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DeriveApprodi: DeriveApprodi

1969. L'assemblea operai studenti. Una storia dell'autunno caldo

Alberto Pantaloni

Libro: Libro in brossura

editore: DeriveApprodi

anno edizione: 2020

pagine: 173

Sulla base di fonti d'archivio, alcune delle quali poco o mai utilizzate, questo volume racconta la storia dell'Assemblea operai e studenti di Torino, una delle più significative del mitico «autunno caldo» italiano. Nel libro vengono analizzati i molti protagonisti di quella vicenda: i giovani operai dequalificati immigrati dal sud, refrattari all'ideologia e alla disciplina del lavoro e anche al movimento sindacale ufficiale; i soggetti politici e sociali che promossero e sostennero gli scioperi: dal Psiup al Movimento studentesco, dal «Potere operaio» di Pisa e di Torino alla Lega studenti-operai, dal Fronte della gioventù lavoratrice fino al gruppo del giornale «La classe». Alcuni di questi gruppi, dalle ceneri dell'Assemblea, avrebbero poi dato vita ad alcune fra le più importanti organizzazioni della sinistra rivoluzionaria italiana. Il periodo temporale preso in esame va dall'inizio delle lotte spontanee alla Fiat Mirafiori dell'aprile-maggio 1969 fino all'esaurirsi dell'esperienza dell'Assemblea e alla divisione politica delle sue varie componenti nell'ottobre-novembre dello stesso anno. Lo studio di questa esperienza contribuisce a comprendere i processi e le dinamiche che portarono a straordinarie conquiste sindacali e influenzarono gli eventi politici del decennio successivo, dalla strage di piazza Fontana al «compromesso storico.
16,00 15,20

Gli autonomi. Storia dei collettivi politici veneti per il potere operaio. Volume Vol. 6

Giacomo Despali, Piero Despali

Libro: Libro in brossura

editore: DeriveApprodi

anno edizione: 2020

pagine: 259

La storia dei Collettivi politici veneti per il potere operaio narrata da due tra i suoi principali protagonisti. Una vicenda che prende avvio nell'autunno del 1974, dopo l'esaurimento dell'esperienza di Potere operaio. Un progetto fondato sui presupposti strategici di un forte radicamento territoriale, l'unità politico-militare della militanza e una direzione che poteva vantare una ricca e raffinata formazione teorico-culturale di provenienza operaista. Infatti, in quel laboratorio, che si poteva avvalere di un forte presenza in ambito universitario, di una radio (Sherwood) e di un periodico (Autonomia), furono elaborate inchieste e analisi sui processi della ristrutturazione produttiva in atto che coniarono il concetto della «fabbrica diffusa» produttrice dell'«operaio sociale», la figura del moderno precario destinato a occupare un ruolo centrale nei conflitti politici di classe. I Collettivi organizzarono in vaste aree della loro regione azioni politico-militari di massa contro fascisti, responsabili della gerarchia di fabbrica e della repressione potendo contare su una serie di sigle, ognuna corrispondente a un determinato livello d'organizzazione. L'accumularsi di quelle pratiche sfociò nelle famose «notti dei fuochi»: decine di attacchi in contemporanea in varie città della regione. L'operazione repressiva del 7 aprile 1979, e quelle degli anni successivi, ebbero a mira la distruzione anche di quella specifica rete organizzativa e del suo progetto rivoluzionario, tra i più forti, consolidati e intelligenti della galassia autonoma.
19,00 18,05

St. Pauli siamo noi. Pirati, punk e autonomi allo stadio e nelle strade di Amburgo

Marco Petroni

Libro: Libro in brossura

editore: DeriveApprodi

anno edizione: 2019

pagine: 224

St. Pauli è il nome del quartiere portuale di Amburgo e della sua squadra di calcio. Un quartiere segnato da mille contraddizioni: da sempre punto di forza dello sviluppo commerciale della città e luogo di lotta; focolaio di resistenza all'ascesa delle squadre naziste e sede di insurrezioni sempre fallite. Nella prima metà degli anni Ottanta il quartiere è segnato da miseria e abbandono, ma rinasce attraverso i palazzi occupati della Hafenstrasse, roccaforte del movimento autonomo e crocevia di tutte le battaglie politiche e sociali dell'epoca, e il Millerntor, piccolo stadio di calcio, all'interno del quale, sotto la bandiera dei pirati e al grido di "Mai più guerra, mai più fascismo, ma più serie C", prende forma una nuova tifoseria e un nuovo modo di intendere il calcio. Il St. Pauli FC, squadra con la fama di "club di perdenti", diventa così la bandiera calcistica della sinistra radicale, della scena squat, degli antagonisti e dei punk dell'intera Germania. Grazie ai tifosi e alle loro battaglie contro il razzismo, prima sulle gradinate e poi all'interno della struttura societaria, il St. Pauli FC diventa il simbolo di una comunità sincera, capace di esprimere la passione popolare per un calcio liberato da ogni forma di discriminazione. Un libro che non è solo il ritratto di una tifoseria simbolo internazionale di antagonismo, ma anche la storia di un quartiere da sempre ribelle che, negli anni Ottanta, diventa il luogo di maggiore concentrazione della scena radicale tedesca. Prefazione di Emiliano Viccaro.
18,00 17,10

