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Racconti

Le mele d'oro

Le mele d'oro

Eudora Welty

Libro

editore: Racconti

anno edizione: 2021

pagine: 350

"Le mele d’oro" è il capolavoro che consacra Eudora Welty – premio Pulitzer nel 1973 – maestra indiscussa della forma breve: una raccolta in cui ogni racconto è legato all’altro dal destino, unico, degli abitanti della fittizia città di Morgana. Nel Sud degli Stati Uniti ogni vita è intrecciata all’altra, i protagonisti si ritrovano e riscoprono di racconto in racconto ogni volta con un senso e una prospettiva diversi. Questa raccolta vicina al romanzo è un capolavoro strutturale in cui il pettegolezzo si mischia al lirismo purissimo e alla descrizione più minuziosa, in un microcosmo dove ogni tragedia – mariti che abbandonano le mogli, maestre di piano che diventano pazze, bambine che rischiano di affogare – viene risolta da un’epifania di tenerezza del tutto imprevedibile un solo momento prima. Mai come qui, al suo massimo splendore, Eudora Welty si accosta per libertà e agilità alla penna della sua adorata e indiscussa maestra Virginia Woolf.
18,00

Otto uomini

Otto uomini

Richard Wright

Libro

editore: Racconti

anno edizione: 2020

pagine: 320

Un uomo non ancora uomo che per diventarlo decide di comprarsi una pistola. Un uomo che per sopravvivere si finge donna delle pulizie in una casa di bianchi. Un uomo che per scappare dalla polizia si nasconde per giorni nelle fogne cittadine. Un uomo enorme, un marinaio, che affittando sempre la stessa camera in un ostello di Copenhagen terrorizza per anni il suo ospite. Un uomo che ha visto un’esondazione, un altro che uccide la propria ombra… In questa raccolta mai pubblicata in Italia Richard Wright ci insegna cosa significa essere uomini, e neri, nell’America e nel mondo di ieri – ma anche e soprattutto di oggi.
18,00

Cose impossibili di tutti i tipi

Cose impossibili di tutti i tipi

John McGahern

Libro

editore: Racconti

anno edizione: 2020

pagine: 250

È stato per molti critici il Čechov irlandese, per la sua abilità nel tratteggiare la dura vita rurale in racconti illuminati da una grazia cupa. D’altra parte, alla penna aveva sempre alternato la zappa, lavorando come contadino nella sua fattoria. Autore pluripremiato e considerato tra i grandi di sempre nella terra di Joyce e Beckett, in Italia sono stati pubblicati tre dei suoi romanzi: "Il pornografo" e "Moran tra le donne" (Einaudi), e "The Dark" (Minimum Fax), bandito dalla censura nell’allora bigotta Irlanda.
17,00

Immagina di baciare Pete. Prediche e acqua minerale

John O'Hara

Libro: Libro in brossura

editore: Racconti

anno edizione: 2020

pagine: 128

Pete McCrea e Bobbie Hammersmith sono una coppia borghese mal assortita e infelicemente sposata che fra un tradimento e l’altro vedrà prima precipitare le proprie sorti nelle gerarchie sociali, all’indomani della crisi del 1929, e poi infine trovare un’insperata felicità grazie al figlio Angus, che riuscirà a realizzarsi a Princeton. Malgrado le infedeltà e lo sgretolarsi delle certezze economiche, osserviamo marito e moglie invischiarsi in un’unione di una lealtà commovente, guidati dalla penna sicura e dall’orecchio per il cicaleccio americano di John O’Hara. Pubblicato inizialmente sul New Yorker, è il secondo capitolo di una trilogia che ha per centro la città inventata di Gibbsville e per protagonista il doppio dell’autore, Jim Malloy, uno scrittoruncolo di mezza tacca con un grande occhio per le differenze di classe e di razza della società americana.
13,00 12,35

