CLEAN
Narrate case le vostre storie
Mauro Giancaspro
Libro: Libro in brossura
editore: CLEAN
anno edizione: 2020
pagine: 80
Disegni di Diego, racconti di Mauro. Quali dei due nascono prima? È evidente! I disegni delle case. Nasce prima la casa: è sempre stato così. L’uomo prima pensò a mettere su casa in una caverna, poi la scarabocchiò con i graffiti, poi imparò a leggere e a scrivere. Una sera d’estate al tavolino esterno di una vineria, messo sul marciapiede lungo una strada signorile della nostra città, che non ha niente di panoramico o di monumentale, è seduto pacificamente Diego. Ha davanti a sé un bicchiere di vino. Non ricordo bene perché mi trovassi a quell’ora da quelle parti e con mia moglie. Ricordo però che ero disperato per la difficoltà di parcheggio. Alla fine, fermo la macchina in divieto di sosta davanti a un cancello a pochi passi da Diego e gli raccomando: “Guardami la macchina!” Ritorniamo e, sempre lasciando l’auto in posizione assai precaria, ci sediamo accanto a Diego a farci un goccetto. Curioso come sono, chiedo dare uno sguardo ai cartoncini che ha davanti. Sono una trentina di disegni. Case. Una per cartoncino. Case, case fiabesche, case ammiccanti, case ridenti, case arrabbiate, case sexy, case anoressiche, case bulimiche, case con gli occhiali, case che fumano, case che fanno sberleffi, forse caricature di case. “Bellissime! - dico - Viste così, l’una dietro l’altra, sembrano illustrazioni di una fiaba non scritta!” Diego beve un sorso di vino e mi fa: ”Perché non la scrivi tu?” E io l’ho scritta. E le case raccontano le loro storie.
Materiali per l'architettura
Adolfo F. L. Baratta
Libro: Libro in brossura
editore: CLEAN
anno edizione: 2020
pagine: 320
Il volume restituisce un quadro sistematico sui materiali utilizzati nel settore delle costruzioni con l’obiettivo di stimolare nel lettore un atteggiamento critico e propositivo sull’uso delle risorse materiali e dei relativi procedimenti produttivi e di trasformazione oltre che sui processi costruttivi e di assemblaggio. Ogni materiale è descritto iniziando con un excursus storico, per continuare con definizione, composizione e classificazione, processo di produzione e lavorazione, manufatti, posa in opera, caratteristiche e proprietà, cause di degrado e interventi di consolidamento, impatto ambientale e bibliografia di riferimento. Risultato dell’esperienza in ambito della didattica e della ricerca, "Materiali per l’architettura" intende supportare le discipline teoriche dell’area tecnologica poste ai primi anni degli ordinamenti didattici dei Corsi di laurea in Architettura e in Ingegneria.
Ventuno domande a Renato Rizzi
Libro: Copertina morbida
editore: CLEAN
anno edizione: 2020
pagine: 64
Renato Rizzi si laurea a Venezia nel 1977. Dopo aver collaborato per circa un decennio con Peter Eisenman, ritorna in Italia per dedicarsi all'insegnamento, alla progettazione e alla teoria. Professore associato di Composizione Architettonica all'IUAV, Venezia; ha tenuto conferenze ad Harvard, Cairo, La Plata, Auckland. Per Rizzi didattica, ricerca e professione sono strettamente integrate: il suo impegno teorico è indirizzato a riaprire il sapere tecnico-scientifico al sapere ontologico-metafisico come indispensabile e inattuale orizzonte di Architettura. Nel 1984 vince il concorso per l'area sportiva Ghiaie (Trento), completata nel 2002. Dal 1984 al 1992 inizia la sua collaborazione a New York con Peter Eisenman. Di quel periodo: La Villette a Parigi, la nuova sede del Monte dei Paschi a Siena, l'Opera House a Tokio e, più di recente, nel 2008, la "Torre della Ricerca" a Padova. Partecipa a numerosi concorsi internazionali tra i quali quelli in Nuova Zelanda, a Varsavia, Berlino, Barcellona, Wellinghton, Copenhagen, Cracovia. Nel 1992 gli viene assegnato il premio nazionale In/Arch per l'area sportiva di Trento e nel 2003 riceve la menzione d'onore per la Medaglia d'Oro dell'Architettura Italiana. Suoi lavori sono stati esposti alla Biennale di Architettura di Venezia nel 1984, 1985, 1996, 2002, 2010.
