Nuovi Autori: Parla una donna

Lara è una bimba di soli nove anni quando don Paolo le riserva attenzioni tanto particolari da crearle sgomento e sconforto, Lara è una donna adulta quando comprende che solo un confronto diretto con il proprio seviziatore può liberarla da un peso che continua a corroderle l'anima.

"L'anima della memoria" è un viaggio sull'onda dei ricordi d'infanzia e delle storie sentite raccontare, alla ricerca delle radici della sua famiglia, e della propria vocazione di narratrice. I protagonisti del racconto in sostanza sono tre: Rita Arba, la voce narrante, Rita Murgia, sua nonna, dalla quale ha ereditato il nome e la determinazione, Tina Pisanu, sua madre, che le ha trasmesso la curiosità e l'ostinazione. Sono anche gli unici personaggi che mantengono il loro nome originale. Tre donne che, con caratteri diversi e alterne vicissitudini si completano a vicenda, e lottano ognuna per realizzare il loro sogno di vita. Le loro vicende ci faranno conoscere una realtà, quella dell'Ogliastra, fatta di sofferenza, di miseria e di superstizione, dove gli unici cambiamenti sono regolati dal corso naturale della vita sociale, dove si nasce, ci si sposa e si muore, e dove ogni tentativo di modificare questo ordine si paga a caro prezzo.

Sognare il principe azzurro è l'illusione più comune e normale per una ragazza che si affaccia al davanzale della vita: l'amore, l'uomo della propria vita, la persona giusta che faccia provare quella fantastica sensazione di essere unica. Andrea sembra essere il ragazzo perfetto, di bell'aspetto, studioso, preciso, apparentemente premuroso. Adele, diciottenne di alto valore morale, non vuole rinunciare a lui. Un anno di conversazioni telefoniche banali, nel corso delle quali il romanticismo o il corteggiamento sono solo una lontana eco, non è sufficiente per disilludere la protagonista, la quale prova un avvilimento profondo, dal punto di vista femminile, quando Andrea con un banale mal di testa rovina una romantica cena di San Valentino organizzata a lume di candela, oppure quando lui parla in modo quasi ossessivo della sua ex ragazza, oppure quando alla propria festa di compleanno trascura Adele per corteggiare un'invitata che avrebbe potuto essergli utile nel corso della propria crescita professionale. Dopo due anni Adele riesce a dire basta e a riscattare la propria dignità di donna.

Di stampo autobiografico Senza titolo ripercorre le tappe più significative della vita dell'autrice: il trasferimento a Sacile, il rapporto turbolento con un fidanzato che sarà alla guida della moto sulla quale Rebecca avrà un terribile incidente frontale... da questo incidente parte il vero racconto. Ricoverata in fin di vita, tanto che gli stessi medici dubitano in una qualsiasi forma di recupero, Rebecca subisce un numero significativo di interventi che, grazie al dottor Giusto e a tutta la sua equipe, le ridanno la possibilità e la gioia di vivere. Il lungo soggiorno trascorso, ospite gradita, presso diversi ospedali della Marca Trevigiana, l'ha convinta che in ogni situazione si può trovare un motivo per sorridere. L'incontro con Gian segna l'inizio di un rapporto sentimentale sereno e tranquillo, che si trasforma in un felice matrimonio.

Il diario risale all'estate del 1956 e ricopre un arco temporale che termina con il Natale dello stesso anno. È una commossa e struggente testimonianza d'amore dell'autrice in memoria di Silvio, il marito tragicamente scomparso a causa di un incidente in moto. Silvio era un uomo giovane, pieno di energie, legatissimo alla moglie e ai loro tre bambini. Questo grande amore e una Fede profonda aiutano Alba a non lasciarsi travolgere dal dolore e a capire che la morte non "è la fine di tutto", perché un filo invisibile continua a legarla a Silvio e le permette di trasmettere questo affetto ai propri figli. Così sei entrato nella mia vita è la dimostrazione che una persona tanto amata, per chi le sopravvive, non muore mai: Silvio guida e sostiene Alba e i propri ragazzi in ogni momento.

