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Il Saggiatore: La piccola cultura

La regina Albemarle o l'ultimo turista

Jean-Paul Sartre

Libro: Copertina morbida

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2016

pagine: 189

Fine estate del 1951. Jean-Paul Sartre, partito "con le mani in tasca e della carta bianca in valigia", inizia il suo viaggio in Italia. Approda a Napoli, città gremita di edifici scarnificati fino al midollo, con i panni appesi ai balconi e ovunque arsura, marmaglia, miseria. Poi si addentra nel cuore di Capri, attraverso una strada selvaggia a serpentina. Ne contempla il paesaggio duro come la roccia e soffice come la vegetazione, una terra nera e fertile che è stata prima africana, poi greca e romana. A Roma, i suoi passi echeggiano nella città vuota, come in una cattedrale deserta. Qui si intrattiene con Carlo Levi, cena con gli amici del Pci, visita il Colosseo. Nelle strade le voci parlano della partita di calcio della Roma, di Coppi che correrà a Lugano, di scioperi in corso o covati sotto la cenere. Sartre si trascina per le vie della capitale, penetra nelle viscere della classicità, i cui resti sono pietra stregata capace ancora di asservire. Infine, a Venezia, sullo sfondo degli affreschi del Tintoretto, fra santi, putti e dogi, si sente rinnovato: la città galleggiante ha l'aura di un sogno, vaporoso e sinistro; è una materia fluida in lotta con le architetture dell'uomo che irretisce e plasma il turista. Definita da Sartre stesso "La nausea della mia maturità", La regina Albemarle - che il Saggiatore ripropone oggi in una nuova edizione, per la cura di Arlette Elkaïm Sartre, figlia adottiva del filosofo - è un diario di viaggio che reca poche indicazioni temporali...
21,00 19,95

Ogni passione spenta

Vita Sackville-West

Libro: Libro in brossura

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2016

pagine: 167

Raffinata, fascinosa, misteriosamente reticente, Lady Slane è la moglie devota di Lord Henry Holland, ex viceré delle Indie ed ex ministro di Sua Maestà. La sua vita, nell'elegante quartiere londinese di Kensington, è stata un tempio di sfarzo e obbedienza, serate mondane e fedeltà a un ideale di discreta femminilità domestica. Dopo settant'anni di matrimonio e sei figli, però, la morte del marito manda in frantumi l'apparente, anodina tranquillità della sua esistenza: stupendo gli amici, scandalizzando i familiari, Lady Slane smette all'improvviso di assecondare i desideri, le esigenze e le aspirazioni degli altri; si ribella alle convenzioni per ricongiungersi, nell'ultima età della sua vita, alla radice smarrita di sé. In esilio volontario in una vecchia casa della campagna inglese, dove il tempo si distende come le pianure sconfinate che osserva dalle finestre, Lady Slane ritrova una passione spenta solo in apparenza, che cova ancora viva tra la cenere: l'ambizione ormai dimenticata di diventare un'artista, cui si aggiunge la possibilità di un amore. Sotto i tramonti di un'estate che sta per finire, Lady Slane incontra infatti il signor FitzGeorge, un ricco collezionista d'arte che non l'ha dimenticata dopo un primo incontro in India, decenni addietro, e che sa ancora vedere la sua bellezza fragile e mite.
17,00 16,15

Odio sentirmi una vittima. Intervista su amore, dolore e scrittura con Jonathan Cott

