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Il Mulino: XX secolo

Il demone della politica. Antologia di scritti (1958-2015)

Mario Tronti

Libro: Copertina morbida

editore: Il Mulino

anno edizione: 2018

pagine: 656

Questa raccolta di scritti di Mario Tronti, la prima a coprire l'intero periodo della sua produzione teorica, nasce dalla constatazione di un consolidato ritorno di interesse nei confronti del suo pensiero, oltre che dalla sostanziale irreperibilità di molte sue opere. Corredata da un'introduzione che ne storicizza il percorso politico e teorico, l'antologia offre una ricostruzione unitaria del pensiero di un intellettuale novecentesco tra i più conosciuti e internazionalmente citati, evidenziandone tanto le continuità quanto le fratture teoriche. Gli scritti selezionati sono raggruppati in quattro sezioni cronologiche, che individuano diversi periodi nel corso dell'evoluzione del pensiero di Tronti: "Il punto di vista" (1958-1967); "Il politico e il movimento operaio" (1968-1984); "Realismo e trascendenza" (1985-1998); "Pensare il Novecento" (1999-2015). In ciascuno di questi periodi l'autore sottopone a critica e in parte ripensa le proprie categorie, aprendo di volta in volta nuovi campi di ricerca e nuove prospettive per l'azione politica. Riproponendo i frutti più significativi del lavoro di Tronti, il volume risponde non solo a un'esigenza ricostruttiva e periodizzante, ma esprime una specifica natura interpretativa, caratterizzandosi come un utile strumento per la ricezione critica dell'intera opera trontiana.
46,00 43,70

Distinguere uno Stato da una banda di ladri. Etica e diritto nel XX secolo

Daniela Tafani

Libro: Libro in brossura

editore: Il Mulino

anno edizione: 2014

pagine: 126

Che cosa distingue, concettualmente, l'esattore delle tasse che esige da un uomo, a pena di sanzioni, una determinata somma di denaro, dal bandito che intima, sotto la minaccia di un'arma, di consegnargli la medesima somma? Secondo sant'Agostino, l'eterogeneità tra un regno e un'accolita di furfanti si regge sul soddisfacimento del requisito della giustizia: "Se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli stati, se non delle grandi bande di ladri? Perché le bande di briganti che cosa sono, se non dei piccoli stati? È pur sempre un gruppo di individui che è retto dal comando di un capo, è vincolato da un patto sociale e si divide il bottino di mutuo accordo". Questo volume, ripercorrendo le opere dei più importanti pensatori del secolo scorso, da Benedetto Croce ad Hans Kelsen, passando per Santi Romano, fino a Ronald Dworkin e Robert Alexy, ricostruisce il limite sottile ma fondamentale che distingue uno Stato e le sue norme dalle regole imposte da gruppi criminali: limite che diventa ancora più significativo nella riflessione successiva al nazismo e ai suoi orrori.
14,00 13,30

Il nemico tedesco. Scritti e rapporti riservati sulla Germania nazista (1943-1945)

Franz Neumann, Herbert Marcuse, Otto Kirchheimer

Libro: Libro in brossura

editore: Il Mulino

anno edizione: 2012

pagine: 560

I testi raccolti in questo volume costituiscono un ampio contributo sulla Germania nazista della cosiddetta Scuola di Francoforte. Durante le fasi cruciali del secondo conflitto mondiale, in qualità di analisti dell'Office of Strategie Services, Franz Neumann, Herbert Marcuse e Otto Kirchheimer spiegano alle autorità politiche e militari statunitensi le caratteristiche fondative e le trasformazioni interne del "nemico" tedesco; proponendo al tempo stesso un progetto complessivo di ricostruzione genuinamente democratica della Germania post-nazista. Rimasti a lungo nascosti tra gli archivi di Stato statunitensi, questi documenti ci consegnano preziosi, inediti e innovativi materiali per la comprensione del fenomeno nazista e uno dei pochi tentativi di fare della "teoria critica" una prassi che opera nella temperie del presente.
40,00 38,00

L'evoluzione attuale del regime rappresentativo. Cinque risposte a un'inchiesta dell'Union Interparlementaire

