Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina
Iscriviti alla newsletter

Quodlibet: Ius. Ricerche

L'indecisionista. Carl Schmitt oltre l'eccezione

Mariano Croce, Andrea Salvatore

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2021

pagine: 173

Carl Schmitt è forse la figura intellettuale più controversa del Novecento, il cui spettro torna immancabilmente a palesarsi ogniqualvolta gli ordinamenti costituzionali vengano messi sotto pressione e pongano limiti alle libertà fondamentali da essi stessi sancite. Campi di prigionia, populismi d'ogni colore, decretazione d'urgenza, misure restrittive a fronte di un'emergenza pandemica e molti altri esempi recenti di provvedimenti che limitano i diritti di libertà: ad ogni minimo cedimento degli Stati democratici, si invoca Schmitt come nume tutelare o ispiratore dannato. Ma questo uso del pensiero schmittiano è davvero fedele alla teoria del giurista tedesco? L'indecisionista offre una risposta netta, ed è un no. Al di là delle letture sclerotizzate che schiacciano Schmitt sulla triade eccezione, decisione e opposizione amico-nemico, il libro mostra come egli abbia sostenuto il "decisionismo eccezionalista" per un periodo assai breve, circoscritto ai primi anni Venti, e come presto vi pose mano per emendarne le debolezze. La teoria istituzionalista schmittiana – conservatrice, certo, e con chiare punte di illiberalità – mostra ben più e meglio del decisionismo eccezionalista come il cuore della politica, per il giurista tedesco, non stia nella creazione di condizioni emergenziali, ma nella selezione dei modelli e delle pratiche su cui si impernia la normalità della vita di tutti i giorni.
16,00 15,20

Diritto vivente. Ravaison, Tarde, Hauriou

Sandro Chignola

Libro: Copertina morbida

editore: Quodlibet

anno edizione: 2020

pagine: 240

Il diritto non coincide esclusivamente con la forma di legge e la legge non coincide con l'imperatività del comando. È quanto emerge, in particolare, nella riflessione filosofica della seconda metà dell'Ottocento e quanto torna nella rivalutazione delle pratiche giurisprudenziali e dell'istituzione in Deleuze. Il libro lavora su di una ontologia della potenza che permetta di decostruire la modernità - incentrata sulla figura dello Stato e della sovranità - e di elaborare le dinamiche istituenti della relazione affettiva tra le persone. In questione, è la possibilità di pensare la politica oltre l'esaurimento delle categorie moderne e di riformulare il diritto oltre le l'idea statica di ordinamento. In questione non è solamente la ricostruzione di un archivio alternativo o minore rispetto al discorso egemonico della modernità (Ravaisson, Tarde, Hauriou), ma di dischiudere delle possibilità di intervento, anche politico, nell'epoca ormai apertamente postatuale e postdemocratica alla quale apparteniamo.
20,00 19,00

A duello! Pluralismo (giuridico) e conflitto in Max Weber

Mirko Alagna

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2024

pagine: 240

«Potrebbe affascinare uno psicanalista». Questa l’icastica – e in molti sensi azzeccatissima – indicazione vergata da Llewellyn nella recensione alla Sociologia del diritto di Max Weber. Si tratta di un testo ingarbugliato e complicato, altalenante tra considerazioni generalissime e meticolose ricostruzioni di dettagli, dalla storia quasi romanzesca – manoscritto rimasto in bozza, assemblato con molta “libertà” dai curatori e pubblicato dopo la morte dell’autore – e dalla ricezione tanto diffusa quanto schizofrenica; uno dei Weber fintamente più noti, a cui spesso ci si è approcciati estraendo da quell’intrico i passaggi più assertivi e meno perturbanti, e relegando nel contempo il resto a svista e guazzabuglio. Questo scritto, invece, si struttura come un corpo a corpo con il Diritto di Weber, ora finalmente disponibile in edizione filologicamente accurata. Intrecciando un piano esegetico e uno più marcatamente contenutistico, emerge un Weber sensibilmente più complicato, distante da alcune semplificazioni manualistiche; un Weber che proprio in virtù di questa complessità riguadagna un posto nel dibattito (anche contemporaneo) su natura, ruoli e funzioni del diritto. Il romanzo del Diritto racconta di un campo sociale che appare come il sovrapporsi, l’intersecarsi e l’affiancarsi di ordinamenti – abitudinari, convenzionali o giuridici – diversi e non collimanti: una babele di gruppi, associazioni, unioni, istituzioni, cerchie, in cui costumi, convenzioni e diritti si influenzano e si scontrano, si adattano e si modificano, si contrappongono e si concedono tregue. In questo quadro il diritto si mostra come tecnica polivalente, ricca di competenze: può essere strumento di imposizione e metodo di organizzazione, arma di lotta e comando come pure strumento di selezione e ritaglio. La tesi di fondo è presto detta: dipingere un Weber diagnosticamente pluralista (giuridico) e normativamente positivista (giuridico); sensibile a e consonante con le ricostruzioni più avanzate del pluralismo giuridico e però politicamente – e con ottimi argomenti – schierato sul fronte del diritto razionale e formale egemonizzato dallo Stato.
22,00 20,90

