Dike Giuridica: Temi ed attualità penalistiche
L'unità nel molteplice. La relazione tra fattispecie nel concorso di reati
Marco Gambardella
Libro: Libro in brossura
editore: Dike Giuridica
anno edizione: 2024
pagine: 180
Negli ultimi anni, sul modello della scienza giuridica tedesca, è prevalso nella dottrina italiana lo studio del concorso formale/ideale fondato sul tema dell’azione (condotta, fatto, Handlung, hecho) e della sua “unitarietà” o “pluralità”. Il presente lavoro approfondisce invece l’istituto del concorso formale, adottando una diversa prospettiva: la relazione tra figure di reato in concorso e il loro punto di contatto nell’idea comune (l’unità nella molteplicità). La parola greca eidos significa infatti nella tradizione filosofica non solo “idea”, ma anche “forma”. L’indagine prende inoltre in considerazione una serie di istituti (il reato complesso, le clausole di sussidiarietà, la lex specialis), i quali presuppongono condotte unitarie e una peculiare relazione normativa imperniata su un nucleo comune di fattispecie. Da tali contrassegni discende che, per decidere l’alternativa tra il concorso formale eterogeneo e l’esito di inautentico concorso di reati, possono essere impiegati soltanto alcuni tra i criteri di natura logico-formale e valoriale (specialità, clausole di sussidiarietà, sussidiarietà tacita). I restanti criteri valoriali (ne bis in idem sostanziale, ante/ post factum non punibile, progressione criminosa) sono, invece, prerogativa del concorso materiale eterogeneo.
La persona giuridica «garante» della sicurezza sul lavoro. La responsabilità dell’ente tra nodi insoluti e ricerca dell’effettività
Tortorelli Monica
Libro
editore: Dike Giuridica
anno edizione: 2023
pagine: 195
L’estensione – ex art. 25 septies d.lgs. 231/2001 – della responsabilità della persona giuridica ai reati di omicidio colposo e lesioni gravi o gravissime commessi con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro è stata accolta come una riforma necessaria, alla quale guardare con sicuro favore. Numerosi risultano tuttavia gli interrogativi, in ordine specialmente all’operatività dei parametri imputativi di cui agli artt. 5 e ss. del Decreto 231 e diffuse le difficoltà legate ai molti nodi critici che la prassi fatica a sciogliere. La riferibilità all’ente delle condotte individuali, la costruzione del modello organizzativo in relazione alla c.d. colpa d’organizzazione, la prova della fraudolenta elusione del modello stesso, i rapporti tra il plesso di regole costituito dal Mog 231 e gli schemi prevenzionistici in campo lavorativo disciplinati dal d.lgs. n. 81/2008, sono solo alcuni tra i più rilevanti profili emersi in sede applicativa. Attraverso l’analisi di queste ed altre problematiche ci si interroga sulla possibilità e i limiti della strutturazione di un sistema credibile di responsabilità degli enti in questo ambito, esaminando la disciplina degli obblighi di sicurezza esistenti in capo alla societas ed incrociandola con i principi guida disegnati dalla normativa generale. Gli esiti dell’indagine sono utilizzati, de lege ferenda, per prospettare possibili rimedi alternativi alle risposte attuali, mentre, pur nella incertezza del quadro legislativo, consentono de lege lata di offrire chiavi di lettura e criteri interpretativi atti a circoscrivere i problemi e orientare l’impegno applicativo della giurisprudenza nel cruciale settore della sicurezza del lavoro.
Circostanze nel concorso di persone
Andrea Alberico
Libro: Libro in brossura
editore: Dike Giuridica
anno edizione: 2022
pagine: 383
Il tema delle circostanze nel concorso, poco esplorato dalla dottrina, ha conosciuto contrastanti declinazioni nella prassi giurisprudenziale e, nonostante un recente intervento delle Sezioni unite, stenta ancora a trovare compiuta sistemazione. L’art. 118 c.p., pur nella rinnovata veste assunta con la riforma del 1990, appare ancora troppo legato alla tradizione interpretativa precedente e dunque condizionato, nella sua applicazione, dalla previa verifica della natura delle circostanze che cadono sul reato plurisoggettivo. Attraverso una ricognizione, anche storica, delle correnti interpretative che hanno attraversato la disposizione, il volume prova a fornire una lettura di essa coerente con i principi costituzionali e con il contesto sistematico di riferimento: da un lato, quello del concorso di persone nel reato, dall’altro quello della imputazione delle circostanze. L’obiettivo è quello di conferire all’art. 118 c.p. una precisa funzione, tanto teorica quanto pratica, che ne favorisca la stabilizzazione interpretativa e l’autonomia concettuale.