Lot

Lot

Bryan Washington

Libro: Libro in brossura

editore: Racconti

anno edizione: 2020

pagine: 240

Attorno a Downtown, dove i grattacieli delle compagnie petrolifere riflettono come prismi la luce del sole texano, la vera Houston è una distesa di parchi malmessi, immensi quartieri popolari, parcheggi, club, lavanderie a gettoni, superstrade e sottopassaggi. Qui la vita è nascosta e multiforme, colorata dai volti degli immigrati e da quelli dei loro figli, ma anche segnata da un certo tipo di destino, da possibilità lasciate per strada, dalla lottizzazione delle abitazioni e delle esistenze. È questo l’eco di significati riverberato da Lot. Fra i quartieri e gli incroci di questa Houston tentacolare, Bryan Washington concepisce un’opera a metà fra due forme letterarie. Da una parte il racconto, l’istante in cui ognuna di queste vite assume il proprio significato, il pettegolezzo delle viejas davanti alle loro shotgun house: cugine ex-prostitute che leggono Calvino per dimenticare un aborto, chupacabra alla deriva, squadre di baseball queer che improvvisano una partita dopo le devastazioni dell’ennesimo uragano. Dall’altra il romanzo, la spina dorsale di tutta la raccolta, che sembra canalizzare i sospiri di una città e dei suoi milioni di disperati: la lunga parabola di un protagonista senza nome che cresce fra l’assenza della sorella, la fuga del padre e le scelte violente del fratello maggiore, facendo i conti sia con la propria omosessualità sia con la propria complicata e immobile patria aliena, per una sorta di doppia e quasi impossibile emancipazione. Riconosciuto da innumerevoli premi come uno degli esordi più interessanti dell’anno, Lot rivela un talento del tutto singolare, con uno stile anch’esso a metà; fra la veracità di una prosa rapida, fradicia di melting pot e street knowledge, e la poeticità propria di certi orizzonti oleosi, di certe insicurezze sessuali e di alcuni, rari e centellinati, momenti catartici.
18,00

L'uovo di Barbablù

L'uovo di Barbablù

Margaret Atwood

Libro: Libro in brossura

editore: Racconti

anno edizione: 2020

pagine: 316

Margaret Atwood è ormai universalmente nota per la serie televisiva tratta da Il racconto dell'ancella, ma sono in molti a ritenere che la scrittrice canadese abbia dato il meglio di sé nei racconti. In «L’uovo di Barbablù» la ritroviamo intenta a sgretolare il guscio protettivo che avvolge le vite di coppia delle donne, siano ceramiste con la pessima abitudine di innamorarsi di poeti o solo ragazze troppo semplici per essere al riparo da un marito fedifrago. Una fine che si approssima e di cui si intravedono le crepe nella parete, questo è l’incombente senso di minaccia e l’anticipo di liberazione che si deve provare dentro un uovo, un guscio protettivo e autosufficiente dove ci si prepara alla sopravvivenza in un mondo esterno probabilmente pericoloso. E proprio in quest’uovo pronto a schiudersi sembrano vivere le donne ritratte in questi racconti da Margaret Atwood, ognuna di loro, come nella favola di Barbablù, ha una chiave per entrare in una stanza segreta e ha tutta l’intenzione di usarla. Magari per abbandonarsi a reminiscenze seguendo un flusso che le conduce all’idillio di un’ultima lunga estate al riparo dalla vita adulta, trascorsa nei boschi a sfuggire da un fidanzato noioso oppure in un mare dove l’orizzonte è chiuso da ingombranti mercantili. Le Betty e le Loulou di questo mondo, impegolate come sono in complicatissimi ménage domestici, tentano di tenere tutto assieme rimandando l’inevitabile crollo, che sia con un gruppo di poeti sfaccendati che dipendono dall’unica donna della casa o dentro a una fragile esistenza fatta di colazioni accanto a un marito fedifrago. In questi momenti in cui la fine dei tempi sembra farsi quotidiana, Atwood è ancora capace di sgretolare il rivestimento di cui sono circonfuse le nostre vite per metterne a nudo tic e manie, paure e slanci.
18,00

Come in una tomba

Come in una tomba

James Purdy

Libro

editore: Racconti

anno edizione: 2020

pagine: 128

Fresco di Vietnam, sfregiato in modo orrendo, Garnet Montrose fa ritorno alla sua cittadina d'origine in Virginia e diventa immediatamente un paria. Schifato dai suoi amici per il suo aspetto, ma tutt'altro che scoraggiato, decide di riprendere il corteggiamento della sua antica fiamma dei tempi del liceo, la vedova Rance. L'unico a rimanergli accanto sarà un altro sbandato, un ragazzino bellissimo e sdentato che ha assunto come suo tuttofare, che legge per lui, consegna le sue lettere d'amore, gli lava i piedi come fosse un dio.
13,00

