Quodlibet: Quaderni Quodlibet
Sacrificio e sovranità. Teologia e politica nell'Europa di Shakespeare e Bruno
Gilberto Sacerdoti
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2016
pagine: 359
In "Pene d'amor perdute" di William Shakespeare c'è una scena celebre per la sua oscurità che, se messa in rapporto con quanto Giordano Bruno aveva scritto nell'Inghilterra di Elisabetta I, consente la messa a fuoco del maggiore problema politico dell'Occidente cristiano sconvolto dalle guerra di religione: la fondazione della sovranità autonoma dello Stato secolare - un problema che per tutto il secolo XVII continuerà a essere al centro del pensiero di Hobbes e Spinoza, e che comportava l'ineluttabile scontro dell'autorità secolare con quella religiosa, cattolica o riformata che fosse. Partendo dai concreti tentativi di soluzione di quel problema in Inghilterra, Francia e a Venezia, Gilberto Sacerdoti ne porta alla luce le radici intellettuali: da un lato il conflitto fra Papato e Impero, dall'altro il ruolo giocato non soltanto dall'"averroismo latino", ma anche dalle originarie fonti di quel pensiero islamico-ebraico medievale in cui la filosofia aveva per la prima volta rifiutato di essere ancella della teologia. Dietro Bruno, Bodin e Sarpi emergono poco a poco le figure di Averroè, Maimonide e Al-Farabi.
Setta. Scuola di tecnica drammatica
Claudia Castellucci
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2015
pagine: 435
"Setta" ha una finalità trasparente e dichiarata: la scuola; e una struttura intimamente connessa a questa finalità: gli esercizi e le giornate. L'eserciziario giornaliero che compone l'opera tende sì alla fondazione di una scuola di tecnica drammatica, ma questa scuola: a) non è la scuola dell'autrice; b) non è un luogo in cui si impara a diventare attori apprendendolo dalla bocca di maestri di quest'arte; c) non è nemmeno un luogo; d) è una dimensione della conoscenza, non uno snodo nella trasmissione della stessa. Una formula come: spazio collettivo ma non comunitario (ovvero non affettivo) volto allo sviluppo di una conoscenza agonistica (ovvero non pacificata) della realtà, potrebbe qualificare la sobria visione di Claudia Castellucci, equidistante da ogni tentazione magistrale così come da quella passiva e corriva tradizione che consiste nel distillare piamente, 'ad usum puporum, un lascito dalla propria esperienza, e attenta invece soprattutto al paradossale meccanismo della "setta": un procedimento acritico destinato strutturalmente a produrre le condizioni soggettive dell'azione. Anche dell'azione teatrale.
La Bibbia ebraica. Parola, testo, interpretazione
Franz Rosenzweig
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2013
pagine: 249
Franz Rosenzweig dichiarò un giorno che il mondo ebraico tedesco aveva manifestato un vero interesse per lui soltanto quando erano usciti i primi volumetti della Bibbia ebraica nella nuova traduzione che stava realizzando insieme all'amico Martin Buber. Eppure, da alcuni anni il giovane filosofo era attivo a Francoforte come direttore di un pionieristico istituto di cultura ebraica ed era noto per avere scritto nel 1921 "La stella della redenzione", un'opera di grande respiro con la quale introduceva nella filosofia le categorie fondamentali della tradizione biblica (creazione, rivelazione e redenzione) e ridisegnava il travagliato rapporto tra ebraismo e cristianesimo. Gli scritti compresi nel presente volume furono elaborati per gran parte negli ultimi anni della sua breve esistenza e sono tutti connessi benché in modi diversi - alla traduzione della Bibbia ebraica, impresa che aspirava a confrontarsi con le grandi versioni bibliche del passato, in particolare con quella di Lutero, da cui è scaturita la lingua letteraria tedesca.
