Edizioni ETS: Mousai. Laboratorio di archeologia e storia delle arti
Gli ex-voto dal «santuario meridionale» di Gravisca
Camilla Manna
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2019
pagine: 160
Tra i molteplici reperti portati alla luce in mezzo secolo di scavi a Gravisca, gli ex-voto non rappresentano forse la classe più sensazionale, ma risultano non di meno colmi di significato e prodighi di informazioni. In questo volume vengono presi in esame i materiali votivi rinvenuti negli anni Settanta nel settore del cd. “Santuario greco” e pertinenti alle ultime fasi edilizie dell’area sacra, allorquando, oramai lontani i tempi e i commerci che avevano animato la vita dell’emporion, il santuario aveva assunto le fattezze di altri luoghi scoperti in area etrusco italica, legati ad una povera devozione fortemente connessa alla sfera della fecondità. Questi materiali, che possono sembrare meno rilevanti dal punto di vista della ricostruzione storica o della celebrazione estetica, ci dicono moltissimo della devozione popolare e quindi del culto. Sono proprio siffatti doni ad indicarci quale aspetto della divinità fosse quello prescelto nel culto (sanatio o fertilità) e quali caratteristiche fossero prevalenti nella devozione popolare. La peculiarità delle forme dei votivi di Gravisca lascia ancora molto spazio alle interpretazioni e, allo stesso tempo, la similarità con le contemporanee devozioni cultuali traccia un filo rosso di continuità con il passato.
Pieter Coecke van Aelst. Un arazzo pisano e l’eredità della granduchessa Vittoria
Matilde Stefanini
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2019
pagine: 80
Un arazzo dal cartone di uno dei più grandi pittori fiamminghi del primo Cinquecento nella scena centrale, con i bordi ricavati da disegni di uno dei più importati pittori del secondo Cinquecento, tessuto da una delle più quotate arazzerie di Bruxelles tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo, fa parte del cospicuo patrimonio tessile conservato nel Museo Nazionale del Palazzo Reale di Pisa. Come vi è arrivato, a chi apparteneva? Il libro oltre a indagare su questi problemi si focalizza sulla personalità artistica di Pieter Coecke van Aelst autore della scena centrale, consente di scoprire l'autore dei disegni per i bordi e precisare alcuni tratti della cultura artistica fiamminga nel corso del Cinquecento.
Opuscola graeca 2010-2018
Mario Torelli
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2019
pagine: 198
I tre volumi, che compaiono con il titolo comune di «Opuscula», raccolgono gli articoli di Mario Torelli, scritti tra il 2010 e il 2018, tra la data del suo pensionamento avvenuto nel 2010 e oggi, già pubblicati o in corso di stampa, non ricompresi nella sua miscellanea maggiore "Significare. Scritti vari di ermeneutica archeologica", pubblicata nel 2012; gli articoli sono stati suddivisi in modo che ciascuno dei volumi contenga tutti i lavori di quel periodo dedicati a una delle tre grandi civiltà del mondo antico, quella greca, quella etrusca e quella romana. I saggi di questa raccolta concernono il mondo etrusco e sono suddivisi sulla base di due distinti argomenti, il primo riguardante la storia, il secondo dedicato invece alla religione, all’ideologia e alla cultura artistica di quel popolo. Il primo gruppo di saggi contiene lavori sul periodo arcaico, dedicati alla servitus etrusca, il caratteristico rapporto di produzione sviluppato in età protostorica dalla classe aristocratica, rivisitato alla luce, nuova e per molti aspetti decisiva, della documentazione epigrafica e archeologica del santuario di Gravisca, alla controversa figura di Thefarie Velianas, reinterpretato come praetor maximus di Caere, e a una nuova sodalitas perugina capeggiata dagli Hermenas, ramificata tra Vetulonia e Roma; seguono lavori per la fase della romanizzazione, dedicati al tramonto di Caere, alla possibile deduzione di una colonia graccana a Tarquinia, alla defixio ceretana di Mamilius Limetanus e soprattutto all’edizione di un’importante iscrizione dell’aruspice di Tiberio, identificato con il noto scrittore di disciplina Etrusca Tarquitius Priscus. Il secondo gruppo di articoli spazia dalla preistoria della religione etrusca all’ideologia della classe dominante etrusca, ricostruita dalla struttura e dalla decorazione delle regiae e delle residenze arcaiche e dalle scene che compaiono negli oggetti di prestigio dei principes, dalla simbologia di speciali architetture sacre o funerarie, alle fasi più tarde della pittura funeraria e della decorazione pittorica delle case prima dell’ingresso delle forme ellenistiche del I Stile.
