SE: Conoscenza religiosa
Comprendere l'Islam
Frithjof Schuon
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2009
pagine: 175
"Quello a cui miriamo, in questo libro, è in definitiva la scientia sacra o la philosophia perennis, la gnosi universale che è sempre stata e che sempre sarà. Pochi discorsi sono così spiacevoli come i lamenti convenzionali sulle "ricerche" mai soddisfatte dello "spirito umano"; in realtà, tutto è già stato detto, ma si è ben lontani dal fatto che tutto sia stato sempre compreso da tutti. Non sarebbe dunque il caso di presentare "nuove verità"; ciò che s'impone alla nostra epoca, anzi ad ogni epoca che si allontana dalle origini, è fornire ad alcuni chiavi rinnovate - più differenziate e più riflessive di quelle antiche, ma non migliori - per aiutarli a riscoprire verità che sono iscritte, con scrittura eterna, nella sostanza stessa dello spirito. Il libro si rivolge in primo luogo a lettori occidentali, considerata la sua lingua e la sua dialettica, ma non dubitiamo che lettori orientali di formazione occidentale - che abbiano forse perduta di vista la fondatezza della fede in Dio e della tradizione - possano ugualmente trame giovamento e comprendere, in ogni caso, che la tradizione non è una mitologia puerile e desueta, ma una scienza terribilmente reale." (dalla Prefazione di Frithjof Schuon)
La scienza della bilancia e le corrispondenze fra i mondi nella gnosi islamica
Henry Corbin
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2009
pagine: 119
"Ci è stato detto che la condizione degli umani, lungo la loro esistenza in questo mondo terreno, è quella del sonno. Nel corso di tale sonno potranno essi percepire il senso, comprendere le parabole di cui i versetti coranici ci dicono che solo i Saggi comprendono? Ma chi sono dunque i Saggi? I Saggi sono coloro che in tre meravigliosi capitoli Ibn 'Arabi ci descrive come i "cavalieri" o i "cavalieri dell'Invisibile"; è grazie a essi che in questo mondo terreno può esistere una "scienza delle corrispondenze". Ta'blr al-ru'ya è l'interpretazione delle visioni, dei sogni, ed è una delle applicazioni per eccellenza della "scienza della Bilancia". Essa permette di compiere il passaggio dalle forme percepite nella visione al significato segreto della loro apparizione. Le nostre visioni in sogno nel mondo della Notte, come quelle che percepiamo in ciò che chiamiamo il mondo del Giorno, necessitano del medesimo passaggio, affinchè noi possiamo percepirne il significato segreto. La ragione di questo è che sia le une che le altre sono motivate da un'intenzione segreta propria a un altro mondo e da esso proveniente. Ecco perché il mondo del nostro presente, della Notte come del Giorno, è un ponte che si tratta di oltrepassare. Un ponte è un luogo di transito; non ci si ferma, né si prende dimora su un ponte. Lo si varca, e occorre varcarlo per comprendere il significato segreto, la "corrispondenza" invisibile di quel che è trasceso e lasciato da questa parte."
Il sacro
Rudolf Otto
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2009
pagine: 196
"Questo libro di Rudolf Otto" scrive lo storico del cristianesimo Ernesto Buonaiuti (1881-1946), a cui si deve questa traduzione "è di una potente ricchezza di contenuto. Esso racchiude le prime linee di una filosofia della religione destinata - noi lo crediamo fermamente - a una singolare larghezza di ripercussioni e di applicazioni". Apparso per la prima volta in Germania nel 1917, indaga "ciò che costituisce l'intima essenza di ogni religione", di ogni fenomeno religioso, ossia la categoria del sacro, il cui dato fondamentale e originale è il "numinoso", il razionalmente indeducibile, il concettualmente inesplicabile. In esso il divino si manifesta come "mysterium tremendum" e "fascinans", come il nascosto, il non rivelato, l'"assolutamente altro", che terrorizza e al tempo stesso affascina, che sconvolge e sbigottisce con la sua "tremenda majestas", dinanzi a cui ogni creatura è schiacciata nella propria nullità, nel suo essere "fango e cenere e nient'altro". Il sacro è dunque essenzialmente, originariamente, "tremendum" e "fascinans" e solo più tardi la religione - al suo livello più alto nel cristianesimo - si autofonda come autonoma esperienza, si razionalizza, dando corpo da una parte alle idee di giustizia, di legge morale, di peccato e di redenzione, e dall'altra all'immagine della divinità come provvidenza, come misericordia, come amore.
