Einaudi: Saggi
Il mondo islamico. Una storia per oggetti
Ladan Akbarnia, Fahmida Suleman, Zeina Klink-Hoppe, Venetia Porter, William Greenwood, Amandine Mérat
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2019
pagine: 272
Questo libro offre un nuovo approccio alla storia del mondo islamico dalle origini ai giorni nostri. Il volume, diviso in sei capitoli disposti cronologicamente, fornisce una visione illuminante della cultura materiale prodotta dall'Africa occidentale al Sudest asiatico attraverso arte e manufatti, popoli e luoghi. Dalle opere pre-islamiche ai capolavori creati durante i grandi imperi, fino agli oggetti realizzati ancora oggi, questa vasta indagine traccia l'evoluzione di diverse civiltà all'avanguardia per le loro idee filosofiche e scientifiche e la loro produzione artistica e letteraria, analizzando una grande quantità di tesori culturali. L'ampio spettro dei temi trattati è arricchito da splendide riproduzioni di oggetti artistici o d'uso quotidiano, tra i quali ceramiche, gioielli, metalli lavorati, calligrafie, abiti, strumenti scientifici e musicali, monete, manoscritti illustrati. Un tesoro di raffinati prodotti della cultura materiale che getta nuova luce sul mondo islamico passato e attuale, permettendo una visione globale sui popoli e le società accomunate dalla piú influente religione del mondo. Con i contributi di Ladan Akbarnia, Venetia Porter, Fahmida Suleman, William Greenwood, Zeina Klink-Hoppe, Amandine Mérat.
Il crimine e il silenzio. Jedwabne 1941. Un massacro in cerca di verità
Anna Bikont
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2019
pagine: 536
Il 10 luglio 1941, a Jedwabne, un paese di circa tremila abitanti nel nord est della Polonia, una folla di cattolici uccise la maggior parte dei loro vicini di casa ebrei. Il numero delle vittime varia a seconda delle stime: da trecentoquaranta a milleseicento. Qualunque sia la cifra corretta, pochissimi ebrei sopravvissero. Utilizzando asce, bastoni e coltelli, la folla assassinò in piazza circa quaranta uomini. I restanti ebrei - uomini, donne e bambini, molti dei quali neonati - furono ammassati in un fienile nella periferia della città. Poi, mentre la folla osservava con scherno le future vittime, vennero sbarrate le porte e l'edificio fu dato alle fiamme. Morirono tutti. Le case degli ebrei furono saccheggiate. La giornalista polacca Anna Bikont ha ricostruito nei dettagli questo crimine, dando al tempo stesso conto del tentativo da parte delle famiglie dei discendenti degli assassini, dei politici di destra, degli storici, dei giornalisti e dei sacerdoti cattolici di nascondere nei decenni l'accaduto, deviando la colpa sui nazisti o perfino sulle stesse vittime. Un crimine doppiamente efferato ricostruito attraverso le voci dei protagonisti. Una riflessione sulla memoria collettiva: cosa succede a una società che rifiuta di ammettere una verità che distrugge la sua buona coscienza? Come convivere con un passato cosí orribile?
Lo yoga tibetano. Principi e pratiche
Ian A. Baker
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 2019
pagine: 292
«Il fondamento dello yoga tibetano è finalizzato alla trasformazione della condizione umana, alla sua liberazione dal conflitto interiore svilente e dall'insoddisfazione, risvegliando l'empatia che trascende il sé e l'attività compassionevole. Connaturata a questa visione del mondo è un'esperienza della coscienza che trascende la preoccupazione individuale ed esprime l'intelligenza integrante e interconnessa della vita stessa. Lo yoga tibetano parte dalla considerazione che noi siamo più vasti di quanto riconosciamo consciamente e, dal momento in cui la consapevolezza si estende oltre il suo spazio consueto, siamo in grado non solo di trasformare noi stessi, ma anche lo spazio che ci circonda. Questa è la visione espressa in questo libro. Nonostante l'attribuzione culturale al Tibet presente nel titolo, lo “stato naturale” al quale lo yoga tibetano fa riferimento è la dote intrinseca di tutta l'umanità. Questo testo non pretende di essere più di una porta aperta sulla vastità del potenziale umano insondato. Non intende sostituirsi a una formazione sistematica data dalla guida diretta di un maestro esperto della tradizione, né tantomeno offrire un illuminante punto di vista sulla vita e sugli insegnamenti del Buddha storico e dei mahasiddha tantrici dell'antica India, del Tibet e delle regioni limitrofe. Al contrario, offre una panoramica visuale e antropologica sulle pratiche centrali e sulle visioni della tradizione del Buddhismo tantrico interno, correlandole, ciò è rilevante, con la ricerca scientifica contemporanea, e rivelando come questi principî siano stati codificati nell'arte buddhista himalayana».