Susan Sontag, Jonathan Cott

Libro: Libro in brossura

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2016

pagine: 163

Riflettere è stata l'attività principale nella vita di Susan Sontag. E scrivere. Riflettere e scrivere sulla malattia e sulla marginalità dei malati, dei pazzi, degli artisti; sulla rottura delle categorie stereotipiche di maschio e femmina o giovane e vecchio; sul rapporto tra amore, eros e amicizia; sulla necessità dell'impegno contro le guerre e della critica alla società occidentale; sul bisogno di reagire all'anti-intellettualismo. Nella sua vita. Susan Sontag ha sperimentato di tutto: la laurea a Harvard e l'insegnamento alla Columbia University insieme alle droghe e al punk-rock dei concerti di Patti Smith al Cbgb; il divorzio e la fuga dall'insegnamento universitario e poi la vita tra New York e Parigi e l'amicizia con Roland Barthes. In "Odio sentirmi una vittima" Susan Sontag racconta che cosa significhi essere una donna intelligente, indipendente e appassionata. Una donna che ha saputo trasformare l'inquietudine esistenziale in un'incessante e fruttuosa ricerca, nella tensione a reinventarsi perpetuamente. Una donna che non ha avuto paura di rivoluzionare tutto più e più volte, muovendosi sempre in terra straniera e sempre scoprendo di essere già in cammino: una vita passata ad andare via, un eterno apprendistato alla vita.
20,00 19,00

Che cos'è l'immaginario

Slavoj Zizek

Libro: Copertina morbida

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2016

pagine: 422

Come sottrarci alla tempesta di immagini, informazioni, relazioni tecnologiche da cui siamo sommersi? Dove trovare un punto saldo cui ancorare la percezione della realtà che ci circonda? Un tempo, dice Slavoj Zizek, le cose erano più semplici: si potevano criticare le ideologie come "mistificazioni" proprio facendo appello al senso di realtà. Oggi, invece, bisogna procedere al contrario: da quando la realtà si è fatta virtuale, la si deve criticare partendo dal suo supplemento illusorio: dal lato dell'immaginario. Uno dei compiti principali della filosofia oggi sarebbe dunque sottoporre a critica lo statuto dell'immaginario e il suo rapporto con la realtà; se non che Zizek ci dimostra che le cose non stanno così: la distinzione tra realtà e immaginario è falsa, ed è reale e immaginaria essa stessa. Zizek intreccia i più grandi pensatori della storia con i più eterogenei esponenti della cultura popolare e dà vita a un discorso attraverso il quale esamina la nozione di immaginario, il modo in cui esso anima il piacere e ne contempera gli eccessi, lo strutturarsi del feticismo e infine la metamorfosi della soggettività nell'era digitale. "Che cos'è l'immaginario" già noto con il titolo "L'epidemia dell'immaginario" e ora riproposto dal Saggiatore in un'edizione rivista, è un testo in cui i nostri abituali schemi di pensiero sono sottoposti a tensione estrema: un fondamentale per imparare a far deflagrare l'impalcatura delle categorie, quotidiane e filosofiche, che ci mantengono in vita.
21,00 19,95

Piume. L'evoluzione di un miracolo della natura

Thor Hanson

Libro: Libro in brossura

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2016

pagine: 450

Dorate con striature vermiglie, gialle come il sole d'estate, verdi come gli smeraldi sul turbante di un sultano: infinitamente colorate, perfette nella loro straordinaria complessità, le piume hanno conosciuto nel tempo, a partire da una base comune, un'evoluzione che non smette di suscitare meraviglia in chi ne osservi il miracolo ingegneristico. Il loro interesse, però, non si esaurisce nelle sorprese dell'evoluzione: di piume e penne abbiamo ornato i nostri vestiti fin dall'alba della storia, e piume e penne riaffiorano di continuo nei miti e nelle cosmogonie, nei simboli, nelle leggende di ogni popolo. Se c'è, infatti, nell'equilibrio aerodinamico delle piume un mistero "tecnologico" che continua a interrogare gli scienziati, è la loro leggerezza, la loro aerea inafferrabilità ad averle impresse così saldamente nell'immaginario collettivo, che ne ha fatto emblemi persistenti di libertà. Mosso da una passione che ricorda i grandi naturalisti dell'Ottocento, Thor Hanson intreccia paleontologia, ornitologia, storia e ingegneria per raccontare le piume, la loro evoluzione naturale e il loro utilizzo da parte degli uomini: dalle feste danzanti degli uccelli del paradiso all'eleganza degli svassi, dalle colonie di aironi bianchi ai maestosi, misteriosi gufi, ogni specie raccontata da Hanson, ogni imprevedibile ramo dell'evoluzione, ogni volo o decollo o picchiata ci ricordano una lezione fondamentale, nella natura e nella vita di ogni giorno: l'importanza della levità.
22,00 20,90

