Salerno Editrice: Testi e documenti di letteratura e lingua
Edmenegarda
Giovanni Prati
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2016
pagine: CXVII-280
Venezia, primi anni Trenta dell’Ottocento. La bella Edmenegarda è sposata con l’inglese Arrigo: sono giovani, innamorati, e hanno due figli. Un giorno, durante una passeggiata al Lido, Edmenegarda rimane fulminata d’amore per Leoni, un nobile veneziano innamorato di lei. Giovanni Prati narra in endecasillabi sciolti la storia di un adulterio dall’esito tragico: la donna, ripudiata dal marito, non potrà più vedere i suoi figli, e sarà infine abbandonata dall’amante. L’Edmenegarda, pubblicata per la prima volta nel 1841, ebbe successo e innescò quella fama che rese Prati il poeta più celebre nei decenni che corrono fra Leopardi e Carducci. Questa nuova edizione ripropone il testo della prima stampa. L’introduzione ricostruisce la storia del giovane Prati, svogliato studente di giurisprudenza ma attivissimo sulla scena poetica veneta; poi, analizza la struttura narrativa e i modelli del poemetto. Completano il libro un’analisi delle varianti delle stampe e un commento puntuale ai versi.
Improvvisi. Un'antica raccolta di epigrammi. Testo latino a fronte
Francesco Petrarca
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2014
pagine: LVI-134
Francesco Petrarca è non solo l'autore del Canzoniere, ma anche e soprattutto un grande scrittore in lingua latina. A questa produzione appartiene una serie di poesie latine che l'autore non si preoccupò di conservare e di ordinare. La fortuna di tali carmi fu perciò disomogenea e accidentale; soltanto in un caso essi si presentano, nella tradizione manoscritta, riuniti sotto forma di una vera e propria antologia, allestita da un anonimo compilatore, attivo tra la fine del Trecento e l'inizio del Quattrocento. Questo ignoto ammiratore di Petrarca, oltre al merito di aver salvato componimenti che si sarebbero altrimenti perduti, ha anche quello di averli dotati di un corredo didascalico in prosa che permette, almeno in parte, di ricostruirne l'occasione, il destinatario, la data. Il volume pubblica il testo criticamente ricostruito tanto dei carmi petrarcheschi quanto delle rispettive rubriche in prosa dell'anonimo compilatore. Carmi e rubriche sono seguiti dalla traduzione italiana e da un commento che illustra il contesto che ha ispirato ciascun epigramma e analizza i possibili intrecci intertestuali con scritti di altri autori e dello stesso Petrarca. L'introduzione ripercorre la genesi dell'antologia e mette a fuoco le caratteristiche complessive di questi epigrammi, che si collocano in un arco temporale decisivo nella biografia intellettuale di Petrarca e ci restituiscono i motivi ispiratori della sua lira: gnomica, sentimentale, religiosa, politica, bucolica.
Rime
Ruggeri Apugliese
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2013
pagine: LI-117
Tra i rimatori italiani delle Origini, Ruggeri Apugliese (nativo di Siena e attivo nel XIII secolo) è uno dei più importanti rappresentanti della produzione detta "giullaresca". Ancora oggi questa risente di un'etichetta romantica ormai scaduta, che ne predica la sostanziale "perifericità" in quanto prodotto vicino alla poesia "popolare". Il fenomeno giullaresco merita invece di essere riconsiderato nel suo complesso, prendendo spunto dall'analisi dei suoi connotati essenziali: ed è quanto si propone in queste pagine Francesca Sanguineti, attraverso l'esame delle rime di Ruggeri. Il nome dell'autore compare per esteso solo in due componimenti: la canzone "Umile sono ed orgoglioso", contenuta nel famoso codice della tradizione lirica predantesca, il Vaticano Latino 3793, e il sermone "L'amore di questo mondo è da fuggire", una sorta di macabro testamento. Al medesimo rimatore è, tuttavia, possibile ricondurre altri tre pezzi: il vanto "Tant'aggio ardire e conoscienza", che ci è pervenuto in due redazioni, l'una fiorentina, l'altra caratterizzata da una patina linguistica lucana; una tenzone di argomento politico, lacunosa nella sezione iniziale e scambiata probabilmente con il capo ghibellino Provenzano Salvani (ricordato da Dante nell'XI canto del Purgatorio); infine una parodia della passione, "Gienti, intendete questo sermone."
