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Nel terzo volume delle avventure a lui dedicate, finalmente Rocambole si prende la scena, rivelandosi come il più scaltro e spietato dei criminali. Credendosi orfano del suo mentore sir Williams, Rocambole assume l’identità del marchese de Chamery per entrare nell’alta società parigina e fare la corte alla ricchissima Conception de Sallandrera. Nel suo piano è aiutato dal redivivo sir Williams, ormai diventato cieco, muto e mutilato dopo le “cure” inflittegli da Baccarat e dal conte Artoff. E sarà proprio Baccarat a tornare sulla strada di Rocambole e a contrapporsi al suo piano criminale, proprio quando tutto sembrava andare nel verso giusto. E così, nell’ultima parte del volume, assistiamo alla sfida finale e definitiva che decreterà le sorti di questa lotta tra il Bene e il Male che si combatte nella Parigi di metà XIX secolo. Il volume contiene i tomi "Una figlia di Spagna", "La morte del selvaggio" e "La rivincita di Baccarat".

In un futuro non troppo lontano, l’umanità si trova divisa tra due futuri. Tutto dipenderà da un movimento nato in Tibet che potrà (o non potrà) influenzare le superpotenze Cina e Russia. In questo romanzo, scritto durante la Seconda Guerra Mondiale, Stapledon traccia una appassionata allegoria della razza umana e della sua possibile estinzione a causa dei conflitti e delle ideologie. Come in un libro di storia ambientato nel futuro, assistiamo a una narrazione quasi saggistica, ma appassionante, del nostro destino.

Come in una macabra variazione dei Dieci piccoli indiani, gli eredi di Josiah Key vengono eliminati uno dopo l’altro da una mano misteriosa. L’assassinio di Cassie Thomas, amata direttrice dell’ufficio postale di Oldtown, inaugura una serie di delitti e tentati omicidi che hanno per obiettivi gli eredi di Josiah Key, ricco commerciante morto tempo prima. Fay Williams, dama di compagnia della sorella di Josiah, cerca in ogni modo di salvare la vita alla sua datrice di lavoro e inizia così una personale indagine tra i possibili sospettati. Chi è che ha il movente migliore per volere morti gli altri eredi? E cosa c’entrano le inquietanti figure che ogni sera escono al buio da un convento abbandonato per attraversare il bosco in un corteo silenzioso?

Quando un’assassina in procinto di essere giustiziata chiede a un sacerdote senza figli di prendersi cura della sua bambina, l’uomo non sa rifiutare. L’uomo però ha poco dopo una figlia naturale. Le due bambine crescono insieme credendosi sorelle, e il sacerdote fa di tutto per nascondere la reale origine di una delle due figlie. Quando le due giovani crescono e finiscono per contendersi l’amore dello stesso uomo, le persone a conoscenza del segreto si chiedono: la malvagità è ereditaria? È questa la domanda attorno a cui ruota questo appassionante romanzo nel pieno stile di Wilkie Collins, l’ultimo a essere completato dall’autore prima della sua morte.

Quando una terribile epidemia distrugge i raccolti e la vegetazione in tutto il mondo, in Inghilterra il miliardario Nordenholt prende in mano il paese, instaurando una dittatura. Scopo di Nordenholt è preservare l’umanità salvando un milione di persone e conducendole in un’area protetta, ma questo significa abbandonare tutte le altre, condannate a morire di fame. Tra distopia e romanzo apocalittico, assistiamo alla nascita di un regime e alle dinamiche di un’umanità alle prese con la catastrofe.

Quando Julius Ricardo, amico e collaboratore del celebre detective Hanaud, riceve una richiesta d’aiuto da parte della giovane americana Joyce Whipple, preoccupata per la sorte della sua amica Diana, non pensa certo di ritrovarsi coinvolto in un efferato omicidio e nella contemporanea sparizione di Joyce. Nella notte che precede il giorno della vendemmia a Château Suvlac, Joyce sparisce ed Evelyn Devenish – una ragazza che sembra l’esatto opposto dell’americana e che nutre una forte ostilità per lei – viene brutalmente uccisa. Spetterà ad Hanaud scoprire cosa si cela sotto la superficie di un pigro castello di campagna. Dietro l’apparente tranquillità di un villaggio nel sud della Francia si cela un mistero inquietante e orribile, persino per l’ispettore Hanaud.

