Giappichelli: Università degli Studi di Milano. Facoltà di Giurisprudenza. Pubblicazioni del Dipartimento di Dirit
La salute degli altri. Giustificazione e limiti degli obblighi vaccinali
Stefania Leone
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2024
pagine: 320
La discrezionalità della Commissione europea nelle procedure di infrazione
Camilla Burelli
Libro
editore: Giappichelli
anno edizione: 2024
pagine: 456
Il diritto amministrativo tra ordine sistematico e realtà economico-sociale
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2024
pagine: 176
I saggi raccolti in questo volume costituiscono la rielaborazione delle relazioni svolte al Convegno in ricordo del Prof. Giuseppe Pericu, tenutosi il 16 febbraio 2023, presso la Sala Napoleonica dell’Università degli Studi di Milano Statale. Proprio all’Università Statale di Milano e in particolare alla Facoltà di Giurisprudenza Giuseppe Pericu viene chiamato come professore ordinario di diritto amministrativo nel 1984, dopo avere ricoperto analogo incarico nell’Ateneo genovese, nel quale si era laureato con il Prof. Roberto Lucifredi. All’epoca all’Università Statale l’insegnamento di diritto amministrativo ha già un Maestro illustre nel Prof. Umberto Pototschnig, con cui Pericu stringe un sodalizio fatto di stima, collaborazione, amicizia e sintonia, testimoniato dalla condivisione del corso di Diritto regionale e dall’alternanza nel corso di Diritto amministrativo I e Diritto amministrativo II. Il magistero di Giuseppe Pericu si caratterizza per il suo metodo e per i suoi filoni di ricerca, che sono tra loro strettamente connessi. Per Pericu, da un lato, la comprensione del fenomeno giuridico reclama la previa individuazione degli interessi e dei conflitti sottostanti; dall’altro lato, l’indagine scientifica necessita di essere indirizzata verso le modalità con cui il diritto è concretamente applicato, nella consapevolezza che la scienza giuridica ha una dimensione teorica, ma al tempo stesso pratica. Dimensione pratica che emerge grazie anche al suo riguardo nei confronti dell’evoluzione storica e soprattutto della documentazione, in modo che le sue opere sono calate nella realtà scrutinata di prima mano, evenienza rara perlomeno nella scienza giuridica.
Rappresentante e rappresentato al tempo della rivoluzione digitale
Pietro Villaschi
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2024
pagine: 464
Il diritto internazionale nella realtà dei fenomeni giuridici. Scritti scelti a cura degli allievi
Riccardo Luzzatto
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Giappichelli
anno edizione: 2024
pagine: 1504
Questi volumi raccolgono l’opera di Riccardo Luzzatto nelle materie che appartengono alla tradizione internazionalistica italiana. Non comprendono, invece, le due principali opere monografiche, relative a Stati giuridici e diritti assoluti nel diritto internazionale privato del 1965 e Stati stranieri e giurisdizione nazionale del 1972. Le ricostruzioni scientifiche in esse espresse, peraltro, si mostrano in scritti qui riprodotti. La rilettura dei lavori dell’Autore consente di mettere in luce la Sua attenzione al dato normativo e il Suo rigore concettuale, unite al rilievo dell’importanza della realtà dei fenomeni della vita giuridica internazionale e della concreta dimensione applicativa delle ricostruzioni sviluppate anche su questioni di sistema. La presentazione dei lavori di Riccardo Luzzatto intende dunque contribuire a tener vivo e a riproporne il pensiero, quale riferimento per le giovani generazioni di ricercatori, affinché non perdano di vista, anche negli studi di formazione, i lavori di sistema e le ricostruzioni complessive offerte dai grandi maestri della materia.
