5 Continents Editions: Fotografia al Musée d'Orsay
Igboland
Aniello Barone, Naomi Rosenblum
Libro: Libro rilegato
editore: 5 Continents Editions
anno edizione: 2011
pagine: 80
Simone Casetta. Fanno finta di non esserci
CASETTA, ; BERGE
Libro: Copertina rigida
editore: 5 Continents Editions
anno edizione: 2011
pagine: 116
Yanomami. Premiers et derniers amazoniens. Ediz. francese
René Fuerst
Libro: Libro rilegato
editore: 5 Continents Editions
anno edizione: 2011
pagine: 83
Jean-Luc Mylayne. Tête d'or. Ediz. inglese e francese
Ralph Rugoff, Terrie Sultan
Libro: Copertina rigida
editore: 5 Continents Editions
anno edizione: 2009
pagine: 120
Il dagherrotipo
Dominique de Font-Réaulx
Libro: Libro in brossura
editore: 5 Continents Editions
anno edizione: 2008
pagine: 96
Il dagherrotipo, fotografia unica eseguita su una lastra metallica, positivo e negativo insieme, è dotato di una vivida e speculare nitidezza e di un'estetica tutta particolare. Per la precisione delle linee e la resa esatta dei dettagli affascinò prima l'Accademia delle scienze parigina, e subito dopo un pubblico sempre più vasto. La collezione del Musée d'Orsay, una delle più cospicue al mondo, grazie alla vasta gamma dei soggetti rappresentati permette di ricostruire le condizioni in cui l'invenzione di Daguerre è nata e si è diffusa in modo così rapido, anche se effimero. Nel presente volume sono riprodotte, alcune per la prima volta, le più recenti acquisizioni che hanno arricchito la raccolta.
Léon Gimpel (1873-1948). Les audaces d'un photographe. Catalogo della mostra (Parigi, 12 febbraio-27 aprile 2008)
Dominique de Font-Réaulx, Thierry Gervais
Libro: Copertina rigida
editore: 5 Continents Editions
anno edizione: 2008
pagine: 189
Vers le reportage
Françoise Heilbrun
Libro: Copertina morbida
editore: 5 Continents Editions
anno edizione: 2007
pagine: 96
Verso il reportage. Catalogo della mostra (Parigi, 16 ottobre 2007-6 gennaio 2008)
Françoise Heilbrun
Libro: Copertina morbida
editore: 5 Continents Editions
anno edizione: 2007
pagine: 96
Fin dalla sua invenzione nel 1839, la fotografia ha avuto l'ambizione di riprodurre perfettamente il mondo reale nel suo insieme. A causa del tempo di posa molto lungo del dagherrotipo, i primi scatti furono dedicati ai paesaggi e ai monumenti importanti, mentre l'attenzione nei confronti dell'uomo delle sue caratteristiche fisionomiche, dei suoi sentimenti, dalla gioia alla sofferenza, inizia alla fine degli anni Quaranta dell'Ottocento in relazione con l'approccio realistico della pittura e, soprattutto, della filosofia. Alla fine del secolo la svolta con le prime fotografie di Félix Thiollier, artista di grande sensibilità umana. La sua opera, infatti, mostra il duro lavoro dei minatori della regione francese di Saint-Etienne e il ghetto ebraico in Polonia degli inizi del XX secolo, che sottolineano l'ingiustizia della sorte dei bambini e la sofferenza dei loro genitori. L'ambizione documentaristica s'incarna anche nella riproduzione dei grandi avvenimenti storici, come le barricate di rue Saint-Maur, fotografate da Thibault nel 1848, nella valorizzazione degli atti filantropici realizzati dai centri di potere o nei ritratti degli esploratori e dei missionari nelle foto di Charnay in Madagascar.
