Ombre Corte: Culture
Il diritto alla città. Volume Vol. 2
Henri Lefebvre
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2018
pagine: 141
In "Spazio e politica", costruito come secondo volume di "Il diritto alla città", Lefebvre analizza criticamente un modo di operare corrente e disastroso, che usa far corrispondere punto per punto i bisogni, le funzioni, i luoghi, gli oggetti sociali in uno spazio ritenuto neutro, indifferente e oggettivo. In questo tipo di prassi va riconosciuto il principio della frammentazione dello spazio sociale, che è divisione del lavoro quanto divisione sociale, in una parola: alienazione. A questo modo di operare, si contrappone l'idea di "diritto alla città" riferito a una globalità e liberato dall'ideologia dominante, coercitiva e repressiva. "Diritto alla città" significa dunque diritto dell'uomo all'aggregazione, alla presenza totale in ogni punto, in ogni circuito di comunicazione, di informazione e di scambio. Ma questo non dipende tanto da una particolare ideologia urbanistica, né da un particolare approccio alla progettazione, quanto piuttosto dalla consapevolezza di una specifica qualità o proprietà dello spazio urbano: la centralità. Non esiste nessuna realtà urbana senza un centro, "senza un luogo di concentrazione di tutto ciò che può nascere e prodursi nello spazio, senza un luogo di incontro attuale o possibile di tutti gli 'oggetti', di tutti i 'soggetti'". L'esclusione dalla dimensione urbana dei gruppi, delle classi, degli individui, significa di fatto esclusione dal processo di civilizzazione e addirittura dalla società. Il diritto alla città è la lotta contro questa esclusione dalla realtà urbana, dalla centralità, oltre che il segno di una crisi che investe ogni organizzazione coercitiva e discriminante: i centri decisionali, di informazione, potere, opulenza, che insieme ricacciano l'uomo nelle periferie della politica, dell'informazione e della ricchezza. Centralità come unità di spazio e di tempo, contro ogni frammentazione, che è alienazione, divisione del lavoro e dello spazio. Un diritto alla città che richiede non una generica conoscenza dello spazio, ma la conoscenza della sua produzione. Prefazione di Francesco Biagi.
Haunted minds. Studies in the gothic and fantastic immagination
Michela Vanon Alliata
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2017
pagine: 255
Non si scherza con la rivoluzione. Marx e Lenin nei Caraibi
Cyril Lionel Robert James
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2017
pagine: 120
Tra la fine del 1966 e il 1967 Cyril Lionel Robert James tenne a Montreal delle lezioni ristrette a un gruppo di militanti del Caribbean Conference Committee: non si tratta di una semplice trasmissione di conoscenze, ma di un'opera di vera e propria pedagogia militante. Qui è rintracciabile il metodo di James, studioso e militante originario di Trinidad e Tobago, figura centrale della storia del marxismo e delle lotte anticoloniali, la cui ricchezza è ancora in buona parte da scoprire in Italia. In questo volume sono tradotte due lezioni su Marx (una su II 18 brumaio, l'altra sulle lotte operaie per la riduzione della giornata lavorativa) e tre lezioni su Lenin e il dibattito nel Partito Bolscevico dopo il '17 sul rapporto tra sindacati, proletariato e potere sovietico. Spiegando e discutendo con i militanti, Marx viene qui portato nelle isole caraibiche, la misteriosa curva della retta di Lenin ripercorsa alla luce delle vittorie contro il colonialismo e dei fallimenti degli stati postcoloniali. L'analisi teorica è infatti per James sempre situata dentro la lotta politica: è una lezione di metodo che, nel mutare delle fasi storiche, resta di fondamentale attualità.
Il veleno del commediante. Arte, utopia e antisemitismo
Leonardo V. Distaso
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2017
pagine: 198
Richard Wagner: la bibliografia sul compositore è sterminata, ma solo di recente si è aperto un dibattito sul rapporto tra i suoi scritti teorici e la sua arte, e sulla loro relazione con la cultura tedesca ed europea dell'Ottocento e del Novecento. Gli scritti di Wagner, avendo uno stretto e indissolubile legame con la sua produzione artistica, gettano luce sul suo senso e scopo ideologico, e sul ruolo che essa ha svolto nello sviluppo culturale del suo tempo. L'antisemitismo di Wagner, in particolare, lungi dall'essere un elemento secondario e marginale della sua opera, risulta invece strutturale e organico al suo pensiero. L'antisemitismo del compositore, in particolare, risulta strutturalmente connesso al sistema artistico e mitologico dai lui ricreato, e chiarisce numerosi aspetti della sua parabola creativa. E dunque urgente una migliore e più approfondita comprensione della sua influenza e del suo utilizzo nell'ambito dell'ideologia nazista e della politica culturale del III Reich. Il libro propone, quindi, le linee di un generale ripensamento del ruolo che Wagner, anche tramite i suoi eredi, seguaci e ammiratori, ha avuto nella catastrofe culturale e politica tedesca ed europea tra Otto e Novecento, segnate dalla transizione dall'ideale di arte totale all'avvento dell'arte totalitaria.
