Giappichelli: Università degli Studi di Milano. Facoltà di Giurisprudenza. Pubblicazioni del Dipartimento di Dirit
I conflitti di potestas iudicandi tra arbitro e giudice statale nel diritto italiano e comparato
Albert Henke
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2022
pagine: 1072
La presente ricerca intende approfondire la tematica dei conflitti di potestas iudicandi tra arbitrato e giurisdizione statale, allorquando la medesima causa sia dedotta, contestualmente o in momenti successivi, dinanzi all’arbitro e al giudice statale. Tale tematica, in ragione del vuoto normativo, è stata oggetto di un intenso dibattito dottrinale e giurisprudenziale prima della riforma del 2006 (che, come vedremo, pur introducendo per la prima volta delle norme espresse che governano alcuni profili dei suddetti conflitti, non ha assolutamente chiarito tutti i problemi di inquadramento teorico e pratico-applicativi). I problemi originati da questa fattispecie rispetto a quella, speculare, che può verificarsi nei rapporti tra giudici statali, risiedono essenzialmente in ciò, che, da un lato, la natura tendenzialmente (o di norma) esclusiva del patto arbitrale non osta al fatto che la medesima causa, originariamente deferita in arbitrato dalle parti mediante la stipulazione di quel patto, venga altresì dedotta (per le ragioni più svariate: incertezza sulla validità ed efficacia del patto; incertezza sul suo ambito oggettivo o soggettivo di applicazione; tattiche dilatorie e azioni di disturbo …), in sede giudiziale da una delle parti (che può essere la stessa che abbia agito in arbitrato, oppure la controparte della parte attrice in arbitrato che agisca in accertamento negativo in sede giudiziale in relazione al medesimo rapporto giuridico, già dedotto in sede arbitrale); dall’altro, che il parallelismo di due procedure (arbitrale e giudiziale) sulla medesima causa o, in altri termini, la questione di litispendenza tra arbitrato e giudizio statale è sempre stata inquadrata come una questione di competenza, o di potestas iudicandi, che l’arbitro e il giudice statale, in ossequio al principio Kompetenz Kompetenz, sono legittimati a valutare in piena autonomia, indipendentemente e dalla pendenza della medesima causa dinanzi all’altro organo, e dall’eventuale valutazione da questi già compiuta.
Il contributo dei Protocolli nn. 15 e 16 Cedu al processo di riforma della Corte di Strasburgo
Elisabetta Crivelli
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2022
pagine: 152
"Il presente lavoro nasce dall’idea di ripercorrere le ragioni e gli obiettivi del processo di riforma della Corte europea dei Diritti dell’Uomo e approfondire l’origine, il contenuto e le prime applicazioni dei due recenti Protocolli alla Cedu, il n. 15 e il n. 16." (dalla premessa)
La disciplina della data retention tra esigenze securitarie e tutela dei diritti fondamentali. Un'analisi comparata
Giulia Formici
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2021
pagine: 448
Cinquant'anni dopo. L'esecuzione delle decisioni del Consiglio di Stato. Scritti di diritto processuale amministrativo dedicati a Riccardo Villata
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2021
pagine: 288
Autori: Bertolissi Mario; Travi Aldo; Sala Giovanni;Ramajoli Margherita; Goisis Francesco; Bertonazzi Luca Santino; Delsignore Monica; Troise Mangoni Wladimiro; Valaguzza Sara; Domenichelli Vittorio.
Paura dell'Europa: spunti di razionalizzazione. Atti del webinar «Chi ha (ancora) paura dell'Europa» (18 maggio 2020)
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2020
pagine: XIV-234
«Il presente volume raccoglie gli atti dell'evento conclusivo del progetto finanziato dalla Commissione europea nel 2017 (Cattedra Jean Monnet —Project Number 587344-EPP-1-2017-1-IT-EPPJMO-CHAIR, titolare prof. Massimo Condinanzi) dal titolo "Qui a peur de l'Europe?". L'evento era stato immaginato come un momento di riflessione — rivolto in primis a studenti universitari, avvocati e magistrati, ma altresì aperto alla società civile — in cui accademici, professionisti e politici avrebbero condiviso le loro visioni sul cammino dell'Unione europea nell'ultimo decennio (e non solo). L'auspicio era che se ne potessero evidenziare in particolare gli aspetti positivi, a chiusura di un percorso di tre anni in cui gli accademici coinvolti direttamente nel progetto avrebbero contribuito a diffondere le loro conoscenze sul processo di integrazione europea, spiegando (a studenti, universitari ma anche delle scuole superiori, a giuristi, a giornalisti e a diverse categorie del mondo produttivo) il funzionamento (e i limiti) dell'ordinamento giuridico di nuovo genere", con l'auspicio di ridurre il sempre più diffuso euro-scettiscismo, accompagnato da un tasso crescente (in misura direttamente proporzionale) di "sovranismo", qualunque sia la realtà che si cela dietro tale espressione (in Italia come in molti altri Paesi membri — e non pensiamo solo al Regno Unito o alla Polonia e all'Ungheria, ma anche, ad esempio, all'Austria e alla più vicina, geograficamente e culturalmente, Francia)...» (dalla prefazione)

