Fondazione Luigi Rovati
Diego, l'altro Giacometti
Libro: Libro in brossura
editore: Fondazione Luigi Rovati
anno edizione: 2023
pagine: 224
Infaticabile assistente e paziente modello, Diego Giacometti ha condiviso con il fratello Alberto quarant’anni di vita e di lavoro, in un rapporto simbiotico tra i più intensi della storia dell’arte moderna. Il suo è un percorso creativo a cavallo tra scultura e design, con un approccio molto personale all’arte della decorazione: i mobili e gli oggetti da lui realizzati rincorrono un’eleganza asciutta e severa, impreziosita da sottili riferimenti a civiltà di altre epoche, a partire da quella etrusca, ed esaltata dalla predilezione per il bronzo. L’istintiva simpatia per gli animali lo porta a ritrarli spesso, anche nei mobili: la loro presenza non ha solamente una funzione ornamentale, ma trasforma la struttura stessa dell’oggetto animandone i volumi interni che, come le linee essenziali di un paesaggio, diventano ancora più leggeri e ariosi. Sono ideali che Diego condivide con il celebre arredatore d’interni Jean-Michel Frank, con cui collaborò in più occasioni. Oltre alle numerose committenze dei privati, Diego è sollecitato anche dalle istituzioni pubbliche, dal Musée national Marc Chagall fino alla commissione più prestigiosa: la proposta di realizzare, ormai ottantenne, la decorazione per il nuovo Musée Picasso di Parigi, sua consacrazione postuma, e definitiva, come artista. In questo catalogo, pubblicato in occasione della prima mostra italiana su Diego Giacometti presso la Fondazione Luigi Rovati, il curatore Casimiro Di Crescenzo ne traccia il profilo biografico, fa luce su molti aspetti della vita dei fratelli Giacometti a Parigi, puntualizza alcuni fatti e scopre novità interessanti, ricorrendo anche alla corrispondenza con i familiari. I quattro testi che introducono le sezioni delle opere descrivono i nuclei tematici della produzione di Diego (scultura, mobili e oggetti, raffigurazioni di animali), oltre che il già citato ruolo come modello di altri, del padre ma soprattutto di Alberto. Il catalogo è arricchito da testi di Roger Montandon, Eberhard W. Kornfeld, Henri Cartier-Bresson.
Fondazione Luigi Rovati. Museo d'arte
Libro: Libro rilegato
editore: Fondazione Luigi Rovati
anno edizione: 2023
pagine: 136
Questo volume è il racconto della genesi e dei principi operativi di Fondazione Luigi Rovati, un’infrastruttura materiale e immateriale della società della conoscenza, e del Museo d’arte ospitato nella sede di corso Venezia 52 a Milano, dove antico e contemporaneo dialogano all’interno di uno spazio rinnovato dall’archistar Mario Cucinella, inserito nella prestigiosa Wow List 2023 delle più importanti opere di architettura, arte e design al mondo selezionate dalla rivista AD Architectural Digest. L’architetto, del resto, non si è limitato al riassetto e al nuovo allestimento dei piani storici dell’edificio, ma vi ha aggregato un’immaginosa e rigorosa addizione ipogea, che nella forma, nella luce, nella suggestione emotiva è ispirata alla collezione di arte etrusca annoverata fra i vanti della Fondazione. Il mito etrusco ha viaggiato e viaggia sottopelle, affiorando, talvolta clamorosamente, in parte importante dell’arte e del pensiero del secolo scorso e ancora nel XXI secolo. È una rete dai molti nodi e implicazioni che Fondazione Luigi Rovati ha posto al centro del suo progetto culturale, ospitando non solo straordinari reperti archeologici, ma anche una raccolta di opere moderne e contemporanee – fra cui le installazioni site-specific di Luigi Ontani, Giulio Paolini, Francesco Simeti – intese non come un corpo autonomo e separato bensì come vitali e stimolanti interlocutrici dell’antico. Oltre a una sezione dedicata al cantiere e alla storia del Palazzo a cura di Mario Cucinella, il volume è arricchito da testi di Salvatore Settis (sul rapporto fra il museo e la città), Mario Abis (sul valore sociale del museo), Giulio Paolucci (sulle alterne fortune del collezionismo milanese di antichità) e Martina Corgnati (sugli echi e le suggestioni della cultura etrusca nell’arte del Novecento). Testi di Lucio Rovati, Giovanna Forlanelli, Salvatore Settis, Mario Abis, Mario Cucinella, Giulio Paolucci, Martina Corgnati.