Opuscola romana 2010-2018
Mario Torelli
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2019
pagine: 324
I tre volumi, che compaiono con il titolo comune di «Opuscula», raccolgono gli articoli di Mario Torelli, scritti tra il 2010 e il 2018, tra la data del suo pensionamento avvenuto nel 2010 e oggi, già pubblicati o in corso di stampa, non ricompresi nella sua miscellanea maggiore "Significare. Scritti vari di ermeneutica archeologica", pubblicata nel 2012; gli articoli sono stati suddivisi in modo che ciascuno dei volumi contenga tutti i lavori di quel periodo dedicati a una delle tre grandi civiltà del mondo antico, quella greca, quella etrusca e quella romana. I saggi di questa raccolta concernono il mondo etrusco e sono suddivisi sulla base di due distinti argomenti, il primo riguardante la storia, il secondo dedicato invece alla religione, all’ideologia e alla cultura artistica di quel popolo. Il primo gruppo di saggi contiene lavori sul periodo arcaico, dedicati alla servitus etrusca, il caratteristico rapporto di produzione sviluppato in età protostorica dalla classe aristocratica, rivisitato alla luce, nuova e per molti aspetti decisiva, della documentazione epigrafica e archeologica del santuario di Gravisca, alla controversa figura di Thefarie Velianas, reinterpretato come praetor maximus di Caere, e a una nuova sodalitas perugina capeggiata dagli Hermenas, ramificata tra Vetulonia e Roma; seguono lavori per la fase della romanizzazione, dedicati al tramonto di Caere, alla possibile deduzione di una colonia graccana a Tarquinia, alla defixio ceretana di Mamilius Limetanus e soprattutto all’edizione di un’importante iscrizione dell’aruspice di Tiberio, identificato con il noto scrittore di disciplina Etrusca Tarquitius Priscus. Il secondo gruppo di articoli spazia dalla preistoria della religione etrusca all’ideologia della classe dominante etrusca, ricostruita dalla struttura e dalla decorazione delle regiae e delle residenze arcaiche e dalle scene che compaiono negli oggetti di prestigio dei principes, dalla simbologia di speciali architetture sacre o funerarie, alle fasi più tarde della pittura funeraria e della decorazione pittorica delle case prima dell’ingresso delle forme ellenistiche del I Stile.
Opuscola etrusca 2010-2018
Mario Torelli
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2019
pagine: 350
I tre volumi, che compaiono con il titolo comune di «Opuscula», raccolgono gli articoli di Mario Torelli, scritti tra il 2010 e il 2018, tra la data del suo pensionamento avvenuto nel 2010 e oggi, già pubblicati o in corso di stampa, non ricompresi nella sua miscellanea maggiore "Significare. Scritti vari di ermeneutica archeologica", pubblicata nel 2012; gli articoli sono stati suddivisi in modo che ciascuno dei volumi contenga tutti i lavori di quel periodo dedicati a una delle tre grandi civiltà del mondo antico, quella greca, quella etrusca e quella romana. I saggi di questa raccolta concernono il mondo etrusco e sono suddivisi sulla base di due distinti argomenti, il primo riguardante la storia, il secondo dedicato invece alla religione, all’ideologia e alla cultura artistica di quel popolo. Il primo gruppo di saggi contiene lavori sul periodo arcaico, dedicati alla servitus etrusca, il caratteristico rapporto di produzione sviluppato in età protostorica dalla classe aristocratica, rivisitato alla luce, nuova e per molti aspetti decisiva, della documentazione epigrafica e archeologica del santuario di Gravisca, alla controversa figura di Thefarie Velianas, reinterpretato come praetor maximus di Caere, e a una nuova sodalitas perugina capeggiata dagli Hermenas, ramificata tra Vetulonia e Roma; seguono lavori per la fase della romanizzazione, dedicati al tramonto di Caere, alla possibile deduzione di una colonia graccana a Tarquinia, alla defixio ceretana di Mamilius Limetanus e soprattutto all’edizione di un’importante iscrizione dell’aruspice di Tiberio, identificato con il noto scrittore di disciplina Etrusca Tarquitius Priscus. Il secondo gruppo di articoli spazia dalla preistoria della religione etrusca all’ideologia della classe dominante etrusca, ricostruita dalla struttura e dalla decorazione delle regiae e delle residenze arcaiche e dalle scene che compaiono negli oggetti di prestigio dei principes, dalla simbologia di speciali architetture sacre o funerarie, alle fasi più tarde della pittura funeraria e della decorazione pittorica delle case prima dell’ingresso delle forme ellenistiche del I Stile.
