Mondadori: Saggi
La curiosità non invecchia. Elogio della quarta età
Massimo Ammaniti
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2017
pagine: 143
«Forse si invecchia veramente solo quando non ci si stupisce più, quando si dà tutto per scontato e la vita sembra non riservare più sorprese. Ma si può essere vecchi e mantenere il gusto della conoscenza e sapersi ancora meravigliare degli insoliti colori di un tramonto, di un fiore che si schiude o di una bambina che ti sorride con aria divertita.» Il nuovo libro di Massimo Ammaniti è una riflessione sulla terza e quarta età, e più in generale sulla vecchiaia, stimolata anche dalle testimonianze di ottantenni e novantenni protagonisti della vita culturale e politica del nostro paese (come Andrea Camilleri, Raffaele La Capria, Aldo Masullo, Mario Pirani, Alfredo Reichlin, Luciana Castellina, Angela Levi Bianchini) che ora raccontano di come e quanto è cambiato il loro modo di vivere i sentimenti e le esperienze propri della vita di ogni essere umano: la famiglia, l'amore, l'amicizia, il senso del tempo, i sogni, il desiderio, i ricordi, i lutti. Ammaniti ci mostra che non lasciarsi sopraffare dalla rabbia e dal rancore, non ripiegarsi su se stessi, ma continuare a coltivare affetti, interessi e passioni, a rimanere agganciati al presente e a fare progetti per il futuro, magari condividendo in modo partecipe quelli di figli e nipoti, è il segreto per far sì che la vecchiaia non corrisponda al tetro stereotipo di periodo di inquietudine e sconforto, di abulia e rassegnazione, insomma di vuota attesa della morte. Come l'anziano professor Borg, l'indimenticabile protagonista del film "Il posto delle fragole" di Ingmar Bergman, anche le persone intervistate rivisitano la storia della propria vita per rintracciare il filo rosso che l'ha attraversata e, con esso, la direzione e il significato del percorso compiuto. Così la dimensione anagrafica ed esistenziale della vecchiaia ritrova la sua verità, quella di una stagione indubbiamente difficile, irta di insidie fisiche e psicologiche, di paure e di perdite, ma che, se affrontata accettando la propria condizione senza risentimento né eccessivi rimpianti, e con la lucidità dovuta a una maggiore consapevolezza di sé e a un minor coinvolgimento emotivo nelle vicende del mondo, può rivelarsi una fase di straordinario arricchimento interiore e affettivo. Come quando il giorno concede al tramonto la sua luce più intensa e più vera.
La democrazia e i suoi limiti
Sabino Cassese
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2017
pagine: 120
La democrazia appare fragile e vulnerabile. Dopo aver sanato le ferite delle guerre e dei totalitarismi del XX secolo, i suoi valori e suoi principi fondamentali sembrano perdere forza e significato: ne sono prova le difficoltà crescenti dell'integrazione europea, il dilagare dei populismi, la contestazione delle élite, la Brexit, la sorprendente elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Ma come funziona la democrazia? Come opera concretamente nella vita dello Stato, in relazione alle altre componenti dei poteri pubblici, in conflitto con la giustizia, l'autorità, l'efficienza, nella teoria e nella pratica del governo? Sono queste alcune delle domande a cui risponde Sabino Cassese, uno dei più noti giuristi italiani, in "La democrazia e i suoi limiti", al centro del quale sta l'interazione tra l'elemento democratico dei sistemi politici contemporanei e gli altri elementi che compongono lo Stato, nonché tra la democrazia nazionale e gli ordini giuridici sovranazionali. L'accento è sui limiti perché, se la democrazia è un limite del potere, è a sua volta limitata, sia per la sua intrinseca natura, sia per l'azione di altre forze. Accanto al tema tradizionale della democrazia come limite del potere, tuttavia, vi sono altri temi emergenti, che rispondono a problemi contemporanei. In primo luogo quello della partecipazione attiva dei cittadini alla vita dello Stato e delle sue istituzioni. Se nei Paesi occidentali un quarto della popolazione si astiene dal voto, se sempre più spesso sono le minoranze a decidere i destini politici di una nazione, se milioni di persone assumono atteggiamenti di protesta, occorre verificare il funzionamento della democrazia, i compiti dei partiti, le vie per far sentire nello Stato la voce dei cittadini, e contemporaneamente le procedure di selezione delle classi dirigenti e i modi di operare degli apparati pubblici.
