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ShaKe: Universale

Propaganda. Come manipolare l'opinione pubblica

Edward L. Bernays

Libro: Libro in brossura

editore: ShaKe

anno edizione: 2020

pagine: 160

Alla fine degli anni venti, qualche mese prima del Grande crollo di Wall Street, Edward L. Bernays, nipote di Freud, emigrato da un paio di decenni in America, scrive un manuale su come orientare l’opinione pubblica: Propaganda. Un testo crudo nella sua sincerità, che tocca non solo il modo di vendere prodotti che il mercato non è ancora pronto ad accettare, ma che considera la politica al pari di una merce qualsiasi, mostrando il modo di influenzare i risultati elettorali e quindi i meccanismi decisionali che stanno alla base della democrazia. A partire da questo saggio illuminante, Bernays farà una carriera di “spin doctor” straordinaria. Diventerà il dottore dell’età del consumo e lo stratega finissimo nel lanciare le mode. Sarà consulente ascoltatissimo delle strategie industriali della American Tobacco Company, della Dodge, della General Motors, dei grandi trust dell’energia. Ma anche dell’Associazione degli industriali americani che combatterono il New Deal di Roosevelt. E nel dopoguerra, in piena Guerra fredda, divenne il suggeritore del colpo di stato antisocialista in Guatemala, pur di difendere i minacciati interessi della United Fruit, attraverso una influente operazione di lobbying al Congresso americano. Inutile dire che il suo insegnamento e le sue riflessioni teoriche sono ancora di grande attualità, in una fase quale quella odierna segnata dalle nuove macchine di propaganda “sovraniste”. Un libro che non vende “prodotti” ma idee per farlo.
9,90 9,41

Diario della rivoluzione-A piedi per tutta la Francia

Friedrich Engels

Libro: Libro in brossura

editore: ShaKe

anno edizione: 2019

pagine: 174

Engels e Marx non erano uomini di solo pensiero. Engels in particolare ebbe modo di mettersi in evidenza anche dal punto di vista militare, in qualità di vicecomandante dell'esercito rivoluzionario nel corso dell'insurrezione tedesca del 1848-49. Il suo Diario della rivoluzione - qui riproposto per la prima volta da oltre cinquant'anni — racconta proprio quei giorni, le atmosfere, gli scontri militari, le manovre, le fragilità e l'impreparazione dell'esercito rivoluzionario in marcia contro quello prussiano. Ma in queste pagine vengono fuori con forza anche il suo sprezzo del pericolo, e la sua straordinaria finezza di analisi politica e militare. È un vasto affresco quello disegnato da Engels, un racconto con il passo narrativo del pamphlet, che coglie con vigore espressivo protagonisti e programmi, terre e popoli, classi e individui. Il Diario racconta anche le debolezze e la forza del movimento, il peso politico di una minoranza operaia già comunista, la composizione interna internazionalista (tedeschi, polacchi, ungheresi e svizzeri), consapevole nelle proprie strategie e coerente negli obiettivi. Il Diario della rivoluzione è letterariamente tra i più brillanti scritti di Engels. Completa il Diario il resoconto del suo viaggio a piedi da Parigi a Colonia: "A piedi per tutta la Francia" è un inno alla Francia rurale e insieme una severa requisitoria contro l'isolazionismo sociale dei contadini francesi. Un saggio di antropologia di viaggio. "Ho scoperto che il tanto celebrato coraggio del menar le mani è la qualità più ordinaria che si possa avere." In Appendice un testo di Marx che traccia il bilancio politico della rivoluzione tedesca del 1848-49.
15,00 14,25

A un vecchio compagno. Lettere con Bakunin sul caso del nichilista Necaev

Aleksandr Herzen

Libro: Copertina morbida

editore: ShaKe

anno edizione: 2019

pagine: 320

Nella seconda metà dell'Ottocento nella sonnolenta e patriarcale Russia cominciarono a diffondersi i primi germi della rivoluzione sociale. Comunisti, socialisti ma anche tanti anarchici e nichilisti si spesero sull'altare delle idee rivoluzionarie, per innescare le condizioni necessarie alla sollevazione popolare. In questo volume, curato e tradotto dallo slavista Vittorio Strada, è raccolta la straordinaria corrispondenza tra due giganti del pensiero rivoluzionario, il comunista Herzen e l'anarchico Bakunin che si confrontano e scontrano - sempre sospesi sul sottile crinale dettato dalla loro amicizia e rivalità - sulle pratiche politiche rivoluzionarie, le sue finalità etiche, l'uso della violenza. Non solo. In queste lettere compare di continuo tra i due, quasi fosse uno spettro, la tragica figura di Necaev, vero e proprio mito politico "maledetto", nichilista, bombarolo e terrorista senza scrupoli, a lungo protetto e collaboratore dello stesso Bakunin, incubo dei potenti, sempre in fuga dalla polizia, e figura di ispirazione del grande romanzo dostoevskiano "I demoni". Un mito così longevo da far sì che il suo "Catechismo del rivoluzionario" 8riprodotto in questo libro) venga poi utilizzato da movimenti tra i più diversi, non ultimi addirittura i jihadisti. Gli eventi narrati non riguardano la sola Russia, ma toccano la Comune di Parigi e l'Europa intera. "Non ho mai incontrato un altro uomo con una così rara combinazione di scintillante brillantezza e profondità" (Tolstoj). Con scritti di Dostoevskij, Marx e Engels, Lopatin, Necaev, Ogarëv.
17,00 16,15

