Kurumuny: Fotogrammi
La Matàna de Po. Genesi di un documentario
Nikolas Montaldi
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Kurumuny
anno edizione: 2018
pagine: 240
Nella primavera del 1959 Danilo Montaldi, sociologo militante, non ancora trentenne, fu contattato da Giuseppe Bartolucci, a quel tempo già rinomato critico teatrale e cinematografico del giornale socialista l’«Avanti!», con l’idea di girare un breve documentario sugli uomini che vivono e lavorano lungo le rive del Po, vicino a Cremona, città di Danilo Montaldi. Il volume che qui si presenta non vuole soltanto essere un’introduzione alla pellicola "La Matàna de Po", ma far conoscere una ricca documentazione di foto e materiale d’archivio, per la maggior parte inedita, che riguarda sia il lavoro attorno al film, sia le persone coinvolte. Ciò che lo rende però straordinario è la pubblicazione del carteggio tra i più stretti collaboratori al progetto, lo stesso Montaldi e Mario Gallo. Queste lettere non soltanto illuminano il contesto in cui il processo creativo è maturato e i particolari della sua realizzazione, ma raccontano una storia e danno l’idea di un modo di essere ormai scomparso. Non sempre per i carteggi è necessaria una lettura cronologica; questo tra Montaldi e Gallo invece la richiede, perché racconta l’evoluzione di un’amicizia.
Cinema primo amore. Storia del regista Antonio Marchi
Mirko Grasso
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Kurumuny
anno edizione: 2010
pagine: 160
Il libro narra l'interessante e ancor poco conosciuta vicenda artistica di un regista di Parma, Antonio Marchi (1923-2003), che opera tra il 1946 e il 1957. Marchi realizza numerosi documentari, fonda una rivista di cinema di rilevanza nazionale, partecipa alle vicende di un nucleo di produzione cinematografica a Parma. Nel 1954 realizza il suo unico lungometraggio, Donne e soldati, diretto con l'amico Luigi Malerba e che annovera la partecipazione di Marco Ferreri nel ruolo di protagonista. La sua esperienza culturale si intreccia in maniera affascinante a quella di grandi scrittori e intellettuali, registi e critici: Michelangelo Antonioni, Pier Paolo Pasolini, Cesare Zavattini, Francesco Maselli, Giorgio Bassani, Attilio Bertolucci, Giuseppe Ungaretti, Mario Verdone, Mario Soldati, Alberto Moravia e altri. Tramite i documenti provenienti dal Fondo "Antonio Marchi", depositato presso l'Istituto Storico Parri Emilia-Romagna, è stato possibile ricostruire numerosi progetti cinematografici sconosciuti o poco noti. Il volume pubblica per la prima volta documenti inediti, carteggi, testimonianze intorno a Marchi, alla sua parabola artistica, al cinema italiano di quegli anni. Il dvd allegato al volume contiene due documentari. Il primo, La liberazione di Montechiarugolo, filma la liberazione di un piccolo centro dell'Appennino emiliano. Il secondo, Come un canto. Appunti e immagini di un regista dimenticato, è invece la ricostruzione del rapporto tra Marchi e il cinema.
Firenze di Pratolini. Un documentario di Cecilia Mangini
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Kurumuny
anno edizione: 2007
pagine: 96
La terra dell'uomo. Storie e immagini su Danilo Dolci e la Sicilia
Gianfranco Mingozzi
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Kurumuny
anno edizione: 2008
pagine: 176
Scoprire l'Italia. Inchieste e documentari degli anni cinquanta
Mirko Grasso
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Kurumuny
anno edizione: 2007
pagine: 128
Stendalì. Suonano ancora
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Kurumuny
anno edizione: 2006
pagine: 96
Stendalì. Canti e immagini della morte nella Grecia salentina
Mirko Grasso
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Kurumuny
anno edizione: 2005
pagine: 88
Il testo delle lamentazioni salentine, cantato dalle donne di Stendalì e interpretato nel filmato dall’attrice Lilla Brignone, viene tradotto da Pier Paolo Pasolini che coglie e mette in evidenza la struttura “a piramide” dei canti di morte. Nel canto di Pasolini, infatti, è presente una tensione che sale gradualmente e che si sposa perfettamente con un montaggio serrato delle immagini. Pasolini metabolizza, in una personale opera di riscrittura del materiale, quel sentimento autenticamente popolare e umano che traspare dai volti dei protagonisti del filmato. La ripubblicazione in dvd del documentario di Cecilia Mangini viene accompagnata da una nostra ricerca che propone: la ricostruzione del lievito culturale che ha fatto nascere questo genere di opere cinematografiche, un’analisi del contenuto specifico di Stendalì, il legame filiale con l’opera di Ernesto de Martino, una interessante e corposa intervista alla regista. Il nostro saggio si avvale di una panoramica sui registi demartiniani: pagine queste di Gianluca Sciannameo. In meno di quindici minuti il sasso lucente e duro diviene, oggi, un vero pugno nello stomaco: inchioda lo spettatore allo schermo, traccia un sentiero nel recupero della memoria collettiva. Alla visione di questo piccolo capolavoro, una vera e propria «opera di poesia realistica» come scrive Pietro Pintus, numerose sollecitazioni tornano alla mente. Grazie a Stendalì, e questa operazione culturale è un ringraziamento più ampio a Cecilia Mangini, è possibile ripercorrere un sentiero della memoria che appariva, prima di questa sua riproposta, vicolo cieco, relegato alla memoria di pochi ultimi.