La ragazza nel portabagagli. Prediche e acqua minerale

La ragazza nel portabagagli. Prediche e acqua minerale

John O'Hara

Libro: Libro in brossura

editore: Racconti

anno edizione: 2019

pagine: 118

"Volevo registrare come parlava la gente dell'epoca, come pensava e sentiva, e farlo col massimo dell'onestà e dell'attenzione alle sfumature..." Dovessimo partire da questa esplicita dichiarazione d'intenti non avremmo esitazioni inquadrare "La ragazza nel portabagagli" all'interno di una cornice realista. Proprio come O'Hara, del resto, il protagonista Jim Malloy muove i suoi primi passi da reporter: passa in rassegna i documenti, si attiene ai fatti, intervista persone, riporta notizie. Eppure Manhattan non è Gibbsville, non è la Pennsylvania né la provincia; qui l'aria è viziata dallo smog, dalle illusioni, e da ciò che rimane del sogno americano. Di che realismo si tratta? Più ci guardiamo attorno in questa novella e meno luoghi riusciamo a scorgere. La New York della Depressione e degli speakeasy è lasciata sullo sfondo, tratteggiata su un pannello scenografico, mentre il racconto sembra scaturire direttamente dalla rivoluzione del sonoro. Il giovane Malloy si inventa press agent di una grande azienda cinematografica e i suoi giorni estivi vengono scossi dall'arrivo di una diva in declino a cui dovrà dedicare tutte le sue attenzioni. Chottie Sears chiacchiera, si racconta, spesso è adulatrice, si concede e poi si ritrae. Le parole scambiate con lei hanno l'aria di un'educazione sentimentale — la prima, nella trilogia "Prediche e acqua minerale" — che però solo a tratti, e a fatica, parla d'amore. Se di realismo si tratta, allora, è tutto in questo rapporto verbale, mutevole, al limite del capriccio. Nell'attrazione che diventa autoinganno, nel sesso e nella gelosia, nelle parole che intendono altro. E solo alla fine, con una certa dose di cinico distacco, nel dramma.
13,00

Coriandoli il giorno dei morti

Coriandoli il giorno dei morti

B. Traven

Libro: Libro in brossura

editore: Racconti

anno edizione: 2019

pagine: 211

L'autore di questo libro, la didascalia «B. Traven», altri non è che una congettura. La teoria più accreditata lo ritiene il giornalista e anarchico tedesco Ret Marut, un'altra lo individua nell'attore Otto Feige, ma c'è chi ha sostenuto fosse il suo agente Hal Croves, la sua traduttrice Esperanza López Mateos, il comunista Linn Gale o il fotografo Traven Torsvan. Ciò che si sa è che volle e riuscì a mantenere l'anonimato, che si trasferì in Messico diventando famoso negli Stati Uniti grazie a Humphrey Bogart e alla trasposizione cinematografica del suo "Tesoro della Sierra Madre", e che per i patiti delle biografie aveva inventato una formula: "Se l'uomo non può essere conosciuto attraverso le sue opere, allora o l'uomo non vale niente o non valgono niente le sue opere. Se vogliamo tener fede al suo monito, non ci rimane che far così". Introdotti, curati e illustrati da Vittorio Giacopini, i racconti contenuti in "Coriandoli il giorno dei morti" ci parlano di un occidentale affascinato, immerso e rapito da una cultura spontanea, quella messicana, che è antica e meticcia, assediata e impermeabile all'uomo bianco, deliziosamente volgare, a tratti terribilmente violenta, ma anche attraversata da una saggezza quasi sempre imperscrutabile e a suo modo esilarante. È una cultura dove i binocoli hanno poteri magici, dove i tradimenti vengono ripagati col sangue, rappresentata da banditi armati di machete, indios che assomigliano a imperatori e galeotti che si affidano ai santi. Il lettore in cerca d'autore è avvertito: a forza di cercare Traven, o chi per lui, non potrà far altro che perdersi nel folto della giungla, ritrovandosi al massimo con un asino o un fantasma. A quel punto dovrà scegliere se scappare senza risposte o sentire su di sé il fascino e l'inadeguatezza di una logica diversa, una festa da giorno dei morti.
17,00

La parabola dei ciechi

La parabola dei ciechi

Gert Hofmann

Libro: Libro in brossura

editore: Racconti

anno edizione: 2019

pagine: 139

Sono pochi i racconti che hanno saputo inabissarsi nelle possibilità narrative scandagliate dalla Parabola dei ciechi. A metà degli anni '80, a circa quattrocento anni di distanza dall'omonimo dipinto di Bruegel, Gert Hofmann si propose di scrivere una genealogia teatrale del quadro, una sua messa in scena che raccontasse il diventare arte dei personaggi, seguendo l'assurda idea che si potesse spiegare un'immagine a partire dall'incespicante prospettiva di un gruppo di ciechi. Così, ascoltando l'eco di un'Europa dilaniata dalle guerre di religione, brancolando senza guida nelle Fiandre di Pede-Sainte-Anne, assistiamo alla continua interrogazione e sofferenza di questo «noi» impacciato che, ignaro del perché, si dirige dal «pittore» per farsi ritrarre nella posa che la parabola biblica e il proverbio fiammingo imporrebbero: "Quando un uomo cieco ne guida un altro, ambedue cadranno nella fossa". Bruegel e Hofmann ne immaginano sei, aggiungendo anelli a una catena di capitomboli che quella prima persona plurale sembrerebbe moltiplicare all'infinito, fino ad abbracciare l'intera umanità. Noi, i ciechi, ascoltiamo i lamenti di un mondo straziato, gattoniamo per uscire dai fossi, siamo inseguiti dai corvi, ci fidiamo e veniamo traditi dai consigli di chi ci accompagna, spesso li travisiamo, siamo costretti a "cacare" in pubblico, ci rendiamo ridicoli, siamo attori di un grande equivoco, l'esistenza. E per far sì che questa caduta pieghi di un poco la sua traiettoria — e si faccia parabola — non ci rimane che vederci per quello che siamo e farci immortalare nell'opera d'arte. Correndo il rischio di trasformare la verticale in cerchio, di girare in tondo alla cieca, di cadere per l'eternità, in attesa della fine, scambiando un equivoco per un altro.
14,00