Oltre le usate leggi. Una lettura del «Decameron»
Mario Lavagetto
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 2019
pagine: 250
Il Decameron - secondo Michail Bachtin - è il primo tra «i grandi capolavori della letteratura» in cui si afferma «il riso, nella sua forma piú radicale e universale», che ingloba «il mondo intero» e che si stacca dalle «lingue popolari per fare irruzione nella letteratura e nell'ideologia di rango elevato». Questo libro costituisce il tentativo, a distanza di secoli, di ascoltare quel «riso» a volte soffocato, a volte soltanto oscurato da successive forme di censura e dall'accumulo della letteratura secondaria. A un simile scopo si è resa necessaria l'adozione di alcuni principî: non staccarsi mai dalle parole del testo; utilizzare una scatola di arnesi volutamente leggera; esplicitare in ogni occasione la parzialità dell'angolo di lettura prescelto; attenersi, infine, a un suggerimento di Nietzsche e leggere lentamente, senza mai esitare di fronte alla necessità di tornare sui propri passi. Preceduto da vari corsi universitari, il libro ne ha conservato deliberatamente traccia. Con un'implicita e qui reiterata scommessa: restituire leggibilità e piacere a un'opera cosí varia, affascinante e ricca di dirompente vitalità come il "Decameron".
L'arte araldica nel Medioevo
Michel Pastoureau
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2019
pagine: 233
Comparso una prima volta nel XII secolo sui campi di battaglia e durante i tornei per fungere da segno di riconoscimento, lo stemma araldico si diffuse rapidamente nelle classi signorili, per poi estendersi gradualmente a donne, prelati, borghesi, ma anche, in alcune aree, ad artigiani, contadini, comunità civili e religiose. Alla fine del Medioevo l'intera società europea faceva uso degli stemmi. Allo stesso tempo segno d'identità, marchio di proprietà e ornamento decorativo, lo stemma compariva su molti oggetti, opere d'arte, edifici e monumenti. Le stesse chiese nel corso dei secoli divennero veri e propri «musei di stemmi». Ovunque la loro rappresentazione, rigorosamente codificata, diede vita a un'arte originale: l'arte araldica, che ebbe il suo culmine nel xv secolo. Michel Pastoureau ripercorre la storia sociale e artistica degli stemmi medievali, ne presenta le principali regole e mostra come l'immagine araldica non sia affatto come le altre, soffermandosi sul significato di figure e colori. Un'opportunità per correggere una serie di equivoci e sottolineare l'influenza che i blasoni hanno esercitato nelle diverse epoche: la maggior parte delle bandiere, dei loghi aziendali, delle insegne militari, degli emblemi sportivi e persino dei cartelli stradali è infatti erede contemporanea dello stemma medievale. Il libro è illustrato da oltre 130 capolavori araldici, scelti tra arazzi, sculture, dipinti e smalti, per catturare la portata estetica di un'arte spesso sconosciuta.