1812, mentre le truppe di Napoleone si ritirano dalla Russia, si compie una sanguinosa vendetta tra due ufficiali della Grande Armata. Molti anni dopo, a Parigi, gli eredi di quella faida danno vita a una lotta senza esclusione di colpi tra il Bene e il Male. Da una parte il conte Armand de Kergaz, che impiega le sue risorse a favore dei più deboli, dall’altra il fratellastro Andrea, alias Sir Williams. Quest’ultimo ordisce una trama per impadronirsi della dote della bella e ingenua Hermine, ma viene ostacolato da Armand. Per vendetta, Andrea fa rapire Jeanne, di cui il conte è innamorato, e intanto fa da mentore a un’altra mente criminale, che presto supererà il maestro: Rocambole! Sullo sfondo di una città affascinante quanto pericolosa, inizia così uno dei capisaldi del romanzo d’appendice, dove non mancano amori, passioni e cruenti delitti.

Tornato nelle Filippine dopo anni di studi in Europa, don Crisostomo Ibarra scopre che suo padre, ricco possidente, è caduto in disgrazia ed è morto in prigione. Invece di vendicarsi, Crisostomo decide di dedicarsi alla crescita della sua nazione fondando una scuola, mentre si prepara a sposare la bella Maria Clara. Ma questi propositi non basteranno a metterlo a riparo dai nemici che si annidano tra il clero e i notabili, e che per motivi diversi lo vogliono far cadere in rovina. Affresco affascinante e spietato delle Filippine di fine XIX secolo, "Noli me tangere" è il romanzo che per primo ha “creato” il concetto di nazione filippina ed è, ancora oggi, una superba opera narrativa.

Dal cassetto di un vecchio comodino riemerge un pacco di lettere. Le ha scritte un bersagliere italiano di 30 anni, catturato e fatto prigioniero dagli Anglo-americani all’indomani dello Sbarco in Sicilia nel luglio del ‘43, e trasferito in un campo di prigionia fino a ben oltre il termine della guerra. Mentre il mondo intero è sconvolto dal conflitto, Paolo, questo è il nome del bersagliere prigioniero, scrive alla moglie, in moduli da 24 righe, e parla non tanto delle sue condizioni, quanto delle cose di tutti i giorni, le feste comandate, il figlio piccolo che dice le prime parole, la sorte di amici e parenti: un modo per restare ancorati alla vita. A 80 anni di distanza Antonio Lenoci, giornalista ma soprattutto nipote di Paolo, ritrova le lettere e le affianca a interviste e approfondimenti storici per riprendere coscienza della fase conclusiva della Seconda Guerra Mondiale che abbiamo, forse troppo a lungo, trascurato.

Una tomba senza nome, in un bosco, ricorda l'esistenza di una misteriosa fanciulla, ninfa di un giovane studente vessato. Ritiratasi dal mondo, Ellen rifiuta di parlare del proprio passato e proibisce al suo protetto di parlare di lei… Nel racconto a seguire, "Fratello e sorella", Mary Shelley ci porta nell'Italia del Medioevo, tra le faide familiari di Siena, per raccontare una storia d'amore impossibile tra due giovani di famiglie rivali.

Il detective Reeder viene chiamato da Scotland Yard per un caso di contrabbando, ma quella che sembra una storia semplice diventa ben altro quando Joe Attymar, il misterioso capo dei trafficanti, viene ucciso, e il responsabile sembra essere un giovane amico dello stesso investigatore. Completa il volume “Controllo n° 2”, un romanzo breve in cui troviamo un Wallace completamente diverso da quello a cui siamo abituati. Un thriller cupo e disperato tra efferati omicidi e abominevoli esperimenti scientifici.