Place-specific design. Architettura visibilmente sostenibile
Valeriano C. Zarro
Libro: Copertina morbida
editore: CLEAN
anno edizione: 2020
pagine: 144
Place-Specific Design: Architettura Visibilmente Sostenibile promuove un approccio architettonico visibilmente sostenibile e radicato nel luogo. Come risposta diretta alla crisi di sostenibilità e all'effetto della globalizzazione indifferenziata, l'architettura visibilmente sostenibile cerca di invertire la perdita di diversità e di identità in tutti i sensi. Place-specific design, identifica e ripristina le caratteristiche ecologiche e culturali che conferiscono ai luoghi il loro carattere unico. Gli esempi sono tratti da importanti studi di architettura, tra cui Renzo Piano Building Workshop, Steven Holl Architects, Glenn Murcutt Architects, Foster + Partners, Herzog & de Meuron e Ateliers Jean Nouvel, dimostrano le diverse e altamente innovative soluzioni che emergono da una conoscenza e da un giudizio sulla cultura locale, completata e arricchita dall'uso appropriato delle moderne tecnologie. Il volume traccia un modello per come l'architetto può contribuire alla promozione di un'architettura non autonoma: un'architettura che riunisce natura e natura umana in una relazione interdipendente e reciprocamente vantaggiosa. prefazione di Juhani Pallasmaa.
La densità del vuoto. Dispositivi progettuali dello spazio aperto contemporaneo
Giovanni Zucchi
Libro
editore: CLEAN
anno edizione: 2020
pagine: 311
Densità del vuoto significa indagare in chiave nuova il tema architettonico e urbano del vuoto, un'assenza di materia ma non per questo un'assenza di significato, guardando, infatti, alle sue diverse declinazioni formali quali basi della composizione spaziale dell'architettura contemporanea. Il taglio della trattazione si definisce sin dal titolo nella sua forma ossimorica, che accostando un attributo di pienezza a ciò che è generalmente considerato vacuo si propone di affrontare il tema del vuoto in quanto spazio significativo sia come concetto che come dispositivo architettonico. Il testo è strutturato in tre parti, "Le forme dello spazio aperto", "Sei conversazioni sul vuoto" e "Sei dispositivi formanti lo spazio aperto contemporaneo", che configurano una struttura entro cui i temi del vuoto e dello spazio aperto contemporaneo trovano una lettura critica che ne mette in discussione le forme, le qualità, i rapporti metrici e i significati, ricercando e valutando i possibili dispositivi elementari della composizione alla base del progetto architettonico. "Le forme dello spazio aperto" rappresenta la prima parte del testo e intende inquadrare il tema sul piano teorico, in cui tanto la scelta dei temi da indagare, quanto l'ordine con cui si propongono in sequenza, manifesta una precisa volontà di tracciare un percorso unitario tra arte, filosofia e architettura. "Sei conversazioni sul vuoto", fase intermedia tra la prima parte teorica e quella applicativa dei casi studio, è l'occasione per confrontare ambiti tematici del testo con il pensiero dei progettisti contemporanei autori dei casi studio analizzati. "Sei dispositivi formanti lo spazio aperto contemporaneo" è un'analisi applicata, attraverso la grafica diagrammatica, dei casi studio individuati e classificati attraverso sei categorie di "dispositivi formanti", definendo in questo modo una formalizzazione possibile dei temi teorici trattati. Chiude il testo un'ultima parte denominata "Sei letture trasversali possibili", che incrociando la lettura del testo attraverso temi trasversali apre a infinite letture possibili del tema, conferendo in questo modo al testo la qualità di strumento flessibile e aperto a futuri sviluppi.
Gilles Perraudin. Architetture di pietra. Il Museo del Vino a Patrimonio
Francesca Patrono
Libro: Copertina morbida
editore: CLEAN
anno edizione: 2020
pagine: 45
Il volume è il catalogo della mostra Gilles Perraudin. Architetture di pietra. Il Museo del Vino a Patrimonio (Corsica). L'esposizione, promossa dal DiARC, è un modo per dar voce a un protagonista della scena internazionale che da sempre procede silenzioso su una strada particolarmente impervia. Il progetto del Museo del Vino rappresenta un esempio di armonia compositiva ed espressività materica al servizio di quella che potremmo definire una vera etica ambientale. Anche i disegni, raccolti in questo catalogo e presentati in mostra riescono a illustrare l'approccio compositivo con chiarezza e precisione, mantenendo una certa astrazione ed essenzialità del segno che risulta particolarmente efficace alla descrizione dello spazio architettonico, mentre le sezioni e i dettagli costruttivi approfondiscono l'esecuzione del cantiere. Infine le letture critiche del Museo del Vino, e più in generale dell'architettura di Perraudin sono la conferma di come la sua opera possa costituire uno stimolo a dibattere di questioni che hanno a che vedere con il senso profondo del fare architettura e con il rapporto che il nostro mestiere deve stabilire con le questioni attuali e urgenti del nostro tempo.
