Quodlibet: Diap print/Dottorato
Tom Kundig e la meccanica romantica. Una lettura critica dell'architettura dei gizmo
Domenico Ferrara
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2019
pagine: 159
Le sperimentazioni fuori dagli schemi e la postura scanzonata, da ragazzo di campagna, hanno favorito l'affermazione sulla scena americana prima, ed internazionale poi di Tom Kundig. Nato nel 1954 in California e cresciuto a Spokane (Washington), la sua parabola di architetto deve molto ad un esordio formativo - gli studi geofisici - inizialmente incerto ed erratico che incrocia anche l'inesausta passione per l'arrampicata d'alta quota. Il suo profilo è quello di un outsider, arrivato all'architettura dopo una cultura non accademica e a tratti pop, intuitiva e genuinamente creativa; anche per questo i suoi edifici hanno incontrato un rapido riscontro di pubblico, dalla Studio House a Seattle, alla cantina Mission Hill Winery in Canada fino alla più celebrata Chicken Point Cabin in Idaho, residenza che gli è valsa una fama internazionale. L'inquadratura critica proposta nel volume mette a fuoco l'architettura di Kundig in termini di meccanica romantica. Con questa formula si tenta di restituire quella declinazione poetica del movimento e della costruzione che è, forse, il suo contributo più significativo.
Dalla Grande Dimensione alla Bigness. Il progetto delle relazioni tra architettura, città e territorio globale
Luca Porqueddu
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2019
pagine: 159
Due diverse concezioni della dimensione si sono, nel secolo scorso, contese il campo del pensiero architettonico e urbanistico, nel confronto con le grandi trasformazioni della città moderna e contemporanea: l'idea della Grande Dimensione e quella della Bigness. Dietro questi due paradigmi - di cui vengono qui ricostruite le decisive tappe teoriche e progettuali - si fronteggiano, in realtà, due diversi modi di concepire il ruolo del progetto e di intendere la responsabilità, da parte di architetti e urbanisti, nella costruzione del mondo urbano. Dove la Bigness ha rappresentato il ripiegamento dell'architettura su un metro puramente quantitativo, operando di fatto la segregazione e la lobotomia dei fatti architettonici, delle esperienze e delle scale della progettazione, la Grande Dimensione è stato invece il tentativo di intendere le dimensioni urbane non più in termini semplicemente quantitativi, ma qualitativi, ossia in termini di relazione: dimensione vuol dire innanzitutto rapporto e misura, capacità di creare relazioni immateriali, piuttosto che egemonia.
Intuizioni sulla forma architettonica. Alessandro Anselmi dopo il GRAU
Alessandro Brunelli
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2019
pagine: 162
Alessandro Anselmi (1934-2013), maestro dell'architettura del secondo '900 italiano, è stato un astuto inventore di forme, capace di trasformare i segni stratificati della storia in nuove configurazioni formali. Come molti progettisti impegnati culturalmente nella pubblicistica e nell'attività accademica, Anselmi affianca la scrittura alla professione. Meno noti rispetto agli esiti progettuali, i suoi testi non risultano inferiori per numero ai progetti; più di cinquanta scritti dopo il distacco dal Gruppo Romano Architetti Urbanisti (GRAU). Se fino ad ora la critica si è occupata esclusivamente dell'Anselmi architetto, rimane quasi inesplorata l'altra componente dell'opera: la scrittura. Come i progetti disegnati anche i testi anselmiani sono pure intuizioni, annotazioni sparse che, direttamente o indirettamente, fanno capo alla questione della qualità figurativa dell'architettura. L'indagine qui proposta consiste nel tentativo di ordinare alcune intuizioni scritte attorno al problema della forma architettonica, utilizzando queste come apparato per rileggere alcuni degli esiti progettuali. L'operazione di confronto tra gli scritti e l'architettura si configura quindi come una selezione di testi "parafrasati" e progetti "ridisegnati" dell'opera di Anselmi post GRAU.
