea dei fatti, in cui si contrapponevano gli aneliti di libertà e di autonomia dei popoli danubiani al giogo asburgico. Tapié assume una posizione di maggior equilibrio, ritenendo che per le nazioni danubiane sarebbe stato un insulto il voler credere che per quasi quattro secoli esse siano rimaste forzatamente soggiogate al dominio di una monarchia straniera. Questa tesi è il merito principale dell'opera, che si configura come una ricerca coordinata e sintetica sui problemi economici e sociali, politici e culturali, che caratterizzano la storia dei popoli danubiani.