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Cervino. Il più nobile scoglio

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Cervino. Il più nobile scoglio
Titolo Cervino. Il più nobile scoglio
Autore
Traduttore
Argomento Casa, hobby, cucina e tempo libero Viaggi e vacanze
Collana Exploits
Editore Corbaccio
Formato
Formato Libro Libro: Libro rilegato
Pagine 251
Pubblicazione 07/2015
ISBN 9788867000418
 
16,90 16,06

 
risparmi: € 0,84
Ordinabile
Il 14 luglio 1865 il venticinquenne inglese Edward Whymper, partito da Zermatt, raggiunge per primo la vetta del Cervino-Matterhorn, il «più nobile scoglio» come scriveva il poeta John Ruskin, o la «Gran Becca» come è ancora chiamata nelle valli italiane ai piedi della montagna. Scendendo, tuttavia, in seguito a un incidente la corda che teneva legati i sette scalatori si rompe, e quattro di essi perdono la vita precipitando nel vuoto. Pochi giorni più tardi, Jean-Antoine Carrel arriva in cima dal versante italiano. Carrel è il vero «eroe» dell'avvincente racconto che Reinhold Messner fa della «conquista» di questa splendida e montagna: Carrel, la guida della Valtournanche che per primo osò pensare di salire il Cervino, fino ad allora considerato inespugnabile per le condizioni meteorologiche che lo caratterizzano, per la severità delle sue pareti, per l'aspetto maestoso che dai tempi più remoti ha alimentato miti e leggende paurose. E Carrel è caratterialmente l'opposto del «dandy» Whymper: taciturno, istintivo, dominato dal senso di responsabilità per le persone che scalano con lui, affidabile fino alle ultimissime ore prima di morire lui stesso sul Cervino, venticinque anni più tardi, dopo aver assicurato la salvezza ai suoi compagni. Perché la corda che teneva gli inglesi si sia rotta è ormai chiarito da tempo, ma è la questione del «senso di responsabilità» che interessa soprattutto Messner. E in questo libro affascinante, che prende le mosse dal grande classico di Guido Rey, Il Monte Cervino, Messner è come se facesse parte dell'una e dell'altra della cordata dei due personaggi contrapposti, Whymper e Carrel, che rappresentano due modi radicalmente diversi di vivere la montagna, pur accomunati come sono dalla medesima, bruciante, passione. Perché Messner vuole capire: «Voglio salire con questi due alpinisti. Voglio capire che cosa li ha spinti, voglio capire cosa hanno dovuto sopportare».
 
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