Libro: Libro in brossura

editore: Il Mulino

anno edizione: 2011

pagine: 151

Il 1928, anno della pubblicazione di questi scritti, è un punto di non ritorno per la storia della vecchia Europa: i regimi bolscevico e fascista proiettano ombre sinistre sul suo sistema politico proprio quando una crisi economica di proporzioni inimmaginabili incombe all'orizzonte. Del baratro che si sta aprendo, i cinque autori non hanno piena consapevolezza, né avrebbero potuto averla, ma emerge già qualche illuminato sentore. Gaetano Mosca si chiede "se vi sia una crisi del regime parlamentare, quali siano i sintomi di questa crisi, quali ne siano le cause e quali finalmente i rimedi". La crisi dello Stato "moderno" implosa con la Grande Guerra; la sua riorganizzazione economica, amministrativa e, soprattutto, politica: i dilemmi della rappresentanza; il ruolo delle classi medie e il problema delle competenze nelle moderne società di massa. Sono alcune delle questioni con cui la classe politica occidentale degli anni Venti è chiamata con urgenza a confrontarsi. L'Union interparlementaire raccolse quella sfida e si rivolse a cinque studiosi di diritto pubblico e costituzionale. Se ne ripropone qui, per la prima volta in lingua italiana, il prezioso contributo.
15,00 14,25

Una rivoluzione mancata

Camillo Pellizzi

Libro: Libro in brossura

editore: Il Mulino

anno edizione: 2009

pagine: 286

Così scrive, nel 1949, Camillo Pellizzi, volgendosi indietro a riflettere sul fallimento dell'esperienza corporativa: la risposta che il fascismo - cui Pellizzi aveva aderito sin dalla prima ora - aveva creduto di poter dare alla crisi della democrazia borghese liberale, e al "mondo nuovo" che, con l'avvento della società industriale di massa, segnava il XX secolo. Su quell'esperienza Pellizzi riflette in solitudine - il fascismo è per lui una storia conclusa, e si è ritirato dalla politica - e riflette da sociologo. Intellettuale alto, di respiro europeo, Pellizzi aveva scelto la risposta del fascismo e si era impegnato attivamente nella politica operativa e culturale del regime; condividendone il progetto di un nuovo ordine sociale che attraverso l'ipotesi organicistica e organizzativa incarnata nelle corporazioni - avrebbe dovuto nelle intenzioni attuare una maggiore giustizia distributiva, una più forte energia ed efficienza di governo, una valorizzazione, nella cosa pubblica, delle competenze delle élites intellettuali, l'aristocrazia del pensiero, i nuovi managers. Sappiamo cosa accadde. Questo volume - testimonianza diretta, lucida, incisiva, di chi quell'avventura visse dall'interno - analizza le ragioni di un fallimento storico. Un documento da non ignorare, che la collana XX Secolo, sottraendolo al paradossale silenzio che lo ha circondato, offre, ripubblicato con una attenta introduzione di Mariuccia Salvati, al lettore odierno.
23,00 21,85

1789 e 1914. Gli anni simbolici nella storia dello spirito politico

Johann Plenge

Libro: Libro in brossura

editore: Il Mulino

anno edizione: 2008

pagine: 265

Un testo base della letteratura tedesca di guerra, e insieme un manifesto delle idee che fecero del primo conflitto mondiale una sorta di "scontro di civiltà". Nel febbraio 1916, plaudendo alla rinascita nazionale e alla "tregua interna", Johann Plenge ravvisa nell'evento bellico l'aurora di un nuovo "spirito" che dalla Germania si propaga all'intero mondo industrializzato e che fa convergere in un "nuovo Tutto" le forze dell'economia e dello Stato. La Grande Guerra gli appare densa di significato metastorico: è una "rivoluzione tedesca" destinata ad affossare anche il ricordo della Rivoluzione francese e a rigenerare, nel segno di una integrazione tecnocratica, le ormai sfibrate società dell'Occidente. Contro le "idee del 1789" - libertà, eguaglianza, fratellanza - il nuovo spirito propugna valori antichi - dovere, ordine, giustizia - che però appaiono di estrema modernità non appena il principio etico-pratico dell'organizzazione venga applicato uniformemente sia alla grande industria e alla finanza, sia all'ordinamento politico-istituzionale. Tali sono le "idee del 1914": programma antidemocratico e antimarxista nelle premesse, che però innalza la tecnica a destino dell'umanità, a fattore di liberazione e di potenza.
21,00 19,95