Il Comune come modo di produzione. Per una critica dell'economia politica dei beni comuni
Carlo Vercellone, Francesco Brancaccio, Alfonso Giuliani, Pierluigi Vattimo
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2017
pagine: 230
Che cosa è il Comune? Quali sono i suoi fondamenti? Si tratta di un insieme di risorse ben delimitate - i cosiddetti beni comuni - o, invece, di un principio generale d'organizzazione sociale della produzione? La necessità di ripartire da tali interrogativi nasce dalla ricchezza, ma anche da una certa confusione, che caratterizza il dibattito sul Comune. Da un lato, nozioni come Comune al singolare, commons, beni comuni, proprietà comune, common-pool resources ecc., sono utilizzate talvolta come sinonimi, talvolta opposte le une alle altre, senza darne una definizione precisa. Dall'altro, si tende spesso a dimenticare come dietro l'uso di questi termini si celino approcci molto differenti, sia sul piano teorico, sia su quello del ruolo politico che il Comune potrebbe svolgere in un progetto di trasformazione sociale. Il proposito di questo saggio è di contribuire a fare chiarezza su tali questioni attraverso un approccio multidisciplinare che combina teoria e storia. L'obiettivo è duplice. Il primo è di fornire al lettore una guida per un'analisi critica delle principali teorie economiche e giuridiche dei beni comuni. Un'attenzione particolare sarà data agli apporti e ai limiti del contributo di Elinor Ostrom e al dibattito sulla cosiddetta tragedia dei beni comuni. Questa rassegna della letteratura ci permetterà anche di mostrare ciò che il Comune non è o, perlomeno, ciò a cui non deve essere ridotto. Il secondo obiettivo è di proporre un approccio alternativo a quello dell'economia politica. In questo quadro, il Comune è pensato come un vero e proprio "modo di produzione".
A fior di pelle. Bianchezza, nerezza, visualità
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2017
pagine: 301
Non è facile definire che cosa sia la "razza", anche se la maggior parte di noi concorda nel ritenere che consista in qualcosa che possiamo vedere, cioè un aspetto dell'identità scritto nel corpo e in particolare sulla pelle. Tra i tratti fisici che la segnano (e l'assegnano), è infatti il colore della pelle a costituire, nella cultura occidentale, il marcatore razziale per eccellenza. Ma è davvero così? E a partire da questo interrogativo che il volume intende esplorare il nesso fra razza e visualità, indagando come le pratiche del vedere determinino la nostra percezione della "bianchezza" e della "nerezza". Contravvenendo a un'idea secondo cui la razza sembra "naturalmente" percepibile attraverso la visione, i saggi qui raccolti si assumono il compito di indicare come la visualità e la percezione della razza (e della nerezza come suo identificatore principale) siano il prodotto delle condizioni storiche e spaziali nelle quali si inscrivono. Attraversando l'ampio spettro delle scienze umane e analizzando testi, film e graphic novels che spaziano dall'Africa all'America all'Italia, essi dimostrano come la determinazione della razza e dei processi visuali che contribuiscono a "connotarla" siano il prodotto di dinamiche complesse che attraversano mezzi espressivi e contesti nazionali differenti. La visualizzazione della razza non può più essere considerata semplicemente come un confronto/scontro fra uno sguardo egemonico bianco occidentale e uno sguardo "altro"; essa deve essere intesa, invece, come un processo di negoziazione fra diversi soggetti del "vedere", dal quale nascono nuovi paradigmi visuali.
