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Il Signore del Tempio è un romanzo noir intriso di elementi fantastici, ambientato in un'Atlantide semi-contemporanea, isola sprofondata sotto l'Oceano Atlantico e circondata da una bolla d'aria che permette a chi la abita di respirare. L'intera storia, ad esclusione di alcuni flashback, si svolge nell'arco di una sola notte, quella della Vigilia di Natale. Il romanzo ha tra i protagonisti James Roe, trentenne che lavora in uno stabilimento dove si smaltiscono cadaveri, e Arthur Gray, criminale, psicologo e proprietario della fabbrica. I due uomini sono accomunati dall'obiettivo di fuggire dall'Isola. Il Signore del Tempio è un umano con capacità magico-scientifiche ereditate da creature ancestrali, gli Oscuri, con cui manipola la linfa vitale e le menti degli esseri viventi concedendo a tutti, a loro insaputa, di ripetere il ciclo vita-morte. Nel finale emerge un principio universale sulla natura umana di cui si dovrebbe tenere sempre conto.

C'è Jayden Allen, buttafuori di un night club dalla lingua lunga e la scazzottata facile, senza famiglia né pudore. C'è Ethan Rivera, leader di una band country blues, amante dell'ambiente e del cibo vegano, nemico dell'umanità pigra e sperperatrice. C'è Wilbur Ward, proiezionista giù al drive-in, incapace di stare lontano dalla criminalità e dall'immoralità, molto bravo invece a lavarsi la coscienza. C'è Vincent, che ritorna assieme a quel passato atroce di lotte clandestine difficile da cancellare, che sembra avere tutte le intenzioni di rovinare la loro routine grottesca rapendone uno ed ammazzando gli altri due. Ci sono parolacce, droghe allucinogene e qualche bicchiere di vodka di troppo. Ci sono percosse, pugnalate alle spalle, ma anche una forte amicizia fraterna. Infine c'è Scarlett, misteriosa ragazza dai capelli rosso-fuoco e in calze a rete, coinvolta in questa storia più di chiunque altro e portatrice di innumerevoli e affascinanti bugie.

Il testo si sofferma sul percorso non facile di formazione e di maturazione psico-fisica di un giovane, in particolare sull'acquisizione consaputa dei princìpi basici che sottendono alla conoscenza della grammatica e della sintassi dei sentimenti, persino quando il mondo attorno si manifesta dispersivo, contraddittorio e fuorviante nel mancato orientamento in direzione di una stella polare di riferimento. Lungo tale tragitto, l'incontro fortuito e singolare con una coetanea, una giovane congolese adottata da una famiglia italiana, nonostante una serie di problematiche da superare sul versante della personalità e delle condizioni particolari di lei, approderà a un rapporto d'amore autentico e fuori dal comune. Le diversità marcate fra i due non saranno un ostacolo nella realizzazione di un progetto di vita, anzi, costituiranno motivo di arricchimento reciproco nel perseguimento di un ideale esistenziale, capace di unire sforzi individuali, attese e aspettative, convergenti verso un'unica finalità. Uno spaccato di vita, al postutto, del mondo adolescenziale dei nostri giorni che, attraverso una storia privata alquanto delicata e sensibile, aiuta a comprendere l'assurdità di certi pregiudizi - per condannarli e rifiutarli - e sollecita altresì la possibilità di stringere relazioni significative con chi può apparirci, troppo frettolosamente, non in linea con la cosiddetta normalità.

"Quel "ci penso io" cadenzato ci trasmetteva sicurezza, nel caso si presentasse per noi piccoli un problema, ci pensava sempre un adulto a risolverlo senza coinvolgerci, noi non dovevamo preoccuparci di nulla, a volte la soluzione lo precedeva. Arrivavano come degli spazzaneve prima che iniziasse a nevicare ed erano come degli elicotteri salvavita. Noi bimbi, di fronte a qualsiasi difficoltà, contavamo sempre sul loro sostegno alimentando la convinzione di non potercela fare senza di loro. La felicità veniva concepita come un diritto e un dovere altrimenti provocava in loro un senso di colpa. Se ci trovavano tristi, si finiva subito dallo psichiatra. Gli psicofarmaci si prendevano come caramelle. A scuola quando arrivavano delle insufficienze, mio padre andava a parlare con le maestre e diventavano subito dei bellissimi voti. Eravamo come in un cesto di lana per gatti in inverno e in una enorme coppa di panna montata d'estate."

