EDIFIR: Studi di storia e di critica d'arte
Spiccioli di carta
Franca Maria Vanni
Libro: Copertina morbida
editore: EDIFIR
anno edizione: 2022
pagine: 208
Durante particolari circostanze storiche ed economiche furono prodotte, soprattutto nell'Italia post unitaria, monete di necessità cartacee, conosciute più comunemente con il nome di biglietti fiduciari, in sostituzione delle monete metalliche emesse dallo Stato. Tale fenomeno si sviluppò nel decennio 1866-1876 come conseguenza della carenza di moneta spicciola. La circolazione fiduciaria abusiva si diffuse essenzialmente nell'Italia settentrionale e centrale dove banche, municipi, comuni, associazioni e perfino privati, emisero biglietti fiduciari indispensabili al commercio minuto. Nel volume, dopo l'inquadramento del fenomeno dei biglietti abusivi nell'Italia post unitaria e un capitolo dedicato alla circolazione fiduciaria nel territorio aretino, vengono presentati, con i relativi commenti, i biglietti fiduciari italiani e una selezione di quelli stranieri della collezione di cartamoneta custodita dalla Fondazione Ivan Bruschi attualmente sotto l'egida di Intesa Sanpaolo.
Assomigliava a Bonaparte. Il diario parigino di Joseph Farington (1802) tra arte, politica e spettacolo
Claudia Corti, Maria Grazia Messina
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2022
pagine: 184
Che cosa hanno in comune un futuro Imperatore (Bonaparte), un puntiglioso ma ironico cronista del confronto e scontro tra due culture in costante guerra (il pittore Joseph Farington), e un attore statuario (John Philip Kemble), nella resa del transito culturale tra Sette e Ottocento, connotato dalla inevitabile presenza napoleonica nel panorama antropologico, artistico e culturale in senso lato? Tutto questo è quanto questo volume si propone di indagare, a partire dal Diario della trasferta a Parigi, nel 1802, di Farington e di un gruppo di noti amici artisti, Füssli, Turner, Flaxman, West. Protagonista è l’effervescente Parigi del Consolato, su cui ancora gravano le ombre del Terrore rivoluzionario, scandagliata dagli inglesi, fra diuturne ispezioni ai musei, visite agli ateliers dei rivali francesi, David, Gérard o Guérin, e attrazioni di diverso tipo, dai teatri ai salotti, dai giardini ai caffé del Palais Royal, fino alle riviste militari. Vividi comprimari, figure come l’Abbé Talleyrand o Charles Fox o Madame Récamier. Il Diario registra le più che accanite discussioni suscitate da tale turbinio di suggestioni in un acceso dibattito fra esperienze politiche, istituzioni, mentalità e pratiche di vita, sistemi del mondo dell’arte e dello spettacolo, agli antipodi, quanto in reciproca fascinazione.
Palazzo Lenzi sede dell'Istituto francese di Firenze. Cinquecento anni di storia
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2021
pagine: 285
Ben poco è stato scritto sulla storia di palazzo Lenzi costruito intorno alla metà del Quattrocento, dalla famiglia omonima, originaria del contado ad Ovest della città. La partecipazione al governo cittadino durante il regime repubblicano permise ai Lenzi, impegnati nella manifattura della lana, di aumentare il proprio prestigio: la costruzione del nuovo palazzo sul luogo della vecchia casa paterna da parte di Francesco e Bartolomeo, in concorso con i nipoti, è la dimostrazione del crescente successo raggiunto nel mondo politico e finanziario. Le origini, le attività della consorteria familiare che si stabilisce nell'area di Ognissanti intorno alla metà del Trecento, e le vicende della costruzione del nuovo magnifico palazzo rinascimentale, dagli inizi del cantiere sino ai giorni nostri, vengono ripercorse in questo libro che, nella sua ricchezza di contributi, colma numerose lacune e chiarisce le incertezze tramandate nel corso del tempo dalle fonti esistenti. Parallelamente alle vicende architettoniche, questo volume specifica le diverse funzioni dell'edificio tra le quali, dal 1910, quella di sede del primo istituto di cultura al mondo, laboratorio dell'Unesco: l'Institut français di Firenze.
Pietro Annigoni incontra Bernard Berenson
Anna Castelli
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2020
pagine: 96
Il testo pone l'accento sull'atteggiamento disincantato e acutamente critico che Annigoni e Berenson manifestavano nei confronti dell'arte e del loro tempo e la comune preoccupazione sullo stato di decadenza politica, culturale e, in fin dei conti, morale della società e dell'uomo contemporaneo.
Quadrerie e committenza nobiliare a Firenze nel Seicento e nel Settecento
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2019
pagine: 271
Il volume contiene saggi che illustrano, attraverso il ricorso a documentazione archivistica inedita. la nascita, lo sviluppo e le principali caratteristiche di alcune importanti collezioni fiorentine dal Seicento al Settecento: Guicciardini, Strozzi, Giraldi, Rinuccini, Orlandini del Beccuto e Sanse-doni. Insieme alle collezioni contenute nel primo e nel secondo volume (2015, 2017), quelle qui presentate offrono una parziale ma significativa panoramica dell'attitudine al collezionismo, del gusto artistico e delle scelte di allestimento del ceto aristocratico all'ombra della casata medicea.
Le committenze sacre di Cosimo III de’ Medici. Episodi poco noti o sconosciuti (1677-1723)
Riccardo Spinelli
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2019
pagine: 142
Tratto peculiare del mecenatismo del penultimo granduca di Toscana, Cosimo III de’ Medici (Firenze 1642- 1723), le commissioni sacre ne segnarono l’intera esistenza sostanziandosi in patrocini importanti che portarono il sovrano ad elargire generose elemosine per il restauro di vetusti edifici esistenti o di nuova fondazione, a commissionare preziosi contenitori necessari a conservare e valorizzare rare e ambite reliquie, così come ad ordinare serie di dipinti destinate a primari luoghi di culto, non soltanto toscani. Di tante di queste iniziative (la più parte sconosciute) che ebbero, come esito, la produzione di significative opere d’arte, si dà ragione in questo libretto nella consapevolezza che tali decisioni sovrane furono sì mosse da una religiosità profonda e partecipata, esemplare del carattere del principe ed esternata con la pompa e la ‘visibilità’ tipiche del periodo, qualificandosi tuttavia anche funzionali ad accreditare, agli occhi del popolo, i propri meriti quale ‘primo credente’ dello Stato, esempio di virtù e rettitudine morale, e di affezione alla Chiesa, prerogative imprescindibili per un sovrano cattolico della fine del XVII secolo