Electa: Ad esempio
EFA studio di architettura. Spazio lavoro architettura-Space work architecture, Headquarters Chiesi, Parma
Emilio Faroldi, Maria Pilar Vettori
Libro: Libro rilegato
editore: Electa
anno edizione: 2021
pagine: 144
Edito per Electaarchitettura, il volume, bilingue italiano e inglese, documenta l'ideazione e la costruzione del moderno Headquarters che il gruppo industriale Chiesi Farmaceutici ha inaugurato nel giugno 2020 alle porte di Parma, su progetto di EFA studio di architettura. Gli spazi del nuovo Headquarters sono la sede dei vertici direttivi e di management del gruppo Chiesi. L'impegno progettuale si delinea attraverso un modello d'impresa basato su "Innovazione", "persone" e "sostenibilità" le tre parole chiave che hanno guidato i progettisti nella configurazione del cospicuo edificio direzionale, esteso su una superficie di 46.300 metri quadrati ed in stretta prossimità al Centro Ricerche inaugurato nel 2011. L'Headquarters è dotato di un padiglione polifunzionale, un auditorium, un ristorante aziendale, spazi creati a seguito di un'analisi di dati mirata a comprendere le esigenze e le aspettative dei futuri utenti, confluita in una documentazione denominata Users' Requirements. A testimonianza della visione green, l'Headquarters è inoltre il primo edificio nel suo genere ad aver ottenuto la certificazione LEED Platinum (Leadership in Energy and Environmental Design) in Italia ed è tra i primi 35 edifici al mondo. Il volume propone un'analisi dettagliata del progetto, dalle fasi di costruzione alla scelta dei materiali e delle tecnologie adottate. Tutte le componenti sono analiticamente descritte dai suoi artefici e da commentatori esperti, in otto brevi saggi corredati da un ricco apparato iconografico di foto d'autore e disegni tecnici selezionati con intento, insieme divulgativo e didascalico. Testi di: Marco Biagi, Stefano Capolongo, Dario Cea, Pietro Chierici, Alberto Chiesi, Alessandro Chiesi, Emilio Faroldi, Giorgia Fochi, Francesca Pesci, Laura Piazza, Maria Pilar Vettori. Fotografie di: Marco Introini, Pietro Savorelli, Kai-Uwe Schulte-Bunert. Traduzioni di Richard Sadleir.
Villa Frascoli. Piero Portaluppi a Laveno. Ediz. italiana e inglese
Roberto Dulio
Libro: Copertina rigida
editore: Electa
anno edizione: 2021
pagine: 112
Posta al limitare superiore di Laveno Mombello, la villa Frascoli viene costruita a sul finire degli anni Dieci. L'edificio, con interventi di Piero Portaluppi, è compatto ma volumetricamente articolato ed esprime un composto e trattenuto rigore che intreccia etimi storicisti e lievi increspature floreali. Il committente della villa è Giuseppe Frascoli, figlio di Enrico Frascoli, appartenente a facoltosa famiglia locale, volontario garibaldino, consigliere comunale dal 1895 e poi sindaco di Laveno dal 1913 al 1914. Posto al limitare superiore del paese, l'edificio è costituito da un corpo compatto ma volumetricamente articolato da logge e terrazze. Un composto e trattenuto rigore espressivo intreccia etimi storicisti e lievi increspature floreali. Probabilmente negli anni Trenta la villa viene dotata di un padiglione di ingresso tipicamente novecentista. Nella stessa occasione viene modificata una veranda e costruito uno scenografico giardino "cubista" a ridosso di una rampa che mette in comunicazione la stessa veranda con l'ampio parco nel quale sorge l'edificio. Quest'ultimo intervento è ascrivibile a Piero Portaluppi, dal momento che coincide fedelmente con analoghi partiti geometrici già utilizzati dall'architetto, tra gli altri, nelle provocatorie visioni per Allabanuel (1920). Del resto proprio questo episodio architettonico si affaccia sulla villa abitata da Portaluppi durante i suoi soggiorni sul lago. Verosimilmente tra i frequentatori dei Frascoli, l'architetto milanese realizzerà per la stessa famiglia l'arredo di un appartamento a Milano (1935) e la villa Frascoli Fumagalli (1935), costruita a poca distanza dall'altra, probabilmente negli stessi anni dell'intervento sul giardino della stessa. L'intera vicenda si intreccia con quella degli altri interventi di Piero Portaluppi in loco: la fabbrica della Società Ceramica Italiana di Laveno e l'abitazione del suo direttore (1924-26), che insieme alle ville Frascoli costituiscono sicuramente una delle testimonianze più storicamente rilevanti dell'architettura novecentesca sulle sponde del lago Maggiore.
