Bollati Boringhieri: Saggi
Giacomo Matteotti. L'Italia migliore
Federico Fornaro
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2024
pagine: 240
Ogni città italiana dopo la guerra ha dedicato una via, un corso o una piazza, spesso centrale, a Giacomo Matteotti, deputato del Psi dal 1919 al 1922, e poi – poco prima della Marcia su Roma – segretario del Partito socialista unitario di Filippo Turati e Claudio Treves. Fin dagli esordi del fascismo, Matteotti fu considerato un nume tutelare dagli oppositori del regime, «perché non transigeva e perché aveva un coraggio che mancava a troppi altri», come scrisse il foglio clandestino «Non mollare» nel 1925, poco dopo il suo omicidio. Ma a dispetto dell'importanza della figura di Matteotti per la storia italiana, la sua memoria è ancora sostanzialmente legata solo al suo assassinio per mano dei fascisti e alle vicende politiche che ne seguirono. A parte la toponomastica, poco è stato tramandato nel nostro immaginario collettivo dell'uomo di pensiero e d'azione, del suo riformismo, della sua idea di politica, di giustizia sociale, di libertà e di avversione alla guerra. Giacomo Matteotti fu un attore di primissimo piano nella sinistra italiana di inizio Novecento, tanto che «il mito popolare di Matteotti, coltivato clandestinamente durante il ventennio fascista non solo dai fuoriusciti ma anche dalla gente comune, contribuì certamente al sorprendente risultato dei socialisti nelle elezioni per l'Assemblea Costituente del 2 giugno 1946». L'Italia migliore si rispecchiava in lui e nel suo riformismo intransigente. A cento anni dalla morte, in un contesto politico nel quale si fa sempre più strada, pericolosamente, una certa strisciante relativizzazione della dittatura fascista di Mussolini, Federico Fornaro scrive la biografia completa e aggiornata di un politico scomodo, dai suoi esordi nel Polesine fino al suo tragico epilogo, per analizzarne il pensiero e la statura morale, andando oltre la sterile celebrazione del martire. Ne esce un ritratto a tutto tondo, che in parte spiega questa sorta di «amnesia» che pare aver colto l'Italia per un secolo intero.
L'Uno. L'idea antica che contiene il futuro della fisica
Heinrich Päs
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2024
pagine: 352
Come tutto, anche questo libro sarà fatto di atomi, e gli atomi sono fatti di elettroni e nucleo, e il nucleo è composto di protoni e neutroni, i quali sono a loro volta composti di quark. Ogni cosa può essere scomposta in cose più piccole, la cui somma dovrebbe ricomporre l'oggetto di partenza. Ma è davvero così? Atomi, protoni e quark sono oggetti descritti dalla meccanica quantistica, disciplina che afferma che non si può scomporre un oggetto senza perdere qualche informazione fondamentale: la somma delle parti non dà il tutto. Se prendiamo sul serio la fisica quantistica non possiamo ridurre la realtà per capirla; la descrizione fondamentale dell'universo non può che essere l'universo stesso nel suo complesso. L'Uno, indivisibile. L'Uno è il racconto di una profonda crisi della fisica e del concetto quasi dimenticato che ha la capacità potenziale di risolverla. Si tratta di un'idea vecchia di 3000 anni: Tutto è Uno. Nel corso della storia è stata sostenuta da pensatori eccezionali, ma anche fieramente avversata, considerata irrazionale e perfino eretica. Oggi, però, proprio questo monismo radicale, secondo Heinrich Päs, può salvare la fisica dalla crisi che l'ha colta e dalla quale non riesce a uscire. Nella concezione monista la materia, lo spazio, il tempo e la mente sono soltanto artefatti della nostra prospettiva sull'universo. Nel mondo esiste solo una sostanza e tutte le sue singole manifestazioni sono solo un'illusione. In questo libro Heinrich Päs racconta come questo concetto si è evoluto e come ha plasmato il corso della storia, dall'antichità fino alla fisica moderna, non solo ispirando l'arte di Botticelli, Mozart e Goethe, ma anche entrando nel cuore della scienza, da Newton e Faraday a Einstein. In parte fisica, in parte filosofia e storia delle idee, "L'Uno" è un libro che affascina per la sua visione rivoluzionaria del mondo, portando il lettore con maestria da Eraclito a Platone, da Galileo a Spinoza, fino ai giganti della fisica quantistica contemporanea.