Viaggi sulla luna

Viaggi sulla luna

Libro: Libro in brossura

editore: Racconti

anno edizione: 2019

pagine: 263

Prima di concedersi il famoso bacio del '69, nel buio dello spazio più profondo, Luna e Terra hanno dovuto danzare a velocità supersonica per millenni, senza mai staccarsi gli occhi di dosso. Perché si facesse il gran passo (per quanto piccolo secondo Neil) ci sono voluti propulsori, moduli e calcoli computerizzati, ma a niente sarebbe servita la risolutezza scientifica senza un po' di poesia, di archetti, insomma, senza un po' d'atmosfera. Molto prima che l'Apollo 11 toccasse il suolo lunare è stata l'arte, in tutte le sue forme, ad accomodare l'attrazione preparando fatalmente il terreno per l'allunaggio. Nei suoi sogni e desideri — spesso perdendo il senno come l'Orlando — l'uomo è stato sulla Luna infinite volte, eleggendo il «pianeta» prediletto a simbolo romantico dei migliori viaggi d'avventura. Senza che esistesse un'astro-tecnica su cui fantasticare, per esempio, al celebre Hans Pfaall erano bastati i debiti, una mongolfiera ben equipaggiata e un'interpretazione tutta sua delle leggi di natura, per salire al cospetto della Luna. Laddove al miliardario Harriman, nel racconto di Heinlein, non sembravano bastare tutti i soldi e i razzi di questo mondo, pur avendo il satellite a portata di mano. Forse che dopo tanta letteratura, dopo tanto vorticare nello spazio quel bacio strappato, rubato con astronavi vere e proprie, abbia tolto il gusto del racconto? Alla vigilia dello sbarco Buzzati intonava una preghiera: Non deluderci, Luna. Ma come l'astronauta ubriacone di Ballard sembrerebbe confidarci — e come questi racconti confermeranno — quel piccolo contatto non ha spento, semmai ha amplificato, la voglia di sussurrare ancora alla nostra dama di ballo.
16,00

La casa della fame

La casa della fame

Dambudzo Marechera

Libro: Libro in brossura

editore: Racconti

anno edizione: 2019

pagine: 124

Al crepuscolo degli anni '70, uno spettro nell'imbalsamato ambiente letterario di Oxford, Dambudzo Marechera gettava sul foglio alcune righe che lo avrebbero reso di lì a poco una celebrità e una meteora. "Presi le mie cose e me ne andai", così rimbombava l'incipit di quel testo: una sentenza drammaticamente segnata dall'ironia di una dipartita incombente e inevitabile, dall'Inghilterra e poi dal mondo, come ultima tappa di un processo autodistruttivo in cui per ogni eccesso della mente era il corpo a incassare. L'origine di quel vortice soffocante è custodito nella "Casa della fame", un classico svanito nel tempo. Come tempestato da una pioggia di pensieri, in questa novella infinita, lo scrittore protagonista si immerge e riemerge, piomba e si inabissa, in una memoria spontanea che vivifica e scuote l'impellente decisione di andare. Ma via da dove e verso dove non sarà mai chiaro. Continuamente trasfigurati da un'incredibile cantilena di metafore, iconizzati in un particolarissimo espressionismo delle immagini, si aprono invece i trascorsi di un'intera esistenza, e forse di più: le vicende politiche di uno studente sacrificato all'identità africana, la dissoluzione di una famiglia, pestaggi, i ricordi d'infanzia, le disavventure sessuali, la storia della Rhodesia, le elucubrazioni artistiche di un intellettuale formato nel bozzolo di una cultura bianca da cui viene fatalmente attratto e disgustato, e poi i sogni, gli ideali e soprattutto gli incubi di un vagabondo sconfitto dalla nascita.
13,00

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