Il partito fascista italiano al potere. Uno studio sul governo totalitario

Dante L. Germino

Libro: Libro in brossura

editore: Il Mulino

anno edizione: 2007

pagine: 276

Il primo studio sul partito fascista italiano pubblicato dopo la fine della seconda guerra mondiale compare nel 1959: ne è autore l'americano Dante Lee Germino. Passata allora inosservata all'attenzione della storiografia italiana, la ricerca di Germino viene nei decenni successivi riscoperta come opera fondamentale per lo studio del partito di massa nei regimi totalitari. Una riscoperta preziosa anche per la ricchezza delle fonti e dei dati che l'autore indaga ed elabora: l'ampio corpus degli Atti del Partito nazionale fascista, fonti legislative, dati statistici, stampa e pubblicistica dell'epoca. Dall'esame diretto delle fonti, che nei suoi esiti connota il volume di una notevole valenza storiografica e sociologica, emerge netta la natura del partito come "un'istituzione senza precedenti", "un ordine", "una chiesa", "un esercito": che, affiancato dagli altri organi di massa del regime, controlla e pervade in modo tentacolare l'intero corpo sociale. Ruolo cruciale dell'apparato, centralità della classe politica proveniente dal partito nel processo decisionale dello stato, intreccio fra istruzione statale e organizzazioni giovanili del partito, perfezionamento delle tecniche di propaganda e uso sistematico del controllo totalitario sui mezzi di comunicazione di massa: questi gli elementi essenziali su cui si incentra il fuoco dell'analisi di Germino.
21,00 19,95

Terrorismo e società. Il pubblico dibattito in Italia e in Germania negli anni Settanta

Marica Tolomelli

Libro: Copertina morbida

editore: Il Mulino

anno edizione: 2007

pagine: 295

Gli anni di piombo. Così restano scolpiti nella memoria collettiva, in Italia e in Germania, gli anni Settanta. Il decennio in cui uno scenario sociale, e politico, si capovolge: dalle speranze e dalle aspirazioni collettive culminate nel Sessantotto alla collettiva disillusione che ne segue, e che vedrà qualcuno prendere la via oscura e tendenzialmente solitaria della lotta armata. Nel clima di tensione di quegli anni si addentra questo volume attraverso una rigorosa ricostruzione di contesto e di eventi, e una complessiva rivisitazione del pubblico dibattito che essi inevitabilmente provocarono. L'analisi delle fonti italiane e tedesche dell'epoca disegna analogie e differenze della lotta armata clandestina nei due paesi. Analogie nelle finalità e nelle forme d'azione, differenze nel terreno d'origine, nel radicamento sociale, nella dimensione politica. Ma del tutto simile è l'angoscia che due giovani democrazie provarono di fronte a una sfida la cui posta era alta. Il volume dà conto del dibattito che da quella tensione scaturì, della percezione sociale del terrorismo, e della riflessione critica che ne venne.
22,00 20,90

Il fascismo e i contadini

Georges Canguilhem

Libro: Libro in brossura

editore: Il Mulino

anno edizione: 2007

pagine: 162

1935. In un momento politico cruciale per l'Europa - che vede l'affermazione del fascismo e del nazismo - appare in Francia, anonimo, un piccolo saggio militante e lucidissimo, le cui analisi risultano ancora di un'attualità sorprendente. Ne è autore Georges Canguilhem. Riflettendo sulla questione agraria e sul pericolo della fascistizzazione delle masse contadine, Canguilhem, che parteciperà in prima persona alla Resistenza, descrive il fascismo come nuova tecnica politica che mira a normalizzate tutti gli aspetti dell'esistenza umana compresi quelli vitali e biologici. L'ideologia agraria del ritorno alla terra con cui i regimi fascisti cercano di sedurre le masse contadine viene indicata come la maschera sotto cui si cela una razionalità politica che tende, invece, a distruggere la pluralità delle forme di vita contadine a vantaggio di una nuova gestione tecnico-scientifica delle risorse vitali. Contestualmente l'autore ridefinisce, in opposizione alle politiche staliniane dell'epoca, il progetto marxista nei termini di una emancipazione umana in grado di coinvolgere, nella loro molteplicità concreta, i differenti soggetti del lavoro e della tecnica.
14,00 13,30