Il canto dell'immediato satori
Daishi
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2009
pagine: 172
"La verità autentica risiede nel sistema cosmico e nei fenomeni del reale. Ma questi fenomeni reali devono essere creati a partire dalla fonte originaria e pura di ku, vacuità. Realizzare questo crea una vita meravigliosa, una morte meravigliosa. Il maestro Yoka descrive come risvegliarsi a questa vita e a questa morte, come decidere della nostra vita quotidiana, come "troncare" la nostra mente e il nostro ego. Yoka Daishi è morto più di mille anni fa, nel 713 dopo Cristo, ma il suo Shodoka, "Canto dell'immediato settori", ancora attuale alla nostra epoca, possiede una freschezza che la maggior parte dei sutra e dei canti antichi non hanno. Nella nostra epoca, gli uomini vivono solo a metà. In tutti gli ambiti, sono soltanto "tiepidi", incompleti, semi-vivi e semi-morti. Più nessuno ha fede nella verità o in se stesso, neppure gli insegnanti, i politici o gli scienziati. La specializzazione ha reso gli uomini incompleti. Lo Shodoka è destinato a tagliare i dubbi che abitano gli uomini, a troncare la loro mente e a trovare la verità in Dio o in Buddha; grazie a esso, l'uomo può risvegliarsi a una vita autentica." (Dall'introduzione di Taisen Deshimaru)
Teoria della religione
Georges Bataille
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2008
pagine: 119
"La morte di Dio non è stata soltanto l''evento' che ha suscitato, nella forma che noi conosciamo, l'esperienza contemporanea: essa ne disegna indefinitamente il grande sostegno scheletrico. Bataille sapeva bene quali possibilità di pensiero questa morte poteva aprire, e in quale impossibilità essa impegnava il pensiero. Cosa vuol dire, infatti, la morte di Dio se non una strana solidarietà tra la sua inesistenza che esplode e il gesto che lo uccide? Ma cosa vuol dire uccidere Dio se non esiste, uccidere Dio che non esiste? Probabilmente, vuol dire ucciderlo perché al tempo stesso non esiste e affinché non esista (è la risata). Uccidere Dio per liberare l'esistenza da questa esistenza che la limita, ma anche per ricondurla ai limiti che questa esistenza illimitata cancella (è il sacrificio). Uccidere Dio per ricondurlo a quel nulla che egli è; per manifestare la sua esistenza nel cuore di una luce che la fa fiammeggiare come una presenza (è l'estasi). Uccidere Dio per perdere il linguaggio in una notte assordante, e perché questa ferita lo faccia sanguinare fino a che zampilli un 'immenso alleluia perduto nel silenzio senza fine' (è la comunicazione). La morte di Dio non ci restituisce a un mondo limitato e positivo, ma a un mondo che si snoda nell'esperienza del limite, si fa e si disfa nell'eccesso che lo oltrepassa." (Michel Foucault)
La malattia mortale
Søren Kierkegaard
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2008
pagine: 143
"In un bilancio dell'attività letteraria svolta nel 1848, Kierkegaard dichiara che 'La malattia mortale è certamente la cosa più perfetta e più vera ch'io abbia scritta' e la sua pubblicazione, come la scelta dello pseudonimo, gli procurò pene di spirito senza numero. Dalle indicazioni lasciate nelle Carte inedite sappiamo che nel suo primo abbozzo l'opera era stata concepita in forma di una serie di 'Discorsi edificanti' (i Talers Form) e riuscì invece il trattato più teoreticamente teso e organicamente costruito della teologia kierkegaardiana. [...] Si può ben dire che nessuno scritto dà, più di questo, il timbro profondo della sua anima e l'esatta impressione del suo potere di scavare i recessi più impervi dello spirito. Possiamo senz'altro dire che con 'La malattia mortale' si compie una nuova crisi definitiva nell'opera kierkegaardiana, che raggiunge la compiuta forma della sua maturità e positività." (dallo scritto di Camelia Fabro)
Il processo di condanna di Giovanna d'Arco
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2008
