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UTET: Dialoghi sull'uomo

Io, tu, noi. Vivere con se stessi, l'altro, gli altri

Vittorio Lingiardi

Libro: Libro in brossura

editore: UTET

anno edizione: 2019

pagine: 160

Ogni giorno ci imbattiamo in noi stessi. Non ci piacciamo, ci disapproviamo. Vogliamo cose diverse, incompatibili: l'avventura e la sicurezza, la solitudine e la compagnia, la fermezza e il patteggiamento, la parola e il silenzio. Non siamo un Sé unico, centrale e coeso, ma una pluralità di sé: il nostro funzionamento psichico è il risultato della loro convivenza, morbida o accesa, ma sempre legata all'altro. Non siamo un sistema isolato, impensabile è un io senza un tu, il tu dell'amore e di tutte le relazioni che cercano un riconoscimento reciproco: essere genitori, terapeuti, insegnanti, amici. Ma cosa significa convivere? Questo libro, la sua scansione in tre piani, ci invita a immaginare la convivenza come l'incontro di tre livelli dell'esperienza psichica: io-tu-noi. Il mondo delle convivenze è circolare e concentrico: se non vivo con me stesso, dialogando con i molti che mi abitano, non saprò vivere con l'altro e con gli altri. E questo si ripercuoterà sulla mia vita interiore. Con esempi dalla letteratura e dal cinema, dalle storie cliniche e dalla vita di tutti i giorni, Vittorio Lingiardi ci guida nelle stanze di un'anima a tre piani, mostrandoci la difficoltà e la bellezza di addentrarsi in ciò che è complesso e molteplice; di conciliare i nostri conflitti; di imparare ad amare nel ritmo delle rotture e delle riparazioni; di abitare i permeabili confini del mondo tra curiosità e paura, nostalgia e trasformazione. Partendo da due presupposti: che la psiche è una città aperta e la convivenza sociale nasce dentro di noi. Con e-book scaricabile fino al 30 giugno 2020.
14,00 13,30

Ippopotami e sirene. I viaggi di Omero e di Erodoto

Eva Cantarella

Libro: Libro in brossura

editore: UTET

anno edizione: 2018

pagine: 142

L'«Odissea» di Omero e le «Storie» di Erodoto: due tra le più antiche opere di viaggio della letteratura occidentale, entrambe espressione del mondo greco, eppure straordinariamente diverse l'una dall'altra. Il poema di Ulisse tratteggia l'itinerario simbolico e introspettivo di un uomo alla ricerca di se stesso, ed è la grande metafora che sta alle radici della letteratura occidentale e del nostro immaginario collettivo. Le «Storie», invece, anche se permeate di informazioni favolose e poco veritiere, sono i resoconti delle ricerche e delle esplorazioni che Erodoto ha effettivamente compiuto lungo le rotte e le strade del Mediterraneo e dell'Antico Oriente. In Omero, il mondo selvaggio, al di là dei confini dell'Egeo occidentale, popolato da maghe seduttrici, giganti cannibali e Ciclopi, è modello negativo di barbarie, contrapposto ai valori della civiltà greca: a questi Ulisse, tra mille peripezie, e non senza indugiare, desidera infine fare ritorno. In Erodoto, l'orizzonte geografico si allarga a luoghi lontani e meravigliosi – la Libia, l'Iran, il Caucaso – e ai popoli che li abitano. Lo storico li osserva con l'atteggiamento di un moderno antropologo, che non crede all'esistenza di valori assoluti e civiltà superiori, ma sa che "se si proponesse a tutti gli uomini di scegliere, tra tutte, le usanze migliori, ciascuno dopo un'attenta riflessione indicherebbe le proprie". Eva Cantarella ci accompagna tra luoghi fantastici, come l'isola dei Feaci e il palazzo della maga Circe, e regni realmente esistiti, come l'Egitto e la Persia. Fra le sirene ammaliatrici da cui Ulisse deve fuggire e gli ippopotami del Nilo che Erodoto racconta con curiosità agli Ateniesi, che non li hanno mai visti, l'autrice ci insegna a ricostruire una mappa, geografica e ideale al tempo stesso, dell'incontro e dello scontro fra civiltà e barbarie, di mondi diversi che imparano a conoscersi, e del percorso che l'uomo compie alla ricerca dell'uomo.
14,00 13,30