La Chiesa confessante sotto il nazismo. 1933-1936

Sergio Bologna

Libro: Copertina morbida

editore: ShaKe

anno edizione: 2022

pagine: 320

Tra le opposizioni incontrate dal nazismo non appena conquistato il potere, una delle più importanti fu quella di una parte della chiesa protestante tedesca. E in particolare di un gruppo che prese il nome di Chiesa confessante, e che si radunò intorno alla riflessione di figure quali Karl Barth (per certi versi il più importante teologo del Novecento), Martin Niemöller (ex sommergibilista nazionalista, poi diventato uno dei leader più radicali del pacifismo tedesco) e Dietrich Bonhoeffer (impiccato in un campo di concentramento nel 1945). Si tratta di una pagina non molto nota al pubblico italiano, su un argomento che nessun altro storico italiano ha affrontato negli ultimi sessant'anni; è il frutto di ricerche negli archivi tedeschi, ma anche di interviste ad alcuni protagonisti, tra i quali lo stesso Karl Barth. Dietro l'opposizione al nazismo risiedevano motivazioni non solo di ordine politico ma anche teologico, interne alla tradizione protestante. La necessità che muoveva la Chiesa confessante poneva in discussione l'approccio di totale accondiscendenza nei confronti del potere politico che aveva caratterizzato l'atteggiamento dello stesso Martin Lutero, come nel corso della Guerra dei contadini. Nell'obbedienza al Führer di gran parte della Chiesa protestante si ribadiva pertanto la consolidata abitudine della tradizione luterana di totale obbedienza al Principe. In questo libro emerge con chiarezza poi un altro aspetto sottovalutato da molti. E cioè l'intelligenza politica, la capacità tattica del partito nazista nel saper gestire il conflitto, in questo caso religioso, sapendo dosare con grande accortezza quando tirare le redini e quando invece lasciar libero campo agli attori sociali. Vedere questa abilità politica in azione certamente impressiona il lettore di oggi. Un monito attuale che questo studio restituisce a tutto tondo in tutta la sua drammaticità. La storia dell'opposizione al nazismo ormai al potere da parte della Chiesa confessante tedesca. Le vicende umane e il dibattito teologico-politico intorno alle figure di Karl Barth Martin Niemöller Dietrich Bonhoeffer... "Se non fosse stato per la Chiesa confessante noi cristiani non avremmo più il diritto di guardare in faccia un ebreo" don Milani "Noi crediamo che Gesù Cristo, così come ci viene trasmesso dalla Sacra Scrittura, sia l'unica parola di Dio. A essa dobbiamo prestare ascolto; in essa dobbiamo confidare e a essa dobbiamo obbedire in vita e in morte." Dichiarazione teologica di Barmen.
19,00 18,05