Bellezza violata-Beauty violated
Yann Arthus-Bertrand
Libro: Libro in brossura
editore: CLEAN
anno edizione: 2019
pagine: 171
A Yann Arthus-Bertrand va riconosciuto il merito di aver previsto e poi denunciato con largo anticipo i disastri che funestano il pianeta. Grazie alla sua chiaroveggenza ambientalista, da oltre un quarto di secolo il fotografo francese cerca di svegliare le coscienze di chi decide le sorti del mondo, e non è stata certo la sordità dei leader politici a fiaccare il suo impegno. (...) Già, perché Arthus-Bertrand è anzitutto un esteta, sia nel mostrare l'incanto dei paesaggi ancora incontaminati sia nel saper dipingere con raffinato realismo l'abbominio delle lande ferite dallo sfruttamento umano. Come un grande poeta che sa raccontare con eleganza una tragedia epocale, lui è capace di narrare la catastrofe ecologica in corso con la perfezione plastica e cromatica delle sue immagini. Ogni sua foto ha la forza di un bel sonetto, perché partorita sempre con fatica e composta con commozione e compassione. (Dall'introduzione di Pietro Del Re).
La ragione delle forme essenziali. Composizione e figure del progetto
Carlo Alessandro Manzo
Libro: Copertina morbida
editore: CLEAN
anno edizione: 2019
pagine: 142
La questione di fondo che attraversa questi scritti, diversi per occasioni e finalità, riguarda le ragioni della forma nel progetto di architettura, insieme alle implicazioni che ne accompagnano l'iter: le modalità del comporre, i condizionamenti tecnici, la ricerca della "bellezza" e delle figure significative, il ruolo da assegnare alle scelte morfologiche. I nuovi paradigmi del progetto possono infatti modificare ma non annullare il problema della forma, che continua a essere una componente irrinunciabile, dal momento della percezione a quello dell'uso dello spazio. Il termine "forma essenziale" comprende quella dualità dell'aspetto e della essenza, che si ritrova nell'azione del comporre; una compresenza necessaria perché l'opera architettonica risponda alle condizioni di utilità, riconoscibilità e appropriatezza.
Architetture filosofiche e come comporle. Un altro modo di fare architettura, dalla linguistica alle arti figurative attraversando le figure retoriche
Massimiliano Bellinzoni
Libro: Copertina morbida
editore: CLEAN
anno edizione: 2019
pagine: 159
"Architetture filosofiche e come comporle" non è solo un esercizio teorico; oltre all'adeguatezza, al tipo e al rapporto con il contesto nella composizione architettonica, la figura retorica applicata alla ricerca concettuale diventa un altro modo di interpretare un'opera. L'architettura intesa come "topologia", ossia la ricerca di una forma della trasformazione, riguarda una parte della sperimentazione architettonica atta a riplasmare le configurazioni e/o le funzioni di uno o più edifici o addirittura del paesaggio. Spesso si sente parlare di metafora nella descrizione di una architettura, si ritiene che non esista solo la metafora in quanto essa è solo una delle tante figure retoriche (seppur la prima e fondamentale) ma nel campo della linguistica ne esistono moltissime altre. Trasferire significati da una campo sensoriale a un altro attraverso rapporti di forma, di somiglianza, di stile, di significato, ecc.. vuol dire comunicare. Il dovere dell'architetto è soprattutto quello di comunicare, di evocare; il diritto di tutti noi è quello di saper cogliere ciò che ci è stato comunicato. Solo per citarne alcune, si esamineranno la metafora così come la similitudine, la sinestesia, l'allegoria, la litote, la sineddoche, ecc... per approdare alle declinazioni diverse come la paratassi e la parabola, in sostanza tutti quegli strumenti possibili e a nostra disposizione per scoprire quanta sostanza c'è alla base di un fatto architettonico. Saranno analizzati molti dei progetti che hanno fatto e che fanno la storia dell'architettura contemporanea, arricchendo oggi il panorama mondiale sociale e culturale. Solo per citarne alcuni: Le Corbusier, Mies van der Rohe, F.L. Wright, J. Utzon, Aldo Rossi, Santiago Calatrava, Renzo Piano, Massimiliano Fuksas, Future System, Haworth Tompkins, Marcio Kogan, Richard Meier, Zaha Hadid, Mario Cucinella, BIG, SeArch e Christian Miiller, Jean Nouvel, Herzog & de Meuron, Norman Foster, Cecilia Puga, MVRDV, Antón García Abril, Frank O. Gehry, Coop Himmelb(1)au, Ben van Berkel, Daniel Libeskind, Diller Scofidio + Renfro, Stefano Boeri, I.M. Pei, Vittorio Gregotti, Bernard Tschumi, Eduardo Souto de Moura, Wolfgang Buttress, Snohetta, Richard Rogers, Mark Ross Johnson, Oscar Niemeyer, Peter Cook, Vito Acconci, Asymptote Architecture, David Fischer, Vincent Callebaut, oltre ad artisti come Alberto Burri e Christo and Jeanne-Claude; essi vi faranno attraversare un viaggio in tutto il globo alla scoperta delle loro architetture fantastiche.
