Atelier (Pistoia)

Il romanzo ruota intorno alla vita di un giovane argentino, Carlos Petrini, figlio di Italiani immigrati in Argentina, studente disciplinato e giocatore di rugby, la cui vita viene sconvolta in una notte del 1977, nel clima di paura e violenza instaurato dal golpe dei militari, quando il fratello e la cognata incinta vengono rapiti, mentre sua madre è uccisa. Con l'aiuto di amici che mai lo abbandoneranno e grazie alla sua abilità come giocatore di rugby, ripara in Italia, a Padova, dove si costruisce una nuova vita, incontra nuovi amici e ha nuovi amori, ma non riesce a dimenticare. Da qui prendono le mosse le vicende della sua vita, che, nella maturità, si svolgerà in un paese di montagna vicino a Pistoia, da dove un tempo era emigrato il nonno di Carlos. La sua esistenza è contrassegnata da un incomprimibile sete di giustizia, che si trasformerà in vendetta, ma anche da una faticosa ricerca di normalità. Insomma una storia umana, dolorosa ed intensa, nella quale solamente alla fine si apre una prospettiva di pacificazione.

Per alcuni anni ho accarezzato l’idea di raccontare una fetta di una mia vita, quella dai 4 ai 19, non perché sia stata contraddistinta da episodi straordinari e degni di essere ricordati ma perché, avendola trascorsa in collegio, si è differenziata da quella della maggior parte dei miei coetanei cresciuti all’interno del nucleo familiare.

La Sala, dall’insediamento longobardo, al ‘gabbione’, fino alla piazza gremita di giovani: pagine che corrono veloci attraverso i secoli, quelle scritte da Paolo Nesti. Ricco di immagini e di riferimenti bibliografici, il libro ripercorre alcune delle tappe che hanno trasformato uno dei punti più antichi della nostra città. Scorrendo le pagine, anche tramite rimandi puntuali a documenti come i ‘piani di recupero’ e atti amministrativi, si viene accompagnati fino agli ultimi decenni, quando la conformazione attuale del ‘comparto’ ha iniziato a prendere vita.

Un corpo pallido come cera emerge dalle acque buie del mare e porta con sé un carico di segreti e di misteri che trascinano Maria lontano dalla sua isola luminosa, fino ai recessi di un mondo nuovo. Un mondo cupo dove niente è come sembra.In una Londra livida e di periferia la sua personale indagine si intreccia con dinamiche spaventose, al cui interno si muovono uomini determinati a trascinarsi l'un l'altro sul fondo del baratro.Fino al drammatico epilogo che riconduce il lettore fra le sabbie dell' Africa orientale, dove tutto aveva avuto origine.

Sei ragazzi attorno agli undici anni decidono di giocare all’Homo Sapiens primitivo quindi lasciano la propria comoda casa di un paese di campagna per inoltrarsi sulle colline e poi sulle montagne, con l’intento di vivere nutrendosi raccogliendo i frutti spontanei della natura e cacciando gli animali che incontrano. L’avventura si nutre del fantastico ma l’autore segue parallelamente un filo storico che ci fa incontrare l’avvento della supremazia dei Sapiens sulle altre specie del genere Homo. Ma anche quell’evento che ha determinato una svolta nel destino della specie, la Rivoluzione agricola. Una novella per grandi e per piccini. Età di lettura: da 6 anni.

Storia di una famiglia.

Cosa succede nell'animo di Sebastiano quando una violenta mareggiata trascina a terra, assieme ad un macabro relitto, l'angosciante ricordo di un passato che si riteneva sepolto? La mente si scuote, lo sguardo si fa profondo, i pensieri e i movimenti diventano rapidi e complessi e lo conducono lungo le traiettorie di un'inattesa caccia all'uomo, nel corso della quale due anime distanti, e a tratti simili, si trascinano l'un l'altra verso l'inevitabile, drammatico epilogo.

Questo libro è una testimonianza: è la messa a nudo delle battaglie quotidiane affrontate da chi è affetto da anoressia nervosa. Questo è il diario di paure, ansie, sconfitte. Nonostante ciò, Francesca non ha smesso mai di coltivare i propri sogni, di alimentare le proprie speranze e di porsi gli obbiettivi quotidiani grazie ai quali ha vinto la sua battaglia.

"La sera di Natale del 1949 era scuro e cadeva una pioggerella fitta fitta che pareva nebbia. In strada non c'era anima viva. Nessuno notò una figura, con una sacca in spalla, camminare fino alla fine del borgo e poi prendere a sinistra sul vialetto che portava alla villa Brogi. La figura tirò il pomello della campanella e la porta si aprì. Qualcosa cadde andando in frantumi, la porta si richiuse.Il mattino dopo, molto presto, la stessa figura tornò sui suoi passi. Nessuno vide, nessuno sentì. Almeno così pareva".