Critica della questione ebraica. Karl Marx e l'antisemitismo
Manuel Disegni
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2024
pagine: 448
Che cos'è l'antisemitismo? Perché non è stato debellato dall'Illuminismo e dalle rivoluzioni moderne, al pari di tanti altri pregiudizi e superstizioni tradizionali, ma è invece riapparso, più barbaro che mai, nel cuore della società moderna? Come spiegare la sua spettrale persistenza fino ai giorni nostri? Quale misteriosa attrattiva continua a consentirgli di fare breccia nei cuori delle classi dominanti così come di quelle oppresse, a destra come a sinistra? Manuel Disegni rilegge Marx a partire da queste domande. Il suo intento non è solo quello di mettere fine una volta per tutte alle dicerie sul presunto antisemitismo del rivoluzionario di Treviri, nato ebreo e convertito al cristianesimo in età prescolare. Questa indagine sui rapporti fra la teoria marxiana e il fenomeno antisemita punta a proporre un radicale ripensamento dell'una e dell'altro. La discussione su Marx e l'antisemitismo ruota tradizionalmente intorno al famigerato, mai ben compreso e tuttora scandaloso articolo del 1844Sulla questione ebraica. Disegni vi legge una testimonianza del fatto che proprio Marx sarebbe stato il primo a riconoscere nei rigurgiti antisemiti del suo tempo un fenomeno specificamente moderno: non soltanto il residuo di un antico astio religioso, ma allo stesso tempo un prodotto della nuova società nata dall'emancipazione borghese e dalla rivoluzione industriale. Ma ben al di là di quello scritto giovanile, il progetto di fare una «critica definitiva della questione ebraica» attraverserebbe sotterraneamente l'intera opera di Marx, svolgendo un ruolo determinante in tutte le tappe del suo itinerario critico, dal confronto giovanile con la filosofia tedesca a quelli più tardi con il socialismo francese e con l'economia politica britannica. Muovendosi fra testi noti e meno noti, ampie ricostruzioni storiche e aneddotica minuta, controversie teoriche, battaglie politiche ed excursus letterari, la ricostruzione di Disegni porta alla luce questo tema come uno dei principali elementi di continuità fra i presunti due Marx, il giovane filosofo e l'economista dalla barba bianca; come il vero garante della coerenza metodologica fra il materialismo storico e la teoria del capitale. Mentre gli studi marxiani e il marxismo hanno da sempre sottostimato, per non dire negletto, il tema dell'antisemitismo, la ricerca sull'antisemitismo ha finora mancato di recepire il contributo di questo classico del pensiero critico alla comprensione della natura e delle cause del proprio oggetto.
L'invenzione dell'Italia moderna. Leopardi, Manzoni e altre imprese ideali prima dell'Unità
Giulio Bollati
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2024
pagine: 224
Cofondatore della casa editrice – alla quale giunse nel 1987, aggiungendo il proprio nome a quello di Paolo Boringhieri – Giulio Bollati fu un intellettuale raffinato e poliedrico. Il nucleo fondante del suo pensiero di saggista è l'analisi dell'Italia che si affaccia alla modernità, tra il 1750 e il 1860, alle soglie dell'Unità. Analizzando l'opera di autori centrali come Manzoni, Leopardi, Verri, Cattaneo e Alfieri, Bollati di fatto analizza la storia di una sconfitta: la sconfitta del pensiero illuminista in un paese, come il nostro, incapace di emanciparsi dall'antico, e che giunge impreparato alle sfide del moderno, con conseguenze di lunga durata. L'analisi acuta di Giulio Bollati, che scandaglia i grandi autori italiani di Sette e Ottocento per ricavare quel «carattere nazionale» del quale ancora siamo figli, è oggi più attuale che mai. La peculiarità italiana, l'inadeguatezza della nostra classe intellettuale, è ancora evidente. Nelle parole di Alfonso Berardinelli (che firma la bella prefazione del volume): «L'insistenza precoce e tenace sulla “diversità” e la “specificità” italiane ha impedito alla nostra cultura di entrare nella modernità senza remore e senza pregiudizi. Le Rivoluzioni, quella industriale inglese e quella politica francese, furono accolte come una minaccia all'identità di una tradizione italiana sentita come sublimità estetica e morale». Se qualcuno riconosce in queste parole l'Italia di oggi (nel 2024, cento anni dopo la nascita dell'autore), significa che Giulio Bollati aveva colto nel segno, e che il suo pensiero è degno di entrare nel novero dei classici senza tempo.