"Se senti dolore, sei vivo, ma se senti il dolore degli altri, sei umano", Lev Tolstoj. Oggi pratichiamo yoga per sedare l'ansia, lo stress, in realtà lo yoga è soprattutto un processo di consapevolezza, di individuazione, di autorealizzazione. Con la pratica si sviluppa un senso profondo di inclusività e un nuovo concetto del "noi". Non è un caso che Patanjalj nei suoi "Yoga Sutra" metta al primo posto nel percorso di uno yogi "yama" la relazione pacifica. "L'uomo non raggiungerà mai il suo optimum di vita attenendosi all'egoismo, giacché in fondo egli è fatto in modo che la gioia del prossimo, della quale egli è causa, costituisca per lui qualcosa di indispensabile[...]. L'elemento collettivo è così forte nell'uomo che il suo anelito verso la società gli guasterebbe ogni gioia fondata sul puro egoismo. La via ci porta all'amore vicendevole nella comunione", (C.G. Jung)

Il romanzo si apre nella città di Dortmund, dove il protagonista, rampollo di una famiglia agiata fiorentina, si trova improvvisamente coinvolto in un intricato caso di omicidio. In questo contesto, la vicenda offre uno squarcio appassionante sulla vita del protagonista, segnata da fughe, scoperte e una lotta incessante per la verità. Nei trent'anni successivi, il giovane si trova costretto a intraprende un lungo ed emozionante viaggio, cercando risposte mai ricevute, affrontando sfide inimmaginabili, svelando segreti oscuri e incontrando personaggi enigmatici che cambieranno il corso della sua vita.

In questa raccolta l'autore ha voluto rappresentare le centinaia di migliaia di persone che vivono lontane da dove sono nate, parlano una lingua che non è la lingua madre, si sono inserite nella realtà che le ha accolte ma non ne faranno mai parte come i nativi, e quando tornano al loro Paese si riconoscono solo nel passato, si sentono stranieri anche a casa.

Il romanzo penetra nelle profondità dell'animo umano inquietando e suscitando emozioni e riflessioni. La protagonista è Padma, ragazza marchiata a fuoco dalla sofferenza, che lotta per spaccare il suo guscio, crescere e riscoprirsi splendida fenice capace di volare. Dialoga con l'invisibile, scopre segreti di altre dimensioni e si lascia traghettare verso una trasformazione interiore per superare paure e limiti. L'autrice ci regala un romanzo ammaliante, che va oltre i limiti umani, e ci invita a soffermarci sui concetti di vita e morte, sull'universo, sull'ego, sulla libertà. Un vero e proprio viaggio nell'Ade, negli angoli più reconditi dell'animo. Un invito a riabbracciare l'essenza della vita in tutte le sue forme e possibilità.

Giorgio, impiegato nella ditta del padre, fonda un gruppo musicale con un ex compagno di scuola, Ricky, batterista, e un collega, Cristiano, al basso, ottenendo le date per una tournée in procinto di iniziare. Cristiano, che al momento lavora in un magazzino, avendo fatto l'alberghiero riceve una proposta di lavoro da un rinomato ristorante di Londra, che lo porta a chiedersi se sia meglio accettare il lavoro nuovo e abbandonare il tour sul nascere, o rimanere in patria e presenziare così ai concerti in programma. Decidendo di cogliere l'occasione londinese, Cristiano rimedia un nuovo bassista per il gruppo, Alby, il quale però non sa suonare. Per ovviare alle lacune, il gruppo verrà arricchito, tra le altre cose, con la presenza di un paio di coriste non professioniste, Chiara e Angelica.

Negli anni Trenta del '900, Vera, rimasta orfana del padre, si imbarca sulla motonave Vittoria diretta in India. Il lungo viaggio seguirà le stesse tappe che molti anni prima ha percorso la cugina Beatrice desiderosa di scappare da un rigido tutore e da un matrimonio indesiderato. Le vicende della Marchesa di Sottocorno, soprannominata "la fuggitiva", avevano creato non poco scalpore nella Milano dell'epoca. Vera, rimasta priva della famiglia e del patrimonio, sperperato dal padre sui tavoli da gioco, accetta l'invito di Beatrice a raggiungerla al di là dell'Oceano. Vuole conoscere l'India, ma, soprattutto, desidera ricongiungersi con la lontana cugina, l'unica parente che le sia rimasta. Il suo avventuroso viaggio sarà accompagnato dalla lettura del lungo epistolario che Beatrice le farà recapitare regolarmente. Attraverso la scrittura vivace ed elegante della Marchesa, Vera conoscerà la sua storia movimentata e travagliata e, finalmente, arriverà a "La casa dell'accoglienza", quella degli ultimi.

Gran parte della raccolta è stata scritta negli anni della pandemia, quando siamo stati sottoposti a provvedimenti di limitazione della libertà. In essa si alternano l'amara constatazione della perdita, per molte persone, della ragione, la forte speranza che esista un gruppo di persone che non ha né ceduto né creduto al racconto che veniva ovunque diramato, la voce di chi, assecondando quanto veniva detto, ha avuto conseguenze gravi, e quella di chi, invece, ha resistito. Ci sono poi poesie a sé stanti ma che possono comunque entrare in queste "parole dal lockdown". Nate come reazione di un momento, scritte quasi tutte di getto, queste poesie sono un tentativo di ripresa di coscienza e dignità umana.

La silloge si articola in due parti: nella prima sono raccolti componimenti meditati e compiuti, per questo dotati di titolo; nella seconda sono presenti impressioni veloci e quasi solo di "passaggio".