Chi Più Ne Art Edizioni

Attraverso le vicende di una famiglia, il romanzo ripercorre le vicende di una comunità – quella del ferentinese (Ciociaria) – dal periodo postunitario agli anni ’60 del XX secolo. Con l’ausilio di un ampio supporto bibliografico e di testimonianze documentali familiari, l’autrice accompagna i personaggi dalla originaria realtà contadina ciociara alle trasformazioni sociali del boom economico passando attraverso i grandi e drammatici eventi quali le due guerre, l’emigrazione transoceanica, la prigionia saldando in modo efficace la microstoria alla macrostoria.

Contaminando fiaba e storia, la vicenda racconta i cambiamenti, le speranze, la fede, gli eroismi e gli opportunismi che avvennero a Mensuria, immaginaria terra di mezzo, nel periodo che va dalla rivoluzione Francese alla Restaurazione. Il libro si compone del romanzo di Adele Costanzo e della versione teatrale realizzata da Cecilia Bernabei.

Attraverso le pagine del diario di un "ragazzo del '99", l'autrice racconta la vita quotidiana sul fronte della Grande Guerra: la partenza per il fronte, la trincea, i combattimenti, la cattura e la prigionia in campo di detenzione.

"Perché un’antologia di racconti di fantascienza? Provate a pensare, per un attimo, qual è la cosa che vi farebbe più felici: non è, forse, l’avverarsi di un desiderio? Di un sogno felice? E la fantascienza cos’è, se non un sogno? Cos’è se non l’avverarsi, seppur visionario, di una serie di desideri? Provate a leggere questi racconti e poi domandatevi: 'Ma veramente credo che una cosa del genere potrebbe non accadere mai?'. State pur sicuri che la risposta è no. Tutto, può accadere. Da un momento all’altro." (dalla prefazione dell’autore)

Il volume contiene sette lavori teatrali molto diversi tra loro: "Sacrificio del Fieno" di Michela Giudici e Alessandro Veronese, vincitori della sezione "Drammaturghi in azione" del concorso L'Artigogolo 2015 . "salvobuonfine" di Giancarlo Nicoletti, primo classificato della sezione Drammaturghi in erba. Il dubbio del mattino di Sandro Bi, la menzione speciale della giuria. Gli altri testi hanno conquistato l'apprezzamento di critica e pubblico al DOIT Festival. Antigone 1945, scritto e diretto da Mirko Di Martino, vince la prima edizione; Uomini Terra Terra di Giorgio Cardinali è premiato per la drammaturgia. Due gli ospiti speciali: uno è lo studio di un giovanissimo autore, Superfici, di Gabriele Galloni; l'altro è il testo dello spettacolo che ha chiuso il DOIT Festival, Il carcere è stato inventato per i poveri, con la regia di Daria Veronese. La Compagnia teatrale "Instabile Assai", che lavora nella sezione penale del Carcere di Rebibbia, ha avuto l'opportunità di esibirsi nell'ultima serata del DOIT. I testi, scritti dai detenuti e da chi li segue in questo percorso, sono a chiusura del presente volume.

Questo libro racconta la storia di Francesco, contadino molisano che, nell’immediato dopoguerra, lasciò paese e affetti per cercare un futuro migliore in Belgio, nelle miniere di carbone. Uno dei tantissimi i lavoratori italiani che, in base all’accordo tra i due governi, tra il 1946 e il 1956 si trasferirono in Vallonia: manodopera in cambio di carbone e rimesse per alimentare lo sviluppo del nostro Paese. Si calcola che furono circa centoquarantamila i giovani emigrati minerari italiani, ma i numeri poco raccontano di quelle che furono le loro vite nel nuovo contesto sociale e lavorativo. Questo libro nasce dalla necessità di incarnare il dato numerico per restituirgli il “fattore umano” fatto di mille ostacoli da superare, di sacrifici e rischi, ma anche di solidarietà e speranza

L’ispettore Valeri chiuse la porta e prese a sbraitare. «State scherzando? Mi proponete di collaborare alle indagini! Cosa vi credete, di essere in un telefilm del tenente Colombo?» «No di certo» ribatté Ines. «In Colombo si sa fin dall’inizio chi è il colpevole. Il bello è vedere come lui riesce a smascherarlo.» «E poi» fu la conclusione di Virginia «il tenente agisce da solo, non ha due collaboratrici come noi.» Un giallo classico all'insegna del divertimento, con personaggi simpatici e assolutamente fuori dagli schemi.

Un testo nato in occasione del diciottesimo di Sofia. Un testo-scusa per navigare nel mare del sentimento della propria maternità. Un testo interamente cucito intorno e dentro il desiderio di dirsi come gesto d’amore e come compiutezza di cammino non ultimato. Un testo che vuole portare parola alle parole mai dette eppure vissute in gesti e pensieri di cura. Dalla Prefazione di Anna Rita Merico

In questi racconti l'autore ricorda luoghi e personaggi della sua infanzia e adolescenza vissute in un piccolo centro vicino Matera. Ne emerge un quadro vivace e commosso della provincia italiana quale appariva negli anni '50 e '60, sospesa tra tradizione e modernità, tra la tradizionale povertà e li primi fermenti del boom economico. Introduzione di Marco Presta.

Stefano è un quindicenne come tanti, che divide il proprio tempo tra la scuola, lo sport e la comitiva di amici, le prime cotte. I preparativi del Palio già aleggiano nell’estate senese quando, assieme alla mamma, lascia per qualche giorno la città per il Cilento, dove presenzieranno alla messa in commemorazione del padre. La gioia di rivedere i nonni e gli altri parenti, e di trascorrere un po’ di tempo in campagna, rende sopportabile il distacco dalla ragazza di cui è “migliore amico”, ma il soggiorno ha in serbo ben più importanti e significative esperienze.

"Un femicrime per la maggiore rilevanza riservata alle figure femminili. Su tutte l’autrice si sofferma con scrupolosa, affettuosa complice attenzione. Una precisa scelta di campo, non c’è dubbio. Un giallo moderno tout court che, fuor di stereotipi, cammina in linea con le problematiche molteplici e variegate del nostro tempo". (Lamberto Picconi)