Costituzionalisti del Novecento

Cesare Pinelli

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2024

pagine: 400

Il volume raccoglie studi dedicati al pensiero di costituzionalisti vissuti nel Novecento. Sono confronti fra due o più autori, o singoli ritratti di protagonisti dei dibattiti intorno alle questioni fondamentali del diritto costituzionale, con excursus su studiosi stranieri che variamente vi influirono. Ne emerge una lettura complessiva, pur se priva di ambizioni di completezza, degli esiti del costituzionalismo italiano del secondo dopoguerra. Si parte dalla questione del diritto di voto sviluppata da Gaetano Mosca e dagli studi sugli ordinamenti giuridici di Santi Romano, per poi soffermarsi soprattutto sulla prima età repubblicana, quando la Costituzione appena approvata si candidava a fare da spartiacque fra due epoche. Vezio Crisafulli, Carlo Esposito e Costantino Mortati avevano preparato il terreno per radicare un’idea di Costituzione molto lontana da quella che aveva allignato sotto lo statualismo nelle due varianti dello stato liberale e dello stato fascista. Nei decenni successivi, proprio il passaggio dallo statualismo al costituzionalismo avrebbe funzionato da sfondo comune alle riflessioni dei giuristi dell’età repubblicana. Riportarle oggi alla luce consente di recuperare una profondità di pensiero che aiuta ancora ad orientarsi in un periodo di forti polarizzazioni tra chi sente che la carta costituzionale è ormai stata tradita e chi la ritiene ormai superata, in nome di una visione imbastardita di realismo giuridico.
26,00 24,70

Finzioni del diritto medievale

Sara Menzinger

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2023

pagine: 352

I grandi dibattiti sulla finzione dei Padri della Chiesa lasciarono un'eredità contraddittoria al Medioevo occidentale. Da un lato, trasmisero una ferma condanna di qualsiasi forma di negazione della veritas o di una natura che, diversamente dal mondo classico, era reputata divina dal pensiero cristiano; dall'altro, esaltarono la finzione come strumento d'accesso a una meta-realtà che consentiva di andare oltre i fatti concreti e cogliere il senso più vero e invisibile delle cose. Proprio quest'ultimo significato positivo di finzione venne valorizzato dalle scuole teologiche francesi del XII secolo in cui la dimensione interiore dell'uomo fu profondamente dissociata da quella esteriore perché considerata superiore e non coincidente con la sfera delle azioni. Diversamente dal mondo antico, la finzione, in questa prospettiva, non serviva a negare la realtà, quanto piuttosto a denunciare la distanza tra l'apparenza dei fatti e il loro reale significato, tra azione e intenzione. La sua funzione ultima era dunque quella di amplificare la realtà, restituendo il lato nascosto e invisibile delle cose, altrettanto vero, anzi più vero di quello tangibile. La potenza della dimensione intenzionale contagiò presto il pensiero giuridico europeo che nella seconda metà del XII secolo conobbe una delle fasi più creative della sua storia. Per inquadrare responsabilità invisibili o per vanificare responsabilità evidenti, la finzione si rivelò uno strumento vitale nell'elaborazione di nuove categorie penali che a partire dal Basso Medioevo entrarono a far parte stabilmente del diritto moderno e contemporaneo.
25,00 23,75

«Teologia politica» cent'anni dopo

Libro: Copertina morbida

editore: Quodlibet

anno edizione: 2022

pagine: 223

A cent'anni di distanza, Teologia politica di Carl Schmitt conserva tutta la forza del classico, capace ancora di accendere polemiche sulla sua tenuta concettuale e sulla sua gravosa eredità. Se già dopo qualche anno Schmitt stesso avanzò dubbi in merito alle tesi più radicali e provocatorie elaborate nel 1922, oggi quelle tesi rimangono al centro di un dibattito che è destinato a ripresentarsi vigoroso e stridente a ogni crisi di vasta portata in cui si richiedono decisioni spedite, energiche, estreme. In questo volume a più voci, studiose e studiosi di diverso orientamento tornano a porsi interrogativi che sanno vivere nell'ambiente rarefatto della teoria più elevata eppure al contempo toccano questioni dirimenti della politica concreta. Un secolo dopo, Teologia politica merita di essere celebrata come opera che parla ancora al presente, con la sua impareggiata capacità di sondare gli abissi più inquietanti del potere pubblico e dell'autorità politica. Contributi di Maria Stella Barberi, Laura Bazzicalupo, Sandro Chignola, Mariano Croce, Carlo Galli, Stefano Pietropaoli, Geminello Preterossi, Andrea Salvatore, Aldo Sandulli, Giada Scotto, Giuliana Stella.
22,00 20,90

Il diritto come libertà. Lineamenti per una determinazione ontologica del diritto