L'intervento nel processo amministrativo
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2023
pagine: 304
Se è indubbiamente vero, con Adolf Merkl, che la caratteristica strutturale dello Stato di diritto, come venutosi a formare nel diciannovesimo secolo in poi, è da individuarsi nella estensione delle regole del processo all’esercizio dell’attività amministrativa ; questo appare confermato dalla convergente notazione che anche il processo amministrativo, nato da una costola dell’amministrazione stessa, nella sua struttura si sia sempre più avvicinato a quella che caratterizza il processo civile, modellandosi nella propria conformazione. Una convergente valutazione – tanto per fare un ulteriore esempio – si trova nella nota prolusione patavina di Enrico Guicciardi del 1936, ove appunto evidenziava che la legge del 1889 non aveva fatto altro che circondare delle garanzie proprie del procedimento giurisdizionale quello stesso tipo di reclamo che il cittadino poteva presentare, soltanto in linea amministrativa, ai sensi dell’art. 3 della legge del 1865. Così si è realizzata – come è davanti agli occhi di tutti – una progressiva assimilazione della giustizia amministrativa al processo civile, tale da lasciar immaginare che questa evoluzione si sia conclusa nella piena ed integrale formazione di un vero e proprio diritto processuale amministrativo, che affianca nella propria piena legittimazione e con pari dignità i fratelli maggiori, il diritto processuale civile e il diritto processuale penale. Il codice del processo amministrativo non ha fatto altro che porre il sigillo definitivo su questa evoluzione.
I terzi nei processi nazionali e sovranazionali: poteri e tutele
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2023
pagine: 512
L’idea che nel processo vi sia un “terzo” e, quindi, un soggetto che non è parte originaria, o principale, è inscindibilmente connessa al tema della tutela dei diritti (innanzitutto del terzo che interviene e che da quel processo e dai suoi esiti può essere pregiudicato), alla affermazione della garanzia del contraddittorio, alla esigenza che il giudice sia messo nelle condizioni di decidere “al meglio”, per aver avuto modo di ascoltare tutti gli interessati. Il ruolo del terzo nel processo è, quindi, un aspetto della civiltà giuridica. E tale constatazione non varia a seconda dell’area ordinamentale in cui ci si colloca, sia essa quella del processo civile, di quello amministrativo, di quello costituzionale o internazionale o europeo. Le peculiarità che reggono il singolo procedere giudiziario condizioneranno l’istituto in parola, ma non ne altereranno significativamente l’ultima e più intima finalità. Certo è che nei processi in cui si discutono tematiche giuridiche che, per natura, sono suscettibili di assumere rilievo in una generalità di casi e situazioni (si pensi al processo costituzionale, ma anche a quello di fronte al giudice dell’Unione o del sistema della CEDU), l’utilità dell’intervento appare ancor più evidente e l’esigenza di vederlo realizzato anche da soggetti non direttamente o immediatamente incisi dalle conseguenze della singola pronuncia, perciò portatori di interessi più vasti e diffusi, ancora più pressante.
Ingeniorum delectus. I dottori in diritto dello studio di Pavia (1525-1796)
Daniela Buccomino
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2023
pagine: 1000
La mappa dei dottori in diritto presenti negli Studia funzionanti nei secoli XVI-XVIII è andata arricchendosi negli ultimi decenni, assumendo contorni sempre più definiti. Non esiste a tutt’oggi, però, una ricerca complessiva sulla popolazione laureata dell’Università di Pavia nel medesimo arco cronologico volta indagarne i bacini di utenza, le capacità di assorbire e soddisfare le domande di professionisti all’interno del Ducato di Milano, e conseguentemente, la sua incidenza in relazione al contesto culturale locale e alla consistenza dei flussi migratori verso altre sedi. Il presente lavoro, momento conclusivo di una lunga e complessa ricerca d’archivio, iniziata durante il dottorato presso l’Alma Mater e perfezionata con le competenze acquisite presso la Scuola Archivistica Vaticana, si colloca in una prospettiva metodologica tendente a superare la “separazione” fra analisi rigidamente storico-sociale e storico-giuridica. In quest’ottica si propone un duplice obiettivo: anzitutto, predisporre, navigando in un mare magnum di fonti inedite, un catalogo di quanti hanno conseguito il titolo dottorale in iure civile, in iure canonico o in utroque iure a Pavia. Il secondo obiettivo, che del primo è diretta filiazione, è quello di mettere a disposizione degli studiosi un panorama esaustivo dell’iter formativo di alcuni dei futuri protagonisti della vita italiana ed europea offrendo, al contempo, spunti che restituiscano un quadro il più possibile articolato del contesto accademico e sociale di riferimento e del complesso rapporto intrattenuto dall’Università con le istituzioni concorrenti e con il potere centrale dello Stato di Milano. In questa cornice, particolare rilievo è attribuito alle tecniche di registrazione e ai meccanismi di controllo del corpo studentesco dello Studium. L’arco cronologico prescelto è circoscritto al 1525-1796, ovvero alla dominazione spagnola e austriaca nel territorio lombardo. A una tale ampiezza temporale corrisponde infatti un variegato patrimonio documentario, conservato in importanti complessi archivistici, nei quali scavare.