Dio odia le donne

Giuliana Sgrena

Libro: Libro in brossura

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2016

pagine: 204

Quando si tratta di discriminare la donna, le principali religioni monoteiste sono tutte d'accordo. Ogni donna sarà etichettata come figlia di Maria o figlia di Eva: la donna è l'origine del peccato, la tentatrice che seduce e porta alla perdizione. E allora la religione, alibi del patriarcato, serve per opprimere e sconfiggere, secolo dopo secolo, millennio dopo millennio; e allora serve un dio maschio, un figlio di dio maschio, un profeta maschio, sacerdoti maschi. Norme, tradizioni e costumi hanno l'unico scopo di perpetuare il controllo sociale sulla donna, spesso grazie alla sua pia connivenza, ancora più spesso attraverso l'assuefazione alla violenza. Giuliana Sgrena svela e denuncia tutte le forme di questo odio nei confronti delle donne. Da fenomeni estremi come l'infibulazione "faraonica " e lo stupro di guerra, che se ripetuto per dieci volte fa sì che la donna sia finalmente convertita, a tragedie quotidiane come il femminicidio, versione contemporanea ma non meno cruenta del delitto d'onore, con cui il maschio rivendica il possesso della moglie, figlia, sorella, il diritto di deciderne la vita o la morte. Ma esistono anche prevaricazioni più sottili e subdole, come l'ideale di purezza e verginità, che condiziona le donne nelle scelte di vita, nel ruolo sociale, perfino nell'abbigliamento. Giuliana Sgrena risale alla radice stessa della sottomissione femminile, mostrando quanto ancora oggi la legge della religione riproduca la la subalternità della donna al "primo sesso".
18,00 17,10

Verdi ritrovato. «Rigoletto», «Il trovatore», «La traviata»

Paolo Gallarati

Libro: Copertina morbida

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2016

pagine: 587

"Rigoletto", "Il trovatore" e" La traviata" sono le opere di Verdi più eseguite e amate dal pubblico: la loro modernità appare intramontabile. Ma sono anche state le più soggette ai rovesci della fortuna critica. Negli ultimi quarant'anni la ricezione del teatro verdiano si è trasformata: sono cambiate le modalità esecutive, il gusto della recitazione e degli allestimenti scenici, i criteri editoriali, le preferenze del pubblico. Molti studi hanno gettato nuova luce sulle caratteristiche formali del melodramma di Verdi, sui suoi rapporti con la musica, il teatro, la letteratura, l'arte, la società e la cultura romantica. Sin dall'inizio, una cattiva tradizione esecutiva aveva deformato le sue partiture, con dichiarato disappunto del musicista. Ma lo scrupolo filologico di Toscanini e dei direttori di formazione sinfonica cresciuti nel secondo Novecento - preoccupati sempre più di eseguire, come voleva Verdi, "semplicemente ed esattamente quello che è scritto" - ha contribuito alla riscoperta della sua arte. "Verdi ritrovato" nasce allora dall'esigenza di una verifica. Paolo Gallarati traccia un profilo storico dell'interpretazione verdiana e descrive il laboratorio in cui l'artista si è procurato gli strumenti stilistici ed estetici che, grazie alla decisiva influenza del teatro di parola parigino, gli sarebbero serviti per comporre la trilogia e rinnovare il melodramma italiano nel senso della sobrietà e della naturalezza evitando enfasi ed esagerazioni.
32,00 30,40

Perché guardiamo gli animali? Dodici inviti a riscoprire l'uomo attraverso le altre specie viventi