Imparare dalla Luna
Stefano Catucci
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2013
pagine: 206
La Luna torna al centro dei programmi di esplorazione dello spazio e i suoi futuri visitatori troveranno ad attenderli un'attrattiva senza paragoni: i primi parchi archeologici della presenza umana fuori dalla Terra. Già in previsione delle missioni robotiche, la Nasa ha proposto di limitare l'avvicinamento ai siti storici degli allunaggi per proteggere le zone calpestate dagli astronauti più di quarant'anni fa e tutelarle da possibili contaminazioni. Quale valore possiamo però attribuire alle tracce lasciate dagli uomini sulla Luna? E perché considerare come un tesoro culturale anche i rottami, gli scarti, la zavorra in cui consiste la maggior parte degli oggetti che vi si trovano? Imparare dalla Luna significa esaminare i paradossi della sua imminente trasformazione in museo per ricavare indicazioni su fenomeni che oggi, sulla Terra, rappresentano l'altra faccia del dominio della tecnica: la logica del turismo, il nostro rapporto feticistico con le cose del passato, la confusione fra testimonianza storica e spettacolo. Significa, in altre parole, provare a risvegliarsi dal XX secolo e dai modelli di sviluppo che l'hanno caratterizzato.
La Madonna Sistina di Raffaello. Storia e destino di un quadro
Eugenio Gazzola
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2013
pagine: 167
Questo libro è un percorso attraverso le innumerevoli storie che la Madonna Sistina, la maestosa opera creata da Raffaello tra il 1512 e il 1513 (esattamente cinque secoli fa) ha attraversato e ha ispirato. Una narrazione, articolata e avvincente, delle sue peregrinazioni: dal monastero benedettino di San Sisto a Piacenza, per il quale fu commissionata da papa Giulio II, alla collezione di opere d'arte di Augusto III di Sassonia a Dresda, fino all'approdo a Mosca - portata in trionfo dalla vittoriosa Armata Rossa -, dove fu idolatrata dai russi come raramente era capitato a una icona non ortodossa, e quindi il ritorno a Dresda, la sua "patria tedesca", al culmine di una nebulosa trattativa non priva di intrighi. Il libro è anche l'esposizione dell'impatto che lo spazio post-rinascimentale e pre-cubista di questo quadro ebbe sull'arte contemporanea, da Cézanne a Picasso, da Malevic a Schwitters, fino a Warhol, divenendo in breve l'immagine più famosa e riprodotta del mondo. Ma è inoltre un'esperienza più intima, un racconto di sguardi, un catalogo delle molteplici, e sempre profonde, impressioni che la Madonna Sistina produsse in uomini tanto diversi fra loro - Dostoevskij e Freud, Goethe e Schopenhauer, Florenskij e Benjamin, Hegel e Nietzsche -, fino alla sorprendente esclamazione di un sergente sovietico, il quale così descrive la sua meraviglia di fronte al quadro ritrovato in un tunnel ferroviario dove era stato nascosto dai tedeschi per proteggerlo dai bombardamenti...
Storia del ritratto in cera
Julius von Schlosser
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2011
pagine: 224
Materiale viscoso e malleabile per eccellenza, la cera si è sempre rivelata adatta all'arte del ritratto, consentendo di restituire i dettagli più delicati e il colorito naturale del modello. Ma sono proprio queste sue qualità a costituirne al contempo il lato oscuro, dando corpo all'incubo di una perfetta metamorfosi. La statua di cera non allude alla realtà, bensì la replica. E lo fa così bene che il problema - come notava Freud - non è soltanto lo scambio tra immagine e realtà, ma anche la possibile animazione dell'immagine stessa. Si insinua il dubbio che l'oggetto sia animato, e che l'immagine non sia soltanto immagine, cosa, ma che con essa in qualche modo ne vada della vita stessa del modello, dell'originale, della realtà. Per questo suo carattere di inquietante supplenza, la storiografia ufficiale dell'arte ha sempre guardato con sospetto alla figura di cera, tenendola accuratamente a debita distanza. Fa coraggiosa eccezione questo volume, che ai primi del Novecento, raccogliendo uno spunto di Aby Warburg, costringe la storia dell'arte a occuparsi di questa perturbante classe di oggetti e a orientarsi verso una più ampia e problematica storia dell'immagine. Con un saggio introduttivo di Georges Didi-Huberman.