Il punto dove scavare. La storia dell'archeologia in otto scoperte straordinarie
Michael Scott
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2023
pagine: 272
Non esiste civiltà o comunità umana che non sia stata affascinata dalle vestigia dei propri predecessori. Ci siamo sempre relazionati con il passato: è il canovaccio da cui prende le mosse lo spettacolo della nostra vita, senza cui ci sentiamo smarriti. Attraverso il racconto di otto sensazionali scoperte, Michael Scott ripercorre la storia dell'archeologia moderna – dalle spedizioni coloniali agli scavi all'avanguardia di oggi – portando alla luce trappole, maledizioni e tesori sepolti lungo il percorso. Scopriamo perché periodi e luoghi diversi hanno catturato la nostra attenzione e la nostra immaginazione fino all'ossessione. Incontriamo i personaggi, alcuni celebri e altri dimenticati, al centro dei più famosi e avventurosi ritrovamenti – come la stele di Rosetta, i guerrieri di terracotta, Machu Picchu. Indaghiamo su antiche e misteriose impronte umane, su catastrofici naufragi, su mitiche principesse e su sorprendenti e dimenticati rituali come chiavi di accesso alle meraviglie delle civiltà del passato. Per toccare con mano come le grandi scoperte archeologiche non coinvolgano soltanto grandi dosi di coraggio, determinazione e preparazione, ma anche pressioni geopolitiche, conoscenza locale, scelte etiche discutibili e tanta, tanta fortuna! Abbracciando in un solo sguardo milioni di anni e una miriade di paesaggi, dalle giungle del Sud America agli altipiani ghiacciati dell'Asia centrale, Scott rivela quanto la scoperta del passato sia sempre intrecciata con la storia del nostro presente e perché, come dice Indiana Jones, la X non indica mai il punto dove scavare.
L'idea pericolosa di Darwin. L'evoluzione e i significati della vita
Daniel C. Dennett
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2023
pagine: 736
Da che cosa si sente minacciato chi mette in discussione i principi della selezione naturale? La schiera degli oppositori al darwinismo integrale è piuttosto variegata, e accanto a presenze scontate, come i creazionisti, vi si incontrano insospettabili spiriti laici, mossi da scetticismo verso l'ortodossia evoluzionistica, quando non asserragliati in una bellicosa ostilità. Daniel Dennett, una delle voci più autorevoli della filosofia della scienza, non arretra di fronte né ai demolitori né ai perplessi né agli evoluzionisti «dimezzati» o scadenti. Accetta, anzi, ogni sfida. Riesce a maneggiare– in una maniera che ha fatto scuola nei dibattiti scientifici – quel «solvente universale, capace di incidere nel profondo ogni cosa visibile» che è l'idea pericolosa di Darwin, e a smontare le tesi di avversari illustri come Stephen J. Gould, Noam Chomsky e Roger Penrose. Che il ramificatissimo albero della vita si sia generato da sé secondo un processo algoritmico, nella lentezza abissale del tempo, è ben lontano dal nascondere «terrificanti implicazioni». Dennett ne è convinto: «l'applicazione corretta del pensiero darwiniano alle questioni umane – i problemi della mente, del linguaggio, della conoscenza e dell'etica, per esempio – le illumina in modi che hanno sempre eluso le impostazioni tradizionali, dando nuova forma ad antichi problemi e indicandone la soluzione».
