Dopo la morte di Aristotele la sua opera zoologica sembra occupare un posto marginale nella tradizione filosofica greco-romana, mentre conosce straordinaria fortuna nell'ambito della cultura generale (per esempio nella letteratura paradossografica e in quella fisiognomica, o in Plinio il Vecchio). Sembra venir meno in ogni caso il progetto aristotelico di uno studio teorico e sistematico degli animali, che in apparenza rinasce solo nel XIII secolo con Alberto Magno. I saggi riuniti in questo volume dimostrano che la storia non è così semplice. E anzi possibile disegnare una linea di ricezione in cui momenti e spazi innegabili di discontinuità (che si spiega nel pensiero greco con il mutare dell'agenda filosofica, evidente per esempio in area neoplatonica) procedono paralleli a un filo di continuità (solidissimo certo nel mondo arabo, ma già tenuto ben teso a Roma da Galeno) che di ratto congiunge Aristotele, attraverso l'opera di traduzione di Michele Scoto, all'età di Alberto Magno.
La «zoologia» di Aristotele e la sua ricezione dall'età ellenistica e romana alle culture medievali. Atti del convegno (Pisa, 18-20 novembre 2015)
Titolo | La «zoologia» di Aristotele e la sua ricezione dall'età ellenistica e romana alle culture medievali. Atti del convegno (Pisa, 18-20 novembre 2015) |
Curatori | Maria Michela Sassi, Elisa Coda, Giuseppe Feola |
Collana | Greco, arabo, latino. Le vie del sapere, 6 |
Editore | Pisa University Press |
Formato |
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Pagine | 315 |
Pubblicazione | 02/2018 |
ISBN | 9788867418350 |