Il soggetto rivoluzionario. Attualità di Walter Benjamin
Giuseppe Buondonno
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2017
pagine: 160
Che ruolo gioca il "soggetto politico" nell'opera di Walter Benjamin? È possibile rileggerne le principali categorie a partire da esso? Questa è la sfida che raccoglie la ricostruzione del pensiero del filosofo tedesco proposta in questo volume. La soggettività, in quanto sostanza cosciente della storia umana, è - sostiene l'autore - uno dei cardini fondamentali dell'attualità del marxismo di Benjamin. Non solo perché ci pone di fronte alla rimozione della trasformazione e del conflitto, che sono invece attuali in ogni momento dello sviluppo storico; ma anche perché del pensiero dello stesso Marx ci restituisce la sostanza metodologica e politica: pensare la realtà storicamente significa individuare e costruire la soggettività nel presente, e pensarla in termini rivoluzionari. Sottrarre l'opera di Marx a una riduzione puramente sociologica, e quella di Benjamin alle pure suggestioni letterarie, non sembra una cosa diversa dal lavoro teorico e politico cui il loro pensiero continua a porci di fronte. Inattualità" della riflessione benjaminiana non è dunque ricercata a dispetto della complessità contemporanea, ma dentro le sue pieghe. Né Marx, né Benjamin - è superfluo ricordarlo - possono offrirci le risposte o le soluzioni, ma rileggerli in relazione alle strutture sociali e agli esseri umani del presente appare essenziale, se si intende ricostruire una strumentazione critica all'altezza del nostro tempo. "Questo nemico non ha smesso di vincere", ci ammonisce Benjamin nelle sue tesi sulla storia, scritte poco prima di morire, braccato e stremato. Ma si tratta appunto di un ammonimento teorico e politico, non certo di una resa.
Sfruttamento e resistenze. Migrazioni e agricoltura in Europa, Italia, Piana del Sole
Gennaro Avallone
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2017
pagine: 136
Questo libro parla di lavoro e fatica, di vite alla ricerca di un futuro migliore: di vite e lavoro di persone che producono ciò che mangiamo. I processi di produzione del cibo sono sempre più nascosti da pubblicità, brand, marchi, racconti, che fanno dimenticare a che prezzo e dentro quali rapporti sociali i beni agricoli diventano disponibili. Questo ricerca mette al centro, invece, proprio il lavoro vivo nei campi, negli allevamenti, sotto le serre, guardando ai migranti, sempre più protagonisti a livello mondiale dell'industria agricola capitalistica, e a un insieme di territori, quelli del Sud Europa, del Mezzogiorno e dell'enclave della Piana del Sele, nella provincia di Salerno. È il lavoro, con le sue caratteristiche e modalità di svolgimento, a costituire il punto di vista privilegiato di questa ricerca. Il mondo dell'agricoltura viene osservato dal lato del lavoro vivo, concentrandosi sui rapporti sociali di produzione vigenti prima che tutto venga assorbito dal marketing e subordinato ai superprofitti delle grandi imprese internazionali e multinazionali finanziarizzate. Per questo motivo, la ricerca si è avvalsa soprattutto di interviste e colloqui con una molteplicità di lavoratrici e lavoratori, condividendo con loro ore e ore di vita quotidiana. È con questa densità - la densità della vita, dei progetti connessi alle migrazioni e dei rapporti di produzione fondati sullo sfruttamento - che la ricerca ha cercato di entrare in comunicazione, per restituire un quadro delle relazioni di potere che governano l'agricoltura capitalistica e delle strategie che i lavoratori mettono in atto per non farsi sopraffare e proteggere sé stessi, rivendicando diritti e dignità.
Rispondere alla crisi. Comune, cooperazione sociale e diritto
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2017
pagine: 154
La crisi economico-finanziaria esplosa nel 2008 è stata anche, almeno in Europa e sicuramente in Italia, una crisi di ciò che restava del Welfare State. Alla catastrofe di uno Stato incapace di erogare servizi secondo il principio dell'universalità e di un mercato inadatto a rispondere efficacemente a bisogni sociali tanto urgenti si è opposta una fitta, differenziata e ambigua batteria di "pratiche di resistenza". Gruppi informali e spontanei di attori hanno cominciato a dare vita a nuove pratiche di solidarietà e a sperimentare l'autorganizzazione per rispondere a bisogni fondamentali individuali e collettivi. La cooperazione sociale - istituendo processi collaborativi e di condivisione, mescolando esperienza, diritto, affetti, ingegno - è diventata la premessa e l'operatore di una diversa distribuzione di costi e benefici e di una nuova organizzazione di bisogni e servizi. I saggi raccolti nel libro cercano di tracciare, da prospettive disciplinari diverse e formulando diagnosi non necessariamente convergenti, una prima cartografia critica di tutte quelle "pratiche, invenzioni e istituzioni" che la cooperazione sociale inventa e istituisce ogni giorno dentro e contro la crisi. Si tratta, in ultima istanza, di riconoscere - e valutare criticamente - quanta e quale politica è prodotta dal e nel sociale.