Sonetti
G. Antonio Petrucci
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2013
pagine: XLIII-255
Nel variegato panorama della lirica aragonese del secondo Quattrocento, l'opera di Giovanni Antonio Petrucci (1455 ca.-1486) si caratterizza per una fisionomia del tutto particolare, che appare strettamente legata alla vicenda biografica dell'autore: figlio del segretario personale del re di Napoli Ferdinando I d'Aragona, fu condannato a morte per il coinvolgimento nella cosiddetta "congiura dei baroni" e compose tutto il canzoniere durante i quattro mesi di prigionia nella Torre di San Vincenzo, nei pressi di Castel Nuovo, dedicando l'opera al proprio carceriere. L'eccezionalità della sua condizione di prigioniero ha influito in modo determinante sulle tematiche dei "Sonetti": sebbene non manchi l'argomento amoroso, il canzoniere è dominato dalle riflessioni sul fato e sulla morale, dalle considerazioni sulla storia e dai ricordi della vita da uomo libero. Ne emerge la figura di un giovane di raffinata cultura, cresciuto tra gli agi della corte e gli studi filosofici, che si interroga sui rivolgimenti della sorte e sulla natura dei comportamenti umani. Quella che si presenta qui è l'edizione dell'unico manoscritto relatore dei "Sonetti", conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli (segnatura XIII D 70) e precedentemente pubblicato, nel secondo Ottocento e poi nel primo Novecento, in una veste linguistica non fedele all'originale.
Tutte le poesie
Albino Pierro
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2012
pagine: CXXIII-755
Il rilievo che il lucano Albino Pierro (1916-1995) ha nella poesia italiana del Novecento è stato riconosciuto dalla maggiore critica italiana, oltre che internazionale, come dimostrano le traduzioni in tutte le più importanti lingue europee. Pierro ha recuperato le radici dialettali della sua infanzia, inventando una nuova lingua poetica. Il dialetto marginale di Tursi, paese della Basilicata meridionale, che, privo di qualsiasi precedente letterario, ha acquistato lo statuto di lingua poetica matura. Le quindici raccolte in dialetto tursitano possono anche essere lette come uno straordinario documento del mondo lucano della prima metà del Novecento, il quale, seppure rivissuto dal poeta simbolicamente, è rappresentato con una verità, una partecipazione e una bellezza che hanno suscitato l'attenzione di grandi etnologi come Ernesto De Martino. L'edizione raccoglie l'intera opera poetica pubblicata, sia in italiano (244 poesie) sia nel dialetto di Tursi (403 poesie, tutte con le traduzioni dell'autore), con apparato filologico delle varianti e un'annotazione essenziale che mette in chiaro i riferimenti ai luoghi, alle tradizioni, agli usi, presenti nei versi.
Coloquio de las damas. Dialogo
Pietro Aretino, Fernan Xuarez
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2011
pagine: XLVI-191
Prima che l'opera omnia di Pietro Aretino venisse messa all'Indice, nella seconda metà del Cinquecento, la fama dello scrittore, ertosi a censore del mondo e difensore della verità, si diffuse in tutta Europa, come testimonia la fortuna indiscussa tanto della sua produzione ordinaria, quanto di quella erotico-pornografica e di quella religiosa. Uno dei suoi testi più letti e tradotti fu la terza giornata del "Ragionamento", in cui Nanna e Antonia narrano senza veli la vita delle prostitute. In Italia essa apparve, clandestinamente, in un'edizione autonoma, sotto il titolo di "Opera Nova", per la prima volta nel 1534, poi ancora nel 1535 (con due ristampe in due città diverse) e nel 1547. Fu invece ribattezzata "Dialogo" in altre due cinquecentine, una delle quali, sprovvista di coordinate tipografiche, non era mai stata recensita né descritta sinora. Nel presente volume se ne propone la coeva versione castigliana, intitolata "Coloquio de las damas" (Siviglia 1547), opera del canonico Fernán Xuárez. A fronte, l'originale italiano, integrato da una traduzione di servizio sia del paratesto che Xuárez aggiunse per dimostrare il valore esemplare del dialogo aretiniano, opportunamente depurato, sia dei passi interpolati più consistenti. Il "Coloquio", ristampato nel 1548 e nel 1549, conobbe un immediato successo editoriale, che neanche la scure del Sant'Uffìzio riuscì a stroncare del tutto.