John Berger

Libro: Copertina morbida

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2016

pagine: 139

Lo sguardo di un cane, con la sua muta urgenza, può interrogare in modo profondo, indicando realtà che sfuggono all'attenzione umana. Una lepre che attraversa un confine, davanti agli agenti di frontiera, rivela quanto ci sia di arbitrario nelle convenzioni che governano il nostro quotidiano. Rispecchiarsi negli occhi di un orango equivale a un viaggio nel tempo lungo millenni, e il bagliore emanato da una lucciola può apparire ancora più gelido e remoto di quello di una stella. Da sempre gli animali occupano il centro dell'universo insieme all'uomo: nell'antichità venivano utilizzati per popolare lo zodiaco, e gli indù immaginavano che la Terra fosse sorretta da un elefante, a sua volta in piedi sul guscio di una tartaruga. Li guardiamo da sempre, perché sono esseri senzienti e mortali come noi, eppure radicalmente diversi: osservandoli abbiamo imparato a definire che cosa è umano, e il loro sguardo ci è ancora indispensabile. Oggi gli animali abitano le case di milioni di persone, le loro fotografie invadono il web e le pagine dei giornali: sono dappertutto, eppure stanno scomparendo, perché è sempre più rara la possibilità di un incontro, sostituita dallo spettacolo di documentari, cartoni animati e giochi per bambini. Stanno perdendo il ruolo di messaggeri di un "oltre" segreto, dell'abisso che si trova al di là del linguaggio e parla della nostra origine, della nostra solitudine come specie.
16,00 15,20

Il leone di Lissa. Viaggio in Dalmazia

Alessandro Marzo Magno

Libro: Libro in brossura

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2016

pagine: 220

Due guerre mondiali, il fascismo, il comunismo, la dissoluzione della Jugoslavia: nel XX secolo gli eventi politici hanno reso l'Adriatico un mare sempre più largo, e l'incomprensione tra le due sponde sempre più profonda. Sebbene invasa dal turismo di massa, la costa della Dalmazia è oggi una terra estranea al nostro immaginario, semisconosciuta come lo era ai tempi dell'abate illuminista Alberto Fortis, che nel 1774 raccolse le memorie dei suoi molti viaggi nei "domini da mar" della Serenissima, a quei tempi dimenticati e abbandonati a se stessi. Ne nacque Viaggio in Dalmazia, che fece conoscere la terra, la lingua e le popolazioni dalmate in Italia e in tutta Europa. Più di duecento anni dopo, Alessandro Marzo Magno ripercorre lo stesso itinerario attraverso le molte isole che punteggiano la costa, scoprendo un mondo sospeso tra un passato multietnico che non esiste più e le tracce di un nazionalismo che brucia ancora, dove la modernità si mescola a tradizioni che paiono immutate dai tempi dell'abate Fortis. A Morter l'autore incontra le donne che lavorano i fusti delle ginestre per fabbricare scarpe; a Lissa va sul luogo in cui sorgeva il leone di pietra in ricordo dei caduti asburgici nell'omonima battaglia; a Zara scopre le vestigia miracolosamente intatte dell'antica città, tante volte distrutta da assalti e bombardamenti, e altrettante volte ricostruita. A Spalato parla con un discendente di Niccolò Tommaseo... Prefazione di Paolo Rumiz.
18,00 17,10

Questioni mortali. Le risposte della filosofia ai problemi della vita

Questioni mortali. Le risposte della filosofia ai problemi della vita

Thomas Nagel

Libro: Copertina morbida

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2015

pagine: 324

"Questioni mortali" raccoglie gli interventi più incisivi di Thomas Nagel- uno dei massimi esponenti della filosofia analitica statunitense - sui dilemmi fondamentali che interessano il senso, la natura e il valore dell'esistenza umana. La gamma dei temi affrontati è ampia e ricca di implicazioni concrete: dalla vita privata a quella pubblica; dai grandi quesiti di metafisica, filosofia della mente e teoria della conoscenza ai rapporti tra biologia e etica; dai nostri atteggiamenti nei confronti della morte e dei comportamenti sessuali fino all'ingiustizia sociale, alla guerra e al potere. Filo conduttore del pensiero di Nagel è il continuo riemergere delle domande di fondo sul valore, il significato, il fine e la fine della vita mortale. Interrogativi affascinanti e insieme angoscianti, a cui è impossibile rispondere in maniera univoca, se non cadendo nell'illusione o nell'indifferenza. Come argomenta il noto saggio "Che effetto fa essere un pipistrello?", le teorie materialiste sul funzionamento del pensiero umano trascurano l'elemento della coscienza: la percezione della nostra realtà di essere umani. Gran parte delle difficoltà che incontriamo in vita dipende da una concezione limitata o erronea dell'identità e della libertà personali. Discutendo impostazioni etiche differenti, questi saggi propongono di incorporare i risultati teorici della ricerca filosofica nel contesto della conoscenza di sé.
19,00