Le case dell'uomo. Abitare il mondo

Autori vari

Libro

editore: UTET

anno edizione: 2016

pagine: 136

Soffermarsi su che cosa rappresenti oggi la casa in varie parti del mondo, su come stia cambiando, o sull'importanza di "fare casa", ci obbliga a riflettere su noi stessi, sulle nostre radici e sul rapporto coi nostri vicini, soprattutto con quelli costretti a risiedere ai "margini". Intersecando le diverse e complementari prospettive dell'antropologia, dell'architettura, della psicologia e della filosofia, "Le case dell'uomo. Abitare il mondo" indaga molti aspetti dell'abitare umano. Ne emerge uno scenario eterogeneo, che spazia dai "nonluoghi" delle città occidentali individuati da Marc Augé, al "cosmopolitismo indigeno" dei nativi dell'Oceania descritto da Adriano Favole; dall'opposizione radicale tra la socialità e l'intimità della casa raccontata da Francesco Remotti, alle tecnologie on-line che, come mostra Daniel Miller, collegano in modo immediato l'interno delle abitazioni con il mondo esterno. Completano il quadro le "case emozionali" di Alessandro Mendini, le "case della psicoanalisi" di Giuseppe Civitarese e Sara Boffito, le tane e i rifugi animali illustrati da Felice Cimatti e gli "slum" africani, le case-baracche descritte da Renato Kizito Sesana. Attraverso otto agili ma dense variazioni sul tema dell'abitare, questi saggi ci aiutano a definire i contorni entro cui si muove un concetto complesso come quello della casa, che da un lato implica l'innata ricerca individuale della protezione e dell'intimità, ma dall'altro fa riscoprire il bisogno umano di condividere.
12,00 11,40

Essere natura. Uno sguardo antropologico per cambiare il nostro rapporto con l’ambiente

Andrea Staid

Libro: Libro in brossura

editore: UTET

anno edizione: 2022

pagine: 131

Per secoli abbiamo considerato il pianeta come una risorsa inesauribile, da sfruttare e piegare per i nostri interessi: abbiamo deviato fiumi, estratto dal suolo combustibili, ricoperto il terreno di cemento e riempito l’aria di sostanze chimiche, non curandoci delle conseguenze che questa attività forsennata aveva sulle altre specie che popolano la Terra. In preda a un’avida sete di devastazione abbiamo proclamato il nostro dominio, trasformandoci in predatori del mondo intero. Ma siamo davvero così diversi e superiori rispetto a tutti gli altri esseri viventi? L’antropologo Andrea Staid, intrecciando la storia del pensiero occidentale con esempi di vita quotidiana, ripercorre l’evoluzione dell’antropocentrismo europeo che ha determinato il dualismo tra natura e cultura, permettendo così all’uomo di servirsi degli ecosistemi come risorse produttive per arricchire se stesso. Colonialismo ed estrattivismo diventano le chiavi per capire come abbiamo agito sull’ambiente in nome di un progresso sfrenato, che ha rotto equilibri sociali e naturali. La sfida del nostro secolo consiste nello sviluppare un approccio differente, ecologista, che tuteli davvero l’ambiente anche a costo di ridurre sensibilmente la crescita economica; il pianeta appartiene a tutti e ciascuno di noi è chiamato a cambiare il proprio stile di vita, facendo di giorno in giorno piccole scelte davvero sostenibili. Il critical gardening, la spesa responsabile e il riciclo dei rifiuti sono solo alcune delle possibilità che Staid propone per iniziare a declinare nel quotidiano un’idea di mondo e di ecosistema interconnessi con le nostre vite: un’idea da preservare, se vogliamo salvaguardare la nostra stessa sopravvivenza sulla Terra.
15,00 14,25

