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Vita e Pensiero: Sestante

Esercizi di cristianesimo

Franco Giulio Brambilla

Libro

editore: Vita e Pensiero

anno edizione: 2000

pagine: 250

È possibile essere ancor oggi contemporanei di Gesù? Come comprendere il Signore nella sua figura viva e non quale ricordo muto e sbiadito? Queste domande interrogano la coscienza credente che, soprattutto nell'epoca attuale, rifugge da mediazioni troppo astratte e generali. In una fase culturale in cui credere sembra essere particolarmente difficile, la fede si pone alla ricerca di un solido contatto con il proprio fondamento vivente; e la possibilità di 'divenire contemporanei a Gesù' viene percepita con acutezza quale condizione del realizzarsi di una fede convincente. In tale contesto risuona con immutata attualità l'intuizione di S. Kierkegaard: "Fin quando esiste un credente, bisogna ch'egli sia contemporaneo della Sua presenza". Essa costituisce la provocazione che origina gli "Esercizi di cristianesimo" qui raccolti. Il termine 'esercizi' allude al fatto che diventare contemporanei di Gesù non è impresa facile, ma esige un lungo tirocinio, un allenamento tenacemente ripetuto. Si tratta però di un esercizio 'sul campo' o, meglio, 'nel corpo' vivo del lettore, che è invitato a seguire le vicende dei discepoli, riscoprendo come il testo evangelico sia scritto per i lettori futuri e quindi anche per sé. Mediante la partecipazione alla trama narrativa dei vangeli, il lettore è gradualmente coinvolto nelle vicende del discepolato: questo vuole ottenere il testo evangelico, e questo si propone anche il libro di Franco Giulio Brambilla.
16,00 15,20

Gesù Cristo. La sua figura negli scritti di Paolo e di Giovanni

Romano Guardini

Libro

editore: Vita e Pensiero

anno edizione: 1999

pagine: 264

In ideale continuità con la riflessione svolta nelle meditazioni de "Il Signore", Romano Guardini abbozza in questo saggio "la figura di Cristo che domina l'orizzonte della proclamazione dell'annuncio cristiano in Paolo e in Giovanni". Riferendosi direttamente alle fonti neotestamentarie, Guardini ci mostra i lineamenti essenziali dell'immagine viva di Gesù trasmessa dagli scritti paolini e giovannei; ne circoscrive la peculiare fisionomia; ricostruisce l'universo d'esperienza e di sensibilità cristiana dei rispettivi autori, così che il lettore possa percepire la densità non solo teologica, ma anche esistenziale della loro testimonianza. Il fine è "rendere visibile al nostro sguardo l'autentica, e insieme unica ed eccezionale, umanità di Colui che è il Figlio di Dio e, insieme, il figlio dell'uomo". Seguendo questo intento, il volume si apre con una densa introduzione alla "conoscenza di Gesù Cristo": alle forme in cui può attuarsi, alle fonti cui deve rivolgersi, ai presupposti che devono essere soddisfatti e ai metodi che è necessario adottare perché essa abbia reali possibilità di riuscita. Quindi tratteggia la fisionomia di Cristo, così come emerge dalla conversione e dall'intensa attività apostolica di Paolo. Infine conduce all'immagine di Cristo che ci incontra attraverso la meditazione di Giovanni e la profondità del legame d'affezione con il Signore del "discepolo che Gesù amava".
15,49 14,72

Lettera viva. I vangeli e la presenza di Gesù

Giuseppe Angelini

Libro

editore: Vita e Pensiero

anno edizione: 1997

pagine: 204

È possibile amare Gesù? Da questa domanda, di inusuale ed esigente schiettezza, prende le mosse il saggio di Angelini. L'interrogativo ha certo una sua pertinenza se si considerano i modi concreti di pensare e di vivere il cristianesimo in questo tempo. Occorre infatti riconoscere che oggi il cristiano comune fa fatica non solo ad amare Gesù, ma perfino a stabilire un rapporto effettivo con lui. Gesù sembra molto distante: un nome che indica una generica divinità o un personaggio da ammirare per il suo insegnamento e la sua coerenza. Ma se esiste un filo rosso che attraversa tutta la Scrittura, questo è l'invincibile desiderio che Dio ha di incontrare l'uomo "da cuore a cuore", come conviene all'amore. Gesù stesso nutre il medesimo desiderio, secondo la suggestiva immagine del libro dell'Apocalisse: "Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me". E perché questa porta si apra, e l'Ospite discreto si faccia realmente presente alla nostra vita prendendovi dimora, occorre permanere nella memoria dei gesti e delle parole di Gesù, quale è custodita dalle narrazioni evangeliche. L'intento di questo libro, insieme severo e promettente, è appunto di favorire una rinnovata lettura dei vangeli, ripercorrendone i principali nuclei tematici (annuncio del Regno, parabole, sequela dei discepoli, passione e risurrezione) alla luce di alcune affidabili acquisizioni della ricerca esegetica.
15,00 14,25