Sessarego Carlos Fernández

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2022

pagine: 171

"Bosquejo para una determinación ontológica del derecho", titolo originale dell’opera qui tradotta, articola l’influente teoria tridimensionale del diritto di Carlos Fernández Sessarego, che nel 1950 anticipa la notissima proposta di Miguel Reale nel suo Filosofía do Direito (1953). Secondo Sessarego, il diritto «è costituito dall’integrazione di tre elementi: norma-pensiero, comportamento umano-oggetto, e valore-scopo». Il diritto, quindi, non è né mera realtà fattuale, né pura logica, né sistema di valori: è solo la stretta interrelazione di questi tre elementi che ne spiega l’oggetto e il senso. La teoria tridimensionale implica un’idea di vita umana come progetto e offre così il presupposto per un’analisi rinnovata e originale dei diritti della personae della loro tutela. Il nucleo della prospettiva che ne emerge è tanto forte da chiamare a una nuova comprensione del diritto e del suo ruolo nella società: l’essere umano è libertà – una libertà che si concreta nella scelta come decisione e nella decisione come scelta. In tal senso, il presente libro non vuol essere un semplice omaggio al grande giurista peruviano, bensì l’occasione per dimostrarne l’enorme potenziale pragmatico, capace di trasformare sia le idee dei teorici del diritto sia l’operato dei suoi tecnici. Prefazione di Yuri Vega Mere.
18,00 17,10

Il corvo bianco. Carl Schmitt davanti al nazismo

Libro: Copertina morbida

editore: Quodlibet

anno edizione: 2022

pagine: 542

Su Carl Schmitt giurista e filosofo "nazista" - per convinzione o per opportunismo - molto si è scritto, ancora negli ultimi anni. Poco, tuttavia, si è fatto per prendere sul serio, come merita nella sua drammaticità, il suo tentativo di pensare la novità che il nazismo avrebbe potuto presentare per la teoria del diritto e dello Stato. Non si tratta allora di "giudicare" Schmitt, di condannarlo o di riabilitarlo, di nazificarlo o di denazificarlo. Il presente volume intende, diversamente, fornire una ricostruzione analitica ed accurata del modo in cui egli aderì al nazionalsocialismo, del contesto in cui maturò tale decisione, dei compiti che assolse, della collaborazione che fornì, interrogando i testi schmittiani del periodo 1933-1934 non nel loro semplice coinvolgimento politico con il regime, ma in ciò che hanno tentato di pensare, poiché in essi proprio il nazismo è, in un certo senso, "in questione", e non è mai semplicemente un "fatto" cui aderire. La lettura di Schmitt deve allora poterci aiutare a ereditare le domande che, nel confronto con il nazionalsocialismo, egli ha affrontato, e che segnano ancora la nostra contemporaneità giuridica e politica.
30,00 28,50

Nello spirito del tempo. L'influenza della cultura sull'evoluzione del sistema giuridico istituzionale

Daniele Donati

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2023

pagine: 226

Le regole che danno forma alla nostra convivenza sono non soltanto un'espressione di potere, ma anche, e forse prima di tutto, la manifestazione del tempo in cui si generano, del clima culturale e sociale in cui sono concepite e a cui, di volta in volta, danno ascolto o si oppongono. In questi termini, il diritto è in sé stesso un prodotto culturale, la testimonianza di un sentire diffuso che, a sua volta, ne diventa chiave esegetica essenziale e, pur a fatica, forza di innovazione o di resistenza. Queste pagine disegnano alcuni di questi rimandi cercando, dai moti risorgimentali a oggi, le interazioni tra una società in evoluzione costante e il "sentire costituzionale", tra ciò che la letteratura, il teatro, il cinema, la televisione o la rete hanno raccontano del loro tempo, e ciò che viene, nel tempo stesso, codificato. Prefazione di Augusto Barbera.
22,00 20,90

Le metamorfosi della pirateria. Un itinerario interdisciplinare

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2023

pagine: 276

Dopo un prolungato oblio, il termine «pirateria» è tornato da qualche tempo a imporsi come una parola-chiave del dibattito politico e giuridico delle nostre società, utilizzato in modo più o meno immaginifico anche per confrontarsi con dinamiche distruttive e predatorie di nuovo tipo, distanti anni luce dai suoi tradizionali contesti marittimi di riferimento. Secondo alcuni dei protagonisti del più recente dibattito sul tema, per comprendere a pieno il senso più profondo veicolato da questo specifico aspetto del discorso pubblico contemporaneo occorre tenere conto della peculiare valenza semantica sviluppata dalla nozione di «pirateria» nel corso di una complessa vicenda terminologico-concettuale coincidente di fatto con l'intera storia dell'esperienza giuridica e politica occidentale. I materiali di ricerca raccolti in questo volume si propongono di contribuire a questo sforzo di problematizzazione riflessiva, dando conto, almeno in parte, del complesso gioco di interpretazioni, traslazioni e variazioni che ha costituito la storia della «pirateria» per tutto il corso della sua bimillenaria vicenda intellettuale, attraverso uno stratificato itinerario di lettura in cui gli strumenti della riflessione filosofica e della storia culturale interagiscono variamente con quelli dell'analisi giuridica e dell'indagine degli immaginari letterari.
24,00 22,80

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.