Fermammo persino il vento. Racconti e letteratura di partigiani

Libro: Copertina morbida

editore: ShaKe

anno edizione: 2021

pagine: 240

L'universo di racconti, pagine di diario, resoconti militari, documenti politici che riguardano la Resistenza è enorme e, al contempo, quasi sconosciuto. La letteratura "ufficiale" della Resistenza si basa su un'impalcatura composta dalle pagine di Calvino e Fenoglio, le testimonianze di Renata Viganò e Luigi Meneghello, il racconto del lager di Primo Levi, oltre a Pavese e Vittorini (anche se gli ultimi due non parteciparono direttamente alla Guerra civile). Ma la letteratura che i partigiani scrissero a partire dall'armistizio dell'8 settembre è una costellazione di interventi meno noti e volentieri dimenticati dall'editoria. Fermammo persino il vento raccoglie i racconti scritti da partigiani che, a diversi livelli, si impegnarono nella Resistenza e che scelsero, in seguito, la strada della letteratura per elaborare e condividere la loro esperienza. Diventarono poi scrittori, sceneggiatori, registi, giornalisti, saggisti, contribuendo così a creare un immaginario della Resistenza e dell'Antifascismo, un'epica se vogliamo, in grado di costruire una memoria comune. I racconti che presentiamo in questo volume sono stati per la maggior parte pubblicati a caldo, in molti casi mentre al Nord la guerra civile infuriava ancora, e prima a Roma e poi a Firenze le attività culturali uscivano finalmente dalla clandestinità. E trattano anche zone del vissuto partigiano finora rimaste fuori dal canone resistenziale, come, per esempio, l'attrazione omoerotica fra combattenti. Raramente ripubblicati, questi testi rappresentano oggi uno straordinario viaggio nel tempo. Sono racconti che mentre espongono da una parte la scarsa preparazione militare e i loro dubbi sulle conseguenze delle azioni, sottolineano dall'altra la necessità del sacrificio in vista di un futuro libero dalla dittatura fascista. Racconti di Vasco Pratolini, Renata Viganò, Angelo del Boca, Corrado Alvaro, Alba De Céspedes, Saverio Tutino, Paolo Murialdi, Gino De Sanctis, Toti Scialoja, Oreste Del Buono, Luciano Bolis, Antonio Meluschi e altri.
16,00 15,20

Raniero Panzieri. L'iniziatore dell'altra sinistra

Libro

editore: ShaKe

anno edizione: 2021

pagine: 320

Raniero Panzieri è conosciuto per essere stato nel 1961 il fondatore dei "Quaderni rossi". Questi sono stati però solo lo sbocco finale del suo impegno nel movimento operaio italiano. Traduttore con la moglie del Capitale di Marx, fine teorico in grado di rinnovare l'interpretazione marxiana sul nodo operai-macchine, è stato anche dirigente di primo piano nel Partito socialista degli anni Cinquanta: segretario regionale siciliano alla testa dei movimenti bracciantili fino alla guida della rivista teorica "Mondo operaio". Destinato alla "carriera politica", nel momento in cui il partito privilegia il gioco parlamentare al rapporto con le masse, lo abbandona e intraprende vie nuove di elaborazione e sperimentazione sociale. Dopo essere stato licenziato dalla Einaudi nel 1963 per motivi politici, muore giovanissimo a soli 43 anni. La sua personalità e la sua figura sono di straordinaria attualità. Panzieri, a partire dalla ricerca di una uscita da sinistra, libertaria e classista dallo stalinismo pone chiaramente il nodo della rivoluzione in Occidente. Dall'analisi del neocapitalismo fino all'inchiesta operaia, il filo rosso della sua riflessione è questo. Al contrario della vulgata corrente, Panzieri non è il "padre dell'operaismo", ma un marxista creativo che ha cercato e individuato nuovi tragitti per un'altra sinistra. Strade che stanno dinnanzi a noi, non dietro di noi: dall'analisi dell'innovazione tecnologica all'invenzione di una dimensione della politica che valorizzi le soggettività sociali e il loro protagonismo. Questo libro, attraverso le testimonianze dirette di chi l'aveva conosciuto, a cento anni dalla sua nascita ci restituisce a tutto tondo il tragitto esistenziale, politico e teorico di una delle grandi figure della sinistra italiana. Postfazione di Marco Revelli. Con le testimonianze di Gianni Alasia, Luca Baranelli, Sergio Bologna, Giorgio Bouchard, Ester Fano, Pino Ferraris, Goffredo Fofi, Nando Giambra, Pinzi Giampiccoli, Dario e Liliana Lanzardo, Luca Lenzini, Edoarda Masi, Mario Miegge, Giovanni Mottura, Cesare Pianciola, Vittorio Rieser, Pucci Saija Panzieri, Renato Solmi, Mario Tronti. Inserto (ottavino) di foto inedite di Raniero Panzieri.
17,00 16,15

Nazismo e classe operaia 1933-1993

Sergio Bologna

Libro: Copertina morbida

editore: ShaKe

anno edizione: 2018

pagine: 205

In questo breve ma chiarissimo testo, Sergio Bologna ci racconta il ruolo della classe operaia negli anni prima e dopo la presa nazista del potere. Nell'analizzare le condizioni di vita operaie e gli eventi più cruciali del periodo - a partire dal massacro operaio di Berlino del 1929 fino alla storia delle bande giovanili di strada antinaziste e alle incursioni delle SA nelle birrerie operaie delle periferie - in anni che furono in realtà di guerra civile strisciante, Sergio Bologna smonta il tradizionale giudizio degli storici, secondo i quali la classe operaia e il proletariato tedesco si sarebbero piegati davanti a Hitler senza opporre resistenza. Un giudizio sostanzialmente ingiusto, che non rispetta minimamente la realtà. La lotta antifascista è stata un obiettivo reale e concreto perseguito, seppur con i pochi mezzi a loro disposizione, da parte delle organizzazioni operaie tedesche. Contro di esse, il nazismo svilupperà diverse e articolate strategie di tipo "entrista" per separare gli interessi di classe, dividere le coscienze e in definitiva lacerare il tessuto operaio.
12,00 11,40