Paolo Zermani. Architettura e tempo. La ricostruzione del castello di Novara
Libro: Copertina morbida
editore: CLEAN
anno edizione: 2019
pagine: 60
"Con Paolo Zermani. Architettura e Tempo dedicata al progetto del Castello di Novara, si arriva alla quinta Mostra di Architettura, nell'arco di soli due anni, che chi scrive ha ideato e promosso per il DiARC, Dipartimento di Architettura della Università degli Studi di Napoli Federico II, invitando protagonisti dell'architettura europea a esporre solo una opera. L'obiettivo di queste mostre non è infatti quello di costruire monografie su produzioni peraltro talvolta, molto ampie e altrettanto note, ma piuttosto quello di utilizzare un progetto per discutere e approfondire questioni di carattere teorico e generale legate all'Architettura e al suo farsi. La Mostra sulla Ricostruzione del castello di Novara riguarda, tra le tante, una questione che interessa discutere, in particolare all'interno delle scuole di architettura italiane, dove, l'intervento sul patrimonio costruito e quello per la costruzione del nuovo vengono presentati agli studenti come categorie di intervento riferibili a teorie, metodi e tecniche appartenenti ad ambiti disciplinari differenti e caratterizzati da posizioni inconciliabili tra chi guarda all'opera come documento, il cui valore può ridursi a quello testimoniale, e chi invece, fondandosi su un giudizio di natura formale, ambisce a costruire - o ricostruire - un monumento che, come la radice latina del termine ci ricorda, ha il compito di ricordare, il passato, e ammonire, per il futuro. In questo progetto Paolo Zermani sceglie la seconda via e si dimostra architetto colto e sensibile nell'interpretare i caratteri del monumento esistente e architetto raffinato e coraggioso nell'aggiungerne di nuovi: come l'Architettura e il suo progetto hanno sempre fatto, rendendo le nostre città quel patrimonio ricco di storia e di valori che il mondo ci invidia." (Federica Visconti, Renato Capozzi)
Rapp+rapp. The european skyscraper
Libro: Libro in brossura
editore: CLEAN
anno edizione: 2019
pagine: 75
Omaggia due progetti dello studio olandese di architettura Rapp+Rapp realizzati a L’Aia: la Toren de Kroon (2011) e il Centrum Ypenburg (2006). Attraverso questi progetti gli autori, Christian Rapp, Birgit Rapp e Harrie van der Meijs, sembrano guardare alla città - e con questo sguardo offrire una più generale indicazione di metodo - come a un’unica, grande architettura certamente articolata e irriducibile a un unico principio, ma pur tuttavia ancora riconducibile all’interno di una dimensione autenticamente formale. Ulteriore ragione dell’accostamento di queste due opere all’interno di un’unica esposizione è la comune riflessione che queste svolgono sul tipo dell’edificio alto e sul suo rapporto con la città europea. A partire da questo specifico punto di vista, e pervenendo a due soluzioni differenti ma ugualmente possibili, entrambi i progetti affrontano organicamente le questioni relative alla loro disposizione all’intern
Josef Frank. Was ist modern?
Libro: Libro in brossura
editore: CLEAN
anno edizione: 2019
pagine: 87
La mostra Josef Frank (1885-1967) “Was ist Modern?” intende riportare all’attenzione della critica architettonica contemporanea l’opera multiforme dell’architetto viennese, capace di articolarsi nei diversi rami dell’architettura e del design attraverso una progettazione a scale diverse, dando voce a una visione della modernità eterodossa rispetto alle posizioni dei suoi contemporanei. Invitato al Weissenhof di Stoccarda nel 1927, Josef Frank fu oggetto di critiche pungenti da parte dei colleghi per aver arredato gli interni delle sue abitazioni con tessuti colorati e mobili ritenuti inconciliabili con gli indirizzi del Movimento Moderno inteso nella sua rigida componente razionalista e funzionalista. A causa della sua posizione non allineata rispetto al modernismo radicale, infatti, le architetture residenziali dell’autore viennese, poi emigrato in Svezia, sono state nel complesso poco studiate o apprezzate. Il metodo di lavoro di Frank ha fatto ricorso ad articolate composizioni volumetriche, a calibrate gestioni della distribuzione degli spazi, allo studio accurato delle opere in sezione, alla individuazione dei temi di dettaglio. Attraverso le case e gli scritti di Frank è possibile dunque ricostruirne la poetica, così lontana dai dogmi e dagli stereotipi della cultura moderna convenzionale, ma sempre attenta all’abitare nelle sue componenti vissute ed emotive.