L'unione tra Theo e Giulia si spegne lentamente, tra i due non c'è più sintonia, non c'è più complicità, così Theo rivolge le sue attenzioni a Ilaria che, nonostante abbia una solida relazione con Lucrezia, non disdegna il corteggiamento del ragazzo. Il gioco delle coppie è intricato, e non si districa completamente neppure quando ciascuno dei protagonisti ha chiara la percezione della propria sfera affettiva: Theo si ricongiunge a Giulia e Ilaria prova un'attrazione fatale per Hanz, un amico di Theo, ma tiene comunque sempre ben stretto il legame con Lucrezia che, nel frattempo, inizia una storia con Arno, che a sua volta prova forti sentimenti per dei ragazzi. Si tratta di spregiudicati intrecci amorosi fra trentenni dell'alta borghesia, storie che mostrano il panorama di una generazione che vuole vivere liberamente le proprie emozioni, enfatizzando gli usi e i costumi della propria epoca. Il linguaggio, consono alla narrazione, corre spesso sul filo del parlato, grazie anche ad un intercalare fatto di vocaboli inglesi e francesi, un atteggiamento verbale che rispecchia l'arco temporale descritto.

Sempre e per sempre è la storia di una passione travolgente, unica e irripetibile, ma soprattutto è la scelta per un amore che viene goduto nonostante le difficoltà, i condizionamenti e gli obblighi che la vita impone. Francesca è una bella donna, cinquant'anni vissuti intensamente: due matrimoni alle spalle e tre splendidi figli che ormai hanno la loro vita. L'uscita fortuita con un'amica è l'occasione per Francesca di incontrare un uomo, un musicista, sposato e con un figlio, che si innamora follemente di lei. Questo amore viene vissuto "a distanza", tramite lunghe telefonate, incontri clandestini e scambi di sms. Una relazione alimentata dal forte desiderio di affetto provato da due persone che si completano e che scelgono pochi attimi di felicità alla rinuncia: una scelta dettata non dalla paura di rimanere altrimenti soli, ma dal desiderio di essere amati dalla persona amata. Il libro propone una scrittura semplice, chiara, che volutamente insiste su pensieri e stati d'animo che ciascuno di noi, almeno una volta nella vita, ha provato, e nei quali può quindi facilmente ritrovare una piccola parte di sé.

Grazie Francesca per la tua testimonianza, grazie per la freschezza delle tue parole, per l'entusiasmo che nonostante tutto hai conservato e grazie soprattutto perché offri ai lettori un momento di riflessione profonda.

L'Io narrante di queste pagine è una voce femminile che attraversa, sotto varie spoglie, epoche differenti, che vanno dalla Preistoria all'epoca della seconda Guerra Mondiale, viaggiando per tutto il mondo: dall'Africa, all'India, al Polo Nord, al centro America per approdare infine all'Europa. La protagonista del libro assume quindi ruoli multipli nel passaggio da un'era all'altra: ora è una principessa, ora una pellerossa, ora un'ebrea deportata, ma è sempre l'emblema di una condizione femminile faticosamente vissuta, di un essere umano che scopre attraverso i sentimenti di odio, paura, amore, le bellezze e le brutture del mondo, di un individuo che apprende l'importanza della luce e della fede in Dio, di una donna flessibile alle situazioni, che ha sempre la percezione remota delle vite precedenti.

Il libro è la fotografia della vita di una famiglia contadina nella prima metà del '900; è una biografia, reale o verosimile, ma soprattutto è un confronto costante con la vita e la storia. L'obiettivo è mirato a investigare i recessi più nascosti dell'esistere femminile, attraverso un percorso narrativo in grado di dare una piena rappresentazione della realtà e capace di catturare i nuclei più incandescenti della condizione di vita di quegli anni, con i suoi conflitti religiosi e morali, le sue ipocrisie e i suoi mali oscuri. La fede in Dio è la risposta ai tanti perché della vita. Condotto con uno stile molto personale, classicheggiante nei toni, il racconto indaga nell'animo e nei sentimenti dei protagonisti: uomini e donne semplici, figure emblematiche capaci di tenere saldo il valore della famiglia.