L'uomo delinquente studiato in rapporto all'antropologia, alla medicina legale ed alle discipline carcerarie

L'uomo delinquente studiato in rapporto all'antropologia, alla medicina legale ed alle discipline carcerarie

Cesare Lombroso

Libro: Libro in brossura

editore: Il Mulino

anno edizione: 2012

pagine: 448

Nel 1876 Cesare Lombroso pubblica la prima edizione dell'"Uomo delinquente studiato in rapporto all'antropologia, alla medicina legale ed alle discipline carcerarie". Un testo dirompente, che sottolinea con marcata evidenza la diversità - anzitutto biologica - fra gli individui "normali" e quei devianti, primitivi e arretrati, che presentano fisionomie deformi, pelle tatuata, insensibilità al dolore fisico e morale, instabilità affettiva, scarsa tendenza al rimorso e un linguaggio e una cultura che riflettono il loro isolamento rispetto alla società civile. Connesso all'analisi delle cause biologiche e sociali della delinquenza, anche in forma di brigantaggio, mafia e camorra, è lo studio della "terapia" del delitto: con la passione dell'osservatore sul campo Lombroso propone, oltre a misure di possibile prevenzione sociale, un confronto del sistema carcerario italiano con altre esperienze europee e con il sistema americano, interrogandosi anche sullo strumento del manicomio criminale. Avviando in tal modo una serie di riflessioni spesso fraintese, e su temi in gran parte ancora irrisolti, che fanno deH'"Uomo delinquente" un'opera classica in senso calviniano: un'opera che esiste cioè anche nella memoria collettiva di chi non ha letto il testo ottocentesco. Con la prefazione di Dario Melossi, questo volume ripropone per intero l'"Uomo delinquente" del 1876 in una attenta edizione a cura di Lucia Rodler.
33,00

Il «popolo dei morti». La Repubblica Italiana nata dalla guerra (1940-1946)

Il «popolo dei morti». La Repubblica Italiana nata dalla guerra (1940-1946)

Leonardo Paggi

Libro: Copertina morbida

editore: Il Mulino

anno edizione: 2009

pagine: 309

Durante i lavori dell'Assemblea costituente Piero Calamandrei affermò che nel "popolo dei morti", ossia nell'eccezionale tributo di vite umane pagato alla seconda guerra mondiale, si doveva scorgere la più importante fonte di legittimazione della rinata democrazia italiana ed europea. Muovendo da questa prospettiva, il volume di Leonardo Paggi descrive il passaggio alla Repubblica come uno svolgimento storico più corale, e anche più contraddittorio, di quello solitamente prospettato dalla tradizione antifascista, che accentua il ruolo preminente della resistenza armata. Ne viene una articolata, incisiva ricostruzione storica della transizione alla democrazia, che si sofferma anzitutto sulla violenza dei bombardamenti angloamericani, fino ad oggi taciuta nel rispetto del paradigma della "guerra giusta", e sui suoi effetti politici di breve e lungo periodo. Con inedita documentazione di archivio viene poi messo in luce il nuovo senso dei diritti che si diffonde tra le popolazioni più duramente colpite dallo stragismo nazifascista. Paggi respinge inoltre la tesi di un diffuso trasformismo degli intellettuali italiani, rileggendo con sottile sensibilità il ruolo di rottura che la guerra assume nell'opera di Piero Calamandrei e di Eugenio Montale. Ne risulta nitidamente smentita l'immagine di passività suggerita dalla teoria revisionista della "zona grigia", secondo la quale all'8 settembre avrebbe fatto seguito una sorta di sospensione nella coscienza di sé del popolo italiano.
24,00

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