Il Principessa Mafalda. Biografia di un transatlantico che ha fatto la storia
Stefan Ineichen
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2023
pagine: 256
Raggiungere Buenos Aires da Genova in soli sedici giorni è un'impresa che diventa possibile nel 1908 con il varo del piroscafo Principessa Mafalda, fiore all'occhiello della Marina italiana. Chiamata così in onore della secondogenita del re Vittorio Emanuele III, la nave non era solo straordinariamente veloce, ma anche elegante e all'avanguardia, soprattutto nella classe di lusso dotata di sofisticate sale d'intrattenimento. Non era lo stesso per i migranti in terza classe che, stipati in soffocanti dormitori, venivano consolati solo dalle aspettative di una vita migliore. Stefan Ineichen offre qui un affascinante spaccato della storia culturale del primo Novecento, a partire dai molti illustri ospiti del transatlantico: da Pirandello a Gadda, da Richard Strauss a Carlos Gardel, da rivoluzionari comunisti a spie fasciste, dall'attrice Italia Almirante, che gira un film sull'Oceano, fino a Guglielmo Marconi, il quale perfeziona gli esperimenti sulla radiotelegrafia proprio a bordo del piroscafo. Il lettore riesce così a immergersi nella vita, nei sogni e nelle avventure dei singoli viaggiatori descritti non solo durante le emozionanti traversate, ma anche nei paesi di partenza e di destinazione. Ne emergono ritratti sorprendenti, e a volte inquietanti, della monarchia italiana, dello sfruttamento delle colonie, dei nazionalismi emergenti in Europa, ma anche delle esotiche tappe intermedie, delle condizioni di vita degli indigeni, fino alle idee anarchiche che filtravano nel nostro paese grazie ai migranti di ritorno. Nel 1927, dopo vent'anni di encomiato servizio internazionale, a causa di mancata manutenzione, il piroscafo si inabissa per sempre nelle acque del Brasile trascinando con sé centinaia di passeggeri. Ma la narrazione del Titanic italiano non finisce con il suo tragico naufragio: viene prima sfruttata dalla retorica fascista e poi insabbiata in complesse vertenze giudiziarie. I suoi avventurosi viaggi solcano la storia italiana e internazionale con grande disinvoltura: dalle vicende personali, intime e commoventi, ai grandi eventi che hanno segnato un'epoca.
E la quarta volta siamo annegati. Sul sentiero della morte che porta al Mediterraneo
Sally Hayden
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2023
pagine: 448
Nel 2018 la giornalista Sally Hayden inizia a ricevere via Facebook richieste d'aiuto da parte di prigionieri detenuti nelle carceri in Libia, migranti che avevano tentato di attraversare il Mediterraneo per scappare da guerre e dittature. A quei messaggi ne seguono molti altri che riportano foto trafugate delle torture subite nelle prigioni, insieme a informazioni sconcertanti che inizialmente nessun giornale era disposto a pubblicare. Hayden decide così di ripercorrere la rotta dei migranti, raccogliendo testimonianze uniche, interpellando vittime, governi, istituzioni e organizzazioni internazionali. L'estenuante percorso migratorio dall'Africa al Mediterraneo, fra morti, abusi di ogni tipo e riscatti esorbitanti, suscita indignazione, tanto quanto apprendere della negligenza delle organizzazioni internazionali come l'ONU e dell'impotenza delle ONG. Ma, soprattutto, l'autrice si sofferma sulle politiche migratorie dell'Unione Europea che hanno contribuito indirettamente ad alimentare il traffico di essere umani. Questa inchiesta cruda e coraggiosa ha la capacità di far emergere le spaventose contraddizioni di un Occidente che ha paura di perdere i propri privilegi. Riesce a scuotere le coscienze e a far riflettere sulle nostre responsabilità collettive e individuali, restituendo voce a chi se l'è vista negare.