Paradiso Occidente. La nostra decadenza e la seduzione della notte
Stefano Zecchi
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2016
pagine: 240
Occasum,"terra della sera", è questa la radice del termine "Occidente", il suo senso profondo, nel quale sembra compiersi un destino ineluttabile. La grande filosofia del Novecento ha evocato questo destino come un inesorabile tramonto della nostra civiltà, un tramonto che, però, non ha mai conosciuto la notte, divenendo una lunga, interminabile decadenza. E tuttavia, questo Occidente in declino ha diffuso nel mondo i suoi modelli di vita, ha colonizzato senza essere colonizzatore: migliaia di persone, oggi, fuggono dalle proprie terre per venire a vivere da noi. Perché l'Occidente è visto come un paradiso: sarà anche mediocre, senza quelle tensioni utopiche e quelle energie progettuali che un tempo ha conosciuto, ma chi si guarda intorno non trova di meglio di questo pur modesto paradiso. Ha senso salvarlo dalla notte in cui può definitivamente sprofondare la sua cultura? Come proteggerlo dall'attacco dei fondamentalismi? C'è ancora una bellezza che sia testimonianza della nostra umanità? Può l'altra notte - quella d'Oriente, le "mille e una notte" dimenticate nei secoli, dove risuona l'eco dei versi del poeta, dove tutto ritorna all'origine, al mistero, simbolo d'incontro meraviglioso tra civiltà - comunicare un senso ancora valido e fondante per noi? Sono domande a cui Stefano Zecchi risponde ripercorrendo in particolare i temi che hanno segnato la cultura europea del XIX e del XX secolo e sui quali è opportuno ricominciare a interrogarsi. In dialogo con Nietzsche, attraverso le tesi di Oswald Spengler sulla decadenza delle civiltà, le riflessioni di René Guénon sull'Oriente, gli scritti di Martin Heidegger sul dominio della tecnica nell'epoca del nichilismo, nonché la rilettura di alcune tra le opere fondamentali della letteratura occidentale, "Paradiso Occidente" affronta le grandi questioni della contemporaneità: la globalizzazione economica che cancella ogni diversità, il multiculturalismo che impone l'accettazione acritica di valori estranei alla nostra tradizione, il decadimento della bellezza ridotta a mero gusto personale, il venir meno di principi trascendenti che dà all'uomo l'illusione di oltrepassare i limiti della propria condizione, il potere assoluto conferito alla ricerca scientifica. E ristabilisce un dialogo originale e fruttuoso con un'epoca oggi forse inattuale: il Romanticismo, la sua arte e la sua filosofia, un'idea di civiltà densa di energia progettuale e di tensione utopica che presto la nascente società di massa avrebbe spazzato via, aprendo così le porte a una lunga, interminabile decadenza. Saggio filosofico ma anche pamphlet irriguardoso nei confronti del "politicamente corretto", "Paradiso Occidente" ci invita a una riflessione sul destino della nostra civiltà e dei suoi valori, per superare le paure e restituirci uno sguardo finalmente aperto alla speranza.
Il giorno più lungo della Repubblica. Un paese ferito nelle lettere a casa Moro durante il sequestro
Umberto Gentiloni Silveri
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2016
pagine: 110
Il rapimento e l'assassinio di Aldo Moro (16 marzo - 9 maggio 1978) sono molto più di una pagina sanguinosa e terribile della nostra storia; molto più di un sequestro e di un omicidio. La violenza delle Brigate rosse colpisce un simbolo, un uomo che aveva intrecciato la propria biografia con il percorso e le stagioni dell'Italia repubblicana, dall'impegno nell'Assemblea costituente fino alla crisi degli anni Settanta. Commissioni d'inchiesta, storici, magistrati, giornalisti hanno cercato di comprendere cosa fosse realmente successo in quelle tragiche giornate di quasi quarant'anni fa, tutti alla ricerca di tracce di una verità che finora è sempre stata accompagnata da molti punti interrogativi. Ma che cosa ha rappresentato quel tornante decisivo nella coscienza più profonda della società italiana? Dal primo giorno del sequestro, la famiglia Moro viene letteralmente sommersa da un fiume di lettere: pensieri, disegni, foto, preghiere, piccoli grandi gesti di vicinanza e solidarietà. Una corrispondenza spontanea e abbozzata che spesso non ha neppure un indirizzo corretto o un destinatario adeguato. Scrivono italiani e italiane di ogni età e condizione: bambini delle scuole elementari e pensionati, operai e intellettuali, detenuti e funzionari dello Stato, politici più o meno affermati, nonché associazioni, sindacati, partiti che intendono partecipare a un funerale collettivo, quello della Repubblica e delle sue basi fondanti.
