Edizioni ETS: Filosofia
Conflitto è libertà. Saggio su Machiavelli
Beatrice Magni
Libro
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2012
pagine: 180
Il libro si propone di essere uno studio sul pensiero politico di Machiavelli, inteso come pensiero in grado di provocare "contraddizioni istruttive" in chi decida di indagarlo e approfondirlo. L'argomento machiavelliano rivela, infatti, una dimensione che sembra essere determinante e costitutiva nella riflessione sulla politica: la dimensione del conflitto, che Machiavelli inaugura, per primo, nello spazio della politica. Il conflitto, per Machiavelli, non è un elemento contingente e provvisorio, ma il nucleo fondativo e irriducibile della politica. Il conflitto non è un residuo, o un rischio estremo, che la politica debba, o possa, rimuovere, ma esattamente il suo "fatto", la sua "materia", alla quale nessuna "forma", nessun ordine, potrà mai rinunciare, pena la decadenza del politico stesso. A partire dal riconoscimento teorico che il conflitto rappresenta un criterio normativo cruciale nel dilemma della convivenza umana, il saggio mette alla prova la tesi secondo la quale il concetto di divisione restituito da Machiavelli possa diventare un principio operativo per la politica, un principio per un nuovo tipo di agire politico.
Riconoscimento, libertà e Stato. Saggi sull'eticità hegeliana
Claudio Bazzocchi
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2012
pagine: 140
I saggi qui riuniti si confrontano con i temi della filosofia politica hegeliana dal riconoscimento all'eticità, dall'antropologia alla teoria dello Stato. Separare la riflessione antropologica da quella sul riconoscimento -come oggi avviene in prevalenza sulla scorta di Honneth e di Habermas - ci priva della possibilità di andare a fondo nell'idea di libertà, di buona vita e di liberazione. Per Hegel, riconoscimento ed eticità non hanno come risultato quello della creazione di uno sfondo condiviso - sorta di ethos democratico - in cui poter costruire il proprio progetto di vita e ottenere il proprio benessere psicosociale, grazie al riconoscimento reciproco delle diversità. L'eticità, infatti, non può che riferirsi a una sostanza, per quanto postmetafisica, dal momento che il riconoscimento è antropogenico e l'eticità è mediazione tra psiche e società.
Sulle origini del linguaggio. Immaginazione, espressione, simbolo
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2012
pagine: 485
Il volume si presenta come un luogo di confronto e di dialogo tra prospettive diverse, di storia della filosofia e di estetica, su un tema comune che ha sin dall'antichità dato da pensare ai filosofi: le origini del linguaggio. Coprendo un arco temporale che va da Platone a Herder, i contributi mettono allo scoperto l'intersecarsi di due tradizioni: quella centrata sulla naturalità del linguaggio, sulla portata espressiva della voce e del gesto, in cui valenza semantica e valenza affettiva sono strettamente connesse; e quella centrata sulla simbolicità della convenzione culturale, anch'essa inscritta in un orizzonte storico.
Necessità del divenire. Una critica a Emanuele Severino
Paolo Poma
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2011
pagine: 84
La deduzione che lo spettacolo autentico mostri l'oltrepassare perenne della gloria è fondata, sine ira et studio, sul crollo vero dell'Esperia. Ciononostante, secondo Paolo Poma, l'impossibilità del divenir-nulla dell'ente non implica, simpliciter, l'eternità dell'essente: dietro la maschera venusta dell'"Immenso", si cela ancora, dans toute la force du terme, il risentimento del mortale. Una tesi, questa, che alla bella prima potrà suonare strana, spiazzante, persino dogmatica: non è forse il destino della necessità l'obiezione non smentibile rivolta al "mondo in cui viviamo"? Non rappresenta esso ciò che, a differenza della metafisica e, in generale, della tradizione epistemica, riesce a stare, perché non edificato sullo epamphoterízein? Indubbiamente, la saldezza che lo caratterizza consiste nell'attitudine a contrastare, in guisa non sovra-storica, l'oscillazione nichilistica; pur tuttavia - sostiene Poma - il linguaggio che testimonia il destino lascia inesplorata proprio quella regione che più è convinto di aver percorso in lungo e in largo: si tratta, nientemeno, della volontà di potenza.
Scrittura, soggetto, comunità in Maurice Blanchot
Andrea Sartini
Libro
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2011
pagine: 100
Qual è il rapporto che Maurice Blanchot intrattiene con la tradizione filosofica occidentale? Muovendo dai concetti di scrittura, soggetto e comunità il testo getta luce sul legame che il critico francese intrattiene con alcuni pensatori decisivi di questa tradizione come Hegel, Heidegger, Husserl e Lévinas. Emerge così una specificità dell'opera blanchotiana, un autentico "spazio filosofico" che trova nell'esperienza non dialettica della parola il suo tratto distintivo. Uno spazio filosofico che si colloca sempre ai limiti del dicibile e del rappresentabile e che in questa collocazione chiama in causa una particolare lettura dell'essere come impossibilità. Di questa impossibilità Blanchot resta il pensatore insuperato e il libro cerca di darne testimonianza.