Dalla fisica alla filosofia naturale. Niels Bohr e la cultura scientifica del Novecento
Federico Laudisa
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2023
pagine: 128
Per decenni la meccanica quantistica ha visto in Niels Bohr il proprio nume tutelare. E anche se oggi si tende a ridimensionare il suo ruolo nello sviluppo della teoria atomica (a favore dei contributi di Heisenberg e Born, di Dirac e di von Neumann), il ruolo di Bohr nella cultura filosofico-scientifica del Novecento rimane cruciale. Il fisico danese è infatti stato tra i primi a cogliere l'importanza di una ricerca collettiva, favorita da strutture adeguate e da un clima di apertura intellettuale e umana: luoghi di fermento creativo e amore per la libera discussione che avrebbero unito i migliori intelletti del continente europeo, e non solo. Ma Bohr rimane una figura centrale della cultura novecentesca anche per la sua strenua dedizione nell'interrogazione filosofica della fisica: volta a estrarre dalle acquisizioni scientifiche una lezione più generale per la conoscenza umana. Con scrittura chiara e felice Federico Laudisa ci racconta questa figura sfaccettata e profonda e, al tempo stesso, ci apre le porte dell'avventura quantistica: il principio di indeterminazione, il «problema della misura», gli ambiti di applicabilità della meccanica quantistica, e – più in generale –la conoscibilità dell'universo fisico. Fino al principio di complementarità, concetto centrale della cosiddetta «interpretazione di Copenaghen», che – spiega bene l'autore – è più controversa di quanto la vulgata non tenda a pensare. Nella trama delle sue relazioni con gli altri protagonisti della fisica (da Albert Einstein a Werner Heisenberg) e della filosofia (il neokantismo di Ernst Cassirer, il falsificazionismo di Karl Popper), Laudisa scorge in Bohr un caso esemplare di come, partendo da una teoria fisica, si possano sollevare questioni di portata epistemologica generale. Sullo sfondo degli intensi dibattiti innescati dagli sviluppi vorticosi della fisica novecentesca, la figura di Bohr si colloca in quel raro «spazio logico» in cui storia intellettuale, storia della scienza e filosofia della scienza si intersecano, dando vita a nuove, sorprendenti immagini del mondo.
1177 a.C. Il collasso della civiltà
Eric H. Cline
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2023
pagine: 304
Vennero dal mare. Sappiamo il loro nome e poco altro: li chiamiamo «Popoli del Mare» e al loro arrivo caddero regni millenari e l'intera Civiltà del Bronzo collassò repentinamente. Dopo, seguirono solo lunghi secoli bui. A lungo si è pensato che il mondo di tremila anni fa fosse un luogo primitivo, con un'economia ridotta su breve scala, ma gli ultimi decenni di scavi archeologici hanno invece portato alla luce un mondo incredibilmente organizzato e vasto, tanto da poterlo definire «globalizzato». Il quadro archeologico ci restituisce un'organizzazione solida e funzionale, che sembrava intramontabile, come la nostra, ma che cadde di schianto. I nomi dei regni antichi evocano avvenimenti lontani – egizi, ittiti, assiri, babilonesi, mitanni, minoici, micenei, amorrei, ugariti, cretesi, ciprioti, cananei –, ma le loro vicende sono così «moderne» che la loro storia suona ormai come un monito rivolto al nostro mondo. Caduto il primo anello, caddero tutti gli altri, in pochi anni. Fu solo a causa dei misteriosi Popoli del Mare? A raccontarci questa storia è Eric Cline, uno dei protagonisti degli scavi archeologici dell'Età del Bronzo. Il suo racconto ha una trama narrativa irresistibile, come un giallo dell'antichità, con racconti in presa diretta e flashback che rendono viva e palpabile una vicenda così antica, eppure terribilmente vicina alla nostra. A quasi dieci anni dalla prima edizione di "1177 a.C.", che tanto ha appassionato e ammaliato i lettori incuriositi da questa misteriosa civiltà remota, Cline ha rimesso mano al suo libro più celebre, aggiornandolo alle più recenti scoperte, e arricchendolo con un nuovo intero capitolo sugli enigmatici Popoli del Mare.