C'è un dopo? La morte e la speranza
Camillo Ruini
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2016
pagine: 200
È ancora possibile oggi, in un mondo dominato dal secolarismo e dalla cultura scientifica, pensare a una vita dopo la morte? Per rispondere a questo interrogativo, a cui nessuno può dirsi disinteressato, il cardinale Ruini sviluppa una riflessione a tutto campo, che mette a confronto storia e attualità, indagine razionale e fede religiosa, scoperte della tecnoscienza e aspirazioni profonde dell'animo umano, e offre una sobria ma toccante testimonianza personale: le esperienze vissute come sacerdote accanto a chi è giunto al traguardo della vita terrena e il modo in cui egli stesso, ormai anziano, sente e vive l'avvicinarsi dell'ultimo viaggio. Prima di affrontare il grande tema dell'esistenza di un aldilà, Ruini prende in esame quella certezza biologica, e insieme quell'enigma filosofico, che è la morte, il cui significato è profondamente cambiato nell'ultimo secolo: l'aumento della preoccupazione per la propria sorte, nei nuovi scenari aperti dal prolungamento dell'attesa di vita, è andato di pari passo con la decostruzione sociale e culturale della morte, ridotta oggi a semplice fatto naturale. Ultima versione di quel fenomeno antico quanto la specie umana che è la fuga dall'idea della propria fine. Nonostante la coscienza della morte e il desiderio di trascenderla attraverso una qualche forma di sopravvivenza siano caratteristiche primarie dell'uomo, costitutive della sua identità, è davvero arduo raggiungere la certezza razionale di una vita dopo la morte.
Il presente non basta. La lezione del latino
Ivano Dionigi
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2016
pagine: 112
Come mai in un'epoca caratterizzata dalla proliferazione dei mezzi di comunicazione, la reciproca comprensione è più difficile? Come mai ci ostiniamo a credere che il presente si riduca alla novità e che la novità si identifichi con la verità? Come mai le parole di Lucrezio sull'universo, di Cicerone sulla politica, di Seneca sull'uomo colpiscono la mente e curano l'anima più e meglio dei trattati specialistici? Ivano Dionigi, latinista, già rettore dell'Università di Bologna, con Il presente non basta affronta tali domande volgendo lo sguardo alla lingua che l'Europa ha parlato ininterrottamente per secoli, attraverso la politica, la religione, la scienza. Il latino evoca un lascito non solo storico, cultuale e linguistico ma anche simbolico: si scrive "latino", ma si legge "italiano, storia, filosofia, sapere scientifico e umanistico, tradizione e ricchezza culturale". Non è un reperto archeologico, uno status symbol o un mestiere per sopravvissuti; è il tramite che - oltre Roma - ci collega a Gerusalemme e ad Atene, l'eredità che ci possiamo spartire, la memoria che ci allunga la vita. È un'antenna che ci aiuta a captare tre dimensioni ed esperienze fondamentali: il primato della parola, la centralità del tempo, la nobiltà della politica. Come mater certa, anzi certissima dell'italiano, il latino - lingua morta eppure resistente nell'uso comune, dal lessico economico a quello politico, medico e mediatico - ci restituisce il volto autentico delle parole.
Mundus furiosus. Il riscatto degli Stati e la fine della lunga incertezza
Giulio Tremonti
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2016
pagine: 136
Mundus furiosus: così si chiamava l'Europa nel Cinquecento, dopo la scoperta delle Americhe e l'avvento rivoluzionario degli sterminati "spazi atlantici". Di nuovo furiosus è il mondo di oggi: dalla crisi della finanza alle migrazioni di massa, dalle macchine digitali che distruggono il ceto medio rubandogli il lavoro alle nuove guerre "coloniali ", dalla rete che, nonostante le apparenze, erode le basi della democrazia e della gerarchia trasformandole in anarchia ai nuovi emergenti tribuni politici. Scritto da chi conosce bene gli interna corporis della finanza e della politica internazionale, questo libro spiega dall'interno anche le cause profonde della crisi dell'Europa, dominata dalla tirannia della stupidità. E la cui classe dirigente fa ciò che non dovrebbe fare, ad esempio il bail-in, e non fa invece ciò che dovrebbe e potrebbe fare, contro la crisi e le migrazioni. In queste pagine, Giulio Tremonti modula la sua riflessione "non ortodossa" sugli scenari presenti e futuri al ritmo alternato della "paura" e della "speranza", tra il mundus furiosus che da fuori e da dentro si sta sviluppando in Europa, e di qui in Italia, e il forse ancora possibile prevalere dell'ordine sul disordine e della ragione sulla follia.
