Gremese Editore: I cult del grande cinema popolare
Addio zio Tom di Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi
Stefano Loparco
Libro: Copertina morbida
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2019
pagine: 133
Controverso. Bistrattato. Dibattuto. Condannato. Osannato oltreoceano e disprezzato in Italia, "Addio zio Tom" è stato manomesso a più riprese, censurato e rimontato, fino a diventare il simbolo del processo di damnatio memoriae che ha investito Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi e i loro mondo movies, documentari shock sulle brutture e le ingiustizie del mondo. Girata tra gli Stati Uniti e Haiti - per concessione del dittatore Francois Duvalier la quinta pellicola del duo ripercorre senza remore estetiche né contenutistiche la storia della schiavitù a stelle e strisce, sfidando ripetutamente il moralismo e il perbenismo imperanti nel Belpaese (e non solo) dell'epoca. Ricostruzione di una lavorazione pluriennale e di vicissitudini critico-censorie mai viste prima, né dopo, nella Storia del cinema italiano, il volume ripercorre - con il giusto equilibrio tra agiografia e condanna - la genesi, i contenuti e il destino di questo oggetto filmico di straordinaria importanza storiografica, avvalendosi delle testimonianze dirette e dei materiali fotografici di chi vi prese parte in prima linea.
2019. Dopo la caduta di New York di Sergio Martino
Manuel Cavenaghi
Libro: Copertina morbida
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2019
pagine: 133
1983. Quando la grande stagione dei generi italiani è prossima a chiudersi, l'industria dà un ultimo colpo di coda con il genere post-atomico, imitazione in scala artigianalmente ridotta dei grandi successi commerciali che - da Blade Runner a Guerre stellari, da Interceptor a 1997: Fuga da New York - hanno da poco sbancato i botteghini internazionali. Sergio Martino, esploratore di ogni filone del cinema popolare tricolore, accetta l'improba sfida di narrare e costruire uno scenario popolato da uomini scimmia e cyborg, guerrieri neo-medievali e mangiatori di ratti, nel quale amalgamare astronavi e auto corazzate, cavalli e motociclette. Sfruttando appieno le capacità di un comparto tecnico d'eccezione - dal reparto stuntmen a quello artificieri, fino ai geniali modellini creati dallo scenografo Antonello Geleng - restituisce una Grande Mela insieme primordiale e avveniristica, dando forma al più riuscito esempio del genere. Grazie all'ausilio di documentazioni e fotografie finora inedite e alla collaborazione di coloro che presero parte alla scrittura e alla realizzazione del film, l'autore ricostruisce genesi, lavorazione e destino di 2019. Dopo la caduta di New York, cult imperituro di un cinema che, in Italia, non esiste più.
Sotto il vestito niente di Carlo Vanzina
Claudio Bartolini
Libro: Copertina morbida
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2019
pagine: 143
Top model, sfilate, griffe. Anni '80, Milano da bere, auto costose. Party privati, cocaina, delitti. Prodotto da Achille Manzotti e inizialmente affidato a Michelangelo Antonioni, nelle mani di Carlo ed Enrico Vanzina Sotto il vestito niente diventa l'affresco del decennio edonista made in Italy. Tra carrellate in via Montenapoleone, sfilate di fronte alla Stazione Centrale e indagini tra piazza Meda e piazza della Scala, Milano è restituita nel suo lato più glamour e lussuoso. Al contempo, però, diventa sede di omicidi a catena che fanno del film il capostipite del thriller d'alta moda nostrano, la cui ricetta mescola il patinato approccio vanziniano alle lezioni di Dario Argento e Brian De Palma. Interpretato dalla superstar delle passerelle Renée Simonsen e dal fuoriclasse britannico Donald Pleasence, "Sotto il vestito niente" viene qui indagato dalla sua genesi all'eredità che ha consegnato al giallo-thriller italiano, in un viaggio attraverso testimonianze, documenti, fotografie e materiali mai visti prima.
Milano calibro 9 di Fernando Di Leo
Davide Pulici
Libro: Libro in brossura
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2019
pagine: 128
Fernando Di Leo è stato un genere a sé stante, nel panorama del cinema popolare italiano a cavallo tra anni '60 e '70, e "Milano calibro 9" è il film che meglio rappresenta questa sua unicità. Al suo interno, infatti, le reminiscenze letterarie da Giorgio Scerbanenco e gli influssi cinematografici di Jean-Pierre Melville si sposano dando vita a qualcosa di nuovo, spiazzante, poco convenzionale. Qualcosa di straordinario. La lotta di Ugo Piazza contro il destino intreccia le matrici del noir e del poliziesco, del gangster movie e del melodramma, in una vorticosa discesa agli inferi dell'animo umano marchiata a fuoco dai dialoghi asciutti e incalzanti, dalle efficaci partiture musicali di Luis Enríquez Bacalov e dalle interpretazioni di un parterre d'attori magistralmente orchestrato. Da Gastone Moschin a Mario Adorf, da Philippe Leroy a Lionel Stander, ogni volto dà sembianze e sostanza a un personaggio irripetibile, mentre Barbara Bouchet danza ancora nella memoria degli spettatori italiani e internazionali, Quentin Tarantino in primis. Davide Pulici, che di Di Leo fu amico e intimo confidente, ripercorre la genesi, la lavorazione e le mille sfaccettature del film, in un libro-scrigno i cui piccoli tesori si susseguono in forma di fotografie, documentazioni inedite e preziose testimonianze. Prefazione di Manlio Gomarasca.
«Troppo forte» di Carlo Verdone
Franco Ferrini
Libro: Libro in brossura
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2024
pagine: 112
Nato dal desiderio di «raccontare un bullo di periferia e costruire su di lui l’intero film», il sesto film da regista di Carlo Verdone aggiorna il celebre Nando Mericoni di Un americano a Roma allo stile metallaro degli anni Ottanta, decennio che nelle sale cinematografiche vede il dominio indiscusso dei muscoli e degli sguardi truci di Rambo e Terminator. Ma non basta certo un poster taroccato di Stallone per trasformare un “bambacione” in un vero duro. Unico scartato per il casting del film americano I figli del pianeta nero, il protagonista Oscar Pettinari (Verdone) medita vendetta per l’onta subita. E la trova, o quasi, per mezzo del sedicente avvocato Giangiacomo Pigna Corelli in Selci (Alberto Sordi), tipo stralunato che lo convince a truffare il produttore americano simulando un incidente stradale. Il piano potrebbe riuscire, se non fosse per l’inaspettato coinvolgimento della bella Nancy, la protagonista femminile del film in lavorazione... Amato dal pubblico più di quanto lo sia stato dalla critica e dal suo stesso autore (poco soddisfatto soprattutto della recitazione di Sordi), Troppo forte viene ripercorso da Franco Ferrini con dovizia di particolari sulla sua ideazione e realizzazione, e con un dettagliato resoconto della trama in parole e fotogrammi. Un sapido racconto di cinema che comprende un’intervista esclusiva a Carlo Verdone e offre all’autore anche l’occasione per rievocare alcune delle figure variamente coinvolte nel film: dal comprimario Sordi ai co-sceneggiatori Sergio Leone e Rodolfo Sonego, dal produttore Augusto Caminito al caratterista Mario Brega, presenza ricorrente nella filmografia verdoniana.