Ciclismo patafisico

Alfred Jarry

Libro: Copertina morbida

editore: ShaKe

anno edizione: 2009

pagine: 140

A fine Ottocento, l'invenzione della bicicletta rivoluzionò, ancor più del treno, i trasporti di massa e la società stessa. Primo vero mezzo meccanico di trasporto individuale, poté garantire una libertà di movimento e d'azione negata per secoli all'uomo comune, a quell'"uomo della strada" che fino ad allora di strada ne aveva fatta ben poca. La bicicletta rappresentò per protofuturisti come Jarry l'incarnazione dell'"uomo-macchina", uno "steam-cyborg" a pedali in cui gambe, telaio e manubrio si fondevano perfettamente in un prodigioso miracolo tecnico-atletico. Il giornalista Giffard, uno degli inventori del Tour de France, profetizzò giustamente il declino del cavallo e l'avvio di una nuova era. Ma la bicicletta fu anche l'inizio della liberazione della donna. Telaio e pedali le concessero il privilegio dei pantaloni, entusiasmando Stéphane Mallarmé e allarmando il pioniere della sessuologia ciclotrasportata Ludovic O'Followell sui pericoli presentati dall'eccitante sellino e dal suo continuo sfregamento. E rappresentò anche un modo per appropriarsi del paesaggio urbano e agreste, come ci raccontano sia Jarry sia Zola e Clemenceau, nelle loro nostalgiche narrazioni di idilliache pedalate sul pavè parigino o sulle polverose strade di una Francia non ancora assalita dall'asfalto.
15,00 14,25

You'll never walk alone. Mito e realtà del tifo inglese

Libro: Libro in brossura

editore: ShaKe

anno edizione: 2008

pagine: 187

"You'll never walk alone", l'inno della Kop, la curva dei tifosi del Liverpool, è un emblema della cultura ultras di tutto il mondo. II mito del tifo calcistico inglese, se da un lato si concretizza nell'immagine violenta dell'hooligan, dall'altro trae forza dal culto dello stadio, dai rituali e dalle modalità di incitamento collettive, corali e spettacolari che, negli anni Sessanta, influenzarono gli spettatori degli stadi in gran parte dell'Europa. Che cos'è cambiato in Inghilterra dopo le tragedie dell'Heysel e di Hillsborough? È davvero ancora attuale la vecchia immagine stereotipata dell'hooligan? Perché le centinaia di fanzine calcistiche autoprodotte rappresentano un'autentica innovazione? A questi e ad altri interrogativi rispondono alcuni tra i più interessanti sociologi britannici e francesi, offrendo al lettore italiano il nuovo scenario di una cultura calcistica in trasformazione.
17,00 16,15

Le tribù di Porto Alegre. L'alternativa dal basso

Cristina Artoni

Libro

editore: ShaKe

anno edizione: 2002

pagine: 128

10,80 10,26

12,91 12,26

Le parole e la lotta armata. Storia vissuta e sinistra militante in Italia, Germania e Svizzera

Le parole e la lotta armata. Storia vissuta e sinistra militante in Italia, Germania e Svizzera

Libro: Libro in brossura

editore: ShaKe

anno edizione: 2008

pagine: 185

"Io credo che la fonte migliore consista nel munirsi di un registratore e per ore farsi raccontare dai singoli militanti la loro storia soggettiva, la loro percezione del mondo, il rapporto con l'istituzione, la comprensione del quadro politico, per poi riorganizzare tutto questo immenso materiale di esperienze soggettive in una grande sintesi, che può essere fatta solo aggiungendoci documenti e una lettura approfondita del quadro complessivo [...]." Così suggeriva Primo Moroni al Convegno internazionale organizzato alla Rote Fabrik di Zurigo nel maggio 1997. In quell'occasione decine e decine di militanti si sono confrontati, talvolta aspramente, sul senso delle esperienze di lotta armata in Germania, Italia e Svizzera, riflettendo sul rapporto conflittuale esistente tra il loro vissuto soggettivo e le condizioni generali delle società in cui hanno agito. SÌ tratta di testimonianze che a vario titolo hanno affrontato una delle questioni cruciali degli anni Settanta: il rapporto mai risolto tra la ricchezza complessiva della composizione di classe e le forme organizzative perseguite dai movimenti sociali.
16,00

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