Rompere le regole. Creatività e cambiamento

BELPOLITI DE LUNA

Libro

editore: UTET

anno edizione: 2019

pagine: 142

«Siate creativi!» - che a pronunciare queste parole siano designer, stilisti, politici o manager, poco importa: nell'ultimo decennio gli appelli alla creatività sono diventati un mantra dell'industria culturale e della startup culture. Nell'epoca della creatività diffusa, questa qualità sembra sempre più legata all'idea di un brillante successo individuale. Ma è tutto qua? Perché è necessario Rompere le regole? Se il latino regilla (riga, asticella) rimanda a un'idea di dirittura, di "retta via", i sei saggi proposti in questo libro raccontano per contrasto l'essenza della deviazione, lo scarto dalle consuetudini tracciate, la sfida impertinente. In sei modi diversissimi fra loro. Nella sua breve storia della resilienza, Marco Belpo-liti mostra come sia proprio nelle situazioni più difficili che gli esseri umani scoprono dentro di sé risorse impensate. Giovanni De Luna ricostruisce la forza tellurica di un Sessantotto all'insegna della disobbedienza, che ha cambiato per sempre il nostro modo di pensare la giovinezza. Nadia Fusini ci porta nella Londra di primo Novecento, che assiste scandalizzata alle sperimentazioni artistiche ed esistenziali di Virginia Woolf e degli artisti di Bloomsbury. Con Nicola Gardini scopriamo che nella Grecia antica i creativi non erano gli artisti ma i filosofi, e che spesso era considerato ripugnante ciò che per noi è un trionfo della fantasia. Fabrizio Gifuni racconta il potere della parola umana, che trasforma in arte i vissuti più brutali, e attraverso i corpi degli attori compie miracolose trasmutazioni. Infine, Francesca Rigotti punta la lente su due età della vita, maternità e vecchiaia, ritenute da molti, a torto, la tomba della creatività. Rompere le regole non significa però distruggere la tradizione. Tutt'altro: come insegna la pratica giapponese del kintsugi, è possibile ricomporre i frantumi esaltando con l'oro le fratture e i segni del tempo, creando così una nuova, sorprendente armonia.
14,00 13,30

La ludoteca di Babele. Dal dado ai social network: a che gioco stiamo giocando?

La ludoteca di Babele. Dal dado ai social network: a che gioco stiamo giocando?

Stefano Bartezzaghi

Libro

editore: UTET

anno edizione: 2016

pagine: 210

Esiste una definizione unica di gioco? Stefano Bartezzaghi, fedele alla lezione dei suoi "padri giocatori" - da Umberto Eco a Giampaolo Dossena, da Johan Huizinga a Ludwig Wittgenstein a Roger Caillois -, ci mostra che quella del gioco è una dimensione screziata, molteplice, cadenzata da continue oscillazioni. Costantemente in bilico tra regole e libertà, tra realtà e finzione, il gioco è oscillante quanto pervasivo. Ne ritroviamo elementi nelle narrazioni, nella moda, nel design "user friendly", nel tempo tradizionalmente dedicato al lavoro, nei linguaggi e nei comportamenti sociali, perfino nel terrorismo: i wargames strategici sono diventati negli anni così rilevanti per il reclutamento dei professionisti della guerra che perfino l'Isis attira e addestra i suoi adepti con videogiochi come Call of Duty. Di gioco, o meglio di ludico, sono intrise poi le relazioni che tutti intratteniamo online, ricche come sono di toni semiseri, tormentoni virali, emoticon, ironia e naturalmente inviti, spesso molesti, a qualche nuovo gioco sui social network. La nostra realtà assomiglia sempre di più a una "ludoteca di Babele", in cui la cultura di massa ha instaurato a tutti i livelli un regime semi-giocoso che impone di riformulare non solo i rapporti fra gioco e realtà ma le loro stesse definizioni. Con e-book scaricabile fino al 31-/12-/2016.
14,00

L'arte della condivisione. Per un'ecologia dei beni comuni

AA.VV.

Libro

editore: UTET

anno edizione: 2015

pagine: 113

In un momento in cui la crisi economica impone un ripensamento profondo del nostro vivere insieme, l'arte di condividere diviene una strategia importante e di grandissima attualità. Lo sharing - come la rete ci ha insegnato a chiamare la condivisione - diventa a tutti gli effetti un'opportunità per ridefinire il nostro presente, forse l'ultima possibilità che abbiamo per affrontarne le contraddizioni. Nel contributo del filologo e linguista Luca Serianni l'analisi della condivisione linguistica nel nostro paese prende l'avvio dal passato, dall'"italiano pidocchiale" del XVI secolo. Radicata nel presente è invece l'idea di una rivendicazione etica dell'Europa immaginata da Marco Aime. La possibilità di colonizzare galassie e trasferirvi il genere umano, prima che la Terra diventi inabitabile, proietta infine il ragionamento del teorico della "decrescita felice" Serge Latouche nel futuro. I lettori alla ricerca di nuovi strumenti di comprensione troveranno stimoli anche nei contributi della scrittrice Laura Bosio, del filosofo Remo Bodei, del sociologo Alain Caillé e degli antropologi Matteo Aria e Adriano Favole. La condivisione, il mettere in comune risorse e opinioni, è alla base della convivenza civile. Elemento costitutivo dell'umanità e di molti aspetti della contemporaneità, il condividere si contrappone all'individualismo possessivo, alla competizione e al consumismo. All'arte della condivisione dedicano qui le loro riflessioni otto acuti osservatori del mondo di oggi.
12,00 11,40

