Scienze e Lettere: Fecit te
Les briqueteries et l'opus doliare estampillé de la famille des Domitii. L'analyse et l'intégration des estampilles dans l'histoire d'un patrimoine sénatorial. Volume Vol. 1-2
Claudia Gatta
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2024
pagine: 872
Il vetro tra II e III secolo D.C. produzione e distribuzione in area romano-ostiense
Libro
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2021
Un mare da coltivare. Lo sfruttamento delle risorse nel Mediterraneo romano
Annalisa Marzano
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2021
pagine: 424
La ricerca che qui si presenta offre il primo studio sistematico sullo sfruttamento di varie risorse marine nel Mediterraneo romano; il quadro d'insieme che ne risulta mette in evidenza l'importanza sociale ed economica rivestita da attività come la pesca su larga scala, le salagioni di pesce, l'acquacoltura o la produzione di sale e tintura di porpora. Gli obiettivi dell'opera sono due: offrire uno studio generale delle varie attività produttive incentrate sul mare nel periodo romano e analizzare il loro ruolo nelle economie regionali insieme alla struttura organizzativa e sociale. Grazie all'approccio interdisciplinare, che combina fonti letterarie, epigrafiche, giuridiche, archeologiche ed etnografiche, questo studio mostra che lo sfruttamento di varie risorse marine era un importante elemento dell'economia romana, da considerarsi, per scopo e produzione finalizzata al mercato, alla stessa stregua delle attività economiche basate sullo sfruttamento della terra. Il libro si sofferma anche sull'importanza delle innovazioni tecnologiche e l'organizzazione del lavoro e manodopera, affiancando alle fonti antiche dati e fonti etnografiche per valutare la produttività delle antiche tecniche di pesca e allevamento. Lo studio affronta l'importante questione dello status giuridico del mare e se lo stato romano potesse, in circostanze particolari, imporre monopoli sui diritti di pesca in mare. Un attento esame delle fonti mostra, inoltre, come il quadro di riferimento giuridico esistente nel periodo imperiale potesse essere manipolato o ignorato nel tentativo di controllare risorse naturali a fini di sfruttamento economico.
Lucerne Bollate in Italia Centrale e settentrionale (I-II sec. d.C) aspetti tecnici, epigrafici, commerciali
Silvia Marini
Libro
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2020
La bottega del Pittore di Himera e le altre officine protosiceliote. Stile, iconografia, contesti, cronologia
Marco Serino
Libro
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2019
pagine: 376
La revisione effettuata sulla ceramica a figure rosse protosiceliota e l'analisi sistematica del materiale proveniente dagli scavi sul pianoro di Himera offrono un'importante occasione per mettere in pratica un approccio che potremmo definire di tipo "integrato", dove la tradizionale analisi stilistica si accompagna alle informazioni scaturite dallo studio attento delle iconografie, passando per un dettagliato esame della morfologia dei manufatti, fino ad arrivare all'analisi quantitativa e distributiva dell'intera produzione protosiceliota. Tali elementi, grazie ai quali l'autore tenta di offrire una visione globale di questa "fenomenologia artigianale", permettono così di ridefinire alcune questioni legate alle origini delle prime produzioni siceliote a figure rosse, oggetto ormai da decenni di stimolanti e controversi dibattiti. In particolare, il caso della bottega del Pittore di Himera costituisce un banco di prova estremamente adeguato per analizzare anche il rapporto tra produzione, contesto e mercato da una prospettiva che potremmo definire piuttosto "eccezionale" se si considera la provenienza dei numerosi esemplari figurati imeresi da un contesto abitativo, circostanza rara nei ritrovamenti di questa classe ceramica in Occidente.