Le beatitudini. Il più grande discorso all'umanità di ogni tempo
Gianfranco Ravasi
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2016
pagine: 209
"Il 'beato' cristiano è colui che leva lo sguardo verso l'alto, verso l'eterno e l'infinito e ascolta un messaggio controcorrente, sconcertante e fin provocatorio. Poveri, sofferenti, miti, affamati e assetati, misericordiosi, puri, artefici di pace, perseguitati sono convocati da Cristo come suoi discepoli, chiamati a edificare quel Regno di Dio da cui sono esclusi coloro che conoscono solo la frenesia del piacere, del potere e del possesso." È questo il contenuto rivoluzionario delle Beatitudini, nucleo centrale della "buona novella", paradosso che sconvolge le fragili certezze del senso comune. Un affascinante "mondo alla rovescia" in cui si addentra il cardinale Gianfranco Ravasi, partendo da una rigorosa analisi del testo originale, nelle due diverse versioni di Matteo e di Luca. A chi sono destinate le Beatitudini? Come dobbiamo leggerle? In una prospettiva squisitamente religiosa o di emancipazione sociale? L'autore ricorda l'universalità dell'impegno di vita che le parole di Cristo propongono e sottolinea come le legittime istanze di giustizia terrena che evocano vadano ricondotte a una visione d'insieme trascendente. La dimensione antropologico-sociale non può prescindere, quindi, da quella teologico-spirituale. Seguendo queste coordinate, Ravasi esplora i più suggestivi sentieri dello spirito, cercando le tracce delle Beatitudini già tra le righe dell'Antico Testamento, e proponendo uno stimolante confronto con le Beatitudini ebraiche.
Il mistero di Homo naledi. Chi era e come viveva il nostro lontano cugino africano: storia di una scoperta rivoluzionaria
Damiano Marchi, Adelaide Barigozzi
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2016
pagine: 165
Il 13 settembre 2013 due speleologi sudafricani scesi nel vasto sistema di gallerie di Rising Star, nei dintorni di Johannesburg, individuarono casualmente una "camera segreta", colma di ossa fossili. Sarebbero poi risultate essere circa 1550. È così, in modo del tutto imprevedibile, che avviene la scoperta più rivoluzionaria e misteriosa sull'origine dell'uomo, quella di Homo naledi ("stella" in lingua locale sotho), una nuova specie ominine dalle caratteristiche uniche. Dall'eccezionale ritrovamento prende il via un'entusiasmante avventura scientifica e umana, che apre scenari inediti sulla nostra storia più antica e ci spinge a guardare con occhi diversi anche il presente. A raccontarla è uno dei suoi protagonisti, Damiano Marchi, paleoantropologo dell'università di Pisa, l'unico studioso italiano chiamato a partecipare al workshop scientifico internazionale su Homo naledi. Esperto nello studio degli arti inferiori e dell'evoluzione della locomozione, Marchi, insieme ad alcuni tra i più brillanti paleoantropologi del mondo, ha analizzato i fossili rinvenuti a Rising Star, tracciando ipotesi estremamente precise e sorprendenti sulle abitudini e il comportamento di questo nostro remoto predecessore. Alto circa un metro e mezzo, dotato di mani adatte ad arrampicarsi sugli alberi e, insieme, di gambe perfettamente in grado di camminare in posizione eretta, con un cervello piccolo come un'arancia, Homo naledi unisce caratteristiche arcaiche e moderne.