Dono, dunque siamo. Otto buone ragioni per credere in una società più solidale

Libro: Libro in brossura

editore: UTET

anno edizione: 2013

pagine: 142

Il dono, oggetto materiale o metafora di uno stile di vita, è al centro delle più stimolanti riflessioni sull'essenza profonda dell'economia e della società, oltre che sulla natura stessa dell'uomo. Cosa spinge gli uomini a donare e, ancora più importante, a contraccambiare il dono? Che spazio può avere, in un mondo spietatamente utilitaristico come il nostro, un gesto almeno all'apparenza disinteressato, eppure capace di creare relazioni durature? Quale ruolo per la gratuità, per la solidarietà, per il perdono, dono all'ennesima potenza che ristabilisce il rispetto tra gli uomini? In questo volume, otto acuti osservatori del mondo contemporaneo, l'illustre sociologo della "vita liquida" Zygmunt Bauman e l'economista Stefano Zamagni, ma anche antropologi attenti ai mutamenti dei nostri giorni come Marco Aime e Marino Nicla, filosofi come Laura Boella e Salvatore Natoli, lo psicoanalista Luigi Zoja e persino un giocoso umanista come Stefano Bartezzaghi, si interrogano, ciascuno dalla propria prospettiva, su questi e altri temi. Otto variazioni sul dono come nodo di relazioni che pervade le nostre esistenze, in grado di sovvertire le logiche tradizionali del mercato, ma anche la nostra percezione di utile e gratuito, di ostilità e ospitalità, di libertà e obbligo. Otto visioni, otto chiavi di lettura diverse per decifrare la realtà contemporanea. Senza perdere la speranza di poterla cambiare.
12,00 11,40

La cultura ci rende umani. Movimenti, diversità e scambi

La cultura ci rende umani. Movimenti, diversità e scambi

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: UTET

anno edizione: 2018

pagine: 126

Mai come negli ultimi anni la parola cultura è sembrata tanto opaca e fuori fuoco. Ostaggio delle istituzioni e dei ministeri, comodo bersaglio dei paladini del "popolo", passe-partout di una promozione sociale tutt'altro che garantita e perfino categoria del marketing. Eppure, niente come la produzione di cultura caratterizza la specie umana; è la cultura a dare forma, insieme alla biologia, sia alla traiettoria evolutiva di Homo sia alle nostre esistenze individuali. Cultura è, citando Max Weber, la rete di significati in cui siamo immersi, una rete che ha preso forma ben prima dell'avvento del web. Se è vero che la cultura non salva nessuno, resta essenziale che la costruzione di persone più libere e società sostenibili passi attraverso un confronto col nostro variegato patrimonio culturale: certo questo comporta fatica, ma è proprio al verbo latino colere, "coltivare", che va ricondotta l'etimologia della parola. In questo libro, otto autori di varie discipline si misurano con le sfumature, le contraddizioni, la rilevanza della cultura. O meglio, delle culture. Otto diversi sguardi sul mondo che l'uomo ha plasmato: dai nuovi paradisi museali di Abu Dhabi sotto la lente di Jean-Loup Amselle al racconto di John Eskenazi sull'origine dell'arte del Gandhara, passando per le questioni di genere e di discriminazione sessuale affrontate da Vittorio Lingiardi e le sfide che attendono la scuola del futuro secondo Paola Mastrocola. Scopriamo così, insieme a Edoardo Albinati, che si può leggere Dante a dei detenuti stranieri e percepire il lampo della loro intelligenza. Con Adriano Favole, che la cultura ha un peso: 50 kg per metro quadrato di crosta terrestre - l'ammasso dei manufatti umani degli ultimi undicimila anni. Che nella nostra storia mescolanze e migrazioni sono la regola, e non l'eccezione, come scrive Marta Mosca. E che da quando esistiamo non facciamo che modificare, incidere, produrre segni: «Non sono una capra», risponde un vecchio Mangbetu alla domanda di Stefano Allovio sul significato dei suoi tatuaggi. Come a dire: finché posso plasmarmi, sono un essere umano.
12,00