Obiezioni contro la teoria medica di Georg Ernst Stahl. Sui concetti di anima, vita, organismo. Testo latino a fronte
Gottfried Wilhelm Leibniz
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2011
pagine: 194
Questo libro è la storia di una durissima polemica, divampata tra due spiriti molto diversi: il titolare della cattedra di medicina presso l'Università di Halle, Georg Ernst Stahl (1659-1734), e il genio universale Gottfried Wilhelm Leibniz (1646-1716). Quando, nel 1708, Stahl pubblicò la sua Theoria medica vera, il titolo altisonante dell'opera attrasse l'attenzione di Leibniz, il quale fece presto pervenire al grande medico le proprie obiezioni critiche, con le quali intendeva colpire una tradizione scientifica rispettabile ma ormai fuorviante, ed irridere il concetto di "casualità" avanzato dall'autore. Stahl, piccato dall'asprezza delle note del filosofo, decise di rispondere per le rime all'arrogante interlocutore, confutandone punto per punto le accuse. Leggendo la replica di Stahl, Leibniz fu piuttosto irritato dalla sua gretta limitatezza, e stabilì dunque di chiudere la polemica abbandonando il fioretto delle osservazioni metodologiche per impugnare la sciabola della discussione filosofica frontale, scrivendo pagine di grande intensità teoretica. Perché non si trattò (o non solo) di una celebre polemica erudita, bensì di uno scontro che aveva come posta in gioco, oltre all'esito della diatriba fra "vitalismo" (Stahl) e "meccanicismo" (Leibniz), la definizione stessa del "vivente".
Della entrata della Compagnia di Giesù e Christianità nella Cina
Matteo Ricci
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2010
pagine: LXIV-776
Il testo qui pubblicato, noto anche come i "Commentari della Cina", è il resoconto dell'avventurosa penetrazione, fra il 1582 e il 1610, della prima missione cristiana in Cina che abbia lasciato traccia durevole. Esso fu scritto da Matteo Ricci, il principale artefice dell'impresa, nell'ultimo scorcio della sua vita, e completato da Nicholas Trigault con alcune informazioni tratte da appunti ricciani e con la narrazione della morte dell'autore e delle trattative per la sua sepoltura in terra cinese. Dopo una descrizione sistematica e dettagliata della vita, usi, abitudini e istituzioni della Cina dell'epoca, si procede alla narrazione dell'impresa, con le sue fasi per lungo tempo alterne e il coronamento con l'ingresso e la fondazione di una missione a Pechino. Si vede bene quanti pochi mezzi materiali i missionari avessero a disposizione, ma anche lo spiegamento di forze intellettuali e culturali, l'acume diplomatico, e spesso l'astuzia, con cui essi supplirono a tale mancanza. Lasciando inizialmente a margine la dottrina, Matteo Ricci si curò principalmente della traduzione in cinese dei libri di Euclide, della stesura di opere a carattere morale-filosofico, della costruzione di strumenti per la misurazione terrestre e astronomica. Dall'altro lato, egli approfondì la conoscenza dei maggiori classici cinesi e delle diverse "religioni" diffuse nel territorio, per potersi confrontare sulle questioni che gli venissero poste. Prefazione di Filippo Mignini.
L'interpretazione delle afasie. Uno studio critico
Sigmund Freud
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2009
pagine: 225
Nel 1891, all'età di 35 anni, Sigmund Freud dava alle stampe "L'interpretazione delle afasie", una puntigliosa rassegna critica delle più recenti teorie sui disturbi neurologici del linguaggio, culminante in una nuova lettura della dinamica del funzionamento psichico alla luce dei suoi rapporti con la controparte cerebrale. Il testo afasiologico freudiano viene qui proposto munito di un apparato storico-critico capace di orientare il lettore nel labirinto di quelle medesime controversie che affrontò il giovane Freud, e seguito da una postfazione che colloca quelle controversie nella tortuosa storia, scientifica ma anche sociale, del rapporto psichecervello e del concetto di rappresentazione.