Padre nostro

Bruno Maggioni

Libro

editore: Vita e Pensiero

anno edizione: 1995

pagine: 132

Al pari di ogni parola ripetuta quotidianamente sin dall'infanzia, è facile recitare il Padre nostro in modo meccanico, senza la partecipazione del cuore e della mente. Esso diventa così una formula priva di contenuto, disponibile per qualsiasi circostanza. La lettura proposta in queste pagine intende contrastare tale rischio attraverso una duplice attenzione. Anzitutto, l'Autore mira a ritrovare l'originaria verità del Padre nostro, interpretandolo nel contesto specifico della vita di Gesù e delle prime comunità cristiane. Insieme, è costante la preoccupazione di far risuonare l'annuncio evangelico - così efficacemente condensato nella preghiera del Signore - all'interno dell'esperienza e delle domande universali dell'uomo. Grazie a questo fecondo accostamento, le parole del Padre nostro riacquistano senso e aprono alla fiducia in Dio, così che il discepolo non possa concludere la preghiera insegnatagli da Gesù senza aver riassaporato il gusto di vivere.
15,00 14,25

Le parabole evangeliche

Bruno Maggioni

Libro

editore: Vita e Pensiero

anno edizione: 1992

pagine: 256

Anche agli occhi disincantati dell'uomo d'oggi le parabole evangeliche continuano ad apparire con fascino immutato: è come se questi racconti, pur legati al contesto in cui furono detti e scritti, siano senza età. Nelle parabole si è infatti sedimentata una sapienza universale sorta dall'attenta osservazione di situazioni umane tipiche e degli eventi naturali. Ma Gesù amava parlare in parabole non soltanto perché attraverso il patrimonio comune della saggezza popolare poteva insegnare in modo chiaro e suggestivo. Piuttosto, voleva così aprire gli occhi alle folle, che "pur vedendo, non vedono". E per ridare la vista a chi è 'cieco' e si ostina a non riconoscerlo, propone racconti in cui appaiono situazioni, personaggi e comportamenti strani. Questa discontinuità rispetto alla trama ordinaria del vivere è lo strumento narrativo utilizzato da Gesù per annunciare ciò che nessuna parola o immagine può adeguatamente esprimere: il mistero del regno di Dio. Le parabole evangeliche, in forza dei loro tratti anomali, provocano, costringono a pensare, sollecitano ad accogliere la radicale novità del volto di Dio manifestatosi nella storia di Gesù. L'esegesi delle parabole offerta da questo libro ha costantemente di mira tale anima teologica: lette in questa luce, esse rivelano la loro perenne bellezza e capacità di stupire.
18,00 17,10

Il figlio. Una benedizione, un compito

Giuseppe Angelini

Libro

editore: Vita e Pensiero

anno edizione: 1991

pagine: 208

Che senso ha il figlio nella vita della donna e dell'uomo? Domande come questa un tempo neppure venivano sollevate: l'esperienza della maternità e della paternità, come anche quella dell'essere figli, andava da sé, al pari di ogni momento fondamentale della vita umana. E tuttavia, l'interrogativo a proposito del figlio e del suo significato oggi non suona impertinente: la mentalità e la cultura diffuse si mostrano infatti stranamente reticenti, se non refrattarie, di fronte al tema della generazione; anche a questo riguardo l'uomo contemporaneo sembra smarrire quella "sapienza" che pure sarebbe necessaria per vivere, affidandosi, come a rimedio di tale mancanza, a un privatissimo, laborioso e assai improbabile "fai da te". Appunto a questa indispensabile "sapienza" mira il saggio di Angelini. Il percorso seguito non passa per la scorciatoia dei facili, e astratti, moralismi, ma attraversa e chiarisce con persuasivo nitore i pregiudizi della cultura odierna e quelle resistenze del vissuto personale che smorzano il desiderio del figlio. Istruito da questa convincente lettura della sensibilità attuale, l'ascolto del messaggio biblico restituisce alla sua originale e sempre sorprendente bellezza il senso del generare: il figlio non è anzi tutto un compito gravoso ed esorbitante, bensì una "benedizione", l'inconsapevole e imprevedibile "maestro" di speranza per chi si dispone con fiducia al futuro e accorda credito al carattere promettente della vita.
18,00 17,10