Silenzio di Dio. È ancora possibile credere?

Sergio Quinzio

Libro: Copertina morbida

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2015

pagine: 147

Credere o non credere in Dio? La fede dell'uomo si scontra con numerose e angoscianti "ragioni per non credere": lo scandalo del male, la schiacciante trascendenza di Dio, la natura illusoria di ogni verità, gli sviluppi della scienza, la storia della Chiesa. In Silenzio di Dio, pubblicato per la prima volta nel 1982, Sergio Quinzio cerca risposte al terribile enigma. E gli stessi dubbi che intaccano la fede diventano altrettante ragioni per credere. Paradossale profeta - troppo laico per i cattolici e troppo cattolico per i laici -, Quinzio rifugge le analisi lunghe e tortuose procedendo per intuizioni, sintesi, frammenti. Coinvolge il lettore in una singolare e attualissima apologia del cristianesimo travestita da antiapologia, che è stata oggetto delle feroci critiche dei teologi più istituzionali, e insiste in un dialogo sempre diretto e serrato con Dio; mai nega la sua esistenza, e rileva piuttosto la miseria dell'uomo nei suoi confronti. In queste pagine il lettore non scoprirà un autore, ma un uomo: un novecentesco Pascal, in cui le riflessioni teologiche si intrecciano inevitabilmente ai motivi di un disagio autobiografico. Dal dubbio trarrà una consapevolezza: il nostro travaglio contemporaneo deriva dal fallimento di quella speranza di perfetta redenzione dal male e dal dolore promessa da Gesù Cristo. Per questo "la disperazione del mondo è pensabile solo all'interno della fede". E se per il cristiano c'è ancora una speranza, questa non può che risiedere in Dio.
16,00 15,20

Uomini nelle gabbie. Dagli zoo umani delle Expo al razzismo della vacanza etnica

Viviano Domenici

Libro: Libro in brossura

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2015

pagine: 337

Dal 1870 al 1940 l'Europa e gli Stati Uniti celebrarono le magnifiche sorti del mondo occidentale sul palcoscenico delle Esposizioni universali. Poco distante, nei villaggi etnici ricreati accanto ai padiglioni, andava in scena uno spettacolo angosciante: neri armati di lance, donne con i bambini al collo, pigmei, eschimesi, indios, tutti esposti perché i bianchi, i colonizzatori, potessero ammirarli o schernirli, sicuri come erano - come, forse, ancora siamo - del primato della razza bianca, del suo diritto a conquistare e dominare le altre razze. C'è Sarah, l'ottentotta dalle forme inusualmente pronunciate, esibita come una pruriginosa eccentricità biologica e poi studiata e sezionata come una cavia da laboratorio. C'è il pigmeo Ota Benga che, nel recinto degli animali, non può sorridere a meno che i visitatori non paghino qualche dollaro per vederne i denti aguzzi. C'è capo Geronimo, mostrato vinto e sconfitto perché nessuno dimentichi mai l'inferiorità degli indiani d'America. E ci sono le altre migliaia di esseri umani i cui nomi non sono mai stati registrati, tanta era la considerazione riservata alla loro dignità personale. A una prima, superficiale analisi può sembrare un fenomeno lontano nel tempo, da cui la nostra società ha ormai preso le doverose distanze, ma l'ultimo zoo umano risale al 2005, e il turismo della povertà che tanto successo riscuote in questi ultimi anni ripropone la medesima logica. Prefazione di Gian Antonio Stella.
17,00 16,15

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