L'induzione del pubblico agente. Un'indagine fra tradizione giuridica e nuovi orizzonti normativi
Fabrizio Rippa
Libro: Libro in brossura
editore: Dike Giuridica
anno edizione: 2020
pagine: 511
L'induzione indebita del pubblico agente rappresenta, da sempre, una delle condotte più problematiche per il diritto penale: essa, per sua natura e significato politico-criminale, sfugge ad agevoli tentativi di tipizzazione attraverso precise formule descrittive. Le vicende ermeneutiche della 'vecchia' concussione per induzione e quelle della fattispecie di induzione indebita a dare o promettere utilità introdotta dalla riforma del 2012 testimoniano la storia di uno statuto di tipicità 'difficile', sempre in bilico tra le opposte sponde dei comportamenti a base contrattuale e paritaria, caratteristici della corruzione, e quelli di illecita interferenza del pubblico agente nei processi motivazionali dell'intraneus, la cui volontà viene ad essere viziata attraverso forme di violenza relativa o di inganno. Un percorso analitico volto a restituire a tale ipotesi un 'volto' maggiormente compatibile con i limiti imposti dalla Costituzione repubblicana alla configurazione ed all'applicazione pratica delle fattispecie di reato, deve pertanto muoversi nella traiettoria suggerita dai valori del nullum crimen, cercando di tracciare un discrimen tra ipotesi 'di frontiera' che non si abbandoni mai ad elementi soggettivizzanti dal dubbio valore epistemologico, prediligendo, al contrario, più afferrabili indici a carattere normativo-qualitativo, i soli in grado di sottrarre l'applicazione di simili figure delittuose all'arbitrio dell'interprete o alle imprevedibili contingenze del caso concreto.
La contiguità politico-mafiosa. Profili politico-criminali, dommatici ed applicativi
Giuseppe Amarelli
Libro: Libro rilegato
editore: Dike Giuridica
anno edizione: 2017
pagine: 422
Le più recenti indagini socio-criminologiche e giuridiche hanno svelato come le relazioni politico-mafiose rappresentino oggi un aspetto costitutivo della ‘questione mafia’. Rescinderle è una priorità irrinunciabile per il legislatore. Il dubbio riguarda modalità e limiti del ruolo da assegnare al diritto penale: nullo, residuale o centrale? Coerentemente con il modello della scienza penale integrata, la risposta deve passare per la ricerca di una soluzione equilibrata e ragionevole che, operata una distinzione preliminare sul versante socio-criminologico tra le diverse forme del fenomeno della contiguità politico-mafiosa (quella c.d. istituzionale e quella c.d. elettorale), consenta di individuare quali sono tra queste le uniche rispetto alle quali trovi effettivamente legittimazione il ricorso al diritto penale senza travalicare i principî di legalità, offensività ed extrema ratio. Gli esiti, come si vedrà, saranno contrastanti, per l’estrema difficoltà di considerare penalmente rilevanti talune forme di contiguità politico-mafiosa di tipo istituzionale come quella della c.d. ‘trattativa Stato-mafia’ e l’esistenza, invece, di spazi per un’autonoma incriminazione del patto elettorale politico-mafioso, nonostante le concorrenti figure delittuose della corruzione elettorale e del concorso esterno.
