Venturaedizioni

Il lettore troverà il testo diviso in quattro sezioni, una per ogni autore. La lettura sarà volutamente semplice e divulgativa, ma ricca di riferimenti utili a stimolare la curiosità intellettiva e, possibilmente, ad aprire la mente e liberarla da quella gabbia virtuale che giorno dopo giorno, a piccoli passi, è stata creata per diminuire le nostre innate libertà, soprattutto quella di un pensiero autonomo. Vorremmo che questo lavoro rinvigorisse quel fuoco di conoscenza che è custodito nella coscienza di ogni essere umano, per riappropriarsi della schietta consapevolezza di appartenere a pieno titolo alla creazione universale, di far parte tutti unitamente e indistintamente a quel grande mistero che è la vita.

Ester Scinder è un’anima tenace, capace di mettere in discussione tutte le sue certezze per svelare il mistero di una morte che è molto di più di quello che sembra. L’indagine diventa l’occasione per riflettere sulla complessità dell’umanità ed entrare nelle pieghe più oscure di una società che celebra il progresso spesso dimenticandone la responsabilità e la necessaria trasparenza. In questo romanzo corale, nel quale ciascun personaggio contribuisce con il proprio tassello a delineare il valore dell’unicità non solo come scintilla creativa che apre le porte dell’intuizione ma anche come firma con la quale ognuno lascia il proprio segno nel mondo, Ester dovrà confrontarsi con le ferite del suo passato e con quelle delle persone a lei più care, con le fragilità che si celano dietro ogni corazza, con la forza del cuore, che risponde sempre sì alla vita. La vicequestore Scinder e la sua squadra vi affascineranno con il loro bagaglio di eccentricità, imprevedibilità e simpatia: battute taglienti, sarcasmo, ingenuità e giochi di parole alleggeriranno la tensione e vi strapperanno un sorriso, grazie alla miscela ben riuscita di mistero e ironia.

Le Grave di Ciano sono un'area naturale situata sulle sponde del medio corso del fiume Piave, in provincia di Treviso. Ecosistema tutelato e ricchissimo dal punto di vista naturalistico, le Grave rischiano oggi di essere distrutte a causa di un progetto, silenziato dai media regionali e nazionali, che prevede la costruzione di un bacino di laminazione. Si tratta di un caso paradigmatico, che fa luce su complesse dinamiche di potere ed economiche, sempre più urgenti da analizzare nell’epoca della crisi ecologica. Questo Glossario esplora la vicenda da diverse angolazioni, illustrando le peculiarità naturalistiche del territorio, esaminandone i risvolti politici, cercandone i sottintesi economici, ma soprattutto raccogliendo le voci di chi – dalla società civile all’accademia – vede nelle Grave il problema centrale del nostro tempo: quale Terra vogliamo abitare?

Teuta, Regina degli Illiri, naviga sovrana sulle acque dell’Adriatico intorno al III secolo a.C. Un mare insidiato da una guerra di corsa antica tra pirati, corsari e uomini senza scrupoli per il potere assoluto dove tutto è lecito e le sfere sociali e private si uniscono e si contrappongono tra loro. Posta al centro di rapporti tra il mondo orientale-illirico e quello occidentale, si muove con freddezza da regina e corsara in un mondo di ferro, di rivalità e amore. Succeduta al trono, dopo la morte di suo marito re Agrone, della discendenza degli Ardiei, fu mossa dall’ambizione di allargare sempre di più i confini del regno. Sarà a capo di uomini spregiudicati per navigare verso lidi mitici. Potenziò la pirateria e “...raccolti una flotta e un esercito non inferiori ai precedenti, li inviò in spedizione, dopo aver indicato ai capi che tutta la costa era territorio nemico.” (Polibio, Storie II)

Edith è la protagonista di un romance mediocre, finché non prende coscienza di refusi, sviste ed errori commessi dall'autore che rendono la sua vita peggiore di come potrebbe essere. Ormai consapevole che l'unica soluzione sia trovare un editor che intervenga sul testo, Edith parte alla sua ricerca, scoprendo nel frattempo che anche gli altri personaggi del romanzo sono afflitti dagli strafalcioni commessi dallo scrittore.