pagine: 220
Verso la fine del mese di febbraio 1431, nella gelida cappella del castello-fortezza di Rouen, Giovanna d'Arco compare per la prima volta davanti ai suoi giudici. Si tratta ufficialmente di un processo di "inquisizione in materia di fede" che vede una inerme ragazza di diciannove anni, reduce da una folgorante campagna di guerra, sottoposta al giudizio di autorevoli uomini di Chiesa legati al potere inglese; in realtà - e questo non sfugge a nessuno, nemmeno a Giovanna - il processo è politico. Al presidente del tribunale Cauchon e agli altri giudici gli inglesi avevano lasciato il compito di dare a questo processo tutte le apparenze della legalità. Ma di fronte a loro sta una vera forza della natura, un'adolescente che un anno di terribile prigionia non ha né domato né piegato. Alle domande Giovanna risponde con intelligenza e precisione, con foga e insolenza; si infervora nel rievocare la sua vita di soldato, racconta con grazia distaccata episodi della sua infanzia a Domrémy, risponde con testarda fierezza alle questioni riguardanti le sue Voci, diventa sbrigativa e insofferente quando le si rimprovera l'abito maschile o la non sottomissione alla Chiesa militante. Il contrasto violento tra le limpide convinzioni di Giovanna e, dall'altra parte, la forza pressoché inattaccabile delle istituzioni e dei loro provati meccanismi costituisce per chi legge oggi i documenti di questo processo un elemento di struggente drammaticità.
Il libro dello splendore
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2008
pagine: 102
"Il testo classico della Cabbala è lo Zohar (II libro dello splendore), per secoli considerato sacro all'ebraismo e ancor oggi venerato nei circoli mistici, al pari della Bibbia e del Talmud. Attribuito dai cabbalisti a Rabbi Shim'on bar Yochai, celebre dottore della Mishnà, è ambientato nella Palestina della seconda metà del II secolo dell'era volgare. I protagonisti del libro sono lo stesso Shim'on, suo figlio El'azar e un gruppo di amici e di scolari, che dissertano sul problema dell'uomo e di Dio, partendo dall'interpretazione mistica dei versetti della Bibbia. Il discorso che ne scaturisce non è organico, le intuizioni emergono con diversa intensità, accavallandosi, ripetendosi e congiungendosi in mille combinazioni differenti. Quanto alla data di composizione dello Zohar, i cabbalisti ne sostengono calorosamente l'antichità, riportandolo all'epoca di Rabbi Shim'on bar Yochai. Molti studiosi invece, pur ammettendo che nel testo siano state incorporate tradizioni assai antiche, risalenti anche a quel periodo, sono portati a ritenere che gli elementi principali dello Zohar vadano collocati in epoca più recente. Altri critici negano risolutamente che in esso si possano comunque ravvisare delle tradizioni tanto antiche da risalire al periodo di Shim'on bar Yochai, e ne stabiliscono la data di composizione, almeno per quanto concerne il nucleo principale del libro, alla fine del XIII secolo." (dallo scritto di Elio e Ariel Toaff)
Il concetto dell'angoscia
Søren Kierkegaard
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2007
pagine: 179
"È difficile qualificare con esattezza il metodo seguito da Kierkegaard: la sua dichiarazione di voler fare unicamente un'indagine "psicologica" sulla natura del peccato originale va presa con cautela. La trattazione tocca di volta in volta i vari campi interessati al problema: la teologia dogmatica, la metafisica, la fenomenologia o psicologia in senso proprio. Ma se si deve dichiarare una dominanza, essa va attribuita alla metafisica tenendo presente all'inizio l'origine teologica del problema (il dogma del peccato originale) e gli spunti biblici della sua potente analisi fenomenologica (la tentazione, il demoniaco...) che operano continuamente in ogni punto del trattato. L'angoscia è il presupposto del peccato originale rispetto alla caduta di Adamo ed