Perticari confutato da Dante
Niccolò Tommaseo
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2009
pagine: 232
Niccolò Tommaseo (1802-1874), fu un noto linguista, autore di un Dizionario dei sinonimi e con Bernardo Bellini del famoso Dizionario della lingua italiana. Documento precoce ne è Il Perticari confutato da Dante (Milano, Sonzogno, 1825) con cui attacca le dottrine di Giulio Perticari (esposte nei tre testi acclusi alla Proposta di Vincenzo Monti). A Il Perticari seguí un'Appendice, risposta a un articolo anonimo filoperticariano (probabilmente di Paride Zaiotti) apparso sulla "Biblioteca Italiana". Incisivi e talora caustici, ricchi di aforismi e citazioni dantesche, i due interventi esprimono la posizione assunta da Tommaseo all'interno del dibattito sulla questione della lingua, rispetto al classicismo montiano e al purismo di Cesari. In Appendice è proposto un breve testo dialogico: le Rime di Francesco Vannozzo (1825), in cui l'autore discute in sintesi le principali questioni del Perticari. I tre testi delineano un pensiero, per quanto esposto allora in forma asistematica, di lunga durata, che segnerà profondamente la riflessione del dalmata sulla lingua e si concretizzerà nelle teorie neotoscaniste della Nuova proposta di correzioni e di giunte al Dizionario italiano (1841).
Salutz d'amore del corpus occitanico
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2009
pagine: 836
Gli inediti della lirica provenzale: le lettere d'amore dei poeti. L'intero corpus dei salutz occitani commentati e tradotti. I versi dei poeti nelle lettere dedicate all'amata lontana, spesso bellissimi, brillanti e originali, ma confinati a margine della produzione lirica provenzale, ricevono qui la loro edizione scientifica corredata di un ampio commento dei testi originali (con traduzione a fronte) e una importante introduzione di Speranza Cerullo con un'indagine sulle possibili fonti. Francesca Gambino è docente di lingua e letteratura provenzale presso l'Università di Padova. Hanno collaborato a questo studio Paolo Squillacioti, Fabio Zinelli, Anna Radaelli, Ute Limacher-Riebold, Luca Barbieri, Sabina Marinetti, Giovanni Borriero, Ilaria Zamuner, Luca Morlino, Zeno Lorenzo Verlato, Elisa Gaudagnini, Antonella Martorano.
Le rime
Pietro Bembo
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2008
pagine: XCII-1306-X
A lungo trascurata a favore delle opere volgari in prosa e fatta segno solo di recente di un recupero di attenzione negli studi, la produzione poetica di Pietro Bembo (1470-1547) fu continua negli anni e molto fortunata tra i contemporanei e i posteri. Questa edizione delle Rime rivaluta il manoscritto Viennese, idiografo e rivisto dall'autore sino al limite della propria esistenza, contro la più accreditata ma assai sospettabile edizione postuma; mette a frutto per la prima volta una complessiva recensione della cospicua tradizione manoscritta e a stampa, e propone alcune significative accessioni, apografe e autografe, a quanto noto sino ad oggi. Al "canzoniere" vero e proprio si aggiunge la raccolta dei testi rifiutati, dispersi, e dubbi. Attraverso le schede di apparato è possibile ripercorrerne l'evoluzione. Le rime sono inoltre accompagnate da un commento che fornisce il necessario ausilio alla lettura: chiarisce cronologia e occasioni di composizione; identifica personaggi e fatti storici menzionati o allusi; assolve alle funzioni minime di "traduzione" di parole o giri di frase desueti; segnala i loci paralleli nella produzione bembiana (rime e altre opere); propone fonti che verosimilmente sono state utilizzate nella composizione e nella rielaborazione dei testi; analizza le modifiche ad essi apportate dall'autore.