Lettere da Qalat: Leggere la contemporaneità
Sull'architettura spontanea dell'interland etneo
Ivo Celeschi
Libro: Libro rilegato
editore: Lettere da Qalat
anno edizione: 2017
pagine: 192
“L’architettura popolare non è solo architettura delle classi meno abbienti, ma è anche confronto con la storia ed i segni della classe egemone. Sono due storie che si influenzano per imitazione e per rivalsa. Da una parte il tentativo di dare decoro alla propria povertà, e dall’altra parte disegnare la propria casa con il contributo di inventività che riesce sempre a dare chi fa nei confronti di chi non sa fare”. Il lavoro di ricerca e di studio sull’architettura spontanea del territorio etneo di Ivo Celeschi, per l’attualità del tema, mantiene la freschezza del primo momento. Un tema di carattere globale - gli uomini in ogni posizione geografica hanno sempre costruito le loro architetture - affrontato a livello locale - ogni manufatto è conseguenza del luogo in cui insiste. Le forme dell’abitare del territorio etneo sono tratteggiate attraverso l’attenta analisi dei manufatti in cui si espletavano con una povertà di mezzi e di materiali che non corrisponde mai a una mancanza di dignità o di rispettabilità. Celeschi ci mostra come quelle costruzioni fossero soluzioni a specifiche esigenze dell’abitare, ma sempre rispettose dell’ambiente e della cultura che rappresentavano.
I confini del progettare. Seminari sull'architettura l'uomo e la bellezza
Libro: Libro rilegato
editore: Lettere da Qalat
anno edizione: 2015
pagine: 182
Una orgogliosa marginalità. L'esperienza di «Perelandra»
Libro: Libro rilegato
editore: Lettere da Qalat
anno edizione: 2015
pagine: 236
Processo alla complessità
Libro: Libro rilegato
editore: Lettere da Qalat
anno edizione: 2015
pagine: 204
Sullo stile. Singolarità e formularità di un concetto
Libro: Libro rilegato
editore: Lettere da Qalat
anno edizione: 2019
pagine: 148
Lo stile è un luogo difficile da abitare, una terra la cui conoscenza tutti vorrebbero saper dominare ma che a pochi è dato incontrare. Questo libro, introducendoci alla complessa elusività di questo concetto mostra come esso mal si presti a una lettura fonologica: per afferrarlo è meglio affidarsi a una pluralità di sguardi, un intersecarsi di prospettive. Ci si propone di esplorare alcune delle principali dimensioni del prismatico concetto di stile attraverso l’architettura, l’urbanistica, la filosofia, l’arte e la letteratura. Lo rintraccia nella sua essenza, nell’innocenza del suo non porsi come problema, nella ricerca di una forma (anche esistenziale) che non sia una mera applicazione, nel suo riproporsi “formulare”. Lo intravede nelle pieghe del linguaggio che tenta di salvare il significato nelle sue diverse incarnazioni, nel suo darsi come impresa collettiva e comunitaria, nei duelli eterni tra il soggetto pensatore e il suo provare a dar conto linguisticamente dell’oggetto pensato. Contributi di S. D’Urso, D. Miccione, G .Miraglia, G. Regalbuto, C. Tinnirello e R. Tinnirello. Introduzione di S. D’Urso e D. Miccione.