«Never let a good crisis go to waste». Il principio della separazione dei poteri prima e dopo la pandemia
Luca Vanoni
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2023
pagine: 368
Diritto all'istruzione e opinioni dissenzienti in prospettiva comparata
Daniele Camoni
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2023
pagine: 336
L'esecuzione delle sentenze della Corte EDU nella giustizia amministrativa
Elisabetta Romani
Libro
editore: Giappichelli
anno edizione: 2023
pagine: 528
La forza pervasiva della tutela dei diritti umani attraversa oramai tutte le diverse branche del diritto, coinvolgendo una pluralità di aspetti e richiedendo agli istituti giuridici una particolare capacità adattiva al fine di assicurare una tutela piena ed effettiva alla persona umana, inscindibilmente legata ai suoi diritti. Dal dinamismo della tutela dei diritti non potevano rimanere esclusi il diritto amministrativo e il relativo sistema processuale, i quali, nonostante in un primo momento siano rimasti ai margini del sistema CEDU, sono stati progressivamente permeati dai principi cristallizzati nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo e nei relativi Protocolli addizionali, come interpretati dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Questo processo di integrazione tra i due diversi livelli di tutela non è, tuttavia, privo di ostacoli: dall’angolo prospettico della giustizia amministrativa, il punto di tensione si è avuto in special modo con riferimento al giudicato amministrativo anticonvenzionale, intendendo con tale termine la regula iuris elaborata dal giudice amministrativo e cristallizzata in una sentenza divenuta definitiva, risultata a seguito di una sopravvenuta decisione della Corte europea non conforme ai canoni CE-DU. Come si tenterà di dimostrare, tale frizione è un riflesso inevitabile della regola, su cui si fonda l’intero sistema di giustizia convenzionale, del previo esaurimento dei rimedi interni di cui all’art. 35 CEDU, di talché il giudicato convenzionale sarà sempre necessariamente preceduto da una res iudicata nazionale. Eppure, benché trattasi di una conseguenza fisiologica degli obblighi internazionali assunti dallo Stato italiano con l’adesione al sistema convenzionale, allo stato non è dato ravvisare nella giustizia amministrativa un rimedio che consenta di rimuovere il giudicato amministrativo anticonvenzionale, così da garantire piena tutela al ricorrente risultato vittorioso a Strasburgo. Si rende, pertanto, necessario indagare i riflessi nel processo amministrativo di una sentenza della Corte EDU che accerti, appunto, l’incompatibilità con le norme convenzionali di un giudicato amministrativo cristallizzatosi sulla medesima vicenda processuale. Muovendo dalle ragioni che hanno portato la Corte costituzionale, nella pronuncia n. 123 del 2017, a non ammettere l’introduzione di un nuovo motivo revocato-rio nell’art. 395 c.p.c. che consenta la cedevolezza del giudicato amministrativo in ragione di una sopravvenuta sentenza convenzionale, il presente lavoro si propone di pervenire all’individuazione di strumenti giuridici interni, di cui il diritto amministrativo e la giustizia amministrativa sono potenzialmente dotati, volti ad armonizzare quella che diversamente rischierebbe di essere una disfunzione sistemica.
