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Johan & Levi: Saggi d'arte

L'arte non evolve. L'universo immobile di Gino De Dominicis

L'arte non evolve. L'universo immobile di Gino De Dominicis

Gabriele Guercio

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2015

pagine: 138

Priva di radici accertabili, sganciata dalla sequenzialità di un prima e un dopo, l'opera d'arte abbatte le barriere del tempo e ci proietta in uno spazio estraneo al progresso. Che l'arte non evolva, cioè non proceda per via di un lineare sviluppo temporale ma sia invece capace di introdurre novità di cui non c'era sentore in precedenza, è la tesi di questo saggio sulla poetica dell'immortalità in Gino De Dominicis. Un'indagine su un mistero - quello della creazione ex nihilo - e una meditazione sull'origine di tutte le cose. Guercio prende le mosse dal lavoro più emblematico e controverso dell'artista, "la Seconda soluzione d'immortalità" (l'universo è immobile), esposto nel 1972 alla Biennale di Venezia in una sala che è la summa delle riflessioni di De Dominicis e che viene subito chiusa al pubblico per lo scalpore che desta. Motivo dello scandalo è la presenza di un giovane veneziano affetto dalla sindrome di Down. Posto davanti a tre oggetti sul pavimento - una pietra, una palla di gomma e il perimetro di un quadrato bianco - Paolo Rosa non rappresenta una mera provocazione come pensano i più reazionari, ma è il fulcro attorno al quale si dispongono gli altri elementi, la chiave di tutto l'insieme. Grazie alle molteplici dinamiche che questa figura innesca, l'artista conferisce all'opera una facoltà senza precedenti: aprire una breccia nell'eternità.
15,00

Hitler e il potere dell'estetica

Hitler e il potere dell'estetica

Frederic Spotts

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2012

pagine: 480

Su Adolf Hitler sono stati scritti innumerevoli libri. Anni fa, quando la cbs annunciò di voler produrre un film sugli anni della sua gioventù, si sollevò un coro di proteste quasi unanime, riassumibili nella domanda: «Sappiamo chi è e sappiamo che cosa ha combinato, cos’altro c’è da sapere?». Frederic Spotts apre su Hitler e il Terzo Reich una prospettiva del tutto inedita, offrendoci una sorprendente rivisitazione degli obiettivi del Führer e della grande macchina che allestì intorno a sé. Raramente si è parlato del ruolo della cultura nella sua visione di un Superstato ariano, dove invece aveva un’importanza fondamentale: non era il fine a cui doveva aspirare il potere, ma addirittura il mezzo per conquistarlo. Dagli spettacolari raduni di partito a Norimberga alle imponenti opere architettoniche, dai festival musicali e il travagliato rapporto con Wagner alle politiche di epurazione, dai suoi stessi acquerelli al sogno di aprire un’enorme galleria d’arte a Linz: così l’artista mancato riuscì a esprimere il proprio talento ipnotizzando la Germania e gran parte dell’Europa. Una volta finito il conflitto, poi, l’unico nemico che Hitler non avrebbe imprigionato ma «lasciato comodamente vivere in una fortezza, con la possibilità di scrivere le sue memorie e di dipingere», sarebbe stato Winston Churchill, ovvero l’ufficiale britannico che durante la Prima guerra mondiale ritraeva le rovine di un villaggio mentre il Führer, sulla sponda opposta del fiume, immortalava una chiesa. Probabilmente, quindi, aveva ragione Carl Burckhardt, commissario della Lega delle nazioni a Danzica che nel 1939 incontrò il Führer due volte: il dittatore aveva una doppia personalità, da un lato l’«artista ipergentile», dall’altro il «maniaco omicida». Da oltre cinquant’anni a questa parte, per ovvie ragioni, gli scrittori hanno raccontato il maniaco omicida. Spotts, senza voler in alcun modo ignorare il secondo Hitler, ci parla del primo.
33,00