Il lampadario di Cortona. Dal collezionismo delle origini alle raccolte contemporanee
Libro: Libro in brossura
editore: Fondazione Luigi Rovati
anno edizione: 2023
pagine: 112
Tra i capolavori etruschi più noti, un posto da protagonista spetta al lampadario conservato al Museo dell’Accademia Etrusca di Cortona. Con un peso di oltre mezzo quintale, è considerato uno dei più pregevoli esempi di bronzistica antica, unico esemplare di lampadario etrusco ritrovato integro, entrato a far parte delle collezioni museali a seguito di un ritrovamento fortuito e di una complessa trattativa di acquisto. Oggi gli esperti sembrano concordi nel ritenere che la monumentale lucerna a sedici beccucci sia stata prodotta in un’officina dell’Etruria interna centro-settentrionale, tra Arezzo e Orvieto: una zona che nel IV sec. a.C. era ben attrezzata per produzioni di questo tipo e dalla quale provengono altri grandi bronzi. La complessità dell’iconografia, la straordinaria qualità della tecnica fusoria e il pregio del materiale portano a escludere la collocazione privata di un manufatto di tale valore: l’ipotesi più plausibile è che fosse destinato a un santuario pubblico, dove avrebbe potuto svolgere con continuità ed efficacia la sua funzione. Il volume include alcuni saggi sul tema dell’illuminazione nel mondo etrusco, sulla storia antiquaria, sulla realizzazione e l’analisi dell’apparato decorativo, a cui si aggiungono una selezione di lettere e documenti tratti da Nuove letture del lampadario etrusco (1988) e un nuovo saggio introduttivo di Paolo Bruschetti e Giulio Paolucci, scritto in occasione dell’esposizione presso il Museo d’arte della Fondazione Luigi Rovati. Testi di Paolo Bruschetti, Giulio Paolucci, Paolo Giulierini, Riccardo Massarelli.
Alla corte della civetta. Ediz. italiana e inglese
Francesco Simeti, Luigi Fassi
Libro: Libro rilegato
editore: Fondazione Luigi Rovati
anno edizione: 2022
pagine: 88
Francesco Simeti è autore di un universo visivo che mediante la commistione di elementi naturalistici e surreali – dalla botanica alle miniature medievali – conduce un’analisi sullo sviluppo della storia naturale, mostrandone la relazione con la storia sociale umana. Si è affermato grazie a sculture, installazioni e interventi di arte pubblica esposti presso prestigiose istituzioni in Italia e all’estero. Questa pubblicazione è dedicata all’intervento site-specific realizzato da Simeti per il Museo d’arte della Fondazione Luigi Rovati ed è parte di una nuova serie di monografie su importanti artisti contemporanei che hanno collaborato con la Fondazione. Composto da due arazzi (Alla corte della civetta ed Elleboro) e da una serie di elementi decorativi in ceramica (Phantázō), il lavoro di Simeti opera su molteplici piani tra storia e finzione, reinventando l’antico in modi e forme personali. Ispirati ai bestiari medievali, gli arazzi riproducono un groviglio di creature dall’identità ibrida e metamorfica, come civette, salamandre, mostri marini, unicorni, felini, rinoceronti, fra cui si muovono, irriconoscibili, figure umane dotate di maschere antigas, elmetti e respiratori: sono la rappresentazione visiva di un rapporto traumatico tra noi e il mondo naturale. In conversazione con Luigi Fassi, Simeti racconta gli ingredienti che hanno dato avvio al percorso creativo: le boiserie e gli stucchi del palazzo (sede del Museo d’arte), distribuiti in una fuga di stanze da anni disabitate; le fotodocumentazioni di alcuni arazzi settecenteschi dispersi, a tema chinoiserie; una collezione di preziosi buccheri etruschi in ceramica nera. Un insieme di secoli e stili, rivisitati e rinnovati, in cui antico, moderno e contemporaneo si compenetrano tra loro mimeticamente.