Eva, come lo è per la caduta nel peccato di ogni loro discendente. Il suo oggetto è il nulla ed è l'avvertenza di questo nulla che rivela all'uomo di essere una sintesi di anima e corpo nello spirito. Se l'angoscia può essere occasione di caduta e di perdizione, può anche e deve essere, con la sua scoperta degli orrori del peccato, una tappa per incamminarsi verso il bene e la salvezza: il più spaventoso e pericoloso di questi orrori è la tentazione del suicidio, ma l'uomo ha in sua mano un punto solido a cui ancorarsi, ed è precisamente la "fede" che mette in fuga ogni angoscia e rende possibile il dispiegamento positivo delle energie dello spirito per accostarsi a Dio". (Dallo scritto di Cornelio Fabro)
La religione dell'uomo
Rabindranath Tagore
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2007
pagine: 182
«Oggi, come mai nella nostra storia, è necessario l'aiuto di un potere spirituale. E io credo che sicuramente una tale risorsa verrà scoperta nelle segrete profondità del nostro essere. Ci saranno dei pionieri che assumeranno su di sé questa impresa e le sofferenze che essa comporta; e in questa maniera apriranno la via a quel più elevato modo di vivere in cui risiede la nostra salvezza». Così scrive Tagore in un punto centrale di questo suo libro. Occidente e Oriente devono ritrovare la piattaforma comune di una religione universale fondata sull'uomo. Questa religione sarà affidata all'esiguo numero di coloro, «fuori mercato rispetto alla consuetudine sociale che attacca a ogni uomo un cartellino col prezzo», che hanno raggiunto un'esistenza liberata. Come quel pescatore, descritto da Tagore, che, cantando sulle rive del Gange il mistero del sorgere del sole e l'incanto del passare delle nuvole, «vive liberamente nel regno della luce».
Il libro della scala di Maometto
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2007
pagine: 198
Il testo originale in lingua araba del "Libro della Scala", una delle versioni del racconto del viaggio notturno di Maometto nell'Aldilà (che sviluppa il laconico riferimento coranico della Sura XVII, 1) è andato perduto. Ma fortunatamente, intorno alla metà del XIII secolo, presso la corte di re Alfonso X di Spagna vennero approntate tre traduzioni (in spagnolo, in francese e in latino) di questo fondamentale testo della spiritualità islamica, celebre e assai citato. L'edizione che qui presentiamo, la prima nella nostra lingua, è stata condotta sulla versione latina. Oltre a rappresentare un importante contributo alla conoscenza del mondo islamico, il "Libro della Scala" offre un altro motivo di particolare interesse. È stata infatti formulata l'ipotesi che esso costituisca una delle fonti islamiche cui Dante ha attinto nella composizione della Commedia: e in verità i due testi presentano singolari analogie di struttura. Di tale questione controversa, che per decenni ha appassionato studiosi di tutto il mondo, si occupa in modo approfondito Carlo Saccone nel saggio che accompagna l'opera.
L'Islam e il Graal. Studio sull'esoterismo del Parzival di Wolfram von Eschenbach
Pierre Ponsoye
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2007
pagine: 158
La leggenda del Graal è un "mistero" intorno al quale gli studiosi continuano a interrogarsi. Pur sfuggendo a una definizione teologica specifica, il Graal può essere descritto come "visione di Dio", cioè come l'incontro di Dio con se stesso nell'uomo. Ma l'universalità del Graal, in quanto tale, pone un problema maggiore: quello delle fonti non cristiane che sono all'origine della sua leggenda. Rifacendosi alle dottrine esoteriche tradizionali, e rileggendo in questa luce il "ciclo" del Parzival di Wolfram von Eschenbach, Pierre Ponsoye rintraccia gli elementi islamici presenti nella leggenda del Graal, spesso trascurati dagli studiosi, rivelando così la Tradizione sacra che costituisce la segreta genealogia di un simbolo universale.