Senza sponda. Perché l'Italia non è più una terra d'accoglienza

Senza sponda. Perché l'Italia non è più una terra d'accoglienza

Marco Aime

Libro

editore: UTET

anno edizione: 2015

pagine: 114

Migliaia di vite "senza sponda": sono quelle dei migranti che cercano rifugio nel nostro Paese, in fuga da bombardamenti e carestie, da cambi di regime, guerre intestine e povertà, che si tratti della Nigeria di Boko Haram, della Libia in preda all'instabilità politica, dell'Egitto sconvolto dalle conseguenze dolorose della sua "primavera" mancata o della Siria ora in balia dell'Isis. Migliaia di esistenze travolte dalle onde del mare o spezzate dalla fatica del deserto: profughi in viaggio per raggiungere una parte del mondo che sognavano migliore, una sponda dove credevano di essere accolti. Ma così non accade. In un'Italia dalla memoria troppo corta, che volentieri dimentica il suo stesso passato di migrazione, è facile identificare nei profughi dei nuovi barbari, colpevoli di invadere le nostre coste per impoverirle, se non per depredarle. Una reazione diversa è possibile, però, proprio ricordando le nostre radici: imparando ad accogliere umanamente chi cerca rifugio sulle sponde italiane, per non cadere in quella che papa Francesco a Lampedusa ha chiamato "globalizzazione dell'indifferenza". È ciò che propone lo scrittore e studioso Marco Aime in questo pamphlet, agile e provocatorio, che getta una luce nuova sui casi più tragici della nostra attualità grazie agli strumenti dell'antropologia.
12,00

Tra i castagni dell'Appennino. Conversazioni con Francesco Guccini

Tra i castagni dell'Appennino. Conversazioni con Francesco Guccini

Francesco Guccini, Marco Aime

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: UTET

anno edizione: 2014

pagine: 158

Un viaggio in treno fino a Pavana, lungo la ferrovia Porrettana, per avvicinarsi nel modo più autentico allo spirito delle canzoni e dei luoghi di Francesco Guccini. È il viaggio, metaforico e reale, che intraprende l'antropologo Marco Aime, e insieme a lui ogni lettore, che ha con questo libro l'occasione di scoprire, attraverso la viva voce di Guccini, i ricordi più personali, insoliti e inaspettati attinti da una vita intera tra musica e poesia. Un viaggio emozionante e suggestivo, ma al contempo molto concreto, fatto di paesaggi aspri come i boschi dell'Appennino che Guccini ci invita da sempre, attraverso i suoi versi, a scoprire. E popolato di personaggi curiosi come la vecchia signora di Pavana che indica ad Aime - appena sbarcato nel borgo gucciniano per eccellenza - la casa del cantautore annunciando, con il tono fiero e rispettoso di chi segnala a un turista il museo del Louvre a Parigi, o il Colosseo a Roma: "Lì c'è Guccini". "Tra i castagni dell'Appennino" è, naturalmente, anche un viaggio nella memoria, che ripercorre l'evoluzione artistica ed esistenziale di una delle più grandi voci del panorama musicale italiano. Dai primissimi dischi ed esibizioni nelle osterie alle influenze letterarie che percorrono tutta la sua produzione, dagli anni delle contestazioni politiche ai piccoli vezzi privati che hanno accompagnato decenni di concerti, fino a diventare mitici rituali collettivi.
14,00

Ippopotami e sirene. I viaggi di Omero e di Erodoto

Ippopotami e sirene. I viaggi di Omero e di Erodoto

Eva Cantarella

Libro

editore: UTET

anno edizione: 2014

pagine: 142

L'Odissea di Omero e le Storie di Erodoto: due tra le più antiche opere di viaggio della letteratura occidentale, entrambe espressione del mondo greco, eppure straordinariamente diverse l'una dall'altra. Il poema di Ulisse tratteggia l'itinerario simbolico e introspettivo di un uomo alla ricerca di se stesso, ed è la grande metafora che sta alle radici della letteratura occidentale e del nostro immaginario collettivo. Le Storie, invece, anche se permeate di informazioni favolose e poco veritiere, sono i resoconti delle ricerche e delle esplorazioni che Erodoto ha effettivamente compiuto lungo le rotte e le strade del Mediterraneo e dell'Antico Oriente. In Omero, il mondo selvaggio, al di là dei confini dell'Egeo occidentale, popolato da maghe seduttrici, giganti cannibali e Ciclopi, è modello negativo di barbarie, contrapposto ai valori della civiltà greca: a questi Ulisse, tra mille peripezie, e non senza indugiare, desidera infine fare ritorno. In Erodoto, l'orizzonte geografico si allarga a luoghi lontani e meravigliosi - la Libia, l'Iran, il Caucaso - e ai popoli che li abitano. Lo storico li osserva con l'atteggiamento di un moderno antropologo, che non crede all'esistenza di valori assoluti e civiltà superiori, ma sa che "se si proponesse a tutti gli uomini di scegliere, tra tutte, le usanze migliori, ciascuno dopo un'attenta riflessione indicherebbe le proprie". Con e-book scaricabile fino al 30-06-2014.
14,00

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