Louvre, mon amour. Undici grandi artisti in visita al museo più famoso del mondo

Louvre, mon amour. Undici grandi artisti in visita al museo più famoso del mondo

Pierre Schneider

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2012

pagine: 192

È indispensabile dare fuoco al Louvre per affermarsi tra i maestri del proprio tempo? Per rispondere a questa provocazione, negli anni sessanta il critico d’arte Pierre Schneider invitò undici celebri artisti – fra cui Giacometti, Miró, Chagall, Steinberg – ad accompagnarlo, uno per volta, attraverso le sale del museo per eccellenza. La verità che ne emerse è valida tutt’oggi: il Louvre esercita un richiamo inesauribile sul vero artista, il quale sa instaurare un dialogo fra pari con i giganti che vi dimorano. Schneider registra ogni commento, ogni gesto, perfino i silenzi e gli umori altalenanti dei suoi interlocutori, dei quali tratteggia in poche battute l’itinerario del pensiero. Poi, al momento buono, la domanda insidiosa. Le loro repliche – a volte feroci, a volte ammirate, mai deferenti – rivelano un acume raro nello scandagliare opere con cui dimostrano una intimità fuori dal comune. Assistiamo così all’imprevedibile commozione di Chagall davanti a Courbet («un grande poeta»), alla sua stizza di fronte a Ingres («troppo leccato»), alla predilezione di Giacometti per l’autoritratto di Tintoretto («la testa più magnifica del Louvre»), ai fischi di ammirazione che Miró rivolge ai mosaici africani. In queste trascinanti passeggiate soffia uno spirito di riconciliazione fra vecchio e nuovo che mette in crisi l’idea del museo quale deposito di oggetti obsoleti, incapaci di parlare ai contemporanei. Ai suoi undici visitatori d’eccezione il Louvre appare, di volta in volta, come una scuola per affinare la visione, il cimitero ideale, una macchina del tempo che azzera scarti millenari, ma soprattutto il luogo in cui è possibile misurarsi con quanto di più grande è stato creato dall’inizio dei tempi.
22,00

Breve storia della globalizzazione in arte (e delle sue conseguenze)

Breve storia della globalizzazione in arte (e delle sue conseguenze)

Marco Meneguzzo

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2012

pagine: 174

Il volume ricostruisce la formazione del sistema dell'arte occidentale, le prime ibridazioni e l'attuale scenario globale, aprendo alla riflessione sulle molte questioni che questo nuovo assetto pone: le economie mature, dove da tempo il sistema dell'arte è ben strutturato e armonico, possono ancora essere un modello plausibile per i nuovi sistemi? Il sistema dell'arte occidentale ha ancora qualcosa da insegnare o è semplicemente da tralasciare a favore di uno sviluppo completamente nuovo? E reggerà all'impatto dei nuovi mercati? Quanto il sistema originale di stampo occidentale verrà modificato dall'essere adottato nei Paesi emergenti? E quanto si modificherà il concetto stesso di arte, visto che i Paesi che si stanno affermando potrebbero imporre un loro modello, con regole più congeniali ai loro mercati, che potrebbe anche considerare nuovi valori artistici, nuovi modelli linguistici non più legati al sistema ora vigente?
16,00

Clement Greenberg. L'avventura del Modernismo. Antologia critica

Clement Greenberg. L'avventura del Modernismo. Antologia critica

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2011

pagine: 446

Questo volume offre un.ampia raccolta di scritti di Clement Creenberg (1909-1994). Figura fra le più influenti e controverse della critica d'arte americana del Novecento, Creenberg assiste al declino dell'illusionismo tridimensionale della pittura da cavalletto e testimonia il progressivo affermarsi dell'astrattismo, fino al traguardo della piattezza radicale che è per lui cifra del modernismo. Tra i primi a intuire il valore dirompente della pittura di Jackson Pollock e degli espressionisti astratti americani, egli sdogana successivamente gli esponenti della Post-painterly Abstraction, tra cui Morris Louis e Kenneth Noland. La selezione dei testi qui proposti è volta a sottolineare l'impronta europea del pensiero critico di Creenberg. La matrice kantiana, quella trotskista, ma anche quella italiana proveniente da Benedetto Croce e Lionello Venturi, delineano il profilo di un critico che ha saputo scandagliare in modo esemplare le vicende del modernismo nelle arti visive rivendicandone i valori di oggettività. A un'acuta analisi socioculturale del fenomeno della massificazione della cultura e delle sue conseguenze sociali, Creenberg accosta questioni a lungo dibattute come quelle del bello e della qualità, dei valori oggettivi in arte, mosso dal bisogno impellente di opporre un fronte di resistenza al degrado del kitsch e dell'accademismo.
35,00

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