La Gru: 14° piano

Due storie vere che sembrano uscite da un libro di avventure per quanto Ada e Matilde hanno vissuto. La prima ha attraversato i primi decenni del 900 in una Bassa Friulana scossa da mutamenti sociali e politici capaci di far vivere a una giovane gli orrori della guerra e le privazioni della povertà. La seconda, cogliendo l’occasione giusta, partita dal Friuli collinare, vivrà la sua giovinezza e maturità nello scrigno dorato egiziano finendo per essere accolta alla corte del giovane re Faruk.

Alessandro nasce in un paesino rurale, all’inizio degli anni ‘60, nel contesto di una modesta famiglia contadina. La promessa di sua madre Veronica di donarlo a Dio, indirizzandolo al sacerdozio, qualora fosse sopravvissuto all’aggravarsi di una malattia sviluppatasi poco dopo la nascita, condizionerà tutto il suo futuro percorso di vita. L’educazione cattolica impartita dalla madre, che gli presenta un Dio più punitivo che benevolo e misericordioso, genera pessimismo e insicurezza nel giovane Alessandro, che anche in età adulta dovrà fare i conti con le sue paure.

Un uomo di circa trent’anni è costretto alla solitudine più completa a causa di una malattia che imperversa per il mondo. Vive con serenità fino a quando, in una sera come le altre, una strana angoscia invade ogni angolo del suo corpo: inizia così a tenere un diario per segnare i progressi del proprio male. Pagina dopo pagina arriva a credere che la radice del suo dolore risieda nella natura stessa della vita, che il motivo per cui soffre è lo stesso per cui nei muri s’espandono le crepe e il ferro arrugginisce.

Nella nebbia d'una serata d'autunno, seduti al bar d'un campo sportivo, il Brera e il Principe aspettano i vecchi amici che non vedono da molto tempo. Nell'attesa, fra un sigaro e un cordiale, ricostruiscono l'epopea della Maravillosa Orange, la scalcagnata squadra di calcetto che li ha portati fino a là, e intorno a essa intrecciano le vite proprie e quelle degli altri, alla ricerca d'un finale alternativo.

Tre amiche trentenni alle prese con scelte difficili, paure indicibili e rimosse, esistenze fragili rese ancora più tali dalla paura di amare e da un passato che fa sentire con forza e prepotenza il suo peso, impedendo a ognuna di loro di intraprendere il percorso che la potrebbe portare verso la luce, o almeno verso la serenità. Qualcosa però all’improvviso cambia e la vita entra di peso nell’esistenza delle tre amiche. Non tutte però sono in grado di accoglierla e una scomparirà misteriosamente.

Giacomo e Giuliano arrivano in una città e sono alla ricerca di un cambio di vita radicale. La figura di Giacomo può essere assimilata a quella di un viandante e quella di Giuliano a quella di un cavaliere errante. Il loro modo di agire ha in comune il fine che li spinge a fare una precisa scelta di vita: aiutare gli altri e ritrovare se stessi. I diritti di autore contribuiranno a sostenere i progetti umanitari di Help for Life Foundation onlus e dell’Associazione Padova Ospitale ODV.

Un giovane marinaio, Luca, si imbarca, dopo vari tentativi, su di una barca a vela appartenente a una famiglia di imprenditori italiani, a Ibiza. Lì conosce Erika, una ragazza con problemi di tossicodipendenza e alla ricerca di una strada nella propria vita. Erika, ribelle e dolente, scapperà dalla barca e sarà lui a ritrovarla. La ragazza, tornata in Italia, intraprenderà un duro percorso di terapia.

Pietro è un ragazzo pieno di sogni, vive di suggestioni e il suo universo è la musica. Dopo la scuola e il servizio militare affronta il mondo del lavoro e la vita a modo suo, con la chitarra al seguito. La sua anima però è instabile, e l'orizzonte non è mai nitido, c'è sempre una nuvola ad offuscare tutto. Nulla è solido, sicuro. Il suo cuore alterna forte tristezza a immensa gioia. È proprio da queste due sensazioni che nasceranno poi le sue canzoni. La sua vita è una continua battaglia con l'autostima, con l'incubo di non essere all'altezza della donna che ama, anche lei vista attraverso la stessa nuvola. La sua irrequietezza lo porta a viaggiare, per tanto tempo.

Santa è nata nel 1898, in un piccolo borgo dei Peloritani a sud di Messina, e fin da bambina ha imparato a fare la guerra, la sua guerra, perché non ha altri modi per sopravvivere e per difendere la sua identità: un coltello, il fuoco e il muso duro sono le sue armi affilate contro il mondo intorno a lei e anche quello più lontano, che le impone di vivere sempre nel silenzio e a testa bassa.

Ibrahim vive nel pressi di Homs, una tranquilla cittadina della Siria, ma un evento verrà a cambiare il corso della sua vita. Improvvisamente si troverà ad intraprendere un viaggio che lo condurrà in Grecia, Germania e Italia. Un lungo cammino che lo porterà a confrontarsi con il mondo degli adulti, fatto di soprusi e sfruttamento ma anche di disponibilità e grande umanità. Conoscerà la realtà di molti suoi coetanei, giovani migranti che sopravvivono lontani da casa, e arricchirà la sua vita di esperienze e incontri, mantenendo un genuino distacco dagli eventi e una salvifica purezza infantile. La fede e la ricerca del divino, la propensione al dialogo interreligioso e interculturale gli permetteranno di tessere relazioni positive che lo aiuteranno nel suo percorso di crescita, di riscatto e di rinascita alla scoperta della propria identità.

Una storia che narra la fragilità umana, comune a tutti e alla quale nessuno può sottrarsi. La debolezza, più di qualunque altra cosa, decreta l’uguaglianza che esiste tra un uomo e una donna, perché non esiste superiorità in un mondo nel quale siamo tutti delle delicate macchine di cristallo, pronte a frantumarsi e a cadere in pezzi per un nonnulla.

Linguaggio scarno, ridotto all'essenziale, per visionare subito 33 immagini sbiadite dalla quotidianità del male, tra i silenzi della speranza e la voce dell'amore. La fuga dal confessionale prima dell’assoluzione / una panchina con lei seduta accanto, e che non c’è / il paradiso che dura solo un minuto / la strada lunga trent’anni fino al traguardo del niente / la resurrezione per far morire, grazie a un cavallo di giostra / un carillon che goccia note liberando una farfalla / un manoscritto, per respirare la luce della notte: tutto quello che la malattia ha impresso, anche se una Nemesi o un odio intangibile ogni momento segnavano contro, per distruggere anche la memoria. Perché peggio dell’ira di chi ha subito un torto, peggio della maledizione dei poveri, è aspettare impotente, vedendo chiaro quale sarà la fine. Ogni riga o ruga è lì dove deve stare, perché il volto rivela con grazia impudica chi siamo, chi siamo stati e chi saremo: funamboli in equilibrio su un filo sospeso tra cielo e terra. E anche se il filo ondeggia paurosamente, noi galleggiamo lì sopra. Questo è il limite, e questa è la nostra forza. Perché l’equilibrio è sempre un miracolo.