Il problema di fondo è la trasposizione del messaggio evangelico dal linguaggio teocratico dei secoli passati al linguaggio secolare dei nostri giorni. Non è un semplice rivestimento esteriore, il linguaggio condiziona gli stessi contenuti del messaggio. Il cambio del linguaggio, ossia della visione d’insieme presupposta, dipende dalle trasformazioni della storia che presenta problemi diversi e dalle regole filologiche divenute più rigorose. Nell’era del sacro Dio è separato, irraggiungibile (qadosh), esige una riparazione per l’offesa, come per lo più i potenti della terra. Cristo è sommo ed eterno sacerdote, anche se nulla risulta dai vangeli, si parla di peccato originale anche se nulla sappiamo dell’origine, la mascolinità di Dio relega le donne al margine, come pure i valori della corporeità.

Mio nonno ha scritto un diario dedicato a me, iniziato dopo il mio concepimento e terminato al mio primo compleanno. In lui c’era l’intenzione di fare un percorso, che è partito dal diario ed è proseguito con parole, azioni e il silenzio necessario per ascoltarmi. Lo stesso io sto facendo con questo libro, scritto per mia figlia. Questa la chiamo eredità valoriale.

La guarigione di cui si parla nel titolo inizia come un percorso di ricerca interiore. Sono pensieri, riflessioni, intuizioni fulminee, piccoli traguardi di luce che attraversano i giorni della vita, nell’incontro con gli altri, nei movimenti del cuore, nel confronto con la natura per impararne l’affidamento perfetto a un disegno più grande. Con l’urgenza di trovare di ogni sofferenza la lezione di crescita e di illuminare, senza sconti, tutto ciò che trattiene nell’ignoranza. A un certo punto il cammino di cura personale incontra la malattia globale, nel tempo della pandemia, fino all’esperienza dell’infezione, dell’ospedalizzazione e di una lunga convalescenza, prima della rinascita. Qui le parole affondano in modo quasi chirurgico e, attraverso gli strumenti di accoglienza, fiducia e gratitudine, allenati negli anni, si fanno testimonianza commovente di come ciascuno di noi abbia la possibilità e il dovere di guarire in sé un po’ del male del mondo. Il libro contiene anche un’appendice di lettere d’amore, concepito come sentimento alto e senza condizioni.

In un racconto denso di emozioni, “Zoe. Un Viaggio speciale” esplora il percorso umano della protagonista che decide di affrontare la malattia con una forza straordinaria e una profonda consapevolezza. Una donna che si è fatta da sé. L’infanzia all’insegna della sofferenza ma anche della scoperta di un legame profondo con la sorella maggiore. L’incontro con il grande vero amore e con anime affini che diventano sostegno e parte integrante del viaggio. “Zoe. Un Viaggio speciale” è un inno alla bellezza dei legami, un viaggio emotivo che celebra la forza di scegliere la propria strada anche di fronte all’inevitabile e una riflessione profonda sull’amore che supera i confini del tempo e dello spazio.

“È di conforto, quando nel vasto mare i venti sconvolgono la superficie, da terra guardare il grande affanno di un altro. Non perché sia una piacevole gioia il fatto che qualcuno sia travagliato, ma perché è di conforto vedere da quali mali tu stesso ti sei liberato”. I quattro versi del De rerum natura di Lucrezio mi tornavano a più riprese alla mente, mentre leggevo il racconto di Flavio. È una sorta di memoriale dal- le “sue prigioni”. Non ha saputo resistere alla tentazione di scriverne, una volta approdato, dopo il naufragio, su una spiaggia sicura. Forse per condividere una stagione di offuscamento e perdita di futuro.

Un viaggio nella natura lungo le quattro stagioni dell’anno. Basta poco per godere di una imprevista felicità. Fiori, insetti, uccelli ed eventi atmosferici movimentano le passeggiate dell’autrice, la loro osservazione suscita meraviglia ed evoca ricordi. Il profumo delle viole, la scoperta di una impronta sul greto del fiume, un gheppio che vola alto nel cielo o un mitico arcobaleno dopo un temporale estivo. Originale, poetico, appassionato questo diario è un invito irresistibile a uscire di casa per riannodare i fili sottili, ma tenaci, che ci uniscono alla natura.

“Eppure sfiora le campagne, accarezza sui fianchi le montagne, e scompiglia le donne fra i capelli, corre a gara in volo con gli uccelli... eppure il vento soffia ancora”. Eravamo in cammino, tra le brughiere della Cornovaglia io e i miei compagni di viaggio, e così mentre camminavo tra l’erica e le ginestre selvatiche galleggiando in un suolo verde che non è muschio che non è terra, ma è semplicemente torba, d’improvviso mi arrivarono in testa i versi di questo bellissimo brano di Pierangelo Bertoli.