Architettura in sequenza. Progettare lo spazio dell'esperienza
Carla Molinari
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2018
pagine: 126
Perché disporre un corridoio lungo, stretto e buio prima di un'ampia stanza circolare e luminosa? In che modo indurre il movimento secondo un percorso preciso? Che reazioni provoca una serie di stanze in successione uguali per forma ma di colori diversi? E se a variare è invece l'utilizzo della luce? O dei materiali? La sequenza è un metodo compositivo, è un sistema di organizzazione di una serie di elementi secondo uno schema di senso. Questo testo si propone quale ricostruzione di un quadro generale della sequenza definita quale metodo compositivo dell'architettura, comprendendone le potenzialità e caratteristiche in funzione delle diverse interpretazioni di spazio, e conseguentemente di tempo. Si noterà, in questo percorso, come in relazione a diverse influenze artistiche e sociali, il concetto di sequenza sia stato modificato nel corso della storia e applicato all'architettura con modalità differenti. Così da una prima definizione legata al mondo visuale - a partire dal cinema o dal Pittoresco - la sequenza diviene programma, movimento, e infine percezione, esperienza e narratività.
Tempo e racconto nei processi creativi. Strategie narrative per l'architettura
Massimiliano Amati
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2016
pagine: 125
Questo lavoro è un'esplorazione teorica delle strategie che mettono in relazione il tempo e lo spazio nel procedere narrativo delle opere. La ricerca mira a costruire dei ponti tra teoria e pratica del progetto architettonico parafrasando in termini spaziali le teorie più significative costruite intorno al significato di tempo e narrazione. In quest'ottica l'apparato iconografico asseconda la struttura concettuale del testo, che si basa essenzialmente sulle teorie della formatività di Pareyson e sulle teorie del tempo di Ricoeur e Focillon, visualizzate in progetti di arte e architettura. Oggi più che mai, in una realtà che si trasforma velocemente, si afferma l'utilità di un'indagine sul significato evolutivo dei luoghi e dei territori analizzando i processi creativi che legano l'attività umana alla modificazione dello spazio naturale e artificiale. Pensare l'architettura come un'attività che si completa nel tempo ci consente di modulare consapevolmente i processi di cambiamento. In tal senso l'architetto assume il ruolo di un regista o di uno scrittore che inserisce nuovi episodi spaziali in un vecchio testo ereditato, ossia il contesto del progetto. Il suo obiettivo diventa così quello di rileggere le potenzialità latenti del sito per proiettarle nel futuro di una nuova storia.
Mente, corpo, informazione. Per un'agenda dell'Embodiment in architettura
Antonino Di Raimo
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2016
pagine: 139
Questo saggio esplora il rapporto tra architettura e informatica alla luce della presenza fondamentale del corpo. Nel libro, attraverso la disamina critica di alcune ricerche, progetti ed esperimenti, si vuole evidenziare la presenza di un'agenda dell'Embodiment nell'architettura contemporanea. Secondo tale approccio, non è solo l'informazione computazionale a determinare l'atto cognitivo ma anche il fatto che questo avvenga all'interno di una realtà fisica, il corpo, a sua volta parte di un contesto più vasto, che è allo stesso tempo biologico, psicologico e culturale. Attraverso le ricerche presentate nel volume, oltre a tracciare una storia di questo approccio nell'architettura, si vuole anche evidenziare quanto l'Embodiment sia in grado di proporre un pensiero nuovo secondo cui l'uso dell'informatica in architettura implica non solo questioni legate alla complessità della forma ma anche ad un'organizzazione del progetto in cui biologia, psicologia, storia e cultura siano interconnesse e convergenti verso un'autentica architettura ecologica.
Ordine e proporzione. Dom Hans Van der Laan e l'espressività dello spazio architettonico
Tiziana Proietti
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2015
pagine: 158
Attraverso un'accurata analisi dei contributi teorici e dei pochi ma significativi edifici, il presente saggio intende soffermarsi sull'opera dell'architetto olandese e monaco benedettino Dom Hans van der Laan (1904-1991), proponendo un quadro sintetico del contributo da egli offerto al dibattito architettonico del secolo scorso. Tra i molteplici temi affrontati nel lavoro di Van der Laan, il saggio si concentra sulla sua teoria proporzionale e in particolare sull'applicazione del Numero Plastico, sistema proporzionale messo a punto dall'architetto olandese. Prendendo atto della crisi dell'applicazione dei sistemi proporzionali nell'architettura del Novecento, Van der Laan indaga la proporzione non più nella sua dimensione simbolica ed estetica ma si spinge nella comprensione del valore percettivo-cognitivo che essa detiene. Intendendo la proporzione come veicolo per una cognizione razionale degli elementi e spazi architettonici, Van der Laan costruisce una vera e propria teoria dell'architettura, fondata sull'analisi scientifica dell'umana comprensione della realtà costruita.