Carlo Scarpa. La casa sul Canal Grande
Roberta Martinis, Francesco Magnani, Traudy Pelzel
Libro: Copertina rigida
editore: Electa
anno edizione: 2021
pagine: 128
Il libro consente di conoscere un'opera di Scarpa rimasta sino ad ora avvolta nel mistero e di confrontarsi con un tema spinoso e attuale, quello del restauro delle più significative opere di architettura contemporanee. Scarpa restaurò la casa tra il 1964 e il 1968 , per Loredana Balboni , collezionista e mercate d'arte, vedova di Francesco Pasinetti, direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e sorella di Letizia, moglie di Michelangelo Antonioni, che ne fece un ritrovo per letterati, artisti e registi, e uno scrigno di opere d'arte. L'architetto attrezzò per gli ambienti e le opere d'arte uno straordinario cannocchiale luminoso che collega il fronte sul giardino della casa a quello sul Canal Grande. Si avvalse di materiali lapidei modellati con cura estrema e di rivestimenti parietali realizzati ricorrendo a tecniche tradizionali e ai più dotati artigiani veneziani. Dopo la scomparsa di Loredana Balboni, nel 2008, la casa è entrata a far parte delle disponibilità di un nuovo proprietario, che ne ha promosso il necessario restauro , prefiggendosi di portarlo a termine nella maniera più accurata. I lavori compiuti hanno permesso di conoscere ogni singolo aspetto della costruzione, di mettere in luce tutte le soluzioni utilizzate da Scarpa, di restituire gli spazi alla loro mirabile lucentezza e trasparenza. La storia emblematica di Casa Balboni è messa in luce da Roberta Martinis sulla scorta di accurate ricerche archivistiche, che hanno portato alla pubblicazione di molti disegni sconosciuti, mentre Francesco Magnani e Trudy Pelzel hanno spiegato, avvalendosi di un'ampia documentazione fotografica, come sono intervenuti per restaurarla.
Noi Techpark Bolzano. La fabbrica della ricerca. Ediz. italiana, inglese e tedesca
Libro: Libro rilegato
editore: Electa
anno edizione: 2018
pagine: 176
Il volume illustra il progetto di recupero, con cambio di destinazione d'uso, della fabbrica Montecatini a Bolzano, ora sede del NOI Techpark, un polo di ricerca tecnologica e scientifica in cui lavorano insieme istituti pubblici, Università e aziende private. A cura di Marco Mulazzani, documenta dettagliatamente l'intervento di recupero del complesso attraverso un ampio servizio fotografico di Alessandra Chemollo. Il complesso della fabbrica Montecatini, il più grande stabilimento per la produzione di alluminio in Italia, nasce a Bolzano nel 1936, su progetto dell'ufficio tecnico della Montecatini, l'INA (Istituto Nazionale Alluminio) con sede a Milano. L'impianto urbanistico è composto da una costruzione bassa fronte strada con gli uffici amministrativi, gli spazi per il riposo notturno degli operai, i servizi e i laboratori, un negozio, un dopolavoro, un'infermeria e una cappella di culto; dietro questi primi edifici si trovano le monumentali centrali di trasformazione della corrente e gli edifici delle fonderie. Negli anni Novanta del secolo scorso inizia la dismissione. Ma con la realizzazione del NOI Techpark, la struttura ritrova una funzione produttiva, ora fondata sulla ricerca e sull'innovazione tecnologica. Il progetto di Claudio Lucchin & architetti associati, Chapman Taylor architetti, vincitore nel 2008 della competizione internazionale per la riqualificazione dell'area ex Alumix, si confronta con il difficile tema dell'adattamento a nuove funzioni degli spazi e delle strutture degli edifici preesistenti e, al tempo stesso, introduce nell'area un nuovo edificio – il “Black Monolith” – che assume un ruolo centrale, in termini sia funzionali sia simbolici, nel progetto di trasformazione e recupero. Proprio nella relazione tra nuovo ed esistente risiede il fondamento del NOI Techpark: i vecchi manufatti, identificati come portatori di “valore” anche se ormai privi della funzione originaria, acquisiscono lo status di “patrimonio” grazie al loro ritrovato uso; e contribuiscono insieme al “Black Monolith”, agente trasformatore della “fabbrica pesante” in “fabbrica della ricerca”, a conferire un rinnovato “valore d'insieme” al complesso architettonico.