Era finora. Ediz. italiana e inglese
Giulio Paolini, Francesco Guzzetti
Libro: Libro rilegato
editore: Fondazione Luigi Rovati
anno edizione: 2022
pagine: 82
Fra i maggiori esponenti dell’Arte concettuale, Giulio Paolini ha fatto della sua produzione una riflessione metafisica sul processo della creazione artistica. Paolini, infatti, ritiene che l’opera in qualche modo pre-esista all’intervento dell’artista, che è semplicemente il primo a poterla contemplare. Egli si interroga sul ruolo dell’artista, sugli strumenti della rappresentazione, sulla relazione tra autore e opera, opera e osservatore, osservatore e artista. Questa pubblicazione è dedicata all’opera site-specific realizzata da Paolini per il Museo d’arte della Fondazione Luigi Rovati ed è parte di una nuova serie di monografie su importanti artisti contemporanei che hanno collaborato con la Fondazione. Intitolata Era finora, l’opera di Paolini si compone dei profili in gesso di due teste, una femminile e l’altra maschile, a evocare rispettivamente il classico e il neoclassico, l’origine del canone occidentale dell’arte e la sua ripresa agli albori dell’età contemporanea. Inquadrati entro una teca, i volti sembrano misurare il perimetro di uno spazio, o marcare un percorso, come pietre miliari. Il loro sguardo dà luogo a un tracciato prospettico scandito da riproduzioni fotografiche sovrimposte: una specie di “galleria di ritratti”, un continuum di immagini che scandiscono la storia dell’uomo e dell’arte, muovendosi tra passato e presente, come testimoni di tempi e spazi lontani ma compresenti nel qui e ora della fruizione dell’opera.
Lo strano caso di Francesco Mancinelli Scotti
Libro: Libro in brossura
editore: Fondazione Luigi Rovati
anno edizione: 2021
pagine: 656
Il conte Francesco Mancinelli Scotti, di nobile famiglia toscana decaduta, viene colto a circa quarant’anni dalla “insana passione” per l’archeologia e gli scavi e dedica i successivi quaranta a “devastare” il territorio della Toscana meridionale. Uomo di grandi slanci, che lo portano a vent’anni a entrare nelle fila garibaldine, Francesco Mancinelli Scotti opera come infaticabile e fortunatissimo scavatore, collezionista e mercante di antichità che ha venduto materiali di scavo a collezioni e musei americani spesso alterando i dati di provenienza. Questo aspetto dell’attività di Mancinelli Scotti è di particolare interesse in quanto egli opera proprio negli anni in cui comincia a solidificarsi l’ossatura del controllo da parte dello Stato degli scavi, la lotta all’esportazione incontrollata di materiale archeologico all’estero e alla dispersione nel mercato antiquario. Il volume si pone quindi un doppio obiettivo: da un lato vuole mostrare chi era Francesco Mancinelli Scotti e quale sia il portato delle sue forsennate ricerche, dall’altro vorrebbe suscitare una rinnovata riflessione sulla tutela del nostro Patrimonio Culturale.
La stele di Kaminia, gli Etruschi e l'isola di Lemno
Emanuele Papi, Carlo De Domenico, Riccardo Di Cesare, Germano Sarcone
Libro: Libro in brossura
editore: Fondazione Luigi Rovati
anno edizione: 2023
pagine: 120
La stele di Kaminia, conservata al Museo Archeologico Nazionale di Atene, è una delle tre iscrizioni, tra le più illustri dell’antichità, che hanno guidato generazioni di italiani nell’Ellade alla ricerca del passato. Realizzata nel VI secolo a.C. come segnacolo di una tomba e recuperata tra il 1883 e il 1885 nell’isola di Lemno, la stele era originariamente alta un paio di metri, anche se oggi ne rimane solo la metà superiore, con il profilo di un uomo che impugna lancia e scudo. Intorno alla figura e sul lato destro della pietra sono incise duecento lettere dell’alfabeto greco: in tutto trentatré parole su undici righe scritte in direzione alternata. Tuttavia, il testo scritto in greco non è né greco né indoeuropeo e appartiene alla stessa famiglia dell’etrusco e del retico, che si parlava e scriveva in una zona ai confini tra le attuali Austria, Svizzera e Germania. Gli archeologi, gli storici e i linguisti che si occupano della stele di Kaminia e del suo contesto sono alle prese con una questione ancora irrisolta: se gli abitanti di Lemno, testimoniati dalla stele e dalle altre iscrizioni, siano della stessa stirpe degli Etruschi migrati dall’Anatolia, con un gruppo stanziato a Lemno e un altro arrivato in Etruria, oppure se si tratti di Etruschi giunti a Lemno dall’Italia, per fondare una colonia o una stazione commerciale e di pirati nell’Egeo. La storia della stele, e del popolo di cui era espressione, è narrata in questo libro e nella mostra in corso presso la Fondazione Luigi Rovati fino al 18 luglio 2023, in collaborazione con la Scuola Archeologica Italiana di Atene, che a Lemno conduce scavi e ricerche da oltre un secolo.