La formula. Le leggi universali del successo
Albert-László Barabási
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2019
pagine: 210
Troppo spesso, aver raggiunto un buon risultato non è sufficiente per ottenere un successo. Abbiamo portato a termine brillantemente un lavoro ma non abbiamo ottenuto la promozione; abbiamo lavorato sodo ma il nostro impegno non viene apprezzato come si dovrebbe; abbiamo avuto un'idea geniale ma non ce ne riconoscono il merito. Ci è sempre stato detto che il talento e una forte etica del lavoro sono la chiave per farsi strada nella vita, ma raramente nel mondo di oggi questi sforzi si traducono in risultati tangibili. Dopo aver rimarcato questa incoerenza, Barabási, uno dei maggiori esperti mondiali di scienza delle reti, sottolinea l'importanza vitale dell'apprezzamento e del riconoscimento pubblico nei confronti di un lavoro realizzato con impegno, individuando lo sfuggente nesso tra performance e successo personale. Sfruttando la potenza dei big data e utilizzando alcuni casi esemplari tratti dai campi piú diversi (economici, scientifici, sportivi e culturali: dal Barone Rosso a Jean-Michel Basquiat, da Kind of Blue di Miles Davis a Marcel Duchamp e Tiger Woods), Barabási rivela i principî scientifici e le regole non dette che stanno alla base del successo, delineando infine le cinque leggi che governano il fenomeno e spiegandoci come queste possono essere usate a nostro vantaggio. «Queste leggi sono ciò che tiene lontano il best seller dal cesto delle offerte e i miliardari dalla bancarotta. Chiariscono i difetti dei protocolli di gara, molti dei quali in effetti determinano il vincitore in modo casuale. Mostrano come gli "esperti" - professionisti che valutano vini, esecuzioni di musica classica, prestazioni di pattinatori o anche altri giudici - spesso non sono piú bravi di voi o di me a valutare la qualità. Spiegano perché quel tizio, che domina le riunioni ma in ogni altra occasione si presenta in ritardo e impreparato, in qualche modo finisce per diventare il capo. Mostrano che rischiare scommettendo su un perdente può avere un impatto enorme, e che una sola donazione iniziale può determinare il successo di una campagna di raccolta fondi. Spiegano persino perché una canzone davvero orribile - decidete voi quale - diventi inspiegabilmente un gran successo. Le leggi del successo governano da secoli le nostre vite e le nostre carriere esattamente come la gravità, e tuttavia fino a poco tempo fa ne ignoravamo l'esistenza».
Trans-Europe express. Alla ricerca di un continente perduto
Owen Hatherley
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2019
pagine: 393
Cosa rende le città europee cosí particolari? Quali le loro caratteristiche storiche, sociali e architettoniche? In Trans-Europe Express, Owen Hatherley esplora le più diverse realtà dell'intero continente, da Parigi a Leopoli, da Stoccolma a Skopje, da Porto ad Amburgo e da Lodz a Madrid, immergendo il lettore in paesaggi urbani di volta in volta sublimi o volgari. Attento all'inestricabile intreccio di passato e presente, Hatherley, critico e storico dell'architettura sui generis, getta sull'Europa di oggi uno sguardo sempre capace di andare oltre gli stereotipi, e compone un mosaico originale, che anima una sorta di personalissima archeologia della contemporaneità. Un libro suggestivo, sia per chi si occupa di architettura sia, e soprattutto, per chi sia interessato a comprendere le trasformazioni più recenti e contraddittorie dell'identità europea a partire dall'utopica miscela di centri storici, sale da concerto ipermoderne, fantasiosi spazi pubblici e futuristiche abitazioni egualitarie. E mentre definisce la città europea, Trans-Europe Express scopre un continente diviso all'interno dell'Unione e al di fuori di essa. «Probabilmente la città che ha sviluppato il maggior livello di ansia riguardo al proprio multiculturalismo è Parigi. Le poche volte che l'ho visitata, ho sempre trovato la capitale francese strana e incomprensibile, forse a causa delle preferenze che ho sviluppato da londinese adottivo. La coesistenza di differenti periodi e momenti architettonici, di forme e idee in conflitto sulla pianificazione, che si può trovare nel centro di Londra (anche se spesso sostenuta da una griglia di fondo razionalista georgiana), a Parigi sembra, a un primo momento, non esserci, sostituita da un neo-barocco in pietra calcarea, obbligato, speculativo, tirato su in pochi decenni. Gli edifici pubblici imponenti, in particolare l'orrendo Louvre, ma non solo, sono spesso sgraziati e pomposi. La cosa più frustrante della capitale francese è rappresentata dalle lodi incessanti che ha ricevuto sia dai conservatori - da cui ci si può aspettare l'amore per una città dove è possibile camminare chilometri e chilometri senza trovare un singolo esempio di architettura del XX secolo e dove tanto la modernità quanto il multiculturalismo sono rigorosamente tenuti nelle riserve - sia dai politici radicali, per i quali la storia rivoluzionaria della capitale francese, la tediosa litania di 1789, 1848, 1871, 1968, significa godersi le strade borghesi più eleganti con la scusa che, su quello che ora è un edificio di lusso, una volta una banda di saccheggiatori, artigiani e prostitute, sventolò la bandiera rossa. In confronto con Londra, si potrebbe invidiarne la qualità della vita, ma non molto altro».