Il capitalismo odia tutti. Fascismo o rivoluzione

Maurizio Lazzarato

Libro: Libro in brossura

editore: DeriveApprodi

anno edizione: 2019

pagine: 141

Qual è la lezione politica del ciclo di lotte apertosi nel 2011 in molti paesi tra i quali l’Egitto, Spagna, Stati Uniti, Brasile e che oggi si prolunga nel movimento dei «gilets jaunes» in Francia? Quali sono le cause che hanno determinato la sconfitta della «rivoluzione mondiale» negli anni Sessanta e Settanta e in particolare dei nuovi soggetti sociali irriducibili alla classe operaia (il movimento femminista e i movimenti dei popoli colonizzati)? Come interpretare il successo delle irruzioni dell’estrema destra a livello mondiale dopo la crisi finanziaria del 2008? Dalla vittoria elettorale di Bolsonaro in Brasile ciò che abbiamo di fronte non è più solo «populismo» o un «liberismo autoritario», ma un nuovo tipo di fascismo che ci ricorda gli albori delle politiche neoliberali. Per Maurizio Lazzarato le nuove tipologie di fascismo mettono in evidenza i limiti delle definizioni di «potere» elaborate dal pensiero politico-filosofico post ’68, che non ha considerato la valenza strategica della funzione della guerra e della guerra civile nel suo funzionamento. Ed è proprio questa gravissima omissione a impedire la possibilità di reinventare un immaginario e una strategia rivoluzionaria all’altezza del tempo che stiamo vivendo.
15,00 14,25

Figli dell'officina. Da Lotta continua a Prima linea: le origini e la nascita (1973-1976)

Chicco Galmozzi

Libro: Libro in brossura

editore: DeriveApprodi

anno edizione: 2019

pagine: 233

Questa testimonianza è un documento fondamentale per la ricostruzione storica di una componente di quella conflittualità politica e sociale che ha infiammato il nostro paese negli anni Settanta dello scorso secolo. Galmozzi apre la sua narrazione con un'affermazione perentoria: Prima linea ha le proprie radici in una storia operaia o, per meglio dire, nella storia di un estremismo operaio le cui lotte, iniziate nei reparti delle fabbriche, hanno prodotto una radicale e per lungo tempo indelebile trasformazione sociale. La rivendicazione di una piena internità alle vicende della conflittualità operaia di quel decennio risulta ancora oggi scomoda alla ricostruzione storica operata dalla sinistra politica e sindacale ufficiale. Ma a quarant'anni da quegli accadimenti il confronto tra i diversi giudizi andrebbe comunque operato, e a tal fine questo libro contribuisce in modo fondamentale.
18,00 17,10

Una vita da eretico. Alfredo Tradardi: dalla comunità concreta olivettiana a un mondo di esclusi

Una vita da eretico. Alfredo Tradardi: dalla comunità concreta olivettiana a un mondo di esclusi

Libro: Libro in brossura

editore: DeriveApprodi

anno edizione: 2019

pagine: 240

Un memoriale per Alfredo Tradardi. Un piccolo gesto tempestivo che ci ricordi chi è stato questo intellettuale «patafisico». Un libro capace di raccontare, in un mannello di pagine, la fisionomia complessa, sfaccettata di un «giusto», di un individuo coraggioso, estraneo a ogni forma di autocompiacimento, di egocentrismo, di esibizionismo, anche quando, da post-futurista, si metteva sulla scena, ma sempre nascondendosi dietro la causa che perorava. Le molte vite vissute da Alfredo – nell'ingegneria informatica, nel teatro e nell'organizzazione culturale, nell'amministrazione pubblica e nella privata ricerca della giustizia e della verità, nell'impegno politico – vengono qui dipanate, in una rapsodia a più voci, che restituisce, in prima approssimazione, l’uomo, il teorico, il militante, l’artista.
19,00