I confini di Roma. Atti del convegno internazionale (Ferrara, 31 maggio-2 giugno 2018)
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2019
pagine: 271
Ragionare sui confini – in senso fisico e metaforico – è quanto mai necessario in una società globale che deve bilanciarsi tra diverse realtà culturali e tensioni identitarie: il valore ambiguo del confine, nella sua duplice funzione di barriera e di soglia, evidenzia un momento critico tanto nell’organizzazione spaziale quanto nella definizione delle identità. I Romani d’altronde sembrano ossessionati dai confini, come dimostra l’importanza che le fonti storiche attribuiscono ai limiti di una città i cui confini possono muoversi in una sola direzione, cioè verso l’esterno, e che nei secoli ingrandisce il suo potere tanto da arrivare a non conoscere più limiti. Il volume affronta il tema con un approccio interdisciplinare, che va da una lettura teorico-demografica alla prospettiva storico-religiosa e antropologica e alla questione giuridica, senza dimenticare l’aspetto urbanistico, topografico ed epigrafico, gli indizi archeologici e i contesti paesaggistici di riferimento. Si tratta di una riflessione a più voci che desidera sottoporre nuove questioni, proponendo spunti interpretativi originali al fine di aprire prospettive inedite di ricerca.
Palinsesto e paradigma. La metamorfosi monumentale nella Salerno di Roberto il Guiscardo
Maddalena Vaccaro
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2019
pagine: 136
«Ci sono tanti modi per raccontare una città medievale» e per Salerno la prospettiva della storia dell’arte è imprescindibile per ricostruirne il panorama monumentale e vivacissimo che, dalla cappella palatina di Arechi II a dopo la costruzione della magnificente cattedrale normanna, si arricchisce e si trasforma facendo della materia e della memoria le sue due componenti nodali. Questo libro ruota attorno a uno snodo essenziale ovvero la conquista della opulenta Salernum nel 1076 da parte di Roberto il Guiscardo, che porta con sé nuove modalità di espressione e di affermazione all'interno dello spazio urbano. La ricostruzione dei processi di committenza artistica e architettonica tra età longobarda e normanna permette di riconoscere una vera e propria città palinsesto, in cui la persistenza del riuso di materiali antichi, quali segni di prestigio e di legittimazione, e le pratiche devozionali, che giustificano la configurazione e la funzionalità di opere ed edifici, sono i veri segni dell’appropriazione e della caratterizzazione degli spazi privati e pubblici da parte dei committenti. Salerno, divenendo “di Roberto il Guiscardo”, si trasforma, assume un aspetto monumentale e si proietta verso il futuro: laboratorio collaudato di convivenza sociale ed etnica, di sperimentazione architettonica e di produzione artistica, è centro esemplare - e per alcuni aspetti paradigmatico - per le successive imprese normanne in tutto il Meridione, prima e irrinunciabile tappa nel percorso che porterà al Regno di Sicilia.