Pier Luigi Nervi. L'Ambasciata d'Italia a Brasilia
Tullia Iori, Sergio Poretti
Libro: Copertina rigida
editore: Electa
anno edizione: 2018
pagine: 121
Il volume ripercorre le vicende progettuali che hanno portato alla realizzazione dell'Ambasciata d'Italia a Brasilia: dal 1969, anno di affidamento a Pier Luigi Nervi dell'incarico da parte del ministro Pietro Nenni, al 1979, anno della sua morte. Il saggio dello storico Sergio Poretti ripercorre le tappe salienti della carriera dell'ingegnere Pier Luigi Nervi, attraverso le opere che più evidenziano le sue doti di inventore e sperimentatore nel plasmare superfici e strutture in cemento armato. È celebre la sua frase: "Il fatto di poter creare pietre fuse, di qualunque forma, superiori alle naturali poiché capaci di resistere a tensione, ha in sé qualche cosa di magico". Per Nervi il cemento armato non è una tecnica codificata, ma una strategia di costruzione suscettibile di continui perfezionamenti, arricchimenti, invenzioni e ogni nuova opera è l'occasione per portare avanti una sperimentazione continua.
Case in Giappone
Francesca Chiorino
Libro
editore: Electa
anno edizione: 2017
Il saggio introduttivo prende le mosse dal senso dello spazio in Giappone e dall'eterno equilibrio tra pieni e vuoti. La spazialità connessa alla cerimonia del tè serve come spunto per trattare lo spazio domestico in Giappone, i rituali tradizionali e le contemporanee tendenze architettoniche nelle metropoli e in paesaggi naturali. Si scandaglia con particolare evidenza la capacità di alcuni giovani architetti di esprimere attraverso i linguaggi dell’architettura, una fragilità di fondo, una sensibilità particolare e un'unione intrinseca con gli elementi della natura.
Giovanni Michelucci e la sede della contrada di Valdimonte a Siena (1974-1997)
Roberto Dulio
Libro: Libro rilegato
editore: Electa
anno edizione: 2017
pagine: 95
Il volume ricostruisce le vicende che legano l'architetto Giovanni Michelucci (1891-1990) alla contrada senese di Valdimontone, per la quale il maestro si occupa, a partire dalla metà degli anni settanta, della sistemazione del museo, all'interno del complesso di San Leonardo, e della costruzione della nuova sede, addossata all'oratorio della Santissima Trinità. Sia il primo progetto, solo parzialmente realizzato, che il secondo, ultimato dopo la morte dell'architetto dal suo collaboratore Bruno Sacchi, testimoniano la vitalità di un'architettura - quella michelucciana - emancipata dai formalismi della ricerca espressiva e attenta piuttosto a generare uno spazio complesso, un intreccio.