Una meravigliosa solitudine. L'arte di leggere nell'Europa moderna
Lina Bolzoni
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2019
pagine: 254
Viviamo in un mondo in cui i modi di comunicare, e di pensare, cambiano a una velocità che la storia non ha mai conosciuto. Cosa significa tutto questo per la lettura? Davanti ai rischi, e alle nuove sfide che oggi si delineano, questo libro guarda al passato per farne emergerei grandi miti che hanno nutrito l'esperienza della lettura all'inizio del mondo moderno: miti pieni di fascino, fragili e potenti insieme; inesorabilmente lontani, ci osservano con "uno sguardo familiare". «Entro nelle antique corti degli antiqui uomini, [...] dove io non mi vergogno parlare con loro, e domandarli della ragione delle loro azioni; e quelli per loro umanità mi rispondono», scriveva Machiavelli a Francesco Vettori. È questo il cuore del percorso, che si dipana indietro e avanti nel tempo, da Petrarca a Tasso, a Montaigne, seguendo il tema della lettura come incontro personale, come dialogo con gli autori che si leggono. Il libro diventa un corpo, una persona; i ritratti degli autori, che comparivano nelle biblioteche o negli studioli come spesso fanno le fotografie sui muri di casa dei lettori di oggi, aiutano a mettere in atto una specie di rievocazione negromantica che è capace di sfidare la morte, di stabilire legami di amicizia al di là delle barriere del tempo.
Sacri Monti
Guido Gentile
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2019
pagine: 379
Il sistema dei Sacri Monti, diffuso tra Piemonte e Lombardia e riflesso in casi paralleli, consta di insiemi di cappelle costruite solitamente su alture e dedicate alla rappresentazione degli eventi o «misteri» della vita di Cristo, della Vergine e di alcuni santi. L'immaginario architettonico e figurativo che nel corso di secoli elabora questi complessi rispecchia le propensioni del pellegrinaggio insieme a particolari forme di meditazione e di narrazione, applicate a una catechesi popolare e a una devozione anche piú esigente. Lo sviluppo dei Sacri Monti, fiorito nell'età della Controriforma secondo intendimenti comuni, ma preceduto da rilevanti esperienze sin dal Quattrocento, fu promosso e gestito da religiosi, non solo francescani, e da ecclesiastici con il coinvolgimento dei rispettivi ambienti territoriali e di soggetti di vario rango sociale e politico. La ricognizione qui presentata è volta a seguire questa storia complessa attraverso l'evoluzione del Sacro Monte di Varallo e le derivazioni di quel modello. «Negli anni Ottanta e Novanta del Quattrocento il pellegrinaggio di Terra Santa, con la sua diretta esperienza e le sue narrazioni, continuava ad attrarre uomini e donne di varia provenienza e condizione, religiosi e laici, ecclesiastici e fedeli d'ogni rango, che si trovavano spesso accomunati nei travagli e nei pericoli del "viaggio d'oltremare"... Questa tensione della cristianità verso Gerusalemme si acuiva e insieme diveniva più critica mentre quell'orizzonte era piú arduo a raggiungersi per la crescente espansione della potenza ottomana... Il fallimento della crociata allora bandita da Pio IV dovette toccare particolarmente il frate minore osservante Bernardino Caimi che, nel 1478, si era occupato, quale commissario, della custodia francescana di Gerusalemme e nel 1482 era impegnato nella predicazione della crociata. Per tali circostanze gli doveva apparire più precaria la tutela che sui luoghi santi e sulla loro frequentazione fornivano i francescani del convento del Monte Sion. Il Caimi si rese quindi interprete, con particolare impegno, del sentimento "di dover trasmettere la 'vera' forma degli spazi testimoni della passione e della vita del Cristo in quel momento nel quale sembrava definitivamente compromessa la presenza latina in Terrasanta". A questo effetto si adoprò a impiantare una sua "nuova Gerusalemme", come un insieme di luoghi composti a somiglianza dei luoghi santi d'oltremare e destinati a surrogare il pellegrinaggio gerosolimitano con un'altra forma di devozione, ben più agevole e sicura».