Segreto professionale e riservatezza. Profili penali e implicazioni sistematiche
Roberto Borgogno
Libro: Libro rilegato
editore: Dike Giuridica
anno edizione: 2013
pagine: XVI-330
L'opera si propone di rivisitare la tematica della tutela penale del segreto professionale, nei suoi aspetti sostanziali e processuali, attraverso l'approfondimento dei nessi concettuali e sistematici che la legano al più generale problema della protezione della riservatezza. In prospettiva de iure condendo, l'autore, sull'assunto che il segreto professionale non è che una particolare espressione del diritto alla privacy, propone una ricollocazione delle fattispecie incriminatrici che ne assicurano la tutela nell'ambito di un nuovo titolo della parte speciale dedicato ai delitti contro la riservatezza.
La ricchezza illecita tra tassazione e confisca
Roberto Acquaroli
Libro: Libro rilegato
editore: Dike Giuridica
anno edizione: 2013
pagine: 194
La ricchezza illecita è oggetto di interventi legislativi apparentemente contraddittori. Da un lato, il legislatore ha progressivamente sviluppato un pervasivo sistema ablatorio, caratterizzato dalla compressione di alcune garanzie costituzionali, affiancando alla confisca dei patrimoni mafiosi la confisca per equivalente, volta a colpire i profitti illeciti conseguiti, sopratutto, nell'ambito dell'attività d'impresa; dall'altro, ha compiutamente disciplinato la tassazione dei proventi illeciti, secondo un regime peculiare della deducibilità dei costi da reato, che ne rivela una funzione (anche) sanzionatoria dell'imposizione fiscale. Si prospetta, in tal modo, la possibilità, anche alla luce delle recenti definizioni di profitto confiscabile introdotte dal giudice di legittimità, di una gestione differenziata della ricchezza illecita, che contemperi le contrapposte esigenze repressive e di libertà dell'iniziativa economica lecita.
Cronaca giudiziaria e responsabilità penale del giornalista
Sara Turchetti
Libro: Libro in brossura
editore: Dike Giuridica
anno edizione: 2014
pagine: XXV-285
Il presente volume esamina la responsabilità penale del giornalista, attraverso un'analisi che spazia dagli approdi della Cassazione alle linee di tendenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, dall'universo delle diffamazioni sino alle multiformi incarnazioni della privacy. Trattasi di un testo fondamentale per i giornalisti, poiché offre loro una utile guida per comprendere gli spazi di una eventuale responsabilità conseguente ai propri scritti. È un libro prezioso per gli avvocati e ì magistrati, alle prese quotidianamente con una materia i cui contenuti sono delineati prevalentemente dal diritto pretorio. È, infine, un'opera importante per l'opinione pubblica, perché il diritto (dei giornalisti) di informare costituisce un altro aspetto del diritto (dei cittadini) a essere informati.
Il giudice nel labirinto. Profili delle intersezioni tra diritto penale e fonti sovranazionali
Vittorio Manes
Libro: Libro rilegato
editore: Dike Giuridica
anno edizione: 2013
pagine: XI-199
Oggi è a tutti chiaro che il diritto penale non è più padrone in casa propria. Da un lato il diritto dell'Unione europea, la cui progressiva invadenza è giunta ad annettere - dopo il Trattato di Lisbona - significativi ambiti di competenza anche in materia penale; dall'altro, la Convenzione europea dei diritti dell'uomo e la giurisprudenza della Corte di Strasburgo, il cui protagonismo è ormai conclamato specie nelle aule giudiziarie; senza contare le molte ulteriori fonti che possono essere tratte dalle orbite più remote della costellazione sovranazionale, e che non di rado sono portate all'attenzione di chi deve giudicare questioni penali. Proprio il ruolo del giudice, al cospetto della "frantumazione stellare" delle fonti, appare ormai profondamente trasfigurato: la sua opera quotidiana assomiglia a quella di un rapsodo o, meglio, di un bricoleur, coprotagonista del legislatore nella tessitura di una trama normativa sempre più poliedrica, complessa ed articolata. Così, chi giudica ha spesso la sensazione di trovarsi imprigionato in un "labirinto": per uscirne, deve tentare di ripercorrere le geometrie sconnesse dell'"interpretazione conforme", dialogando costantemente con le Corti sovranazionali, intarsiando precetti e sanzioni, soppesando obblighi e diritti, operando persino un difficile decoupage della normativa interna, "disapplicando" o rivolgendosi alla Corte costituzionale.