Un singolare gatto selvatico. Jean-Jacques Abrahams, l'«uomo col magnetofono»
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2017
pagine: 151
In terapia dall'età di quattordici anni, a trenta, dopo tre di sospensione, Jean-Jacques Abrahams torna dal suo analista con un magnetofono. Questi si oppone energicamente alla presenza dell'orecchio meccanico, ne segue un violento scontro verbale e l'invio di Abrahams a un'istituzione psichiatrica. Fuggito calandosi dal terzo piano del manicomio, trascrive il testo registrato con il magnetofono e lo manda a Sartre, che lo pubblica su "Les Temps Modernes", con repliche stizzite di Pontalis e Pingaud. Questo l'inizio della storia. Negli anni Settanta Abrahams, sull'onda della notorietà acquisita, pubblica un volume di scritti. Nel 1977 lo psicoanalista milanese Elvio Fachinelli pubblica il dialogo aggiungendo un proprio intervento a quelli già apparsi in "Les Temps Modernes". Abrahams compare inoltre citato, con l'amica Sophie Podolski, nelle opere di Roberto Bolaño. Questo volume è una tappa ulteriore della fortuna di Jean-Jacques Abrahams, una ripresa del suo gesto e della sua interrogazione, e in più una contestualizzazione dell'ambiente culturale che alla vicenda fa da sfondo.
L'economia politica del lavoro. Mercato, lavoro salariato e produzione
François Vatin
Libro
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2017
pagine: 254
In questo volume, che raccoglie alcuni dei lavori più recenti di François Vatin, la sociologia economica costituisce un campo di analisi ampio e originale nel quale l'autore, oltre a riflettere sulle origini della disciplina, si interroga più in generale su alcune tematiche tradizionali come l'interpretazione del mercato, le attività economiche, il concetto di valore e altre ancora. Queste riflessioni sono svolte in modo innovativo, e talvolta anche molto critico nei confronti di alcuni recenti paradigmi della nuova sociologia economica, sulla base di riflessioni teoriche che risalgono a studiosi di discipline diverse del XIX secolo e sulla base di ricerche contemporanee particolarmente attente al tema della misura. In questo ambito, l'apporto della tecnica nella definizione delle attività economiche, la diversa concezione del pensiero tecnico, la questione della misurazione appaiono come temi di riflessione del tutto originali rispetto all'attuale letteratura disponibile nell'ambito della sociologia economica. Da questo punto di vista, la stessa riflessione sul tema del lavoro salariato, attraverso la ricostruzione che l'autore compie circa l'evoluzione e i contenuti del dibattito intorno al tema della subordinazione, restituiscono più di qualche sorpresa. In questa direzione, le riflessioni di alcuni pensatori francesi meno noti del XIX secolo contribuiscono non solo ad arricchire il dibattito, ma anche a ricostruire le origini di una disciplina il cui obiettivo è di mantenere unite la "sociologia del lavoro" e la "sociologia economica". Ecco perché, ad esempio, guardando al tema della misura, particolarmente caro all'autore, il richiamo al "laboratorio segreto della produzione" di marxiana memoria costituisce uno snodo essenziale e per certi versi obbligatorio per comprendere la natura delle attività economiche e dell'organizzazione del lavoro che le presiede.
Il governo della povertà ai tempi della (micro)finanza
Marco Fama
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2017
pagine: 160
Nei confronti di coloro che il linguaggio dominante identifica e definisce come "poveri" vige ancora oggi un atteggiamento ambiguo, spesso compassionevole e talvolta persino pieno di ammirazione. E tuttavia, a seconda delle esigenze del caso, la pietà si trova a cedere continuamente il passo alla forca. Certo è che, a dispetto della narrativa che li colloca ai margini, i poveri hanno storicamente assolto molte funzioni: da capro espiatorio su cui si abbatte, proietta e riproduce il dominio delle classi egemoni, a monito mediante il quale incentivare l'auto-attivazione produttiva dei soggetti, a base sociale e carne per la riproduzione della ricchezza dei ricchi e del potere dei potenti. L'autore mostra come oggi, attraverso la leva retorica della "lotta" alla povertà, quote crescenti della popolazione mondiale vengano immesse direttamente nel cuore delle nuove catene spaziali e sociali di comando, drenaggio e accumulazione globalmente strutturate dalla finanza. Vi è un nuovo paradigmatico modo di "governare" la povertà - di cui la microfinanza è emblematica - che fa leva sul debito, quale strumento di soggettivazione e di assoggettamento che supera di gran lunga, in quanto a pervasività, sia l'elemosina medioevale che il salario. Spaziando all'interno di vari campi del sapere, l'autore mette in luce la relazione che intercorre tra il divenire del capitale, le trasformazioni della cooperazione allo sviluppo e l'imporsi di un peculiare ordine discorsivo che, spingendo gli individui ad assumere uno sguardo introspettivo sulla propria condizione, funge da meccanismo di legittimazione delle crescenti disuguaglianze che caratterizzano l'economia-mondo contemporanea.