La Firenze di Winckelmann
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2019
pagine: 240
Gli otto mesi che dal settembre 1758 all’aprile dell’anno successivo Johann Joachim Winckelmann trascorse a Firenze costituiscono un momento felice della sua biografia. Giunto in città su invito di Heinrich Wilhelm Muzell Stosch per stendere il catalogo della raccolta di gemme che il barone Philipp von Stosch, morto il 22 marzo 1757, conservava nel suo appartamento al piano nobile del Palazzo Ramirez de Montalvo in Borgo degli Albizzi, Winckelmann trovava altre cogenti motivazioni per il suo tour fiorentino nel desiderio di conoscere le raccolte granducali e i materiali delle altre collezioni fiorentine e, soprattutto, nella volontà di approfondire lo studio del mondo etrusco e delle sue anticaglie, un tema che, in quegli anni, occupava un posto non secondario nell’officina della Geschichte der Kunst des Alterthums. Attorno a questo tema si sono concentrate le manifestazioni fiorentine che hanno aperto i festeggiamenti internazionali per celebrare il doppio anniversario dei duecentocinquanta anni della nascita a Stendal in Sassonia il 9 dicembre 1717 e dei trecento anni della morte, avvenuta a Trieste il giorno 8 giugno 1768, di Johann Joachim Winckelmann. Le celebrazioni fiorentine hanno visto dapprima la mostra, "Winckelmann, Firenze e gli Etruschi. Il padre dell’archeologia in Toscana", che dal 26 maggio 2016 al 30 gennaio 2017 ha coinvolto presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze un grande concorso di pubblico, e poi il convegno internazionale "Winckelmann, Firenze e gli Etruschi", promosso dall’Università di Firenze, dalla Winckelmann-Gesellschaft Stendal e dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze, che, apertosi la mattina del 26 gennaio 2017 nel Salone dei Cinquecento del Palazzo Vecchio, ha visto nei giorni 26 e 27 gennaio un folto gruppo di studiosi italiani, tedeschi, francesi discutere, nell’Auditorium del Consiglio Regionale della Toscana in Palazzo Panciatichi di via Cavour, su Winckelmann e il suo interesse per il mondo etrusco e il suo rapporto con il milieu intellettuale fiorentino, nonché sul riverbero che il pensiero e le opere del sassone conobbero a Firenze e, più in generale, nel Granducato nella seconda metà del XVIII secolo e nel corso delle prime decadi dell’Ottocento. Integrandosi armonicamente con i saggi pubblicati nel catalogo della mostra, vengono ora pubblicate le relazioni presentate nelle varie sedute del convegno.
Riti e cerimonie per le dee nel santuario di Monte Li Santi-Le Rote a Narce
Maria Anna De Lucia Brolli
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2018
pagine: 123
Il santuario suburbano di Monte Li Santi-Le Rote ai piedi dell’abitato falisco di Narce è stato scavato in più riprese tra il 1985 e il 2014; la lunga frequentazione dell’area sacra tra gli inizi del V e la fine del II sec. a.C. ha determinato trasformazioni edilizie e cultuali, accompagnate da azioni liturgiche di cui si sono conservate straordinarie evidenze. Gli scavi hanno svelato riti di fondazione e di consacrazione, riti di dismissione con l’obliterazione degli strumenti del sacrificio e delle strutture sacre, e hanno mostrato la celebrazione di grandi cerimonie collettive nei momenti critici della vita della comunità, come quella che ha sancito il definitivo abbandono del complesso santuariale. Attraverso il regime delle offerte e le forme della ritualità sembra possibile ricomporre una sequenza nella quale, a livelli cronologici diversi, ruoli e competenze della sfera divina accompagnano soprattutto la figura femminile, in un quadro nel quale la fecondità umana si salda con la fertilità della terra. Accanto alle due dee di cui ci è stato restituito il teonimo, Minerva Maia e Fortuna, si percepisce la presenza di un sistema cultuale più complesso e sfumato nel quale più divinità sovrintendono al percorso di maturazione della fanciulla, dalla regolazione del mestruo, evocato da un culto di natura lunare, alla transizione verso l’età adulta ricordata dai dona dell’infanzia, ai riti nuziali sotto la tutela di Persefone e di Afrodite, per poi garantire non solo la maternità, ma anche la felice crescita della prole con Minerva Maia e, nel tempo, la stabilità delle unioni matrimoniali sotto l’egida demetriaca. In questo scenario è solo apparentemente marginale la figura maschile, che entra a far parte del sistema religioso del santuario in una fase cronologicamente avanzata. Il richiamo alla transizione dei giovani maschi verso l’età adulta è reso esplicito dalla figura di Eracle e dal culto tributato a Fortuna, a fianco di Minerva Maia, a sottolineare l’intreccio della fertilità femminile e maschile. È un processo teso a rinsaldare la comunità, favorendo, attraverso la celebrazione dei riti di passaggio maschili e femminili, l’ingresso dei giovani – linfa vitale – nel corpo civico, ma anche a garantire la sopravvivenza della specie attraverso le risorse del territorio nel momento di crisi segnato dall’avanzata di Roma.