Generare è narrare

Generare è narrare

Jean-Pierre Sonnet

Libro: Copertina rigida

editore: Vita e Pensiero

anno edizione: 2014

pagine: 165

La generazione è l'esperienza più fondamentale, intensa e imprevedibile che un essere umano possa vivere. Questa verità, comune a ogni cultura in ogni tempo, è attestata dalla Bibbia, con una stupefacente varietà di storie, dalla prima all'ultima pagina: essere padre, madre, figlio è uno dei primi modi della rivelazione di Dio, forse quello privilegiato. Esiste un intimo legame tra il mistero di Dio e la catena delle generazioni, come se Dio fosse il 'testimone' consegnato da una generazione all'altra e insieme il custode di quella realtà affascinante e temibile che è il generare. Il libro di Jean-Pierre Sonnet si apre con la esigente domanda sulle origini, che ogni genitore prima o poi si sente rivolgere: "Quando tuo figlio ti chiederà: perché?". L'interrogativo, tratto da un passo-chiave della Scrittura, impedisce di pensare e vivere in modo ripetitivo e automatico il rapporto tra le generazioni. Costringe i padri e le madri a raccontare che cosa li ha tenuti in vita e ha dato anima ai loro giorni, mettendoli così in condizione di essere genitori non solo secondo la carne, ma secondo la parola. Generare alla vita significa narrare, un atto sacro portatore di una fecondità segreta. La narrazione parla di come Dio si è fatto presente nella trama, quasi sempre nascosta, della storia, senza mai arrendersi ai rifiuti, ai rovesci, ai fallimenti, ma trovando con misericordia e ingegnosità incrollabili un varco sempre nuovo per incontrare gli uomini...
16,00

Tra Gesù e la gente. Il prete, uomo per questo tempo

Tra Gesù e la gente. Il prete, uomo per questo tempo

Severino Pagani

Libro: Libro in brossura

editore: Vita e Pensiero

anno edizione: 2005

pagine: 144

La vita e il ministero del prete mostrano oggi un volto nuovo: spesso il sacerdote si trova a sperimentare e a testimoniare la fede in forme di radicalità diverse da quelle del passato. Riflettendo, in prima persona, su questo vissuto del presbitero, Severino Pagani illumina il percorso di maturazione che ogni sacerdote oggi è chiamato a intraprendere nella fedeltà al suo Signore. In questa lettura affiorano motivi di consolazione e nuove domande. Tutto conduce verso un itinerario non ingenuo di semplificazione: diventare semplici è un traguardo avanzato della vita spirituale.
14,00

Un tesoro in vasi di coccio. Rivelazione di Dio e umanità della Chiesa

Bruno Maggioni

Libro

editore: Vita e Pensiero

anno edizione: 2005

pagine: 224

"Portiamo questo tesoro in vasi di coccio, affinché appaia che la straordinaria sua forza proviene da Dio e non da noi". Questa affermazione di san Paolo, nella seconda lettera ai Corinti, non allude solo a una condizione personale, ma parla di tutti: vaso di coccio è ogni cristiano e l'intera comunità dei credenti. Il vaso di terracotta è casalingo, umile, fragile, di utilizzo quotidiano. Non è un oggetto prezioso da esibire all'ammirazione di tutti. Fuori di metafora: Dio non si serve solo dei santi, ma anche (e soprattutto) di uomini comuni, fragili, di poca fede, com'erano i discepoli, e come siamo noi. Questa meraviglia di Dio non cessa di stupire. Se il vaso fosse prezioso, attirerebbe l'attenzione su di sé; nella sua umiltà, invece, rimanda altrove. La sua debolezza è la sua trasparenza. La potenza del Vangelo si fa presente nell'inadeguatezza per rendere chiaro a tutti che la sua efficacia viene da Dio, non dagli uomini, né dai loro strumenti. È alla luce di questa metafora che Bruno Maggioni rilegge la concezione della Chiesa nel Nuovo Testamento. Certo, non con la pretesa di un ritorno alla comunità delle origini: sarebbe un'illusione, e neppure coerente con il Vangelo. La Chiesa, infatti, cammina nella storia. E proprio per questo motivo deve continuamente confrontarsi con la sua origine, vigilando perché le sue scelte siano sempre attualizzazione del Vangelo. Nella consapevolezza che il suo compito non è attrarre su di sé lo sguardo degli uomini, ma rinviarlo sempre al Dio di Gesù.
16,00 15,20