In dialogo con Carl Gustav Jung
Aniela Jaffé
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2023
pagine: 416
Fra il 1956 e il 1961 Aniela Jaffé, psicoanalista e allieva di Carl Gustav Jung, trascrisse le conversazioni tenute con l'ormai anziano maestro durante gli ultimi anni della sua vita. Non è un caso che Jung avesse affidato a lei le riflessioni sul proprio vissuto, riflessioni che confluirono parzialmente in un celebre libro biografico pubblicato nel 1962 e considerato da molti una forma di «autoanalisi». Il materiale originale che, per varie ragioni, non fu incluso in quella pubblicazione viene ora presentato, per la prima volta e dopo non poche traversie, in questo prezioso volume composto da due parti. La prima metà accoglie sessanta ritratti autobiografici, memorie e aneddoti di Jung, narrati in prima persona e liberamente trascritti da Jaffé. Le immagini, evocate tramite associazioni spontanee, vanno dal suo percorso formativo ai ricordi intimi, che riguardano anche il matrimonio e la sua amata Toni Wolff, fino ai viaggi, come il soggiorno in Africa denso di rivelazioni. Commenti su approcci clinici e metodi terapeutici affiancano penetranti osservazioni sulla società e grandi questioni esistenziali, come l'immagine di Dio, l'incarnazione e le rappresentazioni mitiche e oniriche. La seconda parte del saggio è costituita da un apparato storico di Elena Fischli che illumina le complesse vicende editoriali della «cosiddetta autobiografia» di Jung, intrecciando a doppio filo le vite del maestro e della sua devota allieva. Ne emerge una testimonianza che non solo restituisce nella sua pienezza la dimensione umana di Jung ma rende anche omaggio al ruolo svolto da Aniela Jaffé – ruolo fondamentale e finora sottaciuto – nel divulgare la psicologia analitica. Prefazione di Luigi Zoja.
Eroica, folle e visionaria. Storie di medicina spericolata
Silvia Bencivelli
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2023
pagine: 288
"Eroica, folle e visionaria" parla di autoesperimenti e autosperimentatori, medici che hanno deciso di provare le proprie idee direttamente su se stessi, spesso con un tocco di pazzia e di incoscienza, altre volte con sincero altruismo e cocciuto coraggio. D'altra parte per ogni nuova medicina o per ogni nuova tecnica medica deve esserci pur stato un primo “fruitore”. Una scoperta deve essere provata su qualcuno per essere certi che funzioni. Quel qualcuno, in molti casi, è stato lo stesso che ha avuto l'intuizione e ha deciso di metterci il corpo per dimostrare di avere ragione. Talvolta il gesto non ha portato a risultati apprezzabili e si è perso nel nulla, altre volte è stato fatale; in qualche caso ha spianato la strada a un premio Nobel e ha segnato un avanzamento fondamentale delle nostre conoscenze. Ma perché sperimentare su di sé? La motivazione più alta è un generoso «non farei mai ad altri quello che non ho il coraggio di fare a me stesso». Ma a leggere le molte storie raccontate in questo libro si scopre che c'è anche chi l'ha fatto solo per comodità, o perché non veniva creduto da nessuno, o perché era semplicemente incapace di fidarsi di qualcun altro. Molti, poi, lo hanno fatto per pura curiosità, e alcuni persino per rabbia o per ripicca. Silvia Bencivelli scrive con penna ironica e leggera, toccando gli argomenti chiave del rapporto tra medicina, società e potere, coinvolgendo il lettore in alcune delle più incredibili storie della medicina, dal Seicento ai giorni nostri. Incontreremo medici che si fecero pungere intenzionalmente da zecche e zanzare per dimostrare l'origine di una malattia, spericolati inventori di rivoluzionarie tecniche chirurgiche, avventati sperimentatori di sostanze ignote e persino chirurghi che si auto-operano, per farsi pubblicità o perché privi di alternative. Sono vicende che non lasciano certo indifferenti, e nel loro complesso tracciano una storia della medicina decisamente diversa da quella che viene generalmente raccontata.