La vita del pastore. Storia di un uomo e del suo cane, di un territorio e di un gregge
James Rebanks
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2016
pagine: 256
James Rebanks è un pastore del Lake District, una regione montagnosa nel nord dell'Inghilterra, conosciuta per le romantiche descrizioni che ne fece Wordsworth e le famose illustrazioni per bambini di Beatrix Potter. Ma il mondo di James è molto diverso. La sua famiglia vive in questa regione da generazioni e la sua esistenza è scandita dalle stagioni e dai lavori che queste richiedono. Ed è così da secoli: condurre le pecore in montagna durante l'estate e fare il fieno; recarsi alle fiere autunnali per rinfoltire le greggi; affrontare il duro lavoro invernale, quando bisogna assicurare la sopravvivenza degli animali, e l'ebbrezza della primavera, quando nascono gli agnelli e le pecore si preparano a tornare sulle montagne. Con una prosa lucida ed evocativa, James Rebanks ci racconta l'anno di un pastore, offrendo una descrizione unica della vita rurale e di un legame fondamentale con la terra che la maggior parte di noi ha perso. È la storia della sua infanzia e delle persone che la compongono, i suoi nonni e i suoi genitori, di gente che lavora duramente, di una comunità che esiste - e resiste - anche se il mondo intorno cambia inesorabilmente. È la storia di un uomo che ha scelto con lucida consapevolezza uno stile di vita lontano dalla modernità, continuando il cammino intrapreso dai suoi padri, dopo essersene allontanato per terminare gli studi e laurearsi brillantemente a Oxford.
La conoscenza necessaria. Come ricostruire la nostra civiltà da zero in caso di catastrofe
Lewis Dartnell
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2016
pagine: 312
"Quando la nostra civiltà crollerà, sarete capaci di cavarvela, almeno nelle cose più semplici?" Questa domanda ha il potere di spiazzarci e di insinuare in noi una certa inquietudine perché, pur essendo abituati a pensare che soddisfare le esigenze di base sia facile, basta immaginarci per un momento nei panni di Robinson Crusoe postapocalittici, privi di accesso a Internet e a biblioteche ben fornite, per renderci conto di quanto scarse siano le nostre conoscenze davvero utili a risolvere i problemi della vita di tutti i giorni. E anche se per un certo periodo potremo attingere ai resti della civiltà scomparsa, dovremo pur sempre decidere quali privilegiare e come servircene, e valutare se sia preferibile stabilirci in metropoli deserte ma ricche di infrastrutture oppure in sobborghi rurali dove abbondano le risorse naturali. Per orientarci in queste scelte cruciali, cosa potrebbe essere più utile di un "manuale di sopravvivenza alla catastrofe"? Bene, adesso c'è. Lewis Dartnell, astrobiologo e studioso di scienze planetarie, ci fornisce infatti tutte le informazioni necessarie su come procurarci il cibo, costruirci una casa, guarire da ferite e malattie, produrre fibre tessili per poi trasformarle in indumenti, e altre attività ugualmente importanti. Il suo vero scopo, però, è mostrare la centralità della più grande invenzione umana, quella che rende possibili e feconde tutte le altre: il metodo scientifico, fenomenale macchina generatrice di conoscenza.
Immunità e vaccini. Perché è giusto proteggere la nostra salute e quella dei nostri figli
Alberto Mantovani
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2016
pagine: 140
"Cinque vite salvate nel mondo ogni minuto, 7200 ogni giorno, 25 milioni di morti evitati entro il 2020. I vaccini sono l'intervento medico a basso costo che più di tutti ha cambiato la nostra salute, e costituiscono la migliore assicurazione sulla vita dell'umanità", eppure negli ultimi anni è sensibilmente aumentato il numero dei genitori che decidono di non vaccinare i propri figli, una scelta condizionata dalla diffusione di voci incontrollate su un presunto legame tra questo fondamentale strumento di tutela della salute e l'insorgenza di alcune gravi malattie. E le paure e i pregiudizi non sono scomparsi neppure dopo che la comunità medica ha categoricamente smentito tali "leggende". Ma i vaccini sono davvero pericolosi? Alberto Mantovani, uno dei più noti immunologi in campo internazionale, spiega in modo chiaro e accessibile come funziona il nostro sistema immunitario e cosa succede quando ci vacciniamo, facendo un bilancio dei rischi (più che modesti) e dei benefici (enormi). Senza le campagne vaccinali dell'ultimo secolo, infatti, saremmo ancora esposti a flagelli come il vaiolo e la poliomielite, e a tutte quelle malattie comunemente considerate "innocue", come il morbillo o la parotite, che possono invece essere causa di gravi complicanze, di danni permanenti o, addirittura, di morte.