Libertà e relazione. Percorsi nella fenomenologia contemporanea
Francesco Gaiffi
Libro
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2007
pagine: 96
La realtà del pensiero. Essenze, ragione, temporalità in Platone, Hegel e Husserl
Libro
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2007
pagine: 152
Quando abbiamo a che fare con un mondo, cioè un ordine in sé strutturato, dotato di una certa regolarità e prevedibilità, che funga da cornice e teatro della nostra prassi e da oggetto del nostro sapere, abbiamo imposto noi una legalità ad un caos originario, ad una molteplicità informe? O presupponiamo che l'ordine sia in qualche modo intrinseco al mondo? Nel primo caso, che caratterizza tanta filosofia moderna e postmoderna, nella natura non si può presumere di scoprire più che uno specchio di una coscienza (un linguaggio, una cultura, un'intersoggettività) che lo costituisce. Nel secondo, ci si chiede piuttosto se sia possibile un'esperienza che non presupponga essenze, categorie, relazioni interne, nessi oggettivi. I saggi qui presentati sono esplorazioni della seconda possibilità, e danno luogo di volta in volta ad un platonismo, ancorché emendato, come nel saggio di Stanley Rosen; ad un approccio hegeliano in cui la realtà è ciò che ne pensiamo speculativamente, nei saggi di Franco Cirulli e Stephen Houlgate; ad una riflessione husserliana sui modi di darsi della complessità temporale alla stessa coscienza che in essa si differenzia, nel saggio di Nicolas de Warren.
La persistenza dell'istinto. Pulsioni vitali dell'esistenza
Riccardo Roni
Libro
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2007
pagine: 168
"Siamo eredi di una civiltà", scrive Remo Bodei ad introduzione di questo volume, "in cui la repressione degli istinti e il precetto di elevarsi al di sopra di essi verso la ragione o le vette spirituali dell'anima ha creato l'infelicità di molte generazioni ed ha, nello stesso tempo, giustificato l'autoritarismo [...]. Occorre liberare l'io dalla barriera che lo ha per millenni separato dal mondo, costringendolo all'isolamento in un 'plumbeo disagio' e facendo in lui deperire la 'nostalgia del deserto', il desiderio della libertà". Il compito inaggirabile di questo lavoro è pertanto quello di mostrare come nel contesto di una dimensione estetica matura, il libero sviluppo degli istinti affermativi, raffinati o spiritualizzati, al di là delle istituzioni del principio di prestazione, non riattiverebbe semplicemente, come sostiene Freud, fasi precivili e infantili, ma trasformerebbe il contenuto pervertito di queste fasi. L'oltreuomo di Nietzsche, che sperimenta sempre nuove versioni di se stesso secondo un'etica della responsabilità, non è che questo spontaneo sviluppo di possibilità rese tra loro compatibili.
Scripta volant, verba manent. Ennio De Giorgi matematico e filosofo
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2007
pagine: 140
Pensiero, parola e scrittura. Filosofia e forme della rappresentazione
Libro
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2007
pagine: 248
"Che cos'è una rappresentazione? Tutti i grandi classici si sono interrogati sul rapporto tra pensiero e mondo, sul rapporto tra attività e passività, tra il cogliere un dato nella sua inalterata purezza e l'intervento della soggettività. Nella filosofia del Novecento è entrato in crisi il paradigma rappresentazionalista. I più famosi critici di tale posizione sono Wittgenstein, Heidegger, Ryle e Rorty. Ma già Husserl denunciava la mancata distinzione tra atto, contenuto e oggetto della rappresentazione, e con questa ciò che Sartre chiamò poco più tardi l'illusione di immanenza, per cui presumiamo di aver accesso alle cose nelle copie che serbiamo nella coscienza, immagini che trattiamo alla stregua di reificazioni inerziali di contenuti sensibili. Sembra tuttavia che una funzione di isolamento di un contenuto dalla particolarità del suo primo presentarsi debba essere salvaguardata. Ovviamente non si può continuare a concepire ingenuamente la rappresentazione come il risultato di una modificazione che subiamo passivamente o come se fosse una immagine o una copia delle nostre esperienze. Della relazione di somiglianza la rappresentazione e l'immagine non conservano né la simmetricità né l'aspetto materiale. Esse piuttosto valgono come un rapporto, tutto da motivare, tra concetto e intuizione, tra piano delle intenzioni e piano segnico, sensibile, che serva a rimandare, appunto, a quello." (Alfredo Ferrarin)