Parole pericolose. Conflitto e bilanciamento tra libertà e limiti. Una prospettiva trasversale
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2023
pagine: 240
La prospettiva trasversale prescelta per l’odierno convegno ha consentito di istruire nella loro complessità le problematiche connesse alla garanzia della libertà di espressione e alla definizione delle condizioni di legittimità delle relative limitazioni. Senza alcuna pretesa di compiutezza, mi limiterò in questa sede a richiamare a grandi linee la riflessione condotta, fornendo qualche ulteriore spunto conclusivo. Dopo lo stimolante intervento introduttivo di Marilisa D’Amico, anche nella sua veste di Prorettrice alla legalità, nella sessione mattutina si è indagata in particolare la pericolosità delle parole, valorizzando i diversi contesti storici e geografici, come sottolineato nella incisiva sintesi di Daniela Milani. Nella sessione pomeridiana, ci si è soffermati invece sugli scenari inediti (e per certi aspetti inquietanti) dell’avvento dei media digitali. Se è pacifico che la parola e lo sviluppo del linguaggio hanno contraddistinto l’intera evoluzione dei Sapiens, distinguendoli dagli altri viventi e assicurando loro la sopravvivenza, il Ventunesimo secolo ha disvelato volti inediti del potere delle parole, come osservato da a nel lucido contributo che ha dato avvio ai lavori. La fragilità (delle parole) del diritto e dei diritti, in questo ambito, esige la ricerca di strumenti alternativi (culturali, pedagogici, tecnologici, etc.) al fine di contenere la potenza inedita che la rete conferisce alle parole, fornendo loro quella capacità di ‘creazione’ della realtà virtuale che era attributo esclusivo della parola divina: dall’Homo Sapiens all’Homo Deus, secondo la illuminante e suggestiva ricostruzione dell’evoluzione degli umani proposta di recente dallo storico Yuval Noah Harari. La pericolosità delle parole ‘pronunciate’ in rete assume quindi forme e gradi differenti a seconda dei contesti virtuali (le piattaforme) che le veicolano, e il compito regolatorio affidato al diritto diviene ancor più arduo, se non addirittura impossibile: alle difficoltà definitorie della libertà di espressione e delle sue (legittime) limitazioni, si aggiunge la difficoltà di contenere in modo efficace la risonanza dei discorsi d’odio, e ciò in considerazione della ampiezza e della rapidità della diffusione garantita dalla tecnologia. Ma il linguaggio restituisce la cifra della nostra identità individuale e collettiva, è pertanto la qualità delle persone e dei rapporti interpersonali a nutrirne il vocabolario e a ispirarne i toni. La violenza delle parole non è che l’eco della violenza dentro le persone e nelle loro relazioni. Alla libertà di parola, dunque, non può non corrispondere la responsabilità per le parole, responsabilità che, prima ancora di avere rilevanza giuridica, ne ha una profondamente etica. Le parole di odio invocano parole di cura, delle anime ferite e delle relazioni malate che abitano la società iperconessa, in cui paradossalmente si moltiplicano solitudine e intolleranza. In tale mutato contesto il giurista può e deve fornire il proprio specifico contributo alla promozione di un linguaggio rispettoso della dignità dell’altro, nella consapevolezza, tuttavia, dell’oggettiva precarietà dell’efficacia della regolazione. A conclusione di questa intensa, e spero proficua giornata, anche a nome della Professoressa Parini, desidero ringraziare tutti della partecipazione: i relatori per il prezioso contributo, gli studenti per l’attento ascolto, gli esperti informatici per l’efficiente assistenza tecnica. Mi permetto di esprimere, infine, il più sentito ringraziamento alla Professoressa Parini, per aver ideato e realizzato una iniziativa così ricca e interessante.