La dissoluzione di Lotta continua e il movimento del '77

La dissoluzione di Lotta continua e il movimento del '77

Alberto Pantaloni

Libro: Libro in brossura

editore: DeriveApprodi

anno edizione: 2019

pagine: 156

«L'ambiente torinese offre spunti particolari per cogliere la portata dello scioglimento di Lotta continua e dell'esplosione del '77. Ad esempio il legame profondo fra la città e la Fiat, il leggere gli avvenimenti di quegli anni quasi esclusivamente in funzione di ciò che avveniva nelle fabbriche, tralasciando le trasformazioni economiche e sociali che anche nella metropoli piemontese stavano iniziando, con un ritmo sicuramente diverso da quello della vicina Milano. Tuttavia Torino fu sempre, nel bene e nel male, la chiave di lettura della vita politica di Lotta continua. Lo fu sicuramente nel maggio del '69, quando alle Carrozzerie di Mirafiori esplose il ciclo di lotte nelle quali confluirono sia il movimento degli studenti universitari torinesi, sia alcuni militanti di una serie di gruppi della nuova sinistra, sia infine della Fgci e del Psiup, e che produsse la nascita dell'Assemblea operai-studenti. Fu durante quella primavera che venne coniato lo slogan "la lotta continua", e fu da quell'assemblea, non senza divisioni e contraddizioni, che si generò poi l'omonima organizzazione. Furono anni nei quali le lotte sindacali, così come quelle per la casa, contro il carovita, nelle scuole, per i diritti civili, caratterizzate dal protagonismo diretto e autonomo di una nuova generazione di uomini e di donne, videro anche e soprattutto in Lotta continua la principale forza politica disposta a raccoglierle e ad alimentarle. Quelle "tante centralità" (operaia, delle donne, dei giovani, degli studenti), come le chiamò Sofri in un suo intervento al congresso provinciale del 23-24 ottobre '76, attraversarono anche Torino, ma a un certo punto smisero di dialogare fra loro, caddero dentro la logica degli schieramenti e non seppero evitare che le contraddizioni portassero prima alla confusione e poi alla frantumazione in un movimento non più inquadrabile dentro programmi, tattiche, mediazioni».
16,00

Polizia della frontiera. Frontex e la produzione dello spazio europeo

Polizia della frontiera. Frontex e la produzione dello spazio europeo

Giuseppe Campesi

Libro: Libro in brossura

editore: DeriveApprodi

anno edizione: 2015

pagine: 236

Nel 2005 nasce l'agenzia europea Frontex, cui è stato affidato il difficile compito di coordinare l'attività di controllo delle frontiere comuni svolta dalle diverse forze di sicurezza nazionali. Frontex rappresenta uno straordinario laboratorio per le politiche di controllo della mobilità umana nell'Europa contemporanea. Un laboratorio attraverso il quale l'Unione sta concretamente sperimentando un inedito modello di gestione post-nazionale della frontiera. Questo libro rappresenta il primo sistematico tentativo di analizzare dal punto di vista delle scienze politiche, giuridiche e sociali, l'impatto che l'agenzia Frontex ha avuto sulle politiche di controllo delle migrazioni a livello europeo. Esso ripercorre la genesi dell'agenzia e ne descrive in dettaglio il funzionamento concreto, offrendo per la prima volta al lettore italiano un resoconto empirico completo sulla sua struttura e le sue attività. Nel fare ciò, tenta di esplorare il significato che un simile esperimento politico può avere per la geopolitica della frontiera europea, situando la discussione sulla nascita e il funzionamento di Frontex nel contesto del dibattito sul rapporto tra migrazioni, sicurezza e trasformazione dei confini nel mondo contemporaneo.
17,00

La «banda 22 ottobre». Agli albori della lotta armata

Paolo Piano

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: DeriveApprodi

anno edizione: 2008

pagine: 184

Per la prima volta è qui raccontata, nello scenario della città di Genova, la storia della "banda 22 ottobre". Una delle primissime aggregazioni della lotta armata in Italia che fiancheggiò i Gruppi di azione partigiana costituiti dall'editore Giangiacomo Feltrinelli all'inizio degli anni Settanta, contemporaneamente alla nascita delle ben più note Brigate rosse. Il volume contiene un DVD con un filmato di Stefano Barabino e Andrea Teglio "Tre della ventidue".
18,00 17,10

Il diavolo e il feticismo della merce. Antropologia dell'alienazione nel «patto col diavolo»

Il diavolo e il feticismo della merce. Antropologia dell'alienazione nel «patto col diavolo»