Archeologia a Massa Marittima. Giornata in ricordo di Giovannangelo Camporeale
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2018
pagine: 128
In occasione delle «Giornate degli Etruschi 2017» indette dal Consiglio Regionale della Toscana, il Comune di Massa Marittima ha voluto rendere omaggio a Giovannangelo Camporeale, etruscologo di fama internazionale, professore emerito di Etruscologia e Antichità Italiche presso l’Università degli Studi di Firenze, Presidente dell’Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici e Lucumone dell’Accademia Etrusca di Cortona, organizzando il 23 e il 24 settembre 2017 due giornate di studio a poco meno di tre mesi dalla sua scomparsa. Il tributo che la città di Massa Marittima ha dedicato a Camporeale ha voluto, con affetto e riconoscenza, sottolineare quanto la sua presenza e la sua attività in questo territorio ha significato. Non solo per l’ininterrotta serie di campagne di scavo che dal 1980 per oltre trent’anni il professore ha condotto nell’area dell’insediamento arcaico presso il lago dell’Accesa, un momento cruciale non solo per la storia di questo territorio e più in generale per la conoscenza del mondo dell’Etruria arcaica, ma anche per l’impegno generosamente profuso nella valorizzazione del patrimonio archeologico di Massa Marittima, che ha portato dapprima all’ampliamento della sezione archeologica dell’ottocentesco Museo Civico di Massa Marittima e alla nascita del Museo Archeologico, a cui dal 1985, in occasione della mostra «L’Etruria mineraria» curata da Camporeale nel quadro dell’Anno degli Etruschi promosso dalla Regione Toscana, è stato destinato l’intero Palazzo del Podestà. Per questi meriti verso la città, l’8 novembre del 2014 il Comune di Massa Marittima ha conferito a Giovannagelo Camporeale la cittadinanza onoraria. Il volume raccoglie i testi delle relazioni che colleghi, amici e allievi hanno presentato nella giornata del 24 settembre incentrata sull’archeologia del territorio di Massa Marittima, uno dei filoni di ricerca a cui Camporeale ha dedicato la sua vita di studioso.
Archeologia classica a Firenze. Atti della Giornata di studi in memoria di Luigi Beschi
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 126
Luigi Beschi (1930-2015) ha insegnato Archeologia Classica all'Università di Firenze dal 1981 al 1999. Nelle parole di Vincenzo Saladino: "Dotato di eccezionale talento, Luigi Beschi univa all'intuizione rigore filologico ed elevate competenze professionali. I suoi gusti erano raffinati, ma non indulgeva all'estetismo, rimprovero che ultimamente è stato da alcuni rivolto a chi studia l'arte antica". La sua straordinaria personalità scientifica seppe infatti elevare la discussione artistica oltre il canone estetizzante, dimostrando come un'attenta osservazione del dato tecnico e stilistico potesse condurre a conclusioni storiche pregnanti, sostanziate da una vasta conoscenza della cultura antica, e greca in particolare. Alla Grecia, sua patria d'adozione, Luigi Beschi ha infatti dedicato alcuni tra i suoi più notevoli contributi. Attraverso il ricordo dei colleghi fiorentini e greci, nel volume si ripercorre la storia dell'insegnamento di Archeologia Classica a Firenze e si illustra, attraverso un'ampia selezione di tematiche, la vitalità del lascito culturale di Luigi Beschi.
Vasi attici a figure rosse da Tarquinia
Elisa Marroni
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 392
Collocandosi idealmente sulla scia del lavoro di Gloria Ferrari Pinney dedicato ai vasi attici a figure rosse del periodo arcaico edito nel 1988, il volume riunisce e analizza le ceramiche attiche a figure rosse databili tra l'età delle guerre persiane e l'inizio dell'ellenismo conservate nel Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia. Ai trecentosessanta vasi provenienti dalle necropoli dell'etrusca Tarchna si aggiungono altri sessantatre pezzi rintracciati in vari musei italiani e stranieri ugualmente provenienti da Tarquinia. L'esame della documentazione offerta dalle necropoli, unitamente all'analisi dei dati di ambito urbano e di quelli del complesso santuariale di Gravisca, consente una ricostruzione organica del quadro delle importazioni di ceramica attica figurata a Tarquinia tra gli anni attorno al 520 a.C. e l'inizio dell'età ellenistica. Il panorama così ricomposto evidenzia come, a differenza di quanto è possibile registrare per il complesso di Gravisca, dove a partire dal 480 a.C. si assiste ad un brusco diradarsi della presenza del materiale attico, il quadro della città e delle necropoli mostri per l'intero periodo significative presenze sia per il numero delle attestazioni che per la qualità dei vasi attestati.