Carlo Scarpa. Gipsoteca Canoviana Possagno. Ediz. italiana e inglese
Gianluca Frediani
Libro: Libro rilegato
editore: Electa
anno edizione: 2016
pagine: 144
Nonostante la vasta letteratura scientifica a disposizione, l’intervento scarpiano ha spesso suscitato dubbi interpretativi a causa della difficoltà di individuarne i limiti materiali in una stratificazione storica articolata e complessa. Il libro, corredato da un ricco repertorio iconografico, cerca di sollevare questo velo di incertezze, ripercorrendo le concitate fasi del lavoro scarpiano in una trattazione che induce – da un lato – a scoprirne le strette relazioni con la casa canoviana ed il paesaggio dei luoghi – dall’altro – ad approfondirne i modelli di riferimento e le vicende costruttive. Per meglio mettere a fuoco il rapporto che l’architetto imbastisce con i gessi canoviani, lo studio ricostruisce l’evoluzione degli allestimenti espositivi dalla fondazione della Gipsoteca neoclassica alla sistemazione scarpiana del 1957. Affiancando l’interpretazione critica alla realtà documentale di archivio, il libro lascia emergere una visione inedita del progetto scarpiano, colto nella sua oscillazione fra l’eredità dei modelli classici e gli esiti del Movimento Moderno. Il volume, introdotto dai saggi di Gianluca Frediani e Susanna Pasquali, è illustrato da un’ampia rassegna di schizzi e disegni dell’architetto veneziano, provenienti dal suo archivio personale custodito presso il MAXXI di Roma e il Centro Carlo Scarpa di Treviso. L’opera è completata da una approfondita indagine fotografica sulle figure canoviane e gli spazi museali compiuta da Alessandra Chemollo.
L'architettura di Massimo Carmassi. La nuova sede dell'università di Verona. Restauro e riuso
Marco Mulazzani
Libro: Libro rilegato
editore: Electa
anno edizione: 2016
pagine: 111
Il restauro dell'ex panificio militare nell'area della Caserma di Santa Marta a Verona - un complesso costruito su progetto del Genio militare austriaco e inaugurato nel 1865 - è il più recente e uno dei più impegnativi tra gli interventi di recupero e rifunzionalizzazione di manufatti storici del denso curriculum di Massimo Carmassi. Quest'opera riassume i punti fondamentali di una metodologia di intervento messa a punto e consolidata da Carmassi nell'arco di un'intensa attività di progettista-restauratore. Chiave di volta dell'intervento su questo austero manufatto industrial-militare, lungo quasi 120 metri e profondo 50 metri, caratterizzato da una forte densità strutturale e da una notevole complessità volumetrica, è la definizione di una nuova strategia distributiva interna, capace di rispondere alle esigenze dell'Università mantenendo e anzi esaltando le qualità spaziali e materiali dell'edificio. Il volume che illustra il restauro dell'ex panificio restituisce dettagliatamente le diverse fasi dell'intervento: rilievo architettonico e documentazione dello stato di fatto; disegni di progetto (piante, sezioni, assonometrie di insieme e di dettaglio), illustrazione delle fasi del cantiere e, infine, un ampio servizio fotografico di Mario Ciampi.
La stazione di Firenze di Giovanni Michelucci e del Gruppo Toscano 1932-1935
Libro: Libro rilegato
editore: Electa
anno edizione: 2016
pagine: 143
L'inaugurazione della stazione di Santa Maria Novella a Firenze, il 30 ottobre 1935, è contemporanea a quella della Biblioteca Nazionale fiorentina e segue di soli quattro anni quella della Stazione Centrale di Milano. La comparazione tra i tre edifici evidenzia la straordinaria novità del fabbricato ferroviario fiorentino. Progettato dal Gruppo Toscano - Nello Baroni, Pier Niccolò Berardi, Italo Gamberini, Sarre Guarnieri, Leonardo Lusanna - capeggiato da Giovanni Michelucci (1891-1990), il capolavoro dell'architettura italiana tra le due guerre nacque tra accese polemiche, contrasti ed esaltazioni categoriche: turbolenze che ne hanno accompagnato il destino per anni, fino a fissarne l'immagine nel presunto feticcio di un malinteso nazionalismo italiano. L'impropria sacralizzazione critica ha costituito per mezzo secolo un vero e proprio ostacolo all'analisi testuale dell'edificio e alla conoscenza approfondita della sua storia. La stazione di Santa Maria Novella di Giovanni Michelucci e dei suoi giovani collaboratori è in realtà un nodo critico e una svolta concettuale dell'architettura del Fascismo. L'edificio infatti materializza la volontà modernizzatrice del Regime, impersonata dal colto e intraprendente segretario del Partito Fascista fiorentino, Alessandro Pavolini: rivela l'eccezionale talento costruttivo di Giovanni Michelucci, capace di misurarsi con la storia e la materia viva del costruire toscano...