L'emergenza della sessualità. Epistemologia storica e formazione dei concetti
Arnold Ira Davidson
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2009
pagine: 279
"Quasi ogni storia della sessualità è una storia delle nostre idee - più o meno vere - sulla sessualità, una storia delle nostre istituzioni - più o meno repressive - che controllano la sessualità, come se la sessualità fosse un assoluto, una costante, fuori dal tempo, come se una storia della sessualità dovesse riferirsi per forza a una sessualità sovrastorica, un punto fisso attorno al quale far ruotare la nostra storia. Ma cosa succederebbe se la sessualità stessa fosse storica, se la storia della sessualità introducesse una discontinuità nel nostro stesso essere e facesse a pezzi la stabilità rassicurante di una necessità che si vorrebbe atemporale? Quale sarebbe l'effetto di una storia della sessualità di questo tipo, di un'epistemologia storica della sessualità? Il mio libro non contiene soluzioni a problemi, e l'irritazione che provoca è più difficile da alleviare rispetto a quella prodotta dai giudizi morali discordanti sulla sessualità: le irritazioni che mi interessano derivano da un attrito epistemologico. Si può certamente essere a favore o contrari alla perversione, ma in questo contesto è molto poco rilevante. È l'impiego stesso dei concetti di sessualità e perversione che costituisce il bersaglio della mia critica epistemologica. Ma l'irritazione non è sufficiente; essa deve far nascere il lavoro critico del pensiero su se stesso, un lavoro sui nostri limiti che possa consentirci di pensare in modo diverso." (dalla prefazione dell'autore)
Sandwich digitale. La vita segreta dell'immagine fotografica
Paolo Rosselli
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2009
pagine: 137
Se è vero ciò che Iosif Brodskij ripeteva ai suoi studenti e cioè che l'esperienza precede sempre l'articolazione verbale, allora Paolo Rosselli ha fatto sua questa massima alla lettera, declinandola però in fotografia. Dopo aver abbandonato cavalletto e banco ottico, Rosselli si è lasciato guidare dalla tecnica digitale quasi ad occhi chiusi per poi ricostruire a posteriori il senso fotografico delle proprie esperienze visive, come se fosse un pittore. È infatti questa la grande libertà che offre la fotografia digitale: vedere e registrare ciò che l'occhio normalmente non vede secondo configurazioni del tutto inattese. Città del Messico, l'India, Tokyo, l'Africa sono solo alcuni dei banchi di prova che Rosselli descrive - verrebbe da dire, dipinge - e che ci restituisce con una fredda analisi in questo piccolo e prezioso zibaldone illustrato dove esperienza e riflessione, più che teoria e pratica, si saldano nell'alveo di una netta astrazione concettuale. Chiude il libro un «ricordo al futuro» del grande fotografo Ugo Mulas, presso il cui studio Rosselli si è formato all'inizio degli anni Settanta, che più che un ritratto è un gioco di riflessi, un'interazione dialettica fra passato e presente priva di qualsiasi nostalgia.
Dieci capitoli di un uomo strano. Testo cinese a fronte
Matteo Ricci
Libro: Libro rilegato
editore: Quodlibet
anno edizione: 2009
pagine: CV-544
"Dieci capitoli di un uomo strano" (Pechino 1608) fu l'opera ricciana di maggior successo. Essa costituisce, insieme a "Il vero significato del Signore del cielo" (Pechino 1603), un documento prezioso per l'analisi dei temi e dei problemi affrontati nel primo confronto tra civiltà cristiana europea e mondo cinese. In vari luoghi Ricci presenta questa opera di "etica naturale" con il titolo di "Paradossi"; in essa espone agli interlocutori confuciani dottrine di filosofia morale sul tempo, sul mondo, la morte, il silenzio, la divinazione, la ricchezza, che inizialmente reputava per essi ignote e paradossali. E individua nella filosofia stoica dei classici latini, universalizzante ed eclettica, lo strumento privilegiato della comunicazione con i letterati cinesi. Non poteva tuttavia esporre Seneca e Orazio, Cicerone, Epitteto e Marco Aurelio nell'integrale originalità delle loro dottrine, incompatibili, su questioni fondamentali, con il cristianesimo. Egli dunque li presenta in un grandioso apparato di centinaia di criptocitazioni, costretti nelle tesi della dottrina cristiana che finisce per frapporsi come schermo tra due visioni del mondo singolarmente coincidenti. Tale convergenza riesce tuttavia a rendersi visibile, ed è per questo probabilmente che nel titolo originale cinese la paradossalità, la "stranezza" - che è anche straordinarietà - non è più attribuita alle tesi, ma all'uomo che le espone.