Al di là dell'ultimo. Filosofie della morte e filosofie della vita

Al di là dell'ultimo. Filosofie della morte e filosofie della vita

Virgilio Melchiorre

Libro

editore: Vita e Pensiero

anno edizione: 1998

pagine: 172

L'uomo contemporaneo ha imparato a vivere come se Dio non esistesse e mai come oggi sembra sperimentare l'ampiezza senza misura del proprio potere. Divenuto 'signore del mondo' grazie agli strumenti della tecnica, deve tuttavia constatare l'illusorietà della pretesa di farsi 'signore dell'essere', padrone della propria origine e del proprio destino. Sintomo evidente di questa dolorosa quanto ineliminabile contraddizione è la rimozione operata nei confronti della morte, il silenzio rivolto alla frontiera ultima, dove angosciosa compare l'ombra del nulla. Eppure la domanda che nasce dalla prospettiva della fine resta ineludibile. Essa sta all'inizio non solo del pensiero filosofico, ma di ogni riflessione che rifugga la casualità di un'esistenza ripiegata su se stessa per tentare la serietà della vita. Da qui lo svolgersi dell'intensa meditazione di questo saggio che procede su più livelli: dalla chiacchiera quotidiana ai diversi filoni del pensiero contemporaneo, passando per l'esperienza cruciale e fondante della morte dell'altro che ci è caro, la quale, spezzando la possibilità di relazione, nega un aspetto della nostra identità e si fa anticipazione della nostra stessa morte. Così, anziché minaccioso e inesplorabile non-senso, che induce al silenzio e alla sospensione del giudizio, il mistero della fine si configura come momento di verità, spazio di significato, direzione e compimento.
14,00

Sillabe preziose. Quattro salmi per pensare e pregare

Sillabe preziose. Quattro salmi per pensare e pregare

Roberto Vignolo

Libro

editore: Vita e Pensiero

anno edizione: 1997

pagine: 148

Sono a tal punto "preziose" quelle singolarissime "sillabe" che costituiscono il libro dei Salmi, da essere state riconosciute come Parola stessa di Dio, e quindi annoverate tra i libri biblici. Ma dove risiede l'inestimabile valore di queste assai umane preghiere dei figli di Israele? Esse danno espressione 'affidabile' ai complessi e oscuri movimenti dell'anima, indirizzandoli e insieme plasmandoli verso il luogo della loro verità: il dialogo con Dio. Chi intraprende questa strada - fatta soprattutto di inquieta e franca ricerca davanti a Dio - trova i molti frammenti sparsi della propria vita infine pacificati attorno al Suo nome. A dispetto di ogni apparenza contraria, Dio può essere invocato sempre e dovunque: nella domanda stupita e radicale su chi noi siamo e nella desolata protesta di Giobbe, l'impaziente; nella stranita percezione dell'assenza di Dio, come nella malinconica autocentratura del depresso. Nessuno di tali luoghi dell'esistere rende "troppo corta la mano del Signore da non poter salvare, né tanto duro il suo orecchio da non poter udire". È questa indistruttibile speranza che Roberto Vignolo riesce a mostrare e comunicare rileggendo quattro salmi, ciascuno emblematico di una fondamentale figura dello spirito: domanda, supplica, memoria e soliloquio.
14,00

Visioni e profezie. Mistica ed esperienza della trascendenza

Visioni e profezie. Mistica ed esperienza della trascendenza

Karl Rahner

Libro

editore: Vita e Pensiero

anno edizione: 1993

pagine: 168

Lungi dal declinare, la religione persiste nella società secolarizzata attraverso non solo l'istituzione ecclesiastica, ma anche l'eclatante proliferare di apparizioni, statue che lacrimano, guarigioni prodigiose e altre epifanie del soprannaturale. Tali fenomeni sono così diffusi e variegati da non consentire affrettate valutazioni critiche. Piuttosto, la coscienza cristiana deve esercitare un intelligente discernimento, sia per distinguere ciò che è autentico da ciò che è falso sia per cogliere significato e valore di questi eventi. È la prospettiva in cui si pone la riflessione di Rahner, tanto più preziosa se si considera il sostanziale disinteresse della teologia per l'argomento. Il teologo tedesco analizza con puntigliosa e paziente acribia il senso delle visioni, la loro problematica psicologica e i criteri fondamentali per giudicarne l'attendibilità. L'approccio al tema risulta fecondo e persuasivo perché visioni e profezie vengono esaminate per se stesse, evitando di ricondurle al dilemma rivelazioni pubbliche/rivelazioni private. Rahner non è mosso dalla preoccupazione di precisare se e fino a che punto occorre prestare loro fede. Interpreta invece le apparizioni (beninteso, quelle dichiarate autentiche) come un dono dello Spirito: esse infatti chiarificano e sottolineano la volontà di Dio in rapporto a una determinata situazione storica, contribuendo così al cammino di una Chiesa che è e rimane radicata nella rivelazione del Signore Gesù.
14,00

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