Machiavelli e l'Italia. Resoconto di una disfatta
Alberto Asor Rosa
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2019
pagine: 281
La leggendaria figura di Niccolò Machiavelli, - pensatore, teorico, interprete profondo e appassionato degli avvenimenti politici e statuali del suo tempo, - viene in questo libro ricollocata nella sua dimensione più umana e nel moltiplicarsi senza fine delle sue vocazioni. Ne esce un personaggio a tutto tondo, in cui corpo e cervello, intelligenza e passioni, invece di muoversi su binari paralleli e non comunicanti, convergono e continuamente si fondono fra loro. Il fascino di una ricostruzione condotta con questi criteri consente di cogliere meglio, e con maggiore concretezza, anche lo svolgimento processuale di un momento importante, anzi decisivo, della storia italiana, quello che Asor Rosa definisce la «grande catastrofe»: quando, in un breve volgere di anni (1492-1530), si sarebbero determinati e forgiati i destini della Nazione fino ai nostri giorni.
Un paese lontano. Cinque lezioni sulla cultura americana
Franco Moretti
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2019
pagine: 158
Nell'osservare la tradizione del romanzo, Franco Moretti ha inaugurato ricerche che hanno immesso aria nuova nelle asfittiche stanze della saggistica letteraria. Allo stesso modo, quando ha affrontato all'Università di Stanford l'insegnamento della «Literary History», decise di tracciare percorsi interdisciplinari inconsueti, incrociando letteratura, cinema e pittura per ripensare l'approccio alla materia. Il libro raccoglie cinque di queste lezioni, alla base delle quali vi è la scommessa che ogni insegnante dovrebbe imporsi per svolgere al meglio il proprio compito di fronte a studenti che spesso di storia della letteratura sanno poco o nulla. Cinque saggi brevi e compatti, che individuano alcuni concetti fondamentali della modernità, per riflettere criticamente sullo sviluppo planetario dell'egemonia culturale americana, accostando Whitman a Baudelaire, il western al film noir, Hemingway a Joyce, Miller a Brecht, oppure Vermeer a Hopper e Rembrandt a Warhol. Riflessioni critiche e puntuali analisi stilistiche evidenziano dissonanze, antitesi e conflitti, e compongono una sorta di breviario di educazione estetica, utile a illustrare le diverse realtà culturali e le metamorfosi delle forme artistiche all'interno di distinti contesti sociali, tra Vecchio e Nuovo mondo. Con una missione: risvegliare in ogni lettore il «senso di meraviglia per quel che la letteratura sa fare», dimostrando soprattutto che «vale la pena studiare la letteratura, e non solo leggerla per piacere».
L'abito femminile. Una storia culturale
Georges Vigarello
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 2018
pagine: 300
Dal Medioevo a oggi, l'evoluzione dell'abito femminile è intimamente legata al contesto sociale e culturale di ogni epoca. Questo libro - nel quale ampio spazio è lasciato all'iconografia (ricca di dipinti, incisioni e fotografie) - ripercorre una storia fatta di stasi e rivolgimenti, evidenziando come gli elementi caratteristici delle mode siano sempre il sintomo di una sensibilità culturale, sposino una visione del mondo, riflettano l'evoluzione dei costumi e il ruolo della donna nella società. «Alcuni piccoli cambiamenti hanno inizio proprio nel cuore dell'Impero. Madame Carette, "lettrice" personale dell'imperatrice Eugenia, nel 1864 descrive diffusamente ciò che considera una novità: il "piccolo vestito" indossato dall'imperatrice stessa, con la gonna che aveva voluto piú corta e con meno volant, in occasione di un viaggio sulle Alpi, un tessuto modesto, drappeggi semplici e regolari che raddoppiano gli spessori del fondo. Le turiste inglesi della metà del secolo indossavano già gonne rialzate. La cronista dell'Impero ne individua una sensibile diffusione, che associa al piacere delle passeggiate o, ancora di piú, a una nuova frequentazione della città, dei suoi bazar, del suo traffico, dei suoi trasporti: "Ci si abitua in fretta a questo abbigliamento pratico con il quale, svelte e leggere, si scivola in mezzo alla folla, nei negozi e tra le vetture, senza temere i mille incidenti che provocavano i vestiti fuori misura". Una "riforma" di questo tipo sarebbe già un segno: quello di una maggiore presenza della donna nello spazio pubblico, di una maggiore frequentazione dei viali, dei grandi magazzini, degli spettacoli, dei caffè, il desiderio di una mobilità e di una praticità rinnovate».