La tecnologia ceramica tra prima e seconda età del ferro. Il caso di Castion di Erbè (VR)
Ester Lunardon, Giovanni Leonardi, Ivana Angelini, Massimo Vidale
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2018
pagine: 256
La ceramica in archeologia è spesso studiata in un’ottica che privilegia le forme più che la tecnologia. Dopo il volume di Massimo Saracino, nella stessa collana, questo lavoro punta invece ad approfondire lo studio delle tecniche nel processo produttivo della ceramica dei Veneti antichi. Il sito di Castion di Erbè (Verona), un centro periferico di media grandezza nel territorio controllato dai Veneti tra l'VIII e l'inizio del VI secolo a.C., ha fornito l'occasione per uno studio di dettaglio delle tecniche di formatura dei vasi e di alcuni procedimenti per la rifinitura e decorazione delle loro superfici, con un approccio che ha associato differenti metodi di studio, come l’analisi autoptica combinata alla radiografica, uno studio dimensionale e statistico dei cercini, l’osservazione allo stereomicroscopio. Il volume affronta così diversi interrogativi e dimensioni di complessità, come la diagnosi dell'introduzione nei repertori tecnici della foggiatura al tornio, l'interfaccia tecnica e cognitiva tra produzione ceramica e metallurgia, le relazioni tra centro e periferia e, in prospettiva più ampia, tra tecnologia e società.
La ceramica ellenistica a rilievo dell'Italia centrale. Produzione e diffusione
M. Cristina Leotta
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2017
pagine: 184
Lo studio raccoglie i dati finora noti di una classe ceramica poco diffusa come quella ellenistica a rilievo prodotta in Italia, storicamente conosciuta come italo-megarese. Col rinvenimento di migliaia di frammenti di vasi e matrici avvenuto circa 25 anni or sono durante lo sterro della cavea dell’Anfiteatro di Tivoli, l’autrice ha dato inizio alla pubblicazione di una serie di articoli sull’argomento. Con questo volume si vuole offrire un contributo alla conoscenza delle produzioni dell’Italia centrale e della loro distribuzione che non sembra essere stata a largo raggio. Il ridotto quantitativo di esemplari rinvenuti nel corso degli anni e i luoghi di provenienza (per lo più tombe, aree sacre e pubbliche) sembrano escludere un loro utilizzo come ceramica da mensa in favore di una funzione rituale. La trattazione dell’argomento è stata coadiuvata dalle analisi mineropetrografiche eseguite su pochi ma significativi esemplari che hanno consentito di circoscrivere aree di produzione in Etruria e nel Lazio. Il volume ha lo scopo di stimolare altri studiosi a prendere in esame la ceramica ellenistica a rilievo rinvenuta in scavi più o meno recenti o sepolta nei magazzini e a pubblicarla per aggiungere nuovi tasselli al quadro ancora parziale qui presentato.
Pressoi litici in Sardegna tra preistoria e tarda antichità
Cinzia Loi
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2017
pagine: 352
I pressoi litici costituiscono una parte fondamentale della filiera produttiva e un documento di estremo interesse da un punto di vista storico-archeologico. Considerati reperti meno nobili di altri, questi manufatti hanno goduto fino ad oggi nell’isola di scarso interesse presso gli studiosi. Inoltre gli esemplari giunti fino a noi, il più delle volte lacunosi e scollegati dal contesto di provenienza, pongono notevoli difficoltà di interpretazione tipologica e di datazione. Per tentare di fare chiarezza su questo argomento, è nata l’idea di allestire questo progetto di ricerca volto principalmente alla definizione di un repertorio tipologico-funzionale dei pressoi litici attraverso i metodi di indagine quali l’archeologia sperimentale, l’etnoarcheologia e l’archeologia della produzione in linea con l’approccio multidisciplinare proprio dell’Archeologia dei Paesaggi. Per quanto concerne i manufatti correlati alla produzione del vino, i cosiddetti palmenti, ne sono stati censiti 103 impianti rupestri fissi così ripartiti: 12 all’interno del territorio del Guilcer e 91 nel territorio del Barigadu; a ciò si aggiungano 53 vasche mobili pertinenti ad almeno altri 30 impianti. Per quanto riguarda la produzione dell’olio, i risultati della presente indagine ampliano notevolmente il panorama delle conoscenze sui metodi di produzione dell’olio nell’antichità. Tali metodologie sono testimoniate soprattutto dalla presenza delle cosiddette arae, basi in pietra per torchi del tipo a leva. Il rinvenimento di oltre 50 arae testimonia un’intensa attività produttiva destinata al mercato locale. Per quanto concerne la cronologia, è opportuno segnalare come gli indicatori della produzione siano molto diffusi in quei siti con frequentazione di lunga durata, dall’epoca nuragica all’età tardo-medievale.