Michael T. Taussig

Libro: Libro in brossura

editore: DeriveApprodi

anno edizione: 2017

pagine: 332

«L'obiettivo di questo libro è cogliere il significato sociale del diavolo nel folklore dei lavoratori salariati delle piantagioni e dei minatori nel Sudamerica contemporaneo. Il diavolo è un simbolo sorprendentemente preciso dell'alienazione che i contadini esperiscono quando entrano nelle fila del proletariato. Qual è la relazione tra l'immagine del diavolo e lo sviluppo capitalista? Quali contraddizioni dell'esperienza sociale sono mediate dal feticcio dello spirito del male? Per rispondere a queste domande ho provato a dissotterrare la storia sociale del diavolo, a partire dalla conquista spagnola, in due aree di sviluppo capitalista intensivo: le piantagioni di canna da zucchero della Colombia occidentale e le miniere di stagno in Bolivia. Nel processo di proletarizzazione il diavolo emerge come immagine potente e complessa, che media modi opposti di concepire il valore umano dell'economia. Tanto nella cultura occidentale quanto in quella dell'America del Sud esiste un immenso repertorio mitologico sull'uomo che si separa dalla comunità vendendo la propria anima al diavolo in cambio di una ricchezza che non solo è inutile, ma anche foriera di disperazione, distruzione e morte. Che cosa simboleggia questo contratto? La secolare battaglia tra bene e male? L'innocenza dei poveri e la malvagità della ricchezza? Più ancora, il mitico contratto col diavolo è indizio di un sistema economico che obbliga gli uomini a barattare la propria anima in cambio del potere distruttivo delle merci. In virtù della pletora di significati interconnessi e spesso contraddittori che porta con sé, il contratto col diavolo è, sotto questo profilo, straordinario: l'anima dell'uomo non può essere comprata o venduta e nondimeno, in certe situazioni storiche, l'umanità è minacciata dall'intendere questo tipo di scambio come un modo per procurarsi sostentamento. Nel narrare questa favola del diavolo, l'uomo retto affronta la battaglia tra bene e male in termini che simbolizzano alcune delle più acute contraddizioni dell'economia di mercato. L'individuo è separato dalla comunità. La ricchezza esiste accanto a una povertà devastante. Le leggi economiche trionfano sulle leggi etiche. La produzione, non l'uomo, è il fine dell'economia, e le merci dominano i loro produttori. La feticizzazione del male nell'immagine del diavolo consente allora di mediare il conflitto tra il modo precapitalistico e quello capitalista di oggettivare la condizione umana.»
22,00

I furiosi

I furiosi

Nanni Balestrini

Libro: Libro in brossura

editore: DeriveApprodi

anno edizione: 2003

pagine: 124

La violenza dello stadio nasce come può nascere da un risultato che ti fa perdere lo scudetto, e allora la gente si arrabbia e si scatena spacca tutto. E poi c'è anche quella cosa antica che c'è ancora nei paesi quando tu vai negli altri paesi a cuccare le ragazze, allora quelli del paese si mettono tutti insieme e la volta che torni te li trovi tutti lì e ti danno una bella bastonatura, poi noi vedevamo anche quello che facevano negli stadi in Brasile e in Inghilterra, vedevamo i gruppi ultra brasiliani che sono uno spettacolo fantastico con tutti i tamburi e che ballano la samba tutta la partita e trascinano la squadra ma soprattutto c'è il fallo che la violenza è bella perché ce l'abbiamo nel sangue c'è la bellezza di quando spacchi tutto.
13,00

Genere e capitale. Per una rilettura femminista di Marx

Silvia Federici

Libro: Libro in brossura

editore: DeriveApprodi

anno edizione: 2020

pagine: 102

«La rivoluzione comincia nella casa e parla il linguaggio della lotta delle donne». Questo ci dice Silvia Federici, una delle intellettuali femministe più stimate del panorama internazionale, figura centrale del movimento globale Non Una di Meno. L’incontro proficuo e conflittuale tra femminismo e marxismo è la traccia di questo libro, che raccoglie gli scritti che Silvia Federici ha prodotto nel corso di un lungo percorso teorico e militante, internazionalmente riconosciuto. Partendo dalla rivendicazione degli anni ’70 per il «salario al lavoro domestico», l’autrice sviluppa una serrata discussione con Marx che arriva fino ai nostri giorni, riproponendoci l’attualità e i limiti del suo pensiero. Passando per la critica della concezione di un soggetto universale della storia e seguendo le tracce della produzione di valore, ricchezza e sfruttamento nella sfera della riproduzione, Federici ci spinge a un superamento del marxismo e a cercare nel femminismo contemporaneo gli strumenti per l’emancipazione di tutti. Questo libro è rivolto soprattutto alle migliaia di donne che animano le straordinarie manifestazioni dei movimenti femministi in corso.
12,00 11,40

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