La mano. Catalogo della mostra (Parigi, 19 giugno-16 settembre 2007)
Libro: Libro in brossura
editore: 5 Continents Editions
anno edizione: 2007
pagine: 93
La posizione delle mani, nei primi ritratti fotografici, non sta a cuore solo al modello, desideroso di fissare un'immagine dignitosa di se stesso, ma anche al fotografo. Tranquillamente adagiate su ginocchia o libri, oppure a sostegno di fronte o mento, una di loro infilata nell'apertura della giacca, nessuna alternativa è dovuta al caso. Quando i fotografi si discostano dal ritratto convenzionale, quando vogliono esprimere la personalità del modello, non si dimenticano che la mano, dopo il viso, è la parte del corpo con più individualità. Da Disderi a Nadar, da Auguste Vacquerie a Alfred Stieglitz, le opere selezionate sono rappresentative delle tecniche e delle pratiche commerciale, artistica o amatoriale - che hanno costellato la produzione fotografica fino agli inizi del XX secolo.
Maurice Denis. Catalogo della mostra (Parigi, 31 ottobre 2006-21 gennaio 2007)
Françoise Heilbrun, Saskia Ooms
Libro: Copertina morbida
editore: 5 Continents Editions
anno edizione: 2006
pagine: 62
Il Musée d'Orsay presenta una selezione di sessanta fotografie di Maurice Denis che ritraggono la sua famiglia, i suoi amici artisti e scrittori, in particolare Éduard Verkade e André Gide. Lo scopo di questa mostra è quello di celebrare aspetti nuovi e spesso sconosciuti dell'artista francese, fondatore insieme a Pierre Bonnard, Paul Sérusier e Paul Ranson, del gruppo Nabis (dall'ebraico "profeti") con il dichiarato intesto di rifiutare i canoni imposti dall'impressionismo. Maurice Denis ha scattato delle istantanee in famiglia tra il 1890 e il 1920, in un periodo in cui la tecnica fotografica si era così semplificata da consentire a migliaia di amatori di praticarla. Con lo scopo di regalarle ad ognuno dei suoi figli, Maurice Denis ha fatto ingrandire e tirare le prove fotografiche dal suo mercante di quadri, Eugène Druet, che era anche fotografo di talento (lavorò, in particolare, per Auguste Rodin). Agli occhi di Maurice Denis, queste immagini avevano innanzitutto lo scopo di conservare il ricordo della nascita e della crescita dei suoi figli. Tuttavia, non si può non notare la stretta parentela tra i quadri del pittore Nabis e queste fotografie. Denis vi sacralizza ugualmente la maternità e la famiglia.
L'opera d'arte e la sua riproduzione. Catalogo della mostra (Parigi, 27 giugno 2006-24 settembre 2006)
Dominique de Font-Réaulx, Joëlle Bolloch
Libro: Copertina morbida
editore: 5 Continents Editions
anno edizione: 2006
pagine: 96
Fin dall'avvento dell'invenzione di Daguerre la riproduzione dell'opera d'arte si è posta come un tema centrale della fotografia. Ne apprezzavano la precisione e la chiarezza perfino i suoi più accaniti detrattori. Tuttavia, malgrado le sue presunte virtù, rimanevano molte difficoltà soprattutto nella riproduzione dei dipinti. Nel presentare una scelta di fotografie, dai dagherrotipi agli aurocromi, che fanno parte della collezione del Musée d'Orsay, e riguardano dipinti, sculture, oggetti d'arte, la mostra evidenzia il ruolo fondamentale che dal 1830 il fotografo svolge nella diffusione e nella conoscenza dell'arte, e il suo stretto legame con lo sviluppo della storia del gusto.
Figure e ritratti
Françoise Heilbrun
Libro: Copertina morbida
editore: 5 Continents Editions
anno edizione: 2006
pagine: 96
Come riprodurre la figura umana, come impostare il ritratto, è stato il problema dei primi fotografi. Dalle collezioni del Musée d'Orsay il visitatore riesce a farsi un'idea piuttosto chiara del percorso evolutivo seguito dalla fotografia internazionale fra il 1850 e il 1915, e di come, da Nadar a Stieglitz, i fotografi abbiano saputo cogliere la personalità del soggetto che avevano